Nella mattinata di lunedì 25 marzo, giorno dell’Annunciazione, Papa Francesco si è recato presso il Santuario di Loreto, nelle Marche, per firmare la Lettera post sinodale di esortazione ai giovani “Christus vivit”. Il Pontefice ha celebrato messa alla presenza di alcuni giovani, tra cui una coppia di fidanzati, salutando poi, i circa 600 ammalati che lo attendevano nelle navate della Basilica della Casa Santa. Infine, recatosi sul sagrato del Santuario, ha tenuto un discorso dinanzi a una folla di oltre 8 mila persone, ricordando la centralità della figura di Maria, modello vocazionale, a cui ha affidato i giovani, le famiglie e gli ammalati.
di Federica Marengo martedì 26 marzo 2019
Lunedì 25 marzo, nel giorno dell’Annunciazione, Papa Francesco si è recato presso il Santuario mariano di Loreto, nelle Marche, per firmare la Lettera di esortazione post-sinodale, “Christus vivit” (Cristo vive), dedicata ai giovani, che ha affidato, insieme con le famiglie e gli ammalati alla Vergine Maria.
Arrivato intorno alle 9:00, a Montorso, presso il centro giovanile Giovanni Paolo II, dove ad accoglierlo ha trovato l’arcivescovo prelato Fabio Dal Cin, il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, il prefetto di Ancona, Antonio D’Acunto e il sindaco di Loreto, Paolo Niccoletti, ha poi raggiunto il Santuario per celebrare Messa, (primo Papa, dopo 162 anni), presso la Santa Casa, già visitata dai Papi: S.Giovanni XXIII, S.Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Un lungo raccoglimento, scandito da silenzio e preghiera dinanzi all’effige della Vergine, ha preceduto la funzione liturgica, officiata da Francesco, alla quale sono stati ammessi solo alcuni giovani, tra cui una coppia di fidanzati e cinque cantori, che hanno eseguito canti a cappella.
Poi, Papa Bergoglio, ha firmato la Lettera post-sinodale destinata ai giovani (che verrà pubblicata il 2 aprile, anniversario della morte di San Giovanni Paolo II, per rimarcare la continuità tra i due pontificati), deponendo una rosa d’oro sull’altare .
Quindi, ha percorso le navate della Basilica del santuario per salutare e impartire la Sua benedizione ai 600 ammalati che lo attendevano, per poi tenere un discorso sul sagrato della Santa Casa, dinanzi a un uditorio di oltre 8 mila fedeli.
Qui, è stato salutato dall’arcivescovo Dal Cin, che, ringraziandolo per la visita, ha detto: “Grazie di aver scelto la Santa Casa per firmare il documento sui giovani, frutto del Sinodo a loro dedicato e per aver voluto che il Centro Giovanni Paolo II di Loreto ne diventi luogo di concreta attuazione: e lì ogni giovane si senta a casa. Lei incoraggia ancora una volta tutta la Chiesa a rivolgersi a Maria e ad affidarsi a Lei, per percorrere la via della misericordia e dell’accoglienza, con umiltà e semplicità. La sua presenza conferma l’universalità di questo Santuario, custode delle pietre che ancora vibrano di quel Sì che ha rinnovato il mondo. Credenti e non riconoscono nella Santa Casa un ideale luogo comune dove condividere e concretizzare la convivenza rispettosa e il desiderio di costruire insieme la pace. Gli ammalati, le famiglie, anche quelle segnate dal terremoto che attendono di tornare nella propria casa , in questo angolo di Terra Santa, tutte trovano la grazia di ricominciare e fortificano la propria vocazione missionaria”.
Dunque, presa la parola, Papa Francesco ha sottolineato il valore del “discernimento”, della “parola-progetto di Dio”, spiegando come “Maria” sia “modello di ogni vocazione e ispiratrice di ogni pastorale vocazionale”. Modello, per i giovani e per “le famiglie, fondate sul matrimonio tra un uomo e una donna, che , ha ricordato Bergoglio, “nella delicata situazione del mondo odierno,assumono un’importanza e una missione essenziali”, rendendo, così, necessario “riscoprire il disegno tracciato da Dio per la famiglia, per ribadirne la grandezza e l’insostituibilità a servizio della vita e della società”.
Un ruolo speciale poi, nella ricerca della vocazione da parte delle giovani generazioni, è stato attribuito dal Santo Padre, al Santuario delle Marche: “Penso a Loreto come a un luogo privilegiato dove i giovani possono venire alla ricerca della propria vocazione, alla scuola di Maria. Un polo spirituale a servizio della pastorale vocazionale”, ha detto Papa Francesco, auspicando, inoltre, che, a tal scopo, “sia rilanciato il Centro “Giovanni Paolo II” a servizio della Chiesa in Italia e a livello internazionale, in continuità con le indicazioni emerse dal Sinodo. Un luogo dove i giovani e i loro educatori possono sentirsi accolti, accompagnati e aiutati a discernere”.
A tal scopo, ha quindi chiesto ai Frati Cappuccini, di “estendere l’orario di apertura della Basilica e della Santa Casa durante la tarda serata e l’inizio della notte quando ci sono gruppi di giovani che vengono a pregare e a discernere la loro vocazione. Il Santuario della Santa Casa di Loreto, anche a motivo della sua collocazione geografica al centro della Penisola, si presta per diventare, per la Chiesa, che è in Italia, luogo di proposta per una continuazione degli incontri mondiali dei giovani e della famiglia. E’ necessario, infatti, che all’entusiasmo della preparazione e celebrazione di questi eventi corrisponda poi l’attualizzazione pastorale, che dia corpo alla ricchezza dei contenuti, mediante proposte di approfondimento, di preghiera e di condivisione”.
E in conclusione, riguardo agli ammalati, ha ammonito: “La malattia ferisce la famiglia e i malati devono essere accolti dentro la famiglia. Per favore, non cadiamo nella cultura dello scarto che viene proposta da molteplici colonizzazioni ideologiche. La casa e la famiglia, infatti, sono la prima cura del malato, nell’amarlo, sostenerlo, incoraggiarlo e prendersene cura. Ecco perché il Santuario della Santa Casa è simbolo di ogni casa accogliente e santuario degli ammalati. Da qui invio ad essi, tutti, ovunque nel mondo, un pensiero affettuoso”.
Dopo l’Angelus e il suono a festa delle campane del Santuario, alcuni studenti dell’Istituto alberghiero di Loreto hanno donato al Papa un dolce preparato da loro, preludio al pranzo che Francesco, prima di far ritorno in Vaticano, intorno alle 14:00, ha condiviso con i vescovi delle Marche, il Presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, il segretario generale e vescovo di Fabriano-Matelica, Stefano Russo, il segretario e il sottosegretario del Sinodo, cardinale, Lorenzo Baldisseri e monsignor, Fabio Fabene.
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