Nella stalla del “Sauro Bardato”, parte del complesso di una sontuosa villa nella zona di Pompei nord, vicino a via di Civita Giuliana, il team di archeologi guidato dal Direttore del Parco della città sepolta, Massimo Osanna, ha rinvenuto i resti di alcuni cavalli, tra cui un sauro, bardato con finimenti in legno e in bronzo, appartenente al proprietario della villa, forse, un comandante o un altissimo magistrato militare.
di Federica Marengo lunedì 24 dicembre 2018
Gli archeologi lo hanno ritrovato così : con le zampe ritratte, contratto nell’ultima smorfia prima di morire soffocato o sopraffatto dalle ceneri e dallo choc termico causato dalla nube piroclastica che invase la stalla in cui si trovava, mentre, in quel mese di ottobre del 79 d.C., gli abitanti della città tentavano inutilmente di mettersi in salvo dalla furia eruttiva del Vesuvio.
E’ lui, il “sauro bardato”, l’ultimo frammento del passato pompeiano riemerso, riaffiorato dagli abissi della storia, per questo 2018. Cavallo di razza, appartenente a un comandante o forse a un altissimo magistrato militare, era già stato sellato dal suo padrone, con una bardatura dai finimenti pregiati in legno e in bronzo, per correre in soccorso dei pochi sopravvissuti alla sciagura o per scappare.
Travagliata la sua esistenza, come la storia della villa, che ingloba la rimessa in cui, al momento della tragedia, era già stato approntato per partire al galoppo e che , pare, fosse seconda, per fasto, solo alla Villa dei Misteri. Già, la villa del “Sauro Bardato”, così sontuosa, ricca di affreschi , arredi, terrazze digradanti ,che affacciavano sul golfo di Napoli e i quartieri di servizio (l’aia, i magazzini per l’olio e il vino e ampi terreni coltivati), faceva gola ai tombaroli, che, dopo il suo rinvenimento, agli inizi del Novecento, negli ultimi decenni, ne hanno fatto man bassa.
E’stata la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, infatti, guidata dal procuratore capo Alessandro Pennasilico e dal procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli, che indagava su scavi clandestini, a indirizzare il direttore del Parco archeologico di Pompei, Massimo Osanna, a intraprendere nell’area la nuova ricerca, effettuata senza il contributo del fondo ordinario UE.
Fondo quest’ultimo, destinato ai lavori del Parco archeologico , che è stato confermato anche per il 2019 (sono stati stanziati 2 milioni di euro) e grazie al quale sarà possibile effettuare nuove indagini archeologiche ed espropriare i terreni sui quali scavare.
Nel frattempo gli studiosi sono al lavoro per garantire al più presto l’apertura al pubblico della villa del Sauro Bardato, esperienza, che già si preannuncia unica.
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