di Federica Marengo venerdì 7 marzo 2025

-Si è tenuto ieri a Bruxelles, il Consiglio europeo straordinario dedicato alla guerra in Ucraina e al tema della difesa europea e della sicurezza. Nel corso del summit dei 27 capi di Stato e di Governo, cui ha preso parte anche il Presidente ucraino Zelensky, presieduto dalla Presidente della Commissione Ue von der Leyen e dal Presidente del Consiglio Ue, Costa, nel quale è stato anche discusso il piano di riarmo dell’Unione, i leader e le leader degli Stati membri hanno dato il via libera al suddetto piano, seppur con dei distinguo, come sottoscritto nel documento conclusivo e hanno ribadito il sostegno all’Ucraina, con l’eccezione del no dell’Ungheria.
Nel corso della conferenza stampa, svolatasi a conclusione della riunione, la Presidente von der Leyen ha spiegato che il via libera al piano di riarmo verrà ratificato nel Consiglio Europeo del 20 e del 21 marzo, nel quale la proposta sulla difesa e la sicurezza dell’Ue verrà illustrata nel dettaglio.
Si parlerà ,infatti, del finanziamento degli investimenti, di come facilitare gli acquisti congiunti e della cooperazione tra gli Stati membri per rafforzare la difesa. Inoltre, il 19 marzo verrà presentato il “Libro bianco” della difesa e , più tardi, un “Omnibus”, ovvero una proposta con modifiche di più atti legislativi comunitari , volta alla semplificazione degli oneri amministrativi e burocratici nel settore della difesa.
Il piano per il riarmo dell’Unione, del valore di 800 miliardi di euro, prevede : un maggiore spazio fiscale per i finanziamenti pubblici nazionali per la difesa attraverso la clausola di salvaguardia; un nuovo strumento per i prestiti ai Paesi dell’UE per le capacità di difesa più necessarie; un uso più flessibile dei finanziamenti dell’UE verso gli investimenti nella difesa; maggiori capitali privati mobilitati tramite l’Unione del risparmio e degli investimenti e la Banca Europea degli investimenti (Bei).
Tuttavia, nel documento conclusivo del Consiglio Ue straordinario, in merito all’uso dei fondi di Coesione non spesi, circa 350 miliardi, alla luce della contrarietà di alcuni Paesi come l’Italia, si precisa che la decisione sull’utilizzo spetta ai singoli Stati membri, mentre la Germania ha chiesto e ottenuto un passaggio in cui si chiede di esplorare “ulteriori misure garantendo al contempo la sostenibilità, del debito per facilitare una spesa significativa per la difesa a livello nazionale in tutti gli Stati membri, anche riaprendo il Patto di Stabilità per avere margini più ampi di spesa”, richiesta avanzata anche dall’Italia.
Inoltre, potrebbe essere introdotto anche uno strumento di investimento comune, come sussidi con eurobond oltre che prestiti.
La stessa unanimità , non è stata raggiunta invece per la parte delle documento dedicato all’Ucraina in cui si ribadisce il sostegno dell’Unione (circa 30 miliardi di aiuti per il 2025) e si definiscono 5 principi per la pace, respinta dall’Ungheria.
I 5 punti per la pace stabiliscono che: 1) non vi possono essere negoziati sull’Ucraina senza l’Ucraina; 2)non vi possono essere negoziati che incidono sulla sicurezza europea senza il coinvolgimento dell’Europa, poiché la sicurezza dell’Ucraina e dell’Europa transatlantica e globale sono intrecciate; 3) qualsiasi accordo di questo tipo deve essere accompagnato da garanzie di sicurezza solide e credibili per l’Ucraina che contribuiscano a scoraggiare future aggressioni russe; 5) La pace deve rispettare l’indipendenza , la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina.
Sul tavolo dei 27, poi, benché sia prematuro, anche la proposta di una “coalizione di Stati volenterosi” che inviino forze di peacekeeping una volta raggiunti gli accordi di pace, a cui sta lavorando al di fuori dell’Unione anche la Gran Bretagna ,che intende chiedere agli USA una copertura.
A tal proposito ,il Presidente Macron ha proposto agli Stati membri la condivisione dell’ombrello nucleare francese , cui ha aperto al momento la Polonia, mentre la Germania invece ha confermato la lealtà all’ombrello della Nato.
Tale proposta del Presidente francese Macron ha però suscitato l’aspra reazione di Mosca, cui è seguito un botta e risposta tra il Presidente russo Putin, il ministro degli Esteri russo Lavrov e il Presidente francese Macron e la dichiarazione del Cremlino, secondo cui la Russia “controllerà con attenzione gli arsenali nucleari Ue”
Quanto al piano di riarmo della Ue, il portavoce del Cremlino Peskov ha dichiarato che, la Russia “potrebbe adottare contromisure appropriate”. Riguardo all’accordo di pace con l’Ucraina, Peskov ha affermato che alla riapertura dei negoziati si potrebbe ripartire dalla bozza dell’accordo tra Mosca e Kiev del 2022, che prevedeva il congelamento del controllo di territorio lungo la linea del fronte senza riconoscimento dell’occupazione (allora, però, non vi era stato ancora da parte di Mosca il riconoscimento costituzionale delle 4 regioni annesse); l’adesione dell’Ucraina alla Ue e non alla Nato; misure per tutelare le minoranze russofone; il divieto a Kiev di detenere armi a lungo raggio e la clausola, posta da Mosca, che allora fece saltare l’accordo, che vietava gli interventi occidentali a difesa di Kiev.
Secondo la testata USA Bloomberg: “La Russia è disposta a discutere una tregua temporanea in Ucraina a condizione che si compiano progressi verso un accordo di pace definitivo, secondo quanto riferito da persone che hanno familiarità con la questione a Mosca”.
Restando sul tema delle condizioni di pace, in merito alle garanzie di sicurezza chieste dall’Ucraina, il Presidente ucraino Zelensky, che in queste ore ha commentato l’attacco russo combinato con missili e droni a diverse infrastrutture energetiche del Paese, che ha causato numerosi feriti e per respingere i quali Kiev ha usato per la prima volta i caccia Mirage francesi, ha fatto sapere , tramite il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Heorhii Tykhyi, di avere accolto con favore e aver chiesto all’Italia maggiori informazioni sulla proposta , definita “molto pragmatica”, della Premier Meloni di estendere all’Ucraina l’articolo 5 dell’accordo di sicurezza collettiva della Nato, che prevede che tutti i membri dell’alleanza considerino un attacco a uno di loro come un attacco a tutti, senza offrirle l’adesione all’Alleanza o l’invio di contingenti di peacekeeping.
Sempre Zelensky , che ieri ha annunciato la ripresa delle trattative con la Casa Bianca e il possibile incontro tra le delegazioni martedì a Riad, ha rilanciato la proposta di una tregua con la Russia nei cieli e in mare, condivisa anche dal Presidente turco Erdogan, che ha confermato il ruolo della Turchia come Paese mediatore, dicendosi disponibile ad ospitare i negoziati.
Proprio la Turchia è stata tra i Paesi extra Ue (Regno Unito, Canada, Norvegia e Islanda), ad essere aggiornata oggi, tramite videocall, sugli esiti del Consiglio Ue straordinario di ieri dalla Presidente della Commissione Ue von der Leyen, dal Presidente del Consiglio Ue Costa e dalla Vicepresidente della Commissione Ue ed Alta rappresentante Ue per la Politica estera Kallas.
Per l’Italia, la Presidente del Consiglio Meloni, ieri a Bruxelles per il Consiglio europeo straordinario, ha dichiarato: “Abbiamo apprezzato la posizione di von der Leyen su una cosa che l’Italia chiedeva da tempo, ovvero lo scomputo delle spese per la Difesa dal rapporto deficit/Pil” , sottolineando però il no dell’Italia all’uso dei fondi di Coesione per la difesa: “Abbiamo condotto una battaglia per escludere la possibilità che i fondi di coesione venissero forzatamente dirottati alle spese sulla difesa. È rimasta una clausola che prevede la volontarietà: le nazioni che vorranno lo potranno fare, non possiamo impedire che altri decidano di fare questa scelta. Ma l’Italia non intende farlo e proporrò al Parlamento di chiarire fin da subito che l’Italia non intende dirottare fondi della coesione, importantissimi per noi, sull’acquisto di armi. Sarà una decisione che prenderemo insieme al Parlamento”.
Poi, sul concetto di difesa e di riarmo in Ue, la Premier ha spiegato: “Il concetto di difesa in Europa è un concetto più ampio della parola riarmo, credo che la parola riarmo non sia la parola adatta per parlare di quello che stiamo facendo. La difesa non è semplicemente essere dotati di adeguate armi, ma riguarda il tema delle materie prime, il tema della sicurezza informatica e quello delle infrastrutture critiche. Un settore che include tantissimi domini dei quali anche noi ci dobbiamo occupare quotidianamente. Forse stiamo dando dei messaggi che per i cittadini non sono chiarissimi e penso che su questo bisogna spiegare che cosa stiamo facendo”.
Il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri Tajani, invece, ha ribadito che l’Italia è al lavoro per un incontro tra USA e Ue.
Dalle opposizioni, invece, la segretaria del Pd Schlein , in un’intervista a Il Corriere della Sera, ha dichiarato: “Come ho ribadito anche a Bruxelles ai socialisti europei noi siamo convinti che quello che serve oggi è un salto in avanti verso la difesa comune europea. Se non si sta facendo, ahimè, è perché evidentemente non c’è ancora la volontà politica da parte degli Stati. Ai socialisti europei ho anche detto che la difesa europea è una cosa diversa rispetto all’agevolazione al riarmo dei 27 Stati membri, come fa il piano von der Leyen. Per questo va nella direzione sbagliata” “Durante il Covid noi siamo stati in grado di superare veti storici e mettere in campo un grande piano di investimenti, il Next generation Eu. Oggi siamo davanti a una sfida di analoga portata e non vediamo quel coraggio. Questo è il punto. Perché non si fa un piano di investimenti comuni da 800 miliardi all’anno che tenga dentro tutte le priorità: quella industriale, la energetica, la sociale, l’ambientale, la digitale e la difesa comune. Anche la difesa comune infatti va sostenuta con investimenti comuni fatti con debito europeo, ma entro un piano complessivo che abbia pure altre priorità. Sarebbe un errore lasciare indietro tutte le altre priorità che sono state il cuore del Next generation Eu. Manderemmo un messaggio sbagliato ai cittadini”.
Infine, riguardo le divergenze all’interno del Pd ha assicurato: “Siamo un partito plurale, è normale discutere. La settimana scorsa c’è stata una direzione senza voti contrari né astenuti per un’Europa che superi l’unanimità che metta in campo questo piano di investimenti da 800 miliardi, dentro il quale c’è anche la difesa comune ma non solo quella. E nella relazione avevo detto sì alla difesa comune e no al riarmo nazionale, visto che già si parlava della flessibilità sul patto”.
Intanto, negli USA, il Presidente Trump, che in conferenza stampa, rispondendo alle domande della stampa, ha affermato di ritenere che “sia buon senso non difendere i membri Nato non in linea con le richieste di spesa per la difesa”, in un post sul suo social network, esortando Mosca e e Kiev a “sedersi al tavolo ora prima che sia troppo tardi”, ha fatto sapere: “Sto considerando ampie sanzioni bancarie, sanzioni e dazi alla Russia fino a quando un cessate il fuoco e un accordo finale sulla pace non saranno raggiunti”.
Il Presidente USA Trump ha anche dichiarato di credere al Presidente russo Putin e alla sua intenzione di raggiungere un accordo di pace e di trovare” più difficile avere a che fare con l’Ucraina, che non ha le carte, piuttosto che con la Russia”.
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