Celebrata dal Santo Padre, nel Salone del teatro, presso la Casa Circondariale di Velletri, la Messa in Coena Domini, seguita dal rito della Lavanda dei piedi, che ha coinvolto 12 detenuti provenienti da 4 Paesi doversi: Italia, Brasile, Costa d’Avorio e Marocco. Nel corso dell’omelia, Papa Bergoglio, ha detto: “Gesù fa questo gesto: lava i piedi. Fa un gesto da schiavo. Lui che aveva tutto il potere. Fate questo gesto anche tra di voi. Servitevi l’un l’altro”.
di Federica Marengo sabato 20 aprile 2019
Lo aspettavano da un mese, questo incontro con Papa Francesco, i 577 detenuti della Casa Circondariale di Velletri, comune, a pochi chilometri da Roma, e il Santo Padre è arrivato per celebrare insieme con loro i riti del Giovedì Santo, che segnano l’inizio del Triduo Pasquale.
Partito dalla Domus Sanctae Marthae, alle 15: 30, il Papa è arrivato intorno alle 16:30 presso la struttura, che comprende una scuola media, una sezione di Istituto Agrario e altre attività lavorative e detiene per la maggior parte europei dell ‘Est, africani del Nord e sub sahariani, per lo più di fede cattolica, musulmana e ortodossa, ricevendo l’accoglienza calorosa della Direttrice, la Dott.ssa Maria Donata Iannantuono, della Vice Direttrice, la Dott.ssa Pia Palmeri, del Comandante della Polizia penitenziaria, Dott.ssa Maria Luisa Abossida e del Cappellano, Don Franco Diamante.
Poi, dopo aver salutato i rappresentanti del Personale civile, della Polizia e dei Detenuti, ha presieduto nel Salone del teatro la Messa in Coena Domini e proclamato il Santo Vangelo. Quindi, ringraziati i detenuti per una lettera inviatagli qualche giorno prima della Sua visita , ha principiato l’ omelia a braccio: “Abbiamo sentito cosa ha fatto Gesù. E’ interessante. Dice il Vangelo: “Sapendo Gesù che il Padre aveva dato tutto nelle sue mani”, ossia Gesù aveva tutto il potere, tutto. E poi, incomincia a fare questo gesto di lavare i piedi. E’ un gesto che facevano gli schiavi in quel tempo, perché non c’era l’asfalto nelle strade e la gente, quando arrivava, aveva la polvere sui piedi; quando arrivava in casa per una visita o per pranzo, c’erano gli schiavi che lavavano i piedi. E Gesù fa questo gesto: lava i piedi. Fa un gesto da schiavo: Lui, che aveva tutto il potere, Lui, che era il Signore, fa il gesto da schiavo . E poi consiglia a tutti: “Fate questo gesto anche tra di voi”. Cioè servitevi l’un l’altro, siate fratelli nel servizio, non nell’ambizione, come di chi domina l’altro o di chi calpesta l’altro, no, siate fratelli nel servizio. Tu hai bisogno di qualcosa , di un servizio? Io te lo faccio. Questa è la fraternità. La fraternità è umile , sempre: è al servizio. E io farò questo gesto, la Chiesa vuole che il Vescovo lo faccia tutti gli anni, una volta l’anno, almeno il Giovedì Santo, per imitare il gesto di Gesù e anche per fare bene con l’esempio anche a se stesso, perché il Vescovo non è il più importante, ma deve essere il più servitore. E ognuno di noi deve essere servitore degli altri. Questa è la regola di Gesù e la regola del Vangelo: la regola del servizio, non del dominare, di fare del male, di umiliare gli altri. Servizio!. Una volta, quando gli apostoli litigavano fra loro, discutevano, “chi è più importante fra di noi”, Gesù prese un bambino e disse : “il bambino”. Se il vostro cuore non è un cuore di bambino, non sarete miei discepoli”. Cuore di bambino, semplice, umile, ma servitore. E lì aggiunge una cosa interessante che possiamo collegare con questo gesto di oggi. Dice: “State attenti: i capi delle Nazioni dominano, ma tra voi non deve essere così. Il più grande deve servire il più piccolo. Chi si sente il più grande, deve essere servitore”. Anche tutti noi dobbiamo essere servitori. E’ vero che nella vita ci sono dei problemi: litighiamo fra noi, ma questo deve essere una cosa che passa, una cosa passeggera, perché nel cuore nostro deve essere sempre questo amore di servire l’altro, di essere al servizio dell’altro. E questo gesto che oggi farò sia per tutti noi un gesto che ci aiuti a essere più servitori gli uni degli altri, più amici, più fratelli nel servizio”.
Quindi, ha proseguito il Rito con la Lavanda dei piedi, che ha coinvolto 12 detenuti provenienti da quattro Paesi diversi: 9 italiani, 1 brasiliano, 1 della Costa d’Avorio e 1 del Marocco.
Conclusa la funzione, poi, Papa Bergoglio ha salutato la Direttrice della Casa Circondariale, scambiando con quest’ultima dei doni, per poi far ritorno in Vaticano.
“Le persone carcerate sentono questa visita come una conferma di ciò che già sanno: che il Papa, con tutta la Chiesa li ama, li ascolta e si adopera perché a tutti sia data la possibilità di riscattarsi. Mi auguro che questa visita serva a rafforzare il lavoro che già si fa. Che rafforzi la speranza che seminiamo tutto l’anno. Il popolo prigioniero conosce la promessa di una strada nel deserto e fiumi d’acqua nella steppa. La voce autorevole del Papa produrrà una primavera della speranza ”, aveva dichiarato ai cronisti di Avvenire, qualche giorno prima dell’arrivo del Papa , Don Franco Diamante, sacerdote da trentotto anni e cappellano del carcere di Velletri dal 2007.
Mentre, sempre allo stesso quotidiano, la Direttrice della Casa Circondariale, Maria Donata Iannantuono, aveva affidato l’auspicio che la presenza di Papa Francesco potesse apportare alla comunità forza per continuare nel proprio operato volto a rendere possibile il reinserimento nella società dei detenuti. “Mi aspetto”, ha detto infatti la Direttrice, “che la visita del Pontefice e le parole che ci lascerà possano aprire la mente a chi ancora ce l’ha chiusa rispetto alla dimensione del carcere”.
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