di Federica Marengo venerdì 20 giugno 2025

-Nella notte, sono proseguiti gli attacchi delle forze russe sull’Ucraina. Infatti, l’Aeronautica militare di Kiev ha reso noto in un post social di aver abbattuto 70 degli 86 droni russi lanciati in diverse località.
Colpita dai raid di Mosca, invece, Odessa, dove una persona è stata uccisa e 14 sono state ferite, mentre 7 edifici civili , tra cui dei condomini, sono stati danneggiati, così come un’infrastruttura ferroviaria, un edificio amministrativo, automobili, un garage e un gasdotto.
Attacchi da parte delle forze russe, poi , sono stati registrati anche oggi sulla regione di Kharkiv e sulla città di Kostiantynivka , nella regione ucraina di Donetsk , dove una persona è stata uccisa e una ferita e sono stati danneggiati tre case private, un edificio amministrativo e un’auto.
Sul fronte russo, il ministero della Difesa ha reso noto di aver abbattuto 61droni ucraini lanciati sulle regioni di Orel, Kursk, Belgorod e Vorozh e ha rivendicato la conquista di Moskovka, sobborgo a nord della città di Kupiansk, nella regione di Kharkiv.
Tuttavia, secondo quanto riferito da funzionari di entrambi i Paesi, Mosca e Kiev hanno completato un altro scambio di prigionieri di guerra e di corpi dei soldati morti, come concordato il 2 giugno, nel secondo round di colloqui ad Istanbul.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky, che ieri , tornato dal G7 in Canada, ha omaggiato le 23 vittime dell’attacco russo di lunedì scorso su Kiev, nel suo discorso serale alla popolazione, nel quale ha ribadito la richiesta alla comunità internazionale di rafforzare significativamente le sanzioni e la cooperazione tecnologica “tra tutti coloro che nel mondo proteggono la vita”, ha dichiarato: “La Russia sta ora cercando di salvare il programma nucleare iraniano: non c’è altro modo di interpretare i suoi segnali pubblici e le sue attività private. Quando uno dei suoi alleati perde la capacità di esportare la guerra, la Russia ne soffre e cerca di intervenire. È un atteggiamento cinico. E questo dimostra ancora una volta che non si può permettere a regimi aggressivi di unirsi e diventare partner. Mi sono recato sul luogo in cui un edificio residenziale è stato distrutto a Kiev. Il missile ha attraversato tutti i piani fino al seminterrato, uccidendo 23 persone. Le operazioni di soccorso sono durate quasi 40 ore. In totale , i russi hanno ucciso 30 persone e ne hanno ferite 172 nel loro massiccio attacco all’Ucraina. Non c’era alcun senso militare in questo attacco, non ha fatti guadagnare assolutamente nulla alla Russia in termini militari. Questo è terrorismo deliberato, la stessa cosa che l’esercito russo di Putin ha fatto ovunque: dalla Cecenia alla Siria. Questa è l’unica cosa che Putin e la sua Russia sanno fare davvero bene: uccidere e distruggere”.
Quest’oggi, lo stesso Zelensky, commentando gli attacchi di stanotte sull’Ucraina da parte di Mosca, in un post social, è tornato sulla necessità che Ue e Usa introducano sanzioni che colpiscano in maniera più significativa l’economia russa, scrivendo: “Durante la notte i russi hanno colpito massicciamente Odesa, Kharkiv e i loro sobborghi con oltre 20 droni d’attacco. Sono rimaste ferite circa 20 persone, tra cui due bambine di 12 e 17 anni e tre soccorritori del Servizio di emergenza nazionale che erano giunti sul luogo del bombardamento. Purtroppo si è appreso di un decesso a Odessa. Le mie condoglianze ai familiari e ai parenti. In totale, questa notte in Ucraina sono stati lanciati 86 droni, la maggior parte dei quali erano “shahid” russo-iraniani. Ancora una volta sono andati a fuoco edifici residenziali, attività commerciali, infrastrutture civili e automobili. Ringrazio i soccorritori: 132 operatori e oltre 30 mezzi sono stati dispiegati sul posto. Nella regione di Kharkiv i lavori continuano ancora oggi. La Russia continua la sua tattica di terrore mirato contro la nostra popolazione. E proprio per questa tattica deve ricevere una risposta forte, che colpisca in modo significativo tutta la Russia e la sua capacità di continuare la guerra. I Paesi del G7 e l’UE conoscono la ricetta: forte pressione, sanzioni contro l’energia e la flotta ombra, un prezzo di 30 dollari per il petrolio russo. Quanto prima i malati del Cremlino perderanno la possibilità di finanziare la guerra, tanto più vite potremo salvare in Ucraina”.
A tal proposito, una fonte diplomatica europea , sentita dall’Agi, ha dichiarato: “Penso che il 18° pacchetto di sanzioni contro la Russia sarà discusso lunedì, perché non c’è ancora un accordo, e non mi aspetto che ci sia un accordo lunedì. Spero potrà esserci in settimana al vertice Ue ma non ne sono convinto al 100%, certamente le probabilità sono maggiori rispetto a riuscirci lunedì”.
Fra ieri e oggi, invece, si è svolto a Lussemburgo, l’ultima riunione dei ministri dell’Economia e delle Finanze dell’area euro a presidenza polacca, a margine della quale, il ministro delle Finanze polacco Andrzej Domanski, ha evidenziato: “Ieri abbiamo iniziato con la discussione sulla situazione macroeconomica in Ucraina. Oggi, ci concentreremo sul finanziamento della difesa. Credo sia particolarmente importante, prima del vertice Nato, avere una visione chiara di cosa si possa ancora realizzare, per il finanziamento della difesa. Per finanziare la spesa per la difesa, abbiamo bisogno di un’economia europea forte. Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo bisogno di maggiore competitività e anche di prezzi dell’energia più bassi. Per questo motivo oggi discuteremo di come abbassare i prezzi dell’energia in Europa”.
Tra i temi discussi anche: la valutazione della Commissione Europea e della Banca Centrale Europea sul rispetto dei criteri di convergenza da parte della Bulgaria e l’adozione di un atto giuridico “che spianerà la strada alla Bulgaria nel suo percorso verso l’Eurozona” e l’unione doganale e i suoi codici, riforma realizzata durante la presidenza della Polonia.
Il commissario Ue all’Economia Dombrovskis ha dichiarato che l’Unione manterrà il supporto finanziario all’Ucraina con la struttura per il prestito del G7, spiegando: “Dobbiamo anche considerare la possibilità di sviluppi negativi, poiché vediamo che la Russia sta intensificando i suoi attacchi contro l’Ucraina. E di conseguenza, potrebbe avere anche ulteriori esigenze di finanziamento. Quindi stavamo esplorando queste opzioni, incluse opzioni concrete. Sulle possibilità di sfruttare ulteriormente, ad esempio, l’uso dei beni immobilizzati della Russia”.
Nel frattempo, a Roma, nel corso del il vertice : “The Mattei Plan for Africa and the Global Gateway: A common effort with the African Continent”, tenutosi a Villa Doria Pamphilj e, co-presieduto dalla Presidente del Consiglio Meloni insieme con la Presidente della Commissione europea, von der Leyen, è stato annunciata la Conferenza sulla ripresa dell’Ucraina 2025 (Urc2025) co-organizzata dall’Italia e dell’Ucraina, che si terrà, sempre nella Capitale, giovedì 10 e venerdì 11 luglio, in merito a cui, il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale ha scritto in una nota: “La Conferenza è il principale evento annuale dedicato al sostegno all’Ucraina e si pone nel solco della serie annuale degli eventi di alto livello dedicati alla ripresa e alla ricostruzione dell’Ucraina, facendo seguito alle Conferenze di Lugano (2022), Londra (2023) e Berlino (2024). I lavori hanno “l’obiettivo di mobilitare sostegno internazionale e investimenti per il processo di ripresa, ricostruzione, riforma e modernizzazione dell’Ucraina, e vedrà la partecipazione di leader politici, rappresentanti di organizzazioni e istituzioni finanziarie internazionali, autorità regionali e municipali, attori del settore privato, esponenti della società civile e della diaspora ucraina”.
Inoltre, come comunicato dalla Rappresentanza permanente alle Nazioni Unite, l’Italia interverrà nelle prossime ore alla riunione sull’Ucraina in Consiglio di Sicurezza Onu, fra i pochi Paesi ammessi a intervenire tra i non membri del Consiglio. Previsti gli interventi anche di :Ucraina, Germania, Lituania e Norvegia.
Per la Germania, il ministro degli Esteri tedesco, Wadephul, intervenuto all’inizio della Conferenza sulla sicurezza di Kiel, in cui politici, alti ufficiali militari ed esperti hanno discusso della situazione in evoluzione nella regione del Mar Baltico, ha detto: “La regione del Mar Baltico si è trasformata in un pericoloso punto caldo geopolitico. Questa è una zona in cui il pericolo di uno scontro militare è reale, una zona in cui le attività ibride della Russia stanno minando la nostra pace e la nostra sicurezza. Il Presidente russo Vladimir Putin è consapevole dell’importanza strategica della regione del Mar Baltico. Per questo è importante una presenza militare forte e flessibile. La Germania è pronta a contribuire a difendere ogni metro quadrato del territorio della Nato”.
Proprio a proposito dei Paesi Baltici, ieri, i ministri di Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia, Norvegia, Svezia e Polonia, Paesi che, ad eccezione della Svezia, condividono il confine con la Russia, si sono riuniti a Tallinn, insieme con il commissario europeo per gli Affari interni e la migrazione Brunner e a un rappresentante dell’agenzia europea per le frontiere Frontex, per introdurre un divieto di visto per la zona Schengen per “i membri delle forze armate russe e di altri gruppi armati che hanno partecipato alla guerra contro l’Ucraina”. Il divieto dovrebbe rimanere in vigore anche dopo la fine della guerra.
Tornando alla Germania, alle dichiarazioni del Presidente russo Putin in un’intervista rilasciata ai margini del Forum economico di San Pietroburgo, nella quale quest’ultimo aveva detto di essere pronto a parlare con il cancelliere Merz ,se questi avesse voluto, il portavoce del governo tedesco, Kornelius ha risposto che “Il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, non prevede di avere un colloquio telefonico con il presidente russo, Vladimir Putin” e che “non c’è stata alcuna richiesta ufficiale di colloqui da parte russa, anche se il relativo rapporto dei media è stato annotato”.
Da Mosca, che ieri ha celebrato l’alleanza “solida e invincibile” con la Corea del Nord a un anno dalla firma del Trattato di partenariato strategico, rafforzando la cooperazione militare, il portavoce del Cremlino Peskov , nella consueta conferenza stampa, riguardo al terzo round di colloqui con Kiev, ha dichiarato: “Presumibilmente la prossima settimana scopriremo la data del prossimo round negoziale, volto a scambiare le posizioni sui memorandum ricevuti reciprocamente, ma queste conversazioni non possono avvenire in pubblico. Non siamo mai stati e non saremo mai sostenitori di una ‘diplomazia del megafono’. Tanto più che la questione ucraina è una questione molto complessa. Le discussioni devono svolgersi in totale silenzio. Prima dei nuovi colloqui sono possibili provocazioni del regime di Kiev, che mantiene la sua essenza, per di più molto imprevedibile. Mosca, intende raggiungere i propri obiettivi rispetto all’invasione. Sarebbe ideale per noi raggiungere questi obiettivi attraverso mezzi politici e diplomatici. Finché sono impossibili, finché non funzionano, continuiamo l’operazione militare speciale. Per noi, la cosa più importante è portare a termine i compiti e raggiungere tutti gli obiettivi. Siamo grati a tutti i Paesi, compreso il Vaticano, che sono pronti ad aiutare a risolvere la situazione in Ucraina. Sappiamo che anche il Vaticano è pronto a fare tutto il possibile per questo, ma per ora non c’è un coinvolgimento diretto in questi sforzi”.
Poi, riguardo ai colloqui con gli Stati Uniti, Peskov , alla luce della cancellazione da parte degli Usa dell’incontro previsto, ha auspicato vengano concordate “nuove date per eliminare gli elementi di attrito tra Mosca e Washington”.
Il Presidente russo Putin, nel suo discorso alla Sessione Plenaria del Forum Economico di San Pietroburgo ha dichiarato che il suo Paese non deve “in nessun caso” entrare in recessione, sullo sfondo di un rallentamento dell’economia e, che, anche se “alcuni specialisti ed esperti sottolineano i rischi di una stagnazione e persino di una recessione, Mosca non deve permetterlo in nessun caso”.
Poi, il numero uno del Cremlino ha sottolineato: “La crescita generale del Pil è ben lungi dall’essere legata esclusivamente al complesso militare-industriale, come alcuni credono. Sì, certo, il complesso militare-industriale ha svolto il suo ruolo, ma dobbiamo continuare a monitorare da vicino la struttura di questa crescita. Negli ultimi due anni la crescita è stata trainata in particolare dall’agricoltura, dall’industria nel suo complesso, dall’edilizia, dalla logistica, dal settore dei servizi, dalla finanza e dall’industria delle tecnologie Internet”.
Ancora, riguardo alla guerra in Ucraina, Putin ha detto: “Non stiamo cercando di ottenere la resa dell’Ucraina. Insistiamo però che si riconoscano le realtà che si sono create sul terreno. Ho detto molte volte che considero i popoli russo e ucraino come un unico popolo. In questo senso, l’intera Ucraina è nostra. Non abbiamo mai messo in discussione il diritto alla sovranità dell’Ucraina, ma siamo costretti a creare una zona di sicurezza lungo il confine con l’Ucraina. Questo perché l’Ucraina rappresenta una minaccia per la Russia. Il controllo di Sumy non era un nostro obiettivo, ma ora non lo escludo”.
Infine, ammettendo di essere “preoccupato per la minaccia di una terza guerra mondiale” e, sottolineando che, se l’Ucraina decidesse di usare una “bomba sporca” sul territorio russo, sarebbe “il suo ultimo errore , il Presidente Putin, in merito alla possibile conquista di Sumy, per creare una fascia di sicurezza per impedire i bombardamenti ucraini sul territorio russo, ha detto: “Non puntiamo a prendere Sumy, ma non posso escluderlo”.
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