di Federica Marengo lunedì 16 giugno 2025

-Nella giornata di ieri, domenica 16 giugno, festa della Santissima Trinità, Papa Leone XIV° ha presieduto nella Basilica di San Pietro la Messa in occasione del Giubileo dello Sport, iniziato il 14 giugno e, articolato in una serie di iniziative che hanno visto al centro le discipline sportive, gli atleti e le atlete, quali : il Villaggio dello Sport, a piazza del Popolo e la tavola rotonda dal titolo: “Lo Sport genera speranza”.
Nella Sua omelia, pronunciata dopo la proclamazione del Vangelo, il Pontefice , riferendosi alle prime letture sulla Trinità ascoltate durante la celebrazione, in cui la sapienza e la Trinità sono “intimamente” legate, poiché la sapienza divina è rilevata nella Santissima Trinità, ha evidenziato il legame tra Trinità e Sport, spiegando: “Ogni buona attività umana, infatti, porta in sé un riflesso della bellezza di Dio, e certamente lo sport è tra queste. Del resto, Dio non è statico, non è chiuso in sé. È comunione, viva relazione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, che si apre all’umanità e al mondo. La teologia chiama tale realtà pericoresi, cioè “danza”: una danza d’amore reciproco. È da questo dinamismo divino che sgorga la vita. Noi siamo stati creati da un Dio che si compiace e gioisce nel donare l’esistenza alle sue creature, che “gioca”, come ci ha ricordato la prima Lettura”.
Quindi, riferendosi ad alcuni Padri della Chiesa che parlano di un “Deus ludens”, un Dio che si diverte, il Pontefice ha affermato che lo sport “può aiutarci a incontrare Dio Trinità” , “perché richiede un movimento dell’io verso l’altro, certamente esteriore, ma anche e soprattutto interiore. Senza questo, si riduce a una sterile competizione di egoismi”.
Infatti, ha sottolineato il Santo Padre, per incitare gli atleti durante le gare, nella lingua italiana, si usa l’espressione “Dai!”, imperativo del verbo dare, che vuol dire non solo “ dare una prestazione fisica, magari straordinaria, ma dare sé stessi, “giocarsi””, ovvero “ darsi per gli altri , per la propria crescita, per i sostenitori, per i propri cari, per gli allenatori, per i collaboratori, per il pubblico, anche per gli avversari”, al di là del risultato.
Poi, Papa Leone XIV° ha citato San Giovanni Paolo II°, il quale diceva dello sport : “Lo sport è gioia di vivere, gioco, festa, e come tale va valorizzato, mediante il recupero della sua gratuità, della sua capacità di stringere vincoli di amicizia, di favorire il dialogo e l’apertura degli uni verso gli altri, al di sopra delle dure leggi della produzione e del consumo e di ogni altra considerazione puramente utilitaristica e edonistica della vita”.
Per questo, ha argomentato ancora il Pontefice, tre aspetti rendono lo sport , ancora più nell’epoca odierna, “un mezzo prezioso di formazione umana e cristiana”: “In primo luogo, in una società segnata dalla solitudine, in cui l’individualismo esasperato ha spostato il baricentro dal “noi” all’“io”, finendo per ignorare l’altro, lo sport , specialmente quando è di squadra , insegna il valore della collaborazione, del camminare insieme, di quel condividere che, come abbiamo detto, è al cuore stesso della vita di Dio. Può così diventare uno strumento importante di ricomposizione e d’incontro: tra i popoli, nelle comunità, negli ambienti scolastici e lavorativi, nelle famiglie”.
“In secondo luogo”, ha proseguito il Santo Padre, “ in una società sempre più digitale, in cui le tecnologie, pur avvicinando persone lontane, spesso allontanano chi sta vicino, lo sport valorizza la concretezza dello stare insieme, il senso del corpo, dello spazio, della fatica, del tempo reale. Così, contro la tentazione di fuggire in mondi virtuali, esso aiuta a mantenere un sano contatto con la natura e con la vita concreta, luogo in cui solo si esercita l’amore”.
“In terzo luogo”, ha continuato Papa Leone XIV°, citando nuovamente San Giovanni Paolo II°: “In una società competitiva, dove sembra che solo i forti e i vincenti meritino di vivere, lo sport insegna anche a perdere, mettendo l’uomo a confronto, nell’arte della sconfitta, con una delle verità più profonde della sua condizione: la fragilità, il limite, l’imperfezione. Questo è importante, perché è dall’esperienza di questa fragilità che ci si apre alla speranza. L’atleta che non sbaglia mai, che non perde mai, non esiste. I campioni non sono macchine infallibili, ma uomini e donne che, anche quando cadono, trovano il coraggio di rialzarsi. Ricordiamo ancora una volta, in proposito, le parole di San Giovanni Paolo II°, il quale diceva che Gesù è “il vero atleta di Dio”, perché ha vinto il mondo non con la forza, ma con la fedeltà dell’amore”.
A seguire, soffermandosi sul ruolo dello sport nella vita di alcuni santi, il Pontefice , riferendosi al Beato Pier Giorgio Frassati ,patrono degli sportivi, che sarà proclamato santo il prossimo 7 settembre, come stabilito dal Concistoro che il Santo Padre ha presieduto il 13 giugno, ha detto: “La sua vita, semplice e luminosa, ci ricorda che, come nessuno nasce campione, così nessuno nasce santo. È l’allenamento quotidiano dell’amore che ci avvicina alla vittoria definitiva e che ci rende capaci di lavorare all’edificazione di un mondo nuovo”.
Infine, al termine della Sua omelia, Papa Leone XIV°, citando San Paolo VI°, ha evidenziato il contributo dello sport alla costruzione di una società in cui vigono pace e speranza: “Lo affermava anche vent’anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, ricordando ai membri di un’associazione sportiva cattolica quanto lo sport avesse contribuito a riportare pace e speranza in una società sconvolta dalle conseguenze della guerra. Diceva: “È la formazione di una società nuova, a cui si rivolgono i vostri sforzi: nella consapevolezza che lo sport, nei sani elementi formativi che esso avvalora, può essere utilissimo strumento per l’elevazione spirituale della persona umana, condizione prima e indispensabile di una società ordinata, serena, costruttiva”.
Da qui, il Pontefice, rivolgendosi agli sportivi, cui la Chiesa affida la missione di essere “riflesso dell’amore di Dio Trinità”, ha esortato questi ultimi a lasciarsi “ coinvolgere da questa missione, con entusiasmo: come atleti, come formatori, come società, come gruppi, come famiglie”, e, citando Papa Francesco, che amava sottolineare come Maria nel Vangelo apparisse “attiva, in movimento, perfino di corsa” ,ha affidato gli atleti e le atlete e l’umanità all’intercessione di quest’ultima, affinché accompagni “le nostre fatiche e i nostri slanci” e li orienti “sempre al meglio, fino alla vittoria più grande: quella dell’eternità, il “campo infinito” dove il gioco non avrà più fine e la gioia sarà piena”.
Concluse le celebrazioni, il Pontefice ha raggiunto piazza San Pietro dove , prima di guidare la recita della preghiera dell’Angelus, ha tenuto delle riflessioni introduttive nelle quali ha esortato nuovamente gli sportivi e le sportive a “vivere l’attività sportiva, anche ai livelli agonistici, sempre con spirito di gratuità, con spirito “ludico” nel senso nobile di questo termine, perché nel gioco e nel sano divertimento la persona umana assomiglia al suo Creatore”, sottolineando ancora una volta come lo sport sia “una via per costruire la pace, perché è una scuola di rispetto e di lealtà, che fa crescere la cultura dell’incontro, della fratellanza” e dell’opposizione a ogni forma di violenza e di sopraffazione.
Quindi, il Santo Padre ha ricordato i conflitti armati in corso in più parti del mondo: in Myanmar, come nell’area amministrativa locale di Gouma, nello Stato di Benue in Nigeria, nella Repubblica del Sudan, in Medio Oriente e in Ucraina.
In ultimo, Papa Leone XIV° ha annunciato la beatificazione , nella Basilica di San Paolo Fuori le mura , di Floribert Bwana Chui, giovane martire congolese, “ucciso a ventisei anni perché, in quanto cristiano, si opponeva all’ingiustizia e difendeva i piccoli e i poveri”, testimonianza ed esempio di coraggio e speranza per i giovani della Repubblica Democratica del Congo e di tutta l’Africa.
In conclusione, il Pontefice ha dato appuntamento ai giovani fra un mese e mezzo (dal 28 luglio al 3 agosto) al Giubileo loro dedicato, affidandoli ,e ad affidando tutti i fedeli e le fedeli, all’intercessione della Vergine Maria, Regina della Pace.
In merito alle prossime celebrazioni, Papa Leone XIV°, domenica 22 giugno, presiederà in San Giovanni in Laterano, la Messa nella festività del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Corpus Domini), seguita dalla processione alla Basilica di Santa Maria Maggiore e dalla Benedizione Eucaristica.
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