E’scomparso ieri pomeriggio, a 84 anni, nella sua casa vicino Roma, dopo una lunga malattia, l’attore e scrittore palermitano Pino Caruso, che insieme con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia e con Lando Buzzanca ha contribuito all’affermazione a livello nazionale della lingua, della comicità e della drammaturgia siciliana. A darne l’annuncio, la moglie, che ha detto: “Se ne è andato sereno”.
di Federica Marengo sabato 9 marzo 2019

Foto:dissidenzaquotidiana.it
“Il senso dell’umorismo è l’espressione più alta della serietà”: questo è solo uno dei tanti aforismi ideati dall’attore e scrittore siciliano, Pino Caruso, scomparso ieri, all’età di 84 anni, nella sua casa di Sacrofano, vicino Roma, dopo una lunga malattia.
Nato a Palermo il 12 ottobre del 1934, Giuseppe Caruso debuttata a soli ventiquattro anni come attore drammatico presso il Piccolo Teatro della sua città, il 16 marzo del 1957, interpretando un piccolo ruolo ne “Il giuoco delle parti” di Luigi Pirandello. Poi, dopo aver lavorato con le compagnie del Teatro Massimo e del Teatro Stabile di Catania, nel 1965, si trasferisce nella Capitale, dove viene scritturato dai registi Castellacci e Pingitore per il cabaret de “Il Bagaglino”, cui segue nel 1967, la messa inscena, presso il Teatro Nuovo, dello spettacolo “Pane al Pino e Pino al Pino”.
Volto dei varietà della Rai, a partire dal 1968, e per l’intero decennio Settanta, è protagonista di numerose trasmissioni d’intrattenimento : “Che domenica amici”, all’interno della quale tiene la rubrica : “Diario siculo”, “Gli amici della domenica”, “Teatro 10”, “Dove sta Zazà”, “Mazzabubù”, questi ultimi, tutti scritti da Castellacci e Pingitore e diretti da Antonello Falqui.
Partner e spalla prima della “signora della canzone”, Ornella Vanoni, nel programma di Guardì e Falqui, “Due come noi”, e poi nel 1981 de “La Rossa” Milva, in “Palcoscenico”, sempre per la regia di Falqui, fra gli anni Ottanta e i Novanta, alterna alle ospitate in programmi come “Fantastico” e “Domenica in”, condotte dall’amico Pippo Baudo, gli impegni di attore e regista teatrale ( “Conversazione di un uomo comune”, “La questione settentrionale e “I love you”).
Direttore artistico dal 1995 al 1997 di manifestazioni quali : “Palermo di scena” e “Festino”, festival estivo dedicato all’arte teatrale, organizzato nel capoluogo siciliano in occasione della festa di Santa Rosalia, che, portando sul palcoscenico attori come Carmelo Bene e Dario Fo e musicisti quali Sakamoto, segna un rilancio per la città, dopo la stagione del tritolo e delle stragi di mafia, nel 2002, non disdegna di prendere parte alla serie televisiva Mediaset “Carabinieri” e nel 2006 alla fiction “L’onore e il rispetto”.
Tornato ben presto all’amato teatro, dal 2003 al 2015 calca le scene siciliane e romane con le opere pirandelliane “Tutto per bene”, “Il berretto a sonagli” e “Non si sa come”, con testi classici, quali : “Le Vespe”di Aristofane e i monologhi “La voce dei vinti” e “Mi chiamo Antonio Calderone”, adattamento di Dacia Maraini del libro di Pino Arlacchi “Gli uomini del disonore”.
Interprete versatile , che tra le sue esperienze annovera anche quella del set cinematografico , gira dal 1968 al 2016 circa trenta film , dando vita a intense caratterizzazioni ( il “Don Cirillo” di “Malizia” di Salvatore Samperi, l’ironico “commissario De Palma” ne “La donna della domenica” di Luigi Comencini e più di recente, l’umanissimo sacerdote de “La matassa” di Ficarra e Picone).
Amante della scrittura, si cimenta in varia generi con eleganza e sobrietà, spaziando dalla poesia (è autore de “Il silenzio della notte”, pubblicato da Flaccovio nel 1969), ai racconti (“L’uomo comune”, opera vincitrice della Palma d’oro al Salone Internazionale del Libro di Bordighera) e alle raccolte di “aforismi, storie, personaggi e ragionamenti sullo stato attuale del mondo” : “Appartengo a una generazione che deve ancora nascere”, edita da Mondadori, “Il senso dell’umorismo è l’espressione più alta della serietà” e “Se si scopre che sono onesto, nessuno si fiderà più di me”, pubblicate entrambe da Alpes).
Sposato con l’attrice teatrale Marilisa Ferzetti , dalla quale ha avuto il figlio Francesco, è stato salutato questa mattina da familiari e amici nella chiesetta di Borgo Pineto, una frazione di Sacrofano, paesino a pochi chilometri da Roma, in cui viveva e omaggiato dalla sua Palermo, il cui sindaco ha disposto l’esposizione delle bandiere del Palazzo Municipale a mezz’asta.
Stimato da colleghi di lunga data, quali Lando Buzzanca, secondo cui “Caruso non faceva l’attore, ma aveva il personaggio dentro” , così come dai più giovani, per Neri Marcorè era “attore garbato, con uno stile personale”, è stato definito dal conduttore Pippo Baudo, suo grande estimatore: “un intellettuale puro”.
Costernati per la scomparsa dell’attore, anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che, ricordando il Festino, festival teatrale da lui ideato, ha dichiarato : “Dopo le terribili stragi del 92’, contribuì con la sua forza e le sue idee a dare speranza ai palermitani e alla città. Lascia in tutti noi un grande dolore , ma certamente anche l’orgoglio di averlo conosciuto e di aver condiviso un pezzo importante della nostra strada”e il governatore della Regione, Nello Musumeci, che, in una nota, ha scritto: “La scomparsa di Pino Caruso rappresenta un grave lutto per la Sicilia e per il mondo della cultura italiano. La sua comicità è stata al tempo stesso denuncia sociale implacabile , senza cortigianeria e senza sconti a nessuno. Ha saputo interpretare il sentimento a volte ambiguo e contradditorio che ispira la quotidianità del siciliano. A nome del personale, del governo regionale e dell’intera comunità siciliana esprimo il più sincero cordoglio”.
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