Si è tenuta ieri, al Quirinale, la cerimonia di commemorazione delle vittime della Shoah, in occasione della Giornata della Memoria, istituita dall’Onu nel 2005 e che ricorre ogni anno il 27 gennaio. Quest’anno, tema della celebrazione è stato : “Le donne nella Shoah”, con contributi filmati tratti da RaiStoria e molteplici letture e interventi, tra cui quello della poetessa e scrittrice, Edith Bruck, sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz, che hanno preceduto il discorso del Capo dello Stato, Sergio Mattarella.
di Federica Marengo venerdì 25 gennaio 2019
Lo scenario è quello della Sala dei Corazzieri : è lì che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla presenza del Presidente della Camera, Roberto Fico, della Vice Presidente del Senato, Paola Taverna, del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dei Vicepremier e Ministri, Matteo Salvini e Luigi Di Maio e di rappresentanti della Comunità ebraica e di associazioni di ex internati e deportati, ha tenuto ieri, 24gennaio, il suo discorso in occasione della Giornata della Memoria, dedicata alla commemorazione delle vittime della Shoah(sterminio degli ebrei) , istituita a livello internazionale dalle Nazioni Unite nel 2005, che ricorrerà, come ogni anno, il prossimo 27 gennaio, data in cui, nel 1944, l’Armata Rossa, impegnata nell’offensiva Vistola-Oder, in direzione della Germania, liberò il campo di concentramento polacco di Auschwitz.
Tema scelto per le celebrazioni di quest’anno: “Le donne nella Shoah”, con contributi filmati realizzati dai RaiStoria. La cerimonia, trasmessa in diretta su Rai Uno, è stata scandita da numerosi interventi, coordinati dalla empatica conduzione della giornalista e presentatrice Francesca Fialdini, che ha moderato le relazioni della Vice Presidente del Memoriale della Shoah e Ordinaria di Pedagogia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, Milena Santerini, e della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi di Segni, alternatesi alle esibizioni musicali della cantante Cristina Zavalloni, accompagnata al piano dal maestro, Francesco Lotoro, e alle letture di brani scritti da donne detenute nei lager, affidate all’ interpretazione dell’attrice Isabella Ragonese.
Particolarmente toccante la testimonianza di Edith Bruck, sopravvissuta alla deportazione ad Auschwitz, autrice di numerosi testi e poesie in cui ha rievocato l’orrore della detenzione insieme alla madre nel campo di sterminio e l’uccisione di quest’ultima.
L’importanza di tenere vivo nelle giovani generazioni il ricordo delle atrocità compiute dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, è stato, invece, il motivo dominante del discorso pronunciato dal Ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, presente alle celebrazioni per premiare i vincitori della XVII edizione del concorso nazionale : “I giovani ricordano la Shoah”, bandito dal Ministero e patrocinato dalla Presidenza della Repubblica, in collaborazione con l’UCEI (Unione Comunità Ebraiche Italiane), che ha coinvolto gli studenti delle scuole del Primo e del Secondo ciclo di istruzione, impegnandoli nella realizzazione di elaborati di tipo storico-documentale e/o artistico-letterario, attraverso molteplici forme e canali espressivi, per ricordare non solo lo sterminio del popolo ebraico, ma anche le persecuzioni subite da varie minoranze e dai deportati militari e politici e le leggi razziali, varate dalla dittatura fascista nel 1938 (di cui, nel 2018, è ricorso l’ottantesimo anno dalla promulgazione).
“Il pericolo è che, negli anni a venire la Shoah venga considerata alla stregua di un fatto storico tra gli altri, da analizzare unicamente con la distanza che si riserva ad un passato che non ci tocca più da vicino, perché di quel passato, nel presente, non ci sono più tracce in carne e ossa”, ha detto il Ministro , esortando docenti e studenti a lottare insieme : “Affinché le coscienze non vengano anestetizzate, si tramandi la memoria delle vittime dell’Olocausto e la responsabilità nei confronti del prossimo venga conservata e rinnovata nell’oggi e nel domani”.
In chiusura poi, il tanto atteso intervento del Capo dello Stato, che ha esordito, rievocando l’onta incancellabile delle leggi razziali : “Noi italiani, che abbiamo vissuto le leggi razziali fasciste e la conseguente persecuzione degli ebrei, abbiamo un dovere morale. Verso la storia, verso l’umanità intera. Il dovere di ricordare, innanzitutto. La Shoah, i campi di concentramento, Auschwitz rappresentano un orrore indicibile. Auschwitz è un evento drammaticamente reale, che rimane simbolo del male assoluto. Quel male che alberga nascosto, come un virus micidiale nei bassifondi della società, nelle pieghe occulte delle ideologie, nel buio accecante degli stereotipi e dei pregiudizi. Un male pronto a risvegliarsi, a colpire, a contagiare, a distruggere, appena se ne ripresentino le condizioni.
In Italia e nel mondo sono in aumento gli atti di antisemitismo e di razzismo, ispirati a vecchie dottrine e a nuove perverse ideologie. Si tratta, è vero, di minoranze. Ma sono minoranze sempre più allo scoperto, che sfruttano con astuzia i moderni mezzi i comunicazione, che si insinuano velenosamente negli stadi, nelle scuole, nelle situazioni di disagio. La riproposizione di simboli, di linguaggi, di riferimenti pseudo culturali, di vecchi screditati falsi documenti, basati su ridicole teorie cospirazioniste, sono tutti segni di un passato che non deve in alcuna forma tornare e richiedono la nostra più ferma e decisa reazione.
Il nazionalismo esasperato è nemico della convivenza. Le persecuzioni naziste si iscrivevano in un progetto di società basato sul predominio dei popoli cosiddetti “forti e puri” sui popoli deboli, sul nazionalismo esasperato, nemico della convivenza, sulla guerra come fonte di rigenerazione e di grandezza, su un imperialismo alimentato dal delirio di onnipotenza, sulla sottomissione dell’individuo allo Stato, sulla negazione della libertà di coscienza, sulla repressione feroce di ogni forma di dissenso.
Quando il benessere dei popoli o gli interessi della maggioranza, si fanno coincidere con la negazione del diverso, dimenticando che ciascuna persona è diversa da ogni altra, la storia spalanca le porte alle più immani tragedie. Noi italiani abbiamo il dovere morale, non solo di ricordare, ma anche di combattere, senza remore e opportunismi, ogni focolaio di odio, di antisemitismo, di razzismo, di negazionismo, ovunque esso si annidi. E di rifiutare, come ammonisce sempre la senatrice Liliana Segre, l’ indifferenza : un male tra i peggiori.
Per questo, il Giorno della memoria, non è soltanto una ricorrenza in cui si medita sopra una delle più grandi tragedie della storia, ma è un invito, costante, e stringente, all’impegno e alla vigilanza”.
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