di Federica Marengo giovedì 13 marzo 2025

-Ieri, la Presidente del Consiglio Meloni ha presieduto a Palazzo Chigi un incontro sulla definizione del Piano straordinario previsto dal Decreto Caivano-bis, da definire entro il 31 marzo, per poi approdare in Consiglio dei Ministri per l’approvazione.
Alla riunione erano presenti : il ministro dell’Interno Piantedosi, il ministro dello Sport e della Politiche giovanili Abodi, la ministra dell’Università e della Ricerca Bernini, il ministro per gli Affari europei, le Politiche di Coesione e il Pnrr Foti, i rappresentanti del ministero per le Disabilità, il Sottosegretario Mantovano, il Commissario Ciciliano, i Sindaci di Roma, Napoli, Rosarno, San Ferdinando, Palermo e Catania, il Vicesindaco di Rozzano, la Commissione prefettizia di Orta Nova e gli amministratori di Sport e Salute e di Invitalia.
Nel corso dell’incontro è stato ribadito dalla Premier che il modello Caivano è una strategia nazionale e una missione concreta ,che dimostra come lo Stato, “se ci mette volontà, costanza e determinazione” , possa “rispettare l’impegno preso con i cittadini” e come “il riscatto di una comunità parta da sicurezza e legalità, senza le quali non vi è libertà”.
Pertanto, tale modello, da applicare in sinergia con i sindaci, è stato esteso ad altre otto città (Roma, Rosarno, San Ferdinando, Napoli, Palermo, Catania, Rozzano, Orta Nova), con un investimento di circa 180 milioni di euro provenienti dai fondi di sviluppo e di coesione, stanziati per realizzare iniziative nell’ambito della riqualificazione delle periferie e per le esigenze concrete delle famiglie e dei giovani.
Nel pomeriggio, invece, la Premier Meloni ha incontrato a Palazzo Chigi il Premier dei Paesi Bassi Dick Schoof. Al centro del colloquio, come riportato dalla Presidenza del Consiglio in una nota: “gli ultimi sviluppi del conflitto in Ucraina e gli esiti delle discussioni tenutesi in Arabia Saudita tra le delegazioni ucraina e statunitense”, ma anche “la sicurezza europea ed euroatlantica e la preparazione del Vertice NATO che si terrà a L’Aja il 24 e 25 giugno”, nonché i temi della difesa europea, della competitività e del contrasto alla migrazione irregolare, che saranno discussi nel prossimo Consiglio Europeo del 20 e del 21 marzo.
Inoltre, la Premier Meloni ha ringraziato il Primo Ministro Schoof “per il lavoro congiunto sulla ricerca di soluzioni innovative e per il sostegno espresso alle posizioni italiane nel quadro della causa pregiudiziale presso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea sul concetto di Paese sicuro di origine”.
Infine, nel colloquio è stata ribadita “l’eccellente relazione bilaterale tra i due Paesi a livello di interscambio commerciale e nella proficua cooperazione in numerosi e vasti settori strategici di comune interesse”.
Restando in tema di difesa e sicurezza europea ed euroatlantica, ieri pomeriggio, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giorgetti ha risposto alla Camera alle interrogazioni a riposta multipla del Question Time, e in particolare a un’interrogazione sul Piano di riarmo Ue e sulla proposta italiana in merito, presentata nei giorni scorsi dallo stesso ministro Giorgetti all’Ecofin a Bruxelles.
A tal proposito, il ministro Giorgetti ha espresso il parere favorevole del Governo al finanziamento del piano di riarmo, ma non a scapito della sanità e dei servizi pubblici, sottolineando: “L’attuale panorama geopolitico è caratterizzato da forte incertezza e complessità che non possono che essere fronteggiati articolando una risposta coerente da parte degli Stati membri dell’Unione europea. L’Italia ha salutato positivamente la proposta della Commissione di attivare la clausola di salvaguardia nazionale del Patto di Stabilità e Crescita (Psc), per le spese legate alla difesa, ma c’è la necessità che la flessibilità concessa dall’attivazione della clausola nazionale di salvaguardia non comprometta la sostenibilità delle finanze pubbliche e non comporti un aumento significativo del debito pubblico. Questo, lascerebbe i Paesi ad alto debito in una posizione di debolezza, aumenterebbe la frammentazione e rischierebbe di compromettere la stabilità finanziaria dell’area euro. Inoltre, come ho avuto già modo di chiarire, per il Governo italiano il finanziamento della difesa non potrà avvenire a scapito di settori fondamentali per i cittadini, quali ad esempio la sanità e i servizi pubblici”.
Da qui, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giorgetti si è soffermato sulla proposta italiana, basata: sul rafforzamento di InvestEu per la difesa, per accrescere la sua capacità di attrazione di investitori privati; sul ruolo maggiore per il bilancio dell’Ue e sulla cooperazione con la Banca europea per gli investimenti.
La proposta italiana prevede l’istituzione di un fondo di garanzia in più tranche di circa 16,7 miliardi di euro che, ottimizzando l’utilizzo delle risorse nazionali ed europee, con l’obiettivo di convogliare in modo più efficace i capitali privati, potrà mobilitare fino a 200 miliardi di investimenti industriali aggiuntivi.
Tuttavia, il ministro Giorgetti ha spiegato: “L’Italia deve rispettare gli impegni internazionali, se fa parte di un’alleanza e questa alleanza richiede un impegno del 2% siamo tenuti seriamente a rispettarlo. Invece di sparare cifre a priori, dobbiamo decidere e sapere quali sono le vere necessità per quanto riguarda gli investimenti di natura militare. Una volta determinati questi, e il ministro Crosetto ci sta lavorando, si stabilirà il tipo di impegno e la portata dell’impegno che il governo italiano dovrà sostenere. Questo sforzo non potrà non contemplare una valutazione di politica industriale, con riferimento all’industria della difesa , che dovrà evidentemente , se ha un prezzo, produrre anche un beneficio in termini di crescita economica e di occupazione, in particolare in quei settori esposti alla crisi industriale”.
Proprio riguardo al piano di riarmo dell’Ue, nella mattinata di ieri, si è svolto presso l’Europarlamento a Strasburgo la votazione su due risoluzioni: la prima, nella quale è stato ribadito il sostegno europeo all’Ucraina ,criticando fermamente la politica dell’amministrazione USA “di rappacificarsi con la Russia” e chiedendo di “aumentare in modo significativo il sostegno militare a Kiev”, approvata con 442 voti a favore, 98 contrari e 126 astenuti. La suddetta risoluzione, inoltre, ha invitato Mosca ad accettare il cessate il fuoco, ricordando che “solo se l’aggressore vi aderisce, esso può essere uno “strumento efficace di sospensione delle ostilità” e ha accolto con favore la dichiarazione congiunta dell’Ucraina e degli Usa a Gedda, e la ripresa dell’assistenza militare e della condivisione di intelligence degli Usa con Kiev.
Il Parlamento Ue ha poi approvato a maggioranza, con 419 voti a favore, 204 contrari e 46 astenuti, su 668 votanti, la seconda risoluzione sul Libro Bianco della difesa, contenente alcuni passaggi sul piano ReArmEu, presentato dalla Presidente della Commissione von der Leyen e basato sull’articolo 122 del Tfue, che esclude l’Aula dall’iter.
Nello specifico, le delegazioni dei partiti italiani hanno così votato: la delegazione di FdI si è astenuta sulla prima risoluzione, prendendo le distanze dal testo che, a detta degli eurodeputati e delle eurodeputate , non avrebbe preso in considerazione l’esito positivo dei colloqui di Gedda tra USA e Ucraina, finendo per “scatenare odio verso gli USA invece di aiutare l’Ucraina” e ha votato a favore della seconda risoluzione sul Libro Bianco della difesa, contenente alcuni passaggi sul ReArmEu, così come Forza Italia; contraria, invece la Lega; mentre la delegazione del Pd si è divisa sul voto riguardante la risoluzione sul riarmo dell’Ue: 10, infatti, i voti a favore e 11 gli astenuti, nessun contrario. Contrarie al riarmo europeo, le delegazioni di M5S e AVS.
Stamane, invece, la Presidente del Consiglio Meloni, tramite nota e post social, ha fatto sapere di monitorare costantemente l’evolversi della situazione a seguito della forte scossa di terremoto (di magnitudo 4.4) verificatasi nella nottata di ieri nell’area dei Campi Flegrei, e di tenersi in stretto contatto con il sottosegretario Alfredo Mantovano, con il Ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, e con il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabio Ciciliano.
Nel pomeriggio, si è poi svolto il Consiglio dei Ministri nel quale sono stati approvati una serie di provvedimenti.
Via libera alle Disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell’anno 2025 (dl elezioni) che fissa il primo turno delle elezioni Comunali il 25 e 26 maggio ( si voterà domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15) e gli eventuali ballottaggi e il voto sui 5 quesiti del referendum l’8 e il 9 giugno negli stessi orari.
Si voterà in 461 Comuni, tra cui nove capoluoghi di Provincia, dei quali due sono anche capoluoghi di Regione (Genova e Aosta) e nei capoluoghi delle Province autonome di Trento e Bolzano. Al voto anche altri capoluoghi di provincia , quali: Matera, Nuoro, Pordenone, Ravenna, Taranto.
Cinque i quesiti del referendum: quello sulla cittadinanza, volto a ridurre da 10 a 5 anni i tempi di legale soggiorno per l’ottenimento della cittadinanza italiana per cittadini stranieri ed extracomunitari; tre, volti a modificare il Jobs Act, in particolare le normative in tema di licenziamenti illegittimi, indennità alle piccole imprese e sull’utilizzo dei contratti a termine e il quarto riguardante gli infortuni sul lavoro (esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltante e del subappaltante).
Il Consiglio dei Ministri ha poi approvato anche il ddl Merito, in materia di sviluppo della carriera dirigenziale e della valutazione della performance del personale dirigenziale e non dirigenziale delle pubbliche amministrazioni; il Testo unico in materia di versamenti e di riscossione; un dl con la revisione delle disposizioni in materia di accise (che prevede tra le misure la conferma del regime speciale per il gasolio agricolo; la possibilità per il Governo di aumentare le accise sul gasolio riducendo contestualmente quelle sulla benzina per ridurre i sussidi ambientalmente dannosi e tra cinque anni, a partire dal 2025, l’applicazione della stessa aliquota ai due differenti tipi di carburante) e, in prima lettura, un Dl con disposizioni integrative e correttive in materia di adempimenti tributari, concordato preventivo biennale (approvata la proroga dal 31 luglio al 30 settembre dell’adesione al concordato preventivo, escludendo chi adotta il regime forfettario), giustizia tributaria e sanzioni tributarie.
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