Una gara in due prime serate Rai Uno, quella di “Sanremo Giovani”, che si è conclusa ieri, decretando, per le nuove proposte , Erin e Mahmood, l’accesso diretto alla competizione di febbraio con i big. Ma a vincere, in realtà, in termini di spettacolo, è stata la co-conduzione di Pippo Baudo e Fabio Rovazzi.
di Federica Marengo sabato 22 dicembre 2018
E sì, quello che ci aspetta, sarà sicuramente il Festival del dialogo intergenerazionale. Lo si era già capito dalla scelta del direttore artistico, Claudio Baglioni, di affidare la co-conduzione della gara di Sanremo Giovani, (i cui vincitori , quest’anno, prenderanno parte direttamente al torneo dei Big), alla inedita e insolita coppia Pippo Baudo e Fabio Rovazzi.
E a confermarlo: i ventiquattro cantanti da lui prescelti, insieme con gli altri esperti della commissione artistica, come concorrenti della 69esima edizione del “Festival della canzone italiana”, i cui nomi sono stati rivelati proprio da Baudo e Rovazzi nel corso delle due trasmissioni di giovedì 20 e di venerdì 21, dedicate ai giovanissimi.
Spiccano, infatti, le inedite accoppiate della “ragazza del Piper” Patty Pravo con il rapper Briga (Un po’come la vita) e del “caschetto”, Nino D’Angelo con il cantattore rap di Gomorra Livio Cori (Un’altra voce), come a significare che la musica non obbedisce a cliché neppure di tipo anagrafico, non essendo la voce e la creatività degli artisti soggette ai limiti imposti dal tempo .
Messaggio, quello dello scambio e della fusione tra vecchie e nuove glorie della musica, tra generazioni di artisti, che si deduce anche dando uno sguardo ai nomi degli altri partecipanti: se da un lato abbiamo i veterani del rock made in Italy, Loredana Berté (Cosa ti aspetti da me) e i Negrita (I ragazzi stanno bene) del pop: Nek (Mi farò trovare pronto), Francesco Renga (Aspetto che torni), Arisa (Mi sento bene), Anna Tatangelo (Le nostre anime di notte) e il Volo (Musica che resta) e del cantautorato: Paola Turci (L’ultimo ostacolo), Simone Cristiscchi (Abbi cura di me) e Daniele Silvestri(Argento vivo), dall’altro troviamo un manipolo di trapper-rapper-hip hop da milioni di visualizzazioni su Yuotube: Achille Lauro (Rolls Royce), Irama(La ragazza con il cuore di latta), Boomdabash (Un milione ) , Shade con Federica Carta (Senza farlo apposta), Ghemon(Rose viola) , cantanti: Motta (Dov’è l’Italia) e gruppi inidiepop : Ex-Otago(Solo una canzone ) e punk-folk : Zen Circus (L’amore è una dittatura) e cantautori 2.0 : Enrico Nigiotti (Nonno Hollwood) e Ultimo (I tuoi particolari), cui si aggiungono i vincitori della gara juniores : Einar (pop romantico) e Mahmood (rap con contaminazioni Pop, Rn’B e arabo-etniche).
Tuttavia, nel frattempo, in attesa di scoprire chi saranno i vincitori di questo Sanremo tutt’altro che nostalgico , ma ,anzi, estremamente “contemporaneo”, due campioni possiamo già decretarli : Pippo Baudo e Fabio Rovazzi, coppia di conduttori che è riuscita a fondersi senza annullare le rispettive peculiarità e differenze (specialmente d’età), in un gioco armonico di specchi, in cui l’esperienza dell’uno ha ben riflesso la freschezza dell’altro e viceversa, integrandosi e dando vita a una contrapposizione complice e divertita tra”antico e moderno”, “vecchio e giovane”.
Se è vero che l’Arte spesso anticipa le rivoluzioni culturali e dei costumi, speriamo che lo spirito trans generazionale, da cui sembra essere animato quest’anno l’irrinunciabile rito collettivo sanremese, riesca a contagiare gli altri ambiti della nostra società, affetti dall’immobilismo del “tutto cambi perché nulla cambi”.
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