Seconda giornata del 29mo viaggio apostolico di Papa Francesco in Bulgaria, trascorsa dal Pontefice tra il centro profughi “Vrazhdebna” e la Chiesa del Sacro Cuore di Rakovsky, dove ha impartito la Prima Comunione a 245 bambini, provenienti da tutte le parrocchie della capitale, ai quali ha detto: “Dio, Gesù e la Chiesa sono la nostra carta d’identità. La nostra legge è l’amore”.
di Federica Marengo martedì 7 maggio 2019
Il secondo giorno del 29mo viaggio apostolico di Papa Francesco in Bulgaria e Macedonia del Nord è iniziato alle 8:25(ora locale) quando il Pontefice, lasciata la Nunziatura apostolica di Sofia dove risiede, è arrivato in automobile presso il centro profughi “Vrazhdebna”, alla periferia della capitale bulgara.
Accolto dal direttore del centro, (ex edificio scolastico che ha riaperto solo due mesi fa dopo un periodo di chiusura per ristrutturazioni), e dal direttore della Caritas, ha raggiunto nel refettorio le 50 persone , per lo più famiglie con bambini provenienti dalla Siria e dall’Iraq, radunatesi per incontrarlo.
Lì, secondo quanto riportato dai Media vaticani, una volontaria, Silsila Mahbuub ha preso la parola per dargli il benvenuto e per raccontargli le attività del centro.
“Noi, volontari della Caritas, siamo molto lieti di accoglierla qui, tra coloro di cui abbiamo cura, a nome della Chiesa Cattolica. Seguendo i Suoi appelli di essere più vicini ai più vulnerabili, diamo una mano alle persone che hanno scelto la nostra Bulgaria, per un soggiorno che potrebbe essere temporaneo o permanente, alla ricerca di una vita migliore”, ha principiato la giovane donna, spiegando: “Qui, in Bulgaria, abbiamo realizzato il programma “Share the journey”, promosso da Lei. In questo centro di accoglienza, con l’aiuto dei colleghi dell’Agenzia statale per i Profughi, assieme a Catholic Relief Services e all’Unicef, abbiamo dato vita a delle iniziative e delle attività che vogliono essere di aiuto alle persone che desiderano integrarsi nella società bulgara. Noi, volontari, li aiutiamo a capire il nostro ambiente culturale, gli presentiamo i nostri valori, facciamo delle gite , organizziamo delle lezioni per apprendere il bulgaro e l’inglese. Anche lo sport e la danza trovano posto nel nostro programma. Organizziamo degli atelier art, a cui i migranti partecipano con piacere, specialmente le donne e i bambini. Durante la crisi migratoria del 2015 abbiamo dato anche un contributo finanziario. Questo è un Centro con accesso libero, perciò i migranti possono uscire in città. Essi hanno la possibilità di visitare il nostro Centro di integrazione della Caritas, che si chiama Sant’Anna. Nei nostri incontri di volontari invitiamo a parteciparvi molte altre che hanno una grande voglia di diventare amici dei migranti. Santo Padre, per noi , tutti gli uomini e le donne sono dei figli di Dio, indipendentemente dalla loro razza o confessione religiosa. Noi cattolici vogliamo fare loro sperimentare, in modo concreto, l’amore di Dio. Tra i nostri collaboratori ci sono numerosi migranti di religione musulmana. Siamo persone di diverse confessioni e siamo orgogliosi di fare parte della grande famiglia della Caritas. Ci impegniamo a diffondere l’amore misericordioso di Dio ai fratelli”.
Poi, omaggiato dai bambini con un coro e alcuni disegni, Papa Bergoglio ha salutato le famiglie presenti , rivolgendo loro un breve discorso: “Grazie tante per la vostra accoglienza. Grazie ai bambini, per il loro canto tanto bello. Loro portano gioia nel vostro cammino. Il vostro cammino è non sempre bello , e poi c’è il dolore di lasciare la patria e cercare di inserirsi in un’altra patria…C’è sempre la speranza…Oggi, il mondo dei migranti e rifugiati è un po’ una croce , una croce dell’umanità, è la croce che tanta gente soffre…Io ringrazio voi, la vostra buona volontà, e auguro il meglio a voi e ai vostri concittadini che avete lasciato nella vostra patria. Che Dio vi benedica e pregate per me”.
Infine, si è intrattenuto con alcuni operatori e volontari , tra cui numerosi immigrati, che gli hanno raccontato le loro storie.
Quindi, raggiunta Rokovsy, cittadina vicina alla capitale bulgara dove risiede la comunità cristiano-cattolica più nutrita della Bulgaria, ha presieduto all’interno della chiesa del Sacro Cuore la Messa con le Prime Comunioni impartite (per la prima volta durante un viaggio apostolico) a 245 bambini provenienti dalle diverse parrocchie di Sofia.
Ai bambine e ai bambini, tutti in tunica bianca, nel corso dell’omelia, ha detto: “Voi, cari bambini, care bambine, siete venuti qui da ogni angolo di questa “Terra delle rose” per partecipare a una festa meravigliosa, che sono sicuro non dimenticherete mai: il vostro primo incontro con Gesù nel sacramento dell’Eucarestia. Ora , Gesù è vivo, è qui, con noi, perciò oggi lo possiamo incontrare nell’Eucarestia. Non lo vediamo con questi occhi , ma lo vediamo con gli occhi della fede”, esortandoli a ricordare la carta d’identità dei cristiani : “Dio è nostro Padre, Gesù è nostro Fratello, la Chiesa è la nostra famiglia, noi siamo fratelli, la nostra legge è l’amore” e a pregare sempre “con quell’entusiasmo e quella gioia che avete oggi”, perché “questo è il sacramento della Prima Comunione ,ma non dell’ultima Comunione, oggi ricordatevi che Gesù vi aspetta sempre”.
Conclusa l’omelia, dopo aver tenuto una catechesi domanda e risposta con i bambini, ha dato lui stesso la Comunione a ogni bambino, non senza aver prima invitato i piccoli a non distrarsi, a pensare solo a Gesù, ai genitori, ai catechisti, ai nonni, agli amici e a perdonare coloro con i quali hanno litigato.
Al termine della celebrazione, segnata dall’applauso dei bambini e dalla caduta di petali di rose dall’alto della chiesa, il Santo Padre, ha quindi ringraziato i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi , le famiglie e quanti si sono impegnati per l’organizzazione della funzione e le Autorità del Paese, che hanno permesso lo svolgimento del Suo viaggio garantendone le migliori condizioni.
Nel pomeriggio, pranzato insieme con le suore francescane del convento attiguo, ha tenuto altri due incontri : uno, con la comunità cattolica locale e l’altro, una volta rientrato a Sofia, in piazza Nezavisimost, con gli esponenti di diverse confessioni religiose, nel segno della pace.
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