di Federica Marengo lunedì 23 giugno 2025

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-Nella giornata di ieri, domenica 23 giugno, Papa Leone XIV° ha presieduto in piazza San Giovanni in Laterano la Messa, in occasione del Corpus Domini, solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo.
Nel corso della celebrazione, al termine delle Letture e della proclamazione del Vangelo, il Pontefice ha tenuto la Sua omelia, nella quale, partendo dalla parabola evangelica di Luca, riguardante il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci da parte di Gesù, che salva dalla fame la folla accorsa ad ascoltarlo, sviluppa le proprie riflessioni.
Il Pontefice, quindi, ha sottolineato che: “Proprio quando il sole declina e la fame cresce, mentre gli apostoli stessi chiedono di congedare la gente, Cristo ci sorprende con la sua misericordia. Egli ha compassione del popolo affamato e invita i suoi discepoli a prendersene cura: la fame non è un bisogno che non c’entra con l’annuncio del Regno e la testimonianza della salvezza. Al contrario, questa fame riguarda la nostra relazione con Dio. Cinque pani e due pesci, tuttavia, non sembrano proprio sufficienti a sfamare il popolo: all’apparenza ragionevoli, i calcoli dei discepoli palesano invece la loro poca fede. Perché, in realtà, con Gesù c’è tutto quello che serve per dare forza e senso alla nostra vita. All’appello della fame, infatti, Egli risponde con il segno della condivisione: alza gli occhi, recita la benedizione, spezza il pane e dà da mangiare a tutti i presenti. I gesti del Signore non inaugurano un complesso rituale magico, ma testimoniano con semplicità la riconoscenza verso il Padre, la preghiera filiale di Cristo e la comunione fraterna che lo Spirito Santo sostiene. Per moltiplicare pani e pesci, Gesù divide quelli che ci sono: proprio così bastano per tutti, anzi, sovrabbondano. Dopo aver mangiato , e mangiato a sazietà, ne portarono via dodici ceste”.
Poi, il Santo Padre ha proseguito la Sua omelia facendo un parallelismo: “Oggi, al posto delle folle ricordate nel Vangelo stanno interi popoli, umiliati dall’ingordigia altrui più ancora che dalla propria fame. Davanti alla miseria di molti, l’accumulo di pochi è segno di una superbia indifferente, che produce dolore e ingiustizia. Anziché condividere, l’opulenza spreca i frutti della terra e del lavoro dell’uomo. Specialmente in questo anno giubilare, l’esempio del Signore resta per noi urgente criterio di azione e di servizio: condividere il pane, per moltiplicare la speranza, proclama l’avvento del Regno di Dio. Salvando le folle dalla fame, infatti, Gesù annuncia che salverà tutti dalla morte. Questo è il mistero della fede, che celebriamo nel sacramento dell’Eucaristia. Come la fame è segno della nostra radicale indigenza di vita, così spezzare il pane è segno del dono divino di salvezza”.
Infine, giunto alla conclusione della Sua omelia, Papa Leone XIV°, citando S. Agostino e l’apostolo Paolo, ha evidenziato: “Cristo è la risposta di Dio alla fame dell’uomo, perché il suo corpo è il pane della vita eterna: prendete e mangiatene tutti! L’invito di Gesù abbraccia la nostra esperienza quotidiana: per vivere, abbiamo bisogno di nutrirci della vita, togliendola a piante e animali. Eppure, mangiare qualcosa di morto ci ricorda che anche noi, per quanto mangiamo, moriremo. Quando invece ci nutriamo di Gesù, pane vivo e vero, viviamo per Lui. Offrendo tutto sé stesso, il Crocifisso Risorto si consegna a noi, che scopriamo così d’essere fatti per nutrirci di Dio. La nostra natura affamata porta il segno di un’indigenza che viene saziata dalla grazia dell’Eucaristia. Come scrive Sant’Agostino, davvero Cristo è “panis qui reficit, et non deficit; panis qui sumi potest, consumi non potest” : un pane che nutre e non viene meno; un pane che si può mangiare ma non si può esaurire. L’Eucaristia, infatti, è la presenza vera, reale e sostanziale del Salvatore , che trasforma il pane in sé, per trasformare noi in Lui. Vivo e vivificante, il Corpus Domini rende noi, cioè la Chiesa stessa, corpo del Signore. Perciò, secondo le parole dell’apostolo Paolo, il Concilio Vaticano II insegna che “col sacramento del pane eucaristico viene rappresentata ed effettuata l’unità dei fedeli, che costituiscono un solo corpo in Cristo. Tutti gli uomini sono chiamati a questa unione con Cristo, che è la luce del mondo: da Lui veniamo, per mezzo suo viviamo, a Lui siamo diretti. La processione, che tra poco inizieremo, è segno di tale cammino. Insieme, pastori e gregge, ci nutriamo del Santissimo Sacramento, lo adoriamo e lo portiamo per le strade. Così facendo, lo porgiamo allo sguardo, alla coscienza, al cuore della gente. Al cuore di chi crede, perché creda più fermamente; al cuore di chi non crede, perché si interroghi sulla fame che abbiamo nell’animo e sul pane che la può saziare”
A seguire, infatti, terminata la celebrazione della Messa, il Pontefice ha guidato la Processione Eucaristica da Via Merulana fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore, dove ha concluso i riti, impartendo la Benedizione Solenne con il Santissimo Sacramento.
In mattinata, il Santo Padre ha recitato la preghiera dell’Angelus dalla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano, preceduta dal Suo commento al brano del Vangelo odierno, riguardante il miracolo dei pani e dei pesci secondo l’evangelista Luca, nel quale ha sottolineato: “Il miracolo, al di là del prodigio, è un “segno”, e ci ricorda che i doni di Dio, anche i più piccoli, crescono tanto più quanto più sono condivisi. Noi però, leggendo tutto questo nel giorno del Corpus Domini, riflettiamo su una realtà ancora più profonda. Sappiamo infatti che, alla radice di ogni condivisione umana ce n’è una più grande, che la precede: quella di Dio nei nostri confronti. Lui, il Creatore, che ci ha dato la vita, per salvarci ha chiesto a una sua creatura di essergli madre, di dargli un corpo fragile, limitato, mortale, come il nostro, affidandosi a lei come un bambino. Ha condiviso così fino in fondo la nostra povertà, scegliendo di servirsi, per riscattarci, proprio del poco che noi potevamo offrirgli”.
Da qui, Papa Leone XIV°, attraverso una similitudine, citando S. Agostino, ha spiegato: “Pensiamo a come è bello, quando facciamo un regalo , magari piccolo, proporzionato alle nostre possibilità vedere che è apprezzato da chi lo riceve; come siamo contenti quando sentiamo che, pur nella sua semplicità, quel dono ci unisce ancora di più a quelli che amiamo. Ebbene, nell’Eucaristia, tra noi e Dio, avviene proprio questo: il Signore accoglie, santifica e benedice il pane e il vino che noi mettiamo sull’Altare, assieme all’offerta della nostra vita, e li trasforma nel Corpo e nel Sangue di Cristo, Sacrificio d’amore per la salvezza del mondo. Dio si unisce a noi accogliendo con gioia ciò che portiamo e ci invita ad unirci a Lui ricevendo e condividendo con altrettanta gioia il suo dono d’amore. In questo modo ,dice S. Agostino , come dai “chicchi di grano, radunati insieme , si forma un unico pane, così nella concordia della carità si forma un unico corpo di Cristo”.
Dopo la preghiera dell’Angelus, il Pontefice , facendo riferimento alla guerra in Medio Oriente, cui si è aggiunto il conflitto tra Israele e l’Iran, e alla drammatica situazione umanitaria a Gaza, ha lanciato un nuovo appello per la pace e la diplomazia: “ Oggi più che mai, l’umanità grida e invoca la pace. È un grido che chiede responsabilità e ragione, e non dev’essere soffocato dal fragore delle armi e da parole retoriche che incitano al conflitto. Ogni membro della comunità internazionale ha una responsabilità morale: fermare la tragedia della guerra, prima che essa diventi una voragine irreparabile. Non esistono conflitti “lontani” quando la dignità umana è in gioco. La guerra non risolve i problemi, anzi li amplifica e produce ferite profonde nella storia dei popoli, che impiegano generazioni per rimarginarsi. Nessuna vittoria armata potrà compensare il dolore delle madri, la paura dei bambini, il futuro rubato. Che la diplomazia faccia tacere le armi! Che le Nazioni traccino il loro futuro con opere di pace, non con la violenza e conflitti sanguinosi!”.
Al termine dei saluti, rivolti ai/alle Parlamentari e ai/alle Sindaci-Sindache presenti in piazza San Pietro, in occasione del Giubileo dei Governanti e degli Amministratori, ai fedeli e ai cresimandi, il Santo Padre , augurando una buona domenica e, ricordando i partecipanti alla festa del Corpus Domini, “con il canto, la musica, le infiorate, l’artigianato e, soprattutto, con la preghiera e la processione”, ha impartito la Sua Benedizione.
Quanto alle prossime celebrazioni, domani, Papa Leone XIV° terrà nella Basilica Vaticana la Catechesi , a conclusione del Giubileo dei Seminaristi, iniziato oggi, mentre mercoledì terrà l’Udienza Generale e la Catechesi, sempre nella Basilica di San Pietro, in occasione del Giubileo dei Vescovi.
Venerdì 27 giugno, poi, presiederà la Messa nella Basilica Vaticana per la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, nell’ambito del Giubileo dei Sacerdoti e, domenica 29 giugno celebrerà la Messa e la Benedizione dei Palli per i nuovi Arcivescovi Metropoliti.
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