L’Istat ha rivisto da -0,2% a -0,1% le stime del Pil relative al quarto trimestre del 2018. Si tratta di un rialzo rispetto al dato congiunturale comunicato a fine gennaio, tuttavia, l’Istituto nazionale di Statistica ha confermato la recessione tecnica, in quanto si tratta del secondo trimestre consecutivo di calo.
di Federica Marengo martedì 5 marzo 2019
L’Istat (l’Istituto Nazionale di Statistica) ha rivisto al rialzo, per effetti di calendario e destagionalizzazione, le stime del Pil (Prodotto Intero Lordo) relative al quarto trimestre del 2018. In riferimento al trimestre precedente, infatti, l’Istituto ha rilevato una diminuzione del dato congiunturale di -0,1 % punti percentuali, rispetto a quello di -0,2% punti, previsto nel gennaio scorso, sempre su base congiunturale (mentre l’aumento su base tendenziale era pari a +0,1%) e che ha segnato una variazione nulla, se confrontato con il quarto trimestre del 2017.
Tuttavia, l’Istat, ha confermato la condizione di recessione tecnica per l’Italia, in quanto si tratta del secondo trimestre consecutivo di calo, dopo il -0,1% del periodo luglio-settembre.
Il dato, comunque negativo, costituisce un fardello per l’economia del 2019, poiché , secondo l’Istituto, anche se si registrassero variazioni nulle per tutti i trimestri dell’anno in corso, la variazione acquisita sarebbe sempre pari a -0,1%.
Inoltre, in merito al rialzo delle stime del Pil nel quarto trimestre del 2018, caratterizzato da una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e due giornate lavorative in più rispetto al quarto trimestre del 2017, l’Istat ha precisato che esso sarebbe dovuto a un aumento della crescita dei singoli aggregati su base congiunturale, quali : i consumi nazionali delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private ISP (+0,1), gli investimenti fissi lordi, con il contributo nullo della spesa delle AP- Amministrazioni Pubbliche (+0,3%), le importazioni(+0,7%) e le esportazioni (+1,3%), incremento, quest’ultimo, ha sottolineato Istat, non registrato nel trimestre precedente.
A incidere pesantemente sugli indici negativi, quindi, sarebbe stata la variazione delle scorte (-0,4%), dovuta a un calo delle ore di lavoro (-0,3%) e delle unità di lavoro(-0,1%), mentre tutte le altre voci avrebbero registrato un aumento, in particolare : i consumi (+0,1%), gli investimenti (+0,1%) e la domanda estera netta (+0,2%).
Infine, altro andamento congiunturale negativo sarebbe quello relativo al valore aggiunto dell’agricoltura (-1,1%) e dell’industria(-0,5%), cui si contrapporrebbe il valore aggiunto dei servizi, in crescita, invece, dello 0,1%.
“Questo” , ha detto in merito, il Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, “è un motivo per cui stiamo dicendo da tempo che, attivare i cantieri con risorse già stanziate , significa non fare ricorso al deficit , quindi , non incrementare il debito pubblico e creare un provvedimento ,cosiddetto anticiclico , senza inficiare su altre risorse . Questo è determinante , il punto di caduta adesso è in quanto tempo lo si fa. Se si riesce a fare quanto prima, evidentemente il rallentamento dell’economia globale, che sta arrivando anche in Italia, può essere compensato da questi elementi. Diventa un elemento di priorità nazionale e in questo anche la Tav Lione-Torino può fare chiaramente la sua parte, ma è solo una delle tante opere che dobbiamo attivare”.
E se la Maggioranza ha invitato a non drammatizzare sul dato , ponendosi come obiettivo il rilancio dell’economia italiana, critiche si sono levate dalle Opposizioni, con il deputato e responsabile della politica economica di FI, Renato Brunetta, che ha scritto in una nota: “E così, l’Italia ha registrato un andamento del Pil peggiore rispetto a quello di altri paesi come gli Stati Uniti, dov’ è aumentato in termini congiunturali del +0,6%, la Germania, dov’è rimasto invariato, la Francia, dov’è aumentato del +0,3%. In termini tendenziali , negli Stati Uniti , il Pil è aumentato del +3,1% , in Germania del +0,6% e in Francia del +0,9%. Nell’area euro è , invece, aumentato del +0,2%, su base trimestrale e del +1,2% ,rispetto allo stesso trimestre del 2017. Dal punto di vista internazionale, l’Italia ,si conferma quindi in ultima posizione nella classifica della crescita. Un risultato disonorevole per il nostro Paese, che ormai è abituato ad essere sempre l’ultima ruota del carro”.
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