Partito dall’aeroporto di Fiumicino nelle prime ore di domenica 5 maggio, Papa Francesco è arrivato in Bulgaria alle 10:00. Qui, accolto dal Premier Borisov e dal Presidente Radev, ha tenuto un discorso nella piazza Atanas Burov, rivolgendosi alle autorità e alla società civile. In seguito, l’incontro con il Patriarca Neofit e il Santo Sinodo, che ha preceduto l’orazione silenziosa del Pontefice all’interno della cattedrale del Patriarcato, davanti all’immagine dei Santi Cirillo e Metodio. Nel pomeriggio, infine, la Messa, celebrata a Sofia, in piazza Kniaz Alexander I.
di Federica Marengo lunedì 6 maggio 2019
La tre giorni del ventinovesimo viaggio pastorale di Papa Francesco in Bulgaria e Macedonia del Nord, è iniziata all’alba di domenica 5 maggio, quando,giunto all’aeroporto di Fiumicino, è salito a bordo del veivolo che lo ha condotto a Sofia,( dove i fedeli cattolici costituiscono appena l’1%), intorno alle 10:00.
Lo scherzoso scambio di battute con alcuni cronisti al Suo seguito, avvenuto nel corso del viaggio, ha preparato l’incontro ufficiale con il Premier Boyko Borisov e con il Presidente Rumen Radev, tenutosi una volta atterrato e che ha preceduto il discorso pronunciato in piazza Atanas davanti alle autorità e alle istituzioni civili.
Quindi, presa la parola, il Pontefice, ha sottolineato come la Bulgaria sia un Paese “ponte fra est e ovest”, in grado di “favorire il confronto tra culture, etnie, civiltà e religioni differenti, che da secoli hanno qui convissuto in pace”.“Un Paese”, ha proseguito, il Papa, “che conosce il dramma dell’emigrazione e dell’inverno demografico” e che, perciò, non può “chiudere gli occhi, il cuore e la mano a chi bussa ai suoi confini per sfuggire a guerre e conflitti o alla miseria”.
Poi, ha precisato: “Questa visita intende idealmente riallacciarsi a quella, la prima di un Pontefice, realizzata da Giovanni Paolo II nel 2002, ed è nel segno e nel grato ricordo della presenza a Sofia di Angelo Giuseppe Roncalli, come visitatore e delegato apostolico, che da Papa convocò il Concilio che diede grande impulso e incisività allo sviluppo dei rapporti ecumenici”.
Infine, salutando i capi delle comunità religiose presenti, ha affermato con slancio che : “ogni religione è chiamata a promuovere armonia e concordia, e quindi deve aiutare la crescita di una cultura e di un ambiente permeati dal pieno rispetto per la persona umana e la sua dignità, instaurando vitali collegamenti fra civiltà sensibilità e tradizioni diverse e rifiutando ogni violenza e coercizione. In questo modo si sconfiggeranno coloro che cercano con ogni mezzo di manipolarla e strumentalizzarla”.
Successivamente, Papa Francesco, si è recato in visita presso il Patriarca Neofit e il Santo sinodo, esponenti della Chiesa ortodossa bulgara, i cui fedeli sono la maggioranza, entrambi salutati alla presenza dell’ex re Simeone, ai quali si è rivolto esprimendo il suo desiderio che “un giorno si possa raggiungere la piena comunione tra le due Chiese”, convinto che, nel frattempo, tre dimensioni possano guidare vero questa meta: “l’ecumenismo del sangue”, con il martirio dei cristiani delle varie confessioni, “l’ecumenismo del povero”, con la collaborazione possibile in campo caritativo, “l’ecumenismo della missione”, con la massima attenzione riservata alla trasmissione della fede alle nuove generazioni tentate, altrimenti, dal prestare la “fiducia alle tante sirene ingannevoli della società dei consumi”.
Parole, queste del Papa, riecheggiate dall’intervento del Patriarca Neofit, che ha evidenziato “il reciproco rispetto tra le due Chiese” e l’intenzione di seguire “il Suo operato”, aggiungendo: “Siamo felici quando sentiamo le Sue forti parole in difesa delle radici cristiani dell’Europa e apprezziamo i Suoi moniti per le sfide che potrebbero degenerare in una persecuzione fisica dei cristiani nei loro Paesi. Su questi temi le nostre opinioni coincidono in pieno”.
Successivamente, accompagnato nella cattedrale del Patriarcato, intitolata a San Alexander Nevsky, dal metropolita dell’Europa occidentale e centrale, Antonio, il Pontefice si è raccolto da solo in preghiera silenziosa davanti all’immagine dei Santi Cirillo e Metodio, evangelizzatori di questi Paesi, recitando il Regina Coeli al termine dell’orazione e ricordando ancora una volta Papa Roncali. La liturgia ortodossa, molto rigida in fatto di dialogo ecumenico, infatti, non consente la preghiera comune con fedeli di altre confessioni cristiane.
Nel pomeriggio, dopo il pranzo alla Nunziatura apostolica, ha raggiunto Sofia, per presiedere alla Messa in piazza Kniaz Alexander I, dinanzi a una comunità di dodicimila cattolici. Nel corso dell’omelia, Papa Bergoglio, ha esortato : “Non abbiate paura di essere i santi di cui questa terra ha bisogno, una santità che non vi toglierà vita o gioia; anzi, proprio al contrario, perché giungerete voi e i figli di questa terra ad essere quello che il Padre sognò quando vi creò”.
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