– In mattinata, serie di riunioni e cabina di regia del Presidente del Consiglio Draghi a Palazzo Chigi con i ministri competenti, con i capidelegazione di Maggioranza e con i vertici del CTS, Brusaferro e Locatelli, per fare il punto sulla situazione epidemiologica alla luce del monitoraggio dei dati settimanali dell’ISS (Rt nazionale sceso a 1,08, rallentamento della curva epidemiologica e primi segnali di stabilizzazione). Nel primo pomeriggio, invece, conferenza stampa del Premier su esiti del Consiglio Europeo, svoltosi ieri in videoconferenza, su vaccini e misure anti Covid19 e riaperture dopo le feste pasquali. Italia in rosso e arancione fino alla fine di aprile, ma dal 7 aprile riaprono le scuole fino alla Prima Media, anche in zona rossa. Il ministro dell’Istruzione Bianchi elabora un piano per effettuare su studenti, insegnanti e personale scolastico , tamponi periodici, al vaglio del Commissario all’emergenza Figliuolo. Divergenze nella Maggioranza, con i partiti di Centrodestra in pressing per le riaperture,mentre dall’Opposizione, Fratelli d’Italia invita a prendere in considerazione le sue proposte e a risolvere il problema dei Trasporti.
-Sul fronte interno ai partiti, in mattinata, il segretario del Pd Letta ha continuato la serie di incontri per allargare il campo del Centrosinistra, confrontandosi con i rappresentanti del Movimento delle Sardine, nel pomeriggio,invece, riunione di base riformista, corrente del Pd per discutere della elezione della capogruppo alla Camera, che dovrebbe avvenire nella prossima settimana.
-Istat, studio sulla demografia nel 2020, in rapporto alla pandemia: nascite al minimo storico dall’Unità d’Italia e massimo di decessi dal secondo Dopoguerra .
di Federica Marengo venerdì 26 marzo 2021
La mattinata del Premier Draghi è stata scandita da una serie di riunioni a Palazzo Chigi: la prima, intorno alle 11:00 , con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Garofoli, il ministro della Pubblica Amministrazione Brunetta e i vertici del Comitato Tecnico Scientifico Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, e Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità per discutere delle misure per bandire dei concorsi pubblici.
A seguire, cabina di regia del Presidente del Consiglio, con i capidelegazione di Maggioranza, i ministri Speranza (Salute) e Gelmini (Affari Regionali e Autonomie) e gli stessi vertici del CTS, Brusaferro e Locatelli, per discutere delle nuove misure anti Covid19, in vigore dopo Pasqua e della prossima suddivisione delle Regioni in fasce di colore, alla luce dei dati settimanali dell’Istituto Superiore di Sanità, resi noti nel pomeriggio con la consueta conferenza stampa.
Registrata dall’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con il Ministero della Salute, la discesa dell’indice Rt nazionale attestatosi da 1,16 a 1,08 , anche se 5 sono le Regioni a rischio alto: Friuli Venezia-Giulia, Lazio, Piemonte, Puglia e Toscana, tredici, le Regioni con rischio moderato (di cui dieci ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e tre hanno rischio basso (Basilicata, Campania, e la Provincia Autonoma di Bolzano).Tutte le Regioni, poi, tranne sei, hanno riportato allerte di resilienza, una tra queste, la Puglia, riporta molteplici allerte di resilienza.
La curva epidemiologica quindi segna un rallentamento e si registrano i primi segnali di stabilizzazione, ma sono aumentati i ricoveri in area medica e in terapia intensiva, pertanto si richiede di “mantenere rigorose misure di mitigazione nazionali accompagnate da puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione”.
Ottimista,ad ogni modo, il Direttore del Dipartimento di Prevenzione del Ministero della Salute e membro del CTS, Rezza, che ha dichiarato: “C’è una prima inversione di tendenza – ha aggiunto Rezza – che è conseguenza degli effetti delle misure prese nelle scorse settimane. Il dato è positivo se si pensa che stiamo contenendo una epidemia che è dovuta principalmente ad una variante, quella UK. Tuttavia resta una occupazione elevata delle terapie intensive e cosa di decessi elevata, ma questo era atteso perchè si sono accumulati molti casi nelle settimane scorse. Mantenendo le misure e rafforzando la campagna vaccinale penso si possa arrivare a proficui miglioramenti per trascorrere un’estate serena; non elimineremo il virus ma si spera in un’estate serena”.
Per il momento però, il Governo ha deciso di prorogare fino al 30 aprile la suddivisione dell’Italia in sole zone rosse e arancioni (senza zone gialle e bianche), attualmente in vigore con il Dpcm, ma di riaprire dal 7 aprile le scuole dalle Materne alla Prima Media, anche nelle Regioni collocate in zona rossa. A tal proposito, nel giorno della protesta in piazza anti Didattica a distanza di studenti e genitori, il ministro dell’Istruzione Bianchi ha reso noto un piano che consenta l’attuazione periodica di test e tamponi rapidi a studenti, insegnanti e personale scolastico, che verrà visionato dal Commissario all’Emergenza Figliuolo, recatosi questa mattina, insieme con il Capo della Protezione Civile, Curcio a Vaglio Lise (Cosenza),in Calabria per la prima tappa presso le Regioni del Sud per verificare lo stato della campagna vaccinale, visita nella quale ha assicurato ai cornisti la distribuzione dei vaccini in arrivo (7 le milioni di dosi arrivate nel mese di marzo, mentre si attende un netto incremento per aprile), anche alla luce della recente approvazione da parte dell’Ema,l’Agenzia Europea per il Farmaco, di altri siti di produzione dei vaccini Pfizer e Astrazeneca,rispettivamente, presso stabilimenti in Germania e in Olanda.
Così, fra lunedì 29 e martedì 30 marzo, data quest’ultima valida solo per il Lazio , sulla base dell’ordinanza emanata e firmata dal Ministro della Salute Speranza, la Valle d’Aosta(che ha già disposto un’ordinanza per lo stop agli spostamenti nel fine settimana) , la Toscana e la Calabria passeranno alla zona rossa, mentre il Lazio passerà in zona Arancione, dove riapriranno in anticipo le scuole Materne, Elementari e Medie. Le Regioni Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Emilia Romagna, Trento, Puglia (qui, per via dei dati preoccupanti, sarà introdotta una zona rossa rafforzata con misure ancor più restrittive) e Campania, permangono dunque in zona rossa, mentre, le restanti, tra cui il Veneto, in area arancione. Dal 3 al 5 aprile poi,ovvero durante le festività pasquali, tutta l’Italia sarà in zona rossa.
Proprio i vaccini, come gli esiti del Consiglio Europeo di ieri e le nuove misure anti Covid19 sono state al centro della seconda conferenza stampa tenuta nel primo pomeriggio a Palazzo Chigi dal Premier Draghi,il quale , alla presenza del ministro della Salute Speranza, in merito al vertice dei Capi di Stato e di Governo dei 27 Stati membri svoltosi ieri da remoto, ha ribadito la linea dura dell’Italia verso le aziende farmaceutiche in ritardo sulla fornitura delle dosi di vaccino con il blocco delle stesse, provvedimento che ha trovato una sponda nella Presidente della Commissione UE Von der Leyen (decisa a far restare nell’Unione tutti i vaccini prodotti in Europa e al tempo stesso a trovare un accordo con la Gran Bretagna sull’esportazione dei vaccini Astrazeneca), la revisione del meccanismo di distribuzione dei vaccini da parte delle stesse aziende farmaceutiche nel segno della reciprocità e della proporzionalità, la ridistribuzione equilibrata delle dodi in base alla popolazione, il sostegno a un coordinamento europeo nell’approvvigionamento delle dosi ,ma anche lo sviluppo di una produzione autonoma sia a livello nazionale ( ci vorranno 3-4 mesi di tempo) che europeo, senza pregiudizi nei riguardi di vaccini come quello russo Sputnik, le cui verifiche su efficacia e sicurezza da parte dell’Aifa e dell’Ema, però, saranno rese note non prima di 3-4 mesi, potendo anche contare in tal senso sulla collaborazione degli USA(importante la ripresa dei rapporti con l’Amministrazione americana) e la pubblicazione su sito della Presidenza del Consiglio dei dati sulla vaccinazione (ad oggi, vaccinati solo il 23,5% degli over 80 con 8 Regioni sotto il 20%,mentre il 48,7% ha ricevuto la prima dose. Quanto al personale scolastico, vaccinato finora con due dosi solo lo 0,87% del personale scolastico e il 56.56% con la prima dose).
Riguardo alla politica fiscale,sempre nel Consiglio Europeo di ieri, il Premier ha posto l’accento sulla necessità di proseguire una politica monetaria di sostegno,ma anche di pensare alla ripresa e di attuare , proprio in previsione di un rilancio dell’Europa, un’unione bancaria e di introdurre un titolo di debito comune (sebbene sia ancora presto).
Riguardo alla campagna vaccinale ha poi evidenziato l’impegno del Governo ad accelerare con le somministrazioni (grazie all’arrivo da aprile del vaccino monodose Jhonson&Jhonson e di ulteriori lotti di altre case farmaceutiche), raggiungendo le 500 mila vaccinazioni al giorno, e ha ripreso nuovamente le Regioni che hanno trascurato gli over 80 per vaccinare alcune categorie.
Per dirimere tale questione , lunedì è stata convocata la Conferenza Stato-Regioni nel corso della quale il Commissario all’Emergenza Figliuolo illustrerà le linee guida per realizzare 800 somministrazioni al giorno presso gli hub fino a 3m quadri, con il supporto delle farmacie e dei farmacisti e dei medici di base.
Annunciate poi dal Presidente Draghi una serie di misure, quali: l’introduzione di una legge per intervenire sugli operatori non vaccinati, al vaglio della Ministra della Giustizia Cartabia e l’assegno unico per i figli a partire dal 1 luglio di 250 euro al mese con maggiorazione per i disabili, il ritorno in aula dalle Materne alla Prima Media anche nelle zone rosse, dopo le festività pasquali, la prosecuzione di una politica fiscale di sostegno e di estensione in UE per altri sei mesi, pensando però già alla ripresa con investimenti per la creazione di posti di lavoro e l’approvazione di un nuovo decreto ristori, finanziato da un nuovo scostamento di bilancio (non ancora quantificato) in concomitanza con la presentazione in Parlamento a metà aprile del Documento di Economia e Finanza.
Infine, in merito alla richiesta dei partiti di Centrodestra, Lega e Forza Italia, scontratisi in cabina di regia con la linea più rigorista degli altri partiti di Maggioranza, Pd, M5S e LeU, di riaprire a partire da aprile anche attività come quelle della ristorazione, il Presidente del Consiglio ha risposto rinviando al monitoraggio costante dei dati epidemiologici, in base al quale, se positivi, procedere con gli allentamenti delle misure restrittive.
Affermazioni, quelle di Draghi, a cui, fonti della Lega avrebbero controreplicato: “Se con contagi alti e ospedali pieni si chiude, con contagi bassi e ospedali a posto si apre. Semplice. Siamo perfettamente d’accordo. Diciamo solo che non è possibile decidere adesso che per tutto aprile, qualunque cosa accadrà, tutto rimarrà comunque chiuso. Salute e lavoro non sono nemici. Niente zone gialle fino al 30 aprile”. Carroccio, riecheggiato dal Presidente della Regione Liguria,Toti, dettosi contrario all’ulteriore chiusura delle attività.
Soddisfatti per l’apertura delle scuole dopo Pasqua tutte le forze a sostegno dell’Esecutivo, con le Opposizioni di Fratelli d’Italia e di Sinistra italiana che hanno posto l’accento sulla risoluzione della questione Trasporti in relazione all’aumento dei contagi.
Restando in tema partiti, sono proseguiti i colloqui del segretario del Pd Letta con le varie realtà politiche per l’allargamento delle alleanze del Centrosinistra. Dopo il confronto con il ministro della Salute e leader di Articolo Uno, Speranza, e con l’ex Premier Conte, ora guida del M5S (il cui garante Grillo ,oggi, ha ribadito ,in una riunione con i parlamentari, come la regola dei due mandati sia un pilastro fisso per il Movimento), in mattinata , il segretario dem ha incontrato i rappresentanti del Movimento delle Sardine, mentre alla Camera, nel pomeriggio, si è tenuta la riunione della corrente “base riformista”, in vista della elezione della Presidente dei deputati, che dovrebbe tenersi martedì prossimo.
Sempre in mattinata, poi, il ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti ha incontrato al Ministero i sindacati dei metalmeccanici per discutere della vertenza dell’ex Ilva di Taranto (in attesa della sentenza definitiva sullo spegnimento dell’area a caldo del 13 maggio), incontro al termine del quale il Ministro ha fatto sapere in una nota: “Seguo tutta la vicenda con estrema attenzione e in particolare i lavoratori che non possono essere presi in giro. Voglio dire con chiarezza e trasparenza che è il momento di smettere di dire cose che in realtà non possono essere fatte altrimenti non si troverà mai una soluzione. Serve una politica industriale e non una mera politica finanziaria. In generale, sulla crisi ex Ilva, come pure su altri dossier chiedo che ci sia da parte dell’Europa un approccio diverso. Mi riferisco anche all’automotive: mi chiedo che senso abbia investire miliardi di euro e poi acquistare i bus in Cina. Dico che bisogna cambiare strategia. Per quanto riguarda i 400 milioni a carico di Invitalia, i soldi arriveranno, se al Mef giungeranno le necessarie rassicurazioni nelle prossime settimane, prima della sentenza attesa per metà maggio sottolineando che “l’obiettivo è far lavorare l’azienda, non altro. In quest’ottica anche il piano industriale ha necessità di un aggiornamento. Da parte nostra intendiamo essere un interlocutore particolare, stiamo approfondendo il dossier perché ci sono aspetti non chiarissimi”.
Intanto, l’Istituto Nazionale di Statistica, ha reso noto oggi, nel report La dinamica demografica durante la pandemia covid-19- anno 2020″, che “Al 31 dicembre 2020, la popolazione residente in Italia è inferiore di quasi 384 mila unità rispetto all’inizio dell’anno, come se fosse sparita una città grande quanto Firenze. Gli effetti negativi prodotti dall’epidemia Covid-19 hanno amplificato la tendenza al declino di popolazione in atto dal 2015. Nel 2020 si registra un nuovo minimo storico di nascite dall’unità d’Italia, e un massimo storico di decessi dal Secondo Dopoguerra. Nascite poi diminuiti del 3,8%%: quasi 16 mila in meno rispetto al 2019. Nel 2020 sono stati iscritti in anagrafe per nascita 404.104 bambini; +17,6%l’aumento dei decessi: quasi 112 mila in più rispetto al 2019. Inoltre, nel 2020 sono state cancellate dall’anagrafe per decesso 746.146persone. La popolazione residente in Italia ammonta a 59.257.566 unità, 383.922 in meno rispetto all’inizio dell’anno (-0,6%). Il declino demografico avviatosi dal 2015 è stato accentuato dagli effetti che l’epidemia Covid-19. Alle conseguenze dirette del virus dovute ai decessi si sono aggiunte le ripercussioni che le misure, volte a contenere la diffusione dei contagi, hanno prodotto sulla vita delle persone (restrizioni di movimento, interruzione totale o parziale di attività lavorative, limitazione nel numero di partecipanti alle cerimonie)”.
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