Firmati, nella mattinata di sabato 23 marzo, dal Presidente cinese Xi-Jinping, dal Premier Conte e dal Vicepremier e Ministro Luigi Di Maio, il Memorandum d’intesa sulla Via della Seta e 29 accordi commerciali e istituzionali. Soddisfatta la parte pentastellata della Maggioranza, mentre perplessità sono state espresse dal Vicepremier e Ministro Matteo Salvini. Contrari UE e USA.
di Federica Marengo lunedì 25 marzo 2019
La tre giorni del Presidente Xi Jinping a Roma, iniziata giovedì 21 marzo, è culminata nella mattinata di sabato 23 con la firma, a Villa Madama, da parte del leader cinese e dei suoi ministri e del Premier Conte e del Vicepremier e Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, del Memorandum sulla nuova Via della Seta e di 29 accordi commerciali e istituzionali, dell’ammontare di 2,5 miliardi, più altri 20, potenziali, frutto degli effetti dell’intesa.
Il maxipiano infrastrutturale, siglato dall’Italia, (primo dei Paesi del G7 a sottoscrivere l’intesa con la Repubblica popolare cinese), consta di una serie di accordi commerciali, strategici e di cooperazione, come quelli tra : Eni (società pubblica italiana erogatrice di gas e luce) e Bank of China, Ansaldo Energia e Benxi Steel Group e Shanghai Electric Gas Turbine, per la fornitura di una turbina a gas, Cassa depositi e prestiti, Snam e Silk Road Fund, Agenzia Ice e Suning, per la costituzione di una piattaforma integrata di promozione dello stile di vita italiano in Cina, porti di Trieste, Monfalcone e Genova e China Communications Construction Company, Intesa Sanpaolo e governo popolare della città di Quigado, Danieli (multinazionale del siderurgico) e China CAMC Engineering Co, per la realizzazione di un complesso siderurgico integrato in Azerbaijan.
Via libera, inoltre, dalla Cina, a Cassa depositi e prestiti per l’emissione di Panda bond, che consentiranno all’Italia di essere il primo tra i Paesi europei a vendere debito agli investitori cinesi.
Quanto alle intese istituzionali (19), queste ultime, comprendono : la collaborazione allo sviluppo della Via della Seta Economica e dell’Iniziativa per una Via della Seta marittima del 21° secolo, l’intesa per la promozione della sinergia tra startup, l’accordo tra governi per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire evasioni ed elusioni fiscali, l’istituzione di un protocollo sui requisiti fitosanitari per l’esportazione di agrumi freschi dall’Italia alla Cina, l’intesa sulla prevenzione dei furti , degli scavi clandestini, dell’importazione, esportazione , traffico e transito illecito di beni culturali e sulla loro restituzione (stabilita, al riguardo, la restituzione di 796 reperti archeologici appartenenti al patrimonio culturale cinese), l’accordo tra Rai e China media group e tra l’Agenzia Spaziale Italiana e la China National Space Administration.
Previsti poi, alcuni gemellaggi: quello tra le città di Verona e Hangzhou e tra l’Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di LangheRoero e Monferrato e il comitato di gestione per il patrimonio dei “Terrazzamenti del Riso di Honghe Hani” dello Yunnan.
Soddisfazione, subito dopo aver apposto la firma, è stata espressa dal Premier, Giuseppe Conte, che ha, però, sottolineato la necessità di “impostare”, con la Cina, “relazioni più efficaci e costruire meglio rapporti che sono già molto buoni”, mentre perplessità è stata manifestata dal Vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che, presente nella stessa mattinata, a Cernobbio, al Forum di Confcommercio, ha dichiarato : “Sono contento che il presidente cinese venga in Italia, bene il memorandum, ma questo deve essere a parità di condizioni. Non è una competizione normale, non mi si venga a dire che in Cina vige il mercato libero”.
Parole, alle quali, ha fatto seguito la replica del Vicepremier e Ministro Luigi Di Maio, che , definendo l’accordo con la Cina un “traguardo storico”, ha detto: “Salvini ha il diritto di parlare, io, come ministro del Mise ho il dovere di fare i fatti e i fatti sono la firma di accordi per 2,5 miliardi. Con questi accordi ci aspettiamo un riequilibrio della nostra bilancia commerciale con la Cina. C’è troppo Made in Cina in Italia e poco Made in Italy in Cina”.
Scettica, sul Memorandum con la Cina siglato dall’Italia, la Commissione UE, che ritiene l’accordo possa danneggiare la strategia messa in campo per ottenere dal Presidente, Xi Jinping, concessioni sulla reciprocità nell’accesso agli appalti pubblici, al momento negata da Pechino alle aziende europee, attraverso la sottoscrizione da parte dei 28 Paesi della UE dello Strumento per gli appalti internazionali, documento con il quale i commissari europei potrebbero aprire indagini sulle pratiche restrittive nei confronti delle imprese Ue, imposte da Paesi Terzi, (in questo caso la Cina), innescando così un dialogo con i suddetti Paesi e rimettendo agli Stati membri , mediante voto finale, la decisione riguardo le misure da adottare nei confronti dei Paese Terzi che rifiutano bandi di gara aperti.
Preoccupata anche l’amministrazione USA, che vede nell’intesa sul commercio e le infrastrutture tra i due Paesi, un elemento di disturbo alla linea politica intrapresa dalla Casa Bianca per chiudere la guerra commerciale con la Cina. Di “Italia provocatoria”, ha infatti parlato in un articolo il quotidiano Washington Post, evidenziando come, con la firma dell’accordo, “il governo populista stia rompendo le righe con i Paesi più potenti dell’Occidente, sfidando gli auspici dell’amministrazione Trump ed evidenziando il dibattito inquieto all’interno dell’Europa su come trattare le ambizioni di una Cina che si espande globalmente”.
Sul fronte delle Opposizioni nostrane, infine, il Presidente del Parlamento UE e Vicepresidente di FI, Antonio Tajani, ha commentato via Twitter, “L’Europa dev’essere unita per difendere i nostri interessi con la Cina. Andare in ordine sparso, come fa il Governo italiano, è un grave errore”.
Il senatore dem, Ivan Scalfarotto, invece, ha precisato, via Social: “Dice Luigi Di Maio che è contento perché finalmente stiamo spendendo le nostre arance in Cina, ma casualmente, si è dimenticato di ringraziare Maurizio Martina che ha fatto gli accordi con Pechino perché tutto questo fosse possibile. Dopo essere passato in Italia come il coltello nel burro, Xi Jinping va ora a negoziare con chi difende gli interessi dell’economia del continente. Macron, Merkel e Junker: tutti e tre insieme, attrezzati a trattare da pari a pari e non come un mercato da colonizzare”.
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