Si è svolta mercoledì 27 marzo, la cerimonia di consegna dei premi David di Donatellon2019. La manifestazione, giunta alla sessantaquattresima edizione, ha decretato la vittoria del film “Dogman” di Matteo Garrone, che si è aggiudicato ben 9 statuette.
La serata della premiazione, trasmessa in diretta su Rai Uno, dagli Studios di Via Tiburtina, è stata preceduta, in mattinata, dall’incontro al Quirinale del Presidente Sergio Mattarella, con le personalità e autorità del Cinema, candidate al prestigioso riconoscimento.
di Federica Marengo sabato 30 marzo 2019
La lunga giornata del 27 marzo, dedicata al Cinema italiano e alle sue personalità e maestranze, premiate con l’ambito riconoscimento del David di Donatello, giunto quest’anno alla sua sessantaquattresima edizione, ha avuto inizio al Quirinale, dove il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla presenza del ministro dei Beni e delle Attività culturali, Alberto Bonisoli, ha incontrato i candidati al premio, capitanati dalla Presidente e Direttrice artistica dell’Accademia dei David, Piera Detassis, in occasione della cerimonia di presentazione dell’evento, condotta da un’ironica e pungente, Geppy Cucciari.
“Il David di Donatello è una grande festa del cinema italiano”, ha esordito il capo dello Stato, al termine della lettura della lunga lista dei papabili vincitori della statuetta, continuando: “Il cinema esprime cultura, industria , ricerca; è sogno, è magia. E’ parte vitale della nostra comunità: il suo legame con le vicende e con i cambiamenti sociali è molto più robusto di quanto taluno creda. La cultura, del resto, non è separata dalla vita, dai modelli sociali, dai valori che la comunità esprime e trasmette. Il cinema, a sua volta, non sarà mai il prodotto di una cultura separata o di uno sguardo distaccato sul mondo. Non sarebbe così amato dal pubblico, senza le emozioni che riescono a suscitare le sue immagini, i suoi dialoghi, i suoi sogni, i quali, talvolta, diventano un modo per scrutare oltre le sofferenze, le gioie, le passioni che ciascuno di noi vive ogni giorno”.
Non sono mancati, poi, nel discorso del Presidente della Repubblica, riferimenti al ruolo che il cinema svolge in ambito economico e alle nuove sfide e opportunità che, a livello nazionale e internazionale, esso può cogliere : “La dimensione industriale del cinema, la sua valenza economica e produttiva, hanno una grande importanza per il sistema-Paese. E’ una dimostrazione ulteriore di quanto valga e di quanto pesi la cultura nello sviluppo di una società moderna. Chi sostiene che la cultura non ha a che fare con l’economia, non è un vero economista. Occorre valorizzare il talento italiano e nel contempo costruire legami sempre più forti nel cinema europeo. E’ di grande importanza dare ossigeno alle produzioni nazionali, non di meno aprirsi alle co-produzioni. L’interdipendenza tra cinema e tv, ma anche le opportunità offerte dalle nuove piattaforme, costituiscono sfide a cui non si può rinunciare. Dall’incontro di linguaggi e di tecniche il cinema può trarre forza, risorse e nuove relazioni con il pubblico, peraltro trasmettendo un po’ della sua cultura ai nuovi media. L’Europa può e deve svolgere un ruolo decisivo, strategico, su questa frontiera. Esiste un cinema europeo che non è solo la somma dei prodotti nazionali e l’Europa deve giocare con saggezza le proprie carte per difendere, promuovere e valorizzare il proprio patrimonio di creatività e di cultura di fronte a competitori potenti, a soggetti globali. Peraltro, i singoli Paesi rischiano di non farcela da soli, di non reggere le onde d’urto. Sentiamo il bisogno che l’Europa offra occasioni più grandi ai nostri progetti”.
Quindi, in conclusione, dopo aver sottolineato l’importanza delle sale cinematografiche per le città, definite: “elementi vivi e di valore per le nostre comunità”, il capo dello Stato ha augurato al Paese: “di avere sempre un cinema all’altezza della sua storia migliore. Un cinema che sa innovare, che sa parlare nuove lingue, che si pone all’avanguardia delle nuove tecniche, ma che riesce a comunicare con l’animo degli spettatori, con la loro voglia di sorridere, di pensare , di emozionarsi per una storia”.
Poi, in serata, è stata la volta della cerimonia di consegna dei premi, trasmessa in diretta su Rai Uno dagli Studios di Via Tiburtina.
Numerose, le novità, introdotte per l’edizione di quest’anno dall’Accademia del Cinema italiano , presieduta dalla Presidente, Detassis e dai componenti del Consiglio direttivo, tra cui: l’istituzione di una nuova giuria, con numero ridotto di giurati, scelti tra candidati e vincitori del passato ed esperti del settore, con un’incidenza sulle votazioni, rispettivamente dell’80% e del 20%, la modifica dei requisiti di accesso dei film alla manifestazione (sono stati ammessi tutti i film usciti nelle sale dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre, proiettati nei cinema di almeno 5 città e con tiratura massima di 7 giorni) e, in ultimo, l’istituzione di nuovi riconoscimenti come: il David Spettatore, attribuito alla pellicola con maggior numero di spettatori e presenze, il David Giovani, assegnato al film più votato da un campione di 3.000 studenti delle scuole secondarie, il David al Film straniero e al miglior documentario.
Innovazioni, queste ultime, volte a modernizzare il premio, connettendo il cinema italiano con quello internazionale e il suo linguaggio e le sue tecniche tradizionali con le innovazioni tecnologiche del mondo contemporaneo.
La manifestazione, condotta da Carlo Conti, con la partecipazione di ospiti, quali i cantanti Andrea e Matteo Bocelli, seguitissima dai telespettatori, con una media di 4 milioni, ha decretato film dell’anno “Dogman” del regista Matteo Garrone, che si è aggiudicato ben nove statuette: film, regia, attore non protagonista (Edoardo Pesce), sceneggiatura originale (Matteo Garrone, Massimo Gaudioso e Ugo Chiti) fotografia, (Nicolaj Bruel), scenografia (Dimitri Capuano) trucco (Dalia Colli e Lorenzo Tamburini), montaggio e suono(Marco Spoletini).
Seconda pellicola più premiata, “Sulla mia pelle” di Alessio Cremonini, incentrata sulla vicenda di Stefano Cucchi, giovane geometra romano, morto nel 2009, mentre era sottoposto a custodia cautelare per spaccio di droga, in circostanze e con modalità oggetto di procedimento giudiziario a carico di alcuni carabinieri e agenti della polizia penitenziaria e di medici del carcere di Regina Coeli, che ha ottenuto 4 David: regista esordiente (Alessio Cremonini), produttore (Cinemaundici e Lucky Red) , attore protagonista (Alessandro Borghi) e David Giovani.
Visibilmente commosso, Borghi, dopo aver ritirato il premio, ha ringraziato la famiglia Cucchi e le persone che gli sono state vicine durante la lavorazione del film, per lui non facile da affrontare, sottolineando : “Questo premio è di Stefano Cucchi e voglio dedicarlo a tutti gli esseri umani che devono essere considerati uguali a prescindere da tutto”.
Due, i David vinti da “Capri-Revolution” di Mario Martone, per i costumi (Ursula Patzak) e le musiche(Sascha Ring e Philipp Thimm) e due le statuette assegnate anche a “Chiamami col tuo nome” di Luca Guadagnino, per la sceneggiatura non originale (James Ivory, Luca Guadagnino e Walter Fasano) e la canzone (Sufjan Stevens con “Mistery of love”), e a “Loro” di Paolo Sorrentino, per la migliore attrice protagonista (Elena Sofia Ricci), che, ricevendo il premio, ha esortato i giovani a scoprire quale sia la loro passione e a perseguirla e per il migliore acconciatore (Aldo Signoretti), mentre il David per il “miglior Film straniero” è stato attribuito alla pellicola, già premio Oscar, “Roma” di Alfonso Cuaròn e il David dello Spettatore alla pellicola “A casa tutti bene” di Gabriele Muccino.
Vincitori , nella sezione “miglior documentario” e “miglior cortometraggio”, “Santiago Italia” di Nanni Moretti,( che al momento della consegna ha ringraziato la giuria per aver premiato il suo film su “una bella storia italiana di accoglienza”, complimentandosi con gli altri registi in lizza per le loro pellicole “belle e intelligenti”) e “Frontiera” di Alessandro Di Gregorio.
Infine, premiati : “Il ragazzo invisibile-Seconda generazione” di Gabriele Salvatores, per gli effetti visivi VFX di Victor Pérez e “Il vizio della speranza” di Edoardo De Angelis, per la miglior attrice non protagonista, Marina Confalone, che ha dedicato il riconoscimento alla sua terra, la Campania.
David speciali, alla carriera assegnati a : Tim Burton, regista dalle atmosfere e suggestioni gotiche, cui è stato consegnato il premio da un Roberto Benigni commosso per essere “tornato al cinema dopo tanti anni con il Pinocchio di Matteo Garrone”, ( in fase di lavorazione), e in concomitanza con il ventennale dalla vittoria agli Oscar con “La vita è bella”, Dario Argento, regista dell’Horror all’italiana, che tra l’ironico e il polemico ha sottolineato: “Ho fatto cinema per 40 anni e non ho mai ricevuto un David di Donatello. Per questo voglio ringraziare Piera Detassis, una persona di cinema, del nostro mondo.”, Francesca Lo Schiavo, scenografa premio Oscar e Uma Thurman, attrice, musa di Quentin Tarantino, protagonista dei suoi film più famosi: “Pulp Fiction”e “Kill Bill”.
Inoltre, nel corso della serata-evento, è stata presentata l’iniziativa, patrocinata dal ministero dei Beni e delle Attività culturali, nella persona della sottosegretaria, Lucia Borgonzoni, e dalla neonata associazione “Moviement. Al cinema. Tutto l’anno”, che riunisce attori, tra i quali Pif(Pierfrancesco Diliberto), produttori e distributori dell’Anica, proprietari di sale e multiplex dell’Anem e dell’Anec, per favorire la programmazione e la proiezione di film anche nei mesi estivi.
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