Pubblicato ieri dall’Istat (Istituto Nazionale di Statistica) il Bilancio demografico 2018, indagine condotta analizzando i dati sulla popolazione italiana dal 2015 a oggi. Secondo il Report dell’Istituto , il numero di italiani è sceso nel 2018 a 55 milioni e 400 mila, 235 mila in meno rispetto al 2017 (-0,4%). Se poi si confronta il dato con quello del 2014, la perdita di popolazione risulta essere pari alla scomparsa di una città come Palermo. E’ il quarto calo consecutivo dal 2015 a oggi (circa 400 mila persone in meno). Diminuisce anche il numero di italiani e di immigrati residenti nel Belpaese. Crollo drastico delle nascite, con oltre 18 mila unità in meno nel 2018 (-4%), ai mini storici dall’Unità d’Italia. Negativo, anche il saldo naturale tra vivi e morti. In diminuzione, il numero di stranieri che prendono la cittadinanza. Stabile invece nel 2018 lo spostamento interno, con numeri massicci dal Sud verso il Nord e il Centro, cui contribuiscono i movimenti interni degli stranieri residenti nel nostro Paese.
di Federica Marengo giovedì 4 luglio 2019
Gli italiani vivono sempre meno in Italia e fanno sempre meno figli: è questa la sintesi del Bilancio demografico 2018, ricerca dell’Istat, (Istituto Nazionale di Statistica), condotta analizzando i dati demografici relativi alla popolazione italiana dal 2015 a oggi. Secondo i dati riportati dall’Istituto, la popolazione residente in Italia ,al 31 dicembre del 2018, è diminuita di oltre 124 mila unità rispetto al 2017.
Tale diminuzione è da imputare al calo della popolazione italiana, scesa, al 31 dicembre 2018, a 55 milioni 104 mila, ovvero : 235 mila italiani in meno rispetto al 2017 (-0,4%).
Se poi, il dato viene raffrontato al 2014, la perdita di italiani risulta essere pari alla scomparsa di una città come Palermo.
Si tratta del quarto anno consecutivo di calo del numero di residenti: dal 2015, infatti, sono oltre 400 mila le persone in meno sul territorio italiano, una numero superiore a quello degli abitanti del settimo comune più popoloso del Belpaese.
La popolazione italiana residente , infatti , nel 2018 è diminuita di 124.427 unità, pari al -0,2%, mentre al 1 gennaio 2019, i residenti in Italia ammontano a 60.359.546, di cui l’8,7%, stranieri.
L’Istat, ha poi rilevato nel 2018 un crollo drastico delle nascite, di oltre 18 mila unità rispetto al 2017, pari al -4%. I bambini iscritti all’anagrafe-nascita, infatti, sono stati 439.747, il minimo storico registrato dall’Unità d’Italia(1861).
In rapporto alla popolazione residente complessiva, il tasso di natalità è pari al 7,3 per mille, con il primato detenuto dalla provincia autonoma di Bolzano (10,0 per mille), e i valori più bassi rilevati in Sardegna (5,7 per mille) e in Liguria (5,8 per mille).
Compromessa in Italia, anche la capacità di crescita per effetto della dinamica naturale nascita-morte. Nel 2018, infatti, il saldo naturale, ovvero la differenza tra nati e morti è risultato negativo (-193 mila unità). Tale negatività, che si registra ovunque, però, non riguarda la provincia autonoma di Bolzano.
Guardando al dato nazionale, il tasso di crescita naturale raggiunge il -3,2 per mille, con variazioni dal +1,7 per mille di Bolzano al -8,5 per mille della Liguria. Tassi particolarmente negativi, superiori al 5 per mille, si rilevano anche in Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte e Molise.
Tuttavia, il saldo negativo tra nascite e morti si registra esclusivamente per la popolazione di cittadinanza italiana (-251 mila) e non per la popolazione straniera nella quale il saldo è ampiamente positivo (+57.754), conseguenza dell’alta natalità, e della bassa mortalità dovuta alla giovane età degli stranieri, rispetto agli italiani. All’Emilia-Romagna spetta il primato positivo, con il 13,1 per mille; alla Sardegna, quello negativo, con il 5,9 per mille.
Sempre secondo l’Istituto di Statistica, poi, in calo è il numero di stranieri che prendono la cittadinanza italiana, in continuità con il 2017 e in discontinuità con la tendenza degli anni precedenti.
I cittadini stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza nel 2018 sono stati meno di 113 mila , 22 ogni mille stranieri, il 23% in meno rispetto al 2017. Prendendo come riferimento la data del 1 gennaio 2018, invece, gli italiani per acquisizione di cittadinanza sono stati in totale oltre 1 milione e 340 mila nella popolazione residente; di cui il 56,3% donne.
Quindi, i cittadini stranieri o di origine straniera raggiungono i 6,5 milioni, se si sommano gli italiani per acquisizione della cittadinanza ai cittadini stranieri.
Stabile, invece, lo spostamento interno della popolazione italiana. Nel 2018, i trasferimenti di residenza interni al Belpaese (per lo più dal Sud verso Nord e Centro) hanno riguardato più di 1 milione e 350 mila persone, in linea con il 2017.
Il tasso migratorio interno va dal -5,2 per mille della Calabria al 3,5 per mille della provincia autonoma di Bolzano. Negativi i valori di tutte le regioni del Sud e delle Isole, cui si aggiungono i valori lievemente negativi di Marche e Umbria.
Infine, contribuiscono alle migrazioni interne per il 18,1%, pur costituendo l’8,7% della popolazione, anche gli stranieri residenti nel nostro Paese, più propensi alla mobilità rispetto agli italiani.
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