Aumenta nel 2018, il numero di denunce da parte dei lavoratori per infortuni e morti sul lavoro. L’Inail registra un incremento, non solo delle morti sul lavoro, ma anche di quelle in itinere, ovvero : nel percorso da casa al luogo di lavoro. Il tasso di occupazione, poi, secondo i dati Istat, sarebbe il più alto dai tempi della crisi.
di Federica Marengo venerdì 1 febbraio 2019
L’Inail, l’ Istituto nazionale Assicurazione e infortuni sul Lavoro, ha rilevato come , nei mesi tra gennaio e dicembre 2018, vi sia stato un incremento del numero di denunce per infortuni e morti sul lavoro, rispetto agli stessi mesi del 2017.
Nel 2018, infatti, le denunce presentate dai lavoratori sono state 641.261 (+0,9%), a fronte delle 635.433 del 2017.
Di queste, 1.133 sono quelle relative alle morti sul lavoro ( 104 in più, rispetto alle 1.029 del 2017).
In notevole incremento, secondo l’Inail, anche le denunce relative alle malattie di origine professionale , circa 59.585 , pari a +2,5%, ovvero : 1.456 casi in più, rispetto ai 58.129 del 2017.
Dal confronto tra i dati del 2018 e quelli del 2017,poi, è emerso a livello nazionale anche un aumento di infortuni e morti, sia sul posto di lavoro (i casi sono passati da 539.584 a 542.743, ossia: +0,6%) sia “in itinere”, cioè : nel tragitto da casa al luogo di lavoro, (i casi sono passati da 95.849 a 98.518, ovvero: +2,8%).
Quanto ai settori lavorativi, l’Istituto, ha registrato , relativamente al 2018, un incremento delle denunce per infortuni e morti nel comparto industriale, pari allo 0, 1%, (circa 502.256 casi) e in quello statale, pari all’1,4%, (circa 105.898 casi, riguardanti per lo più studenti delle scuole pubbliche), mentre nel settore agricolo, l’Inail ha riscontrato un calo dell’1,8%.
Infortuni e morti sul lavoro, poi, sono stati denunciati per lo più da maschi (+1,4%) e nella fascia di età fino a 34 anni (+4,0%).
Le aree del Paese dove si è rilevato un aumento delle denunce nel 2018, rispetto al 2017, sono: il Nord-Est (+2,2%) e il Nord-Ovest (+1,1%), seguite dal Sud (+0,8). In calo, invece, i casi, al Centro (-8%) e nelle Isole (-1,0%).
Nello specifico, l’incremento ha riguardato la Provincia Altoatesina (Bolzano, +5,4%), il Friuli Venezia Giulia (+39%) e il Molise (+39%). Un decremento invece, è stato registrato nella Provincia Altoatesina di Trento (-6,5%), in Valle d’Aosta (-6,5%) e in Abruzzo (-4,5%).
Inoltre, anche le denunce per infortuni sul lavoro con esito mortale (per lo più morti “in itinere”+5,4%), sono risultate in aumento in quasi tutti i mesi del 2018, rispetto a quelle del 2017, evidenziando un incremento dei casi nel Nord Ovest (+47 casi mortali) e al Sud (+35), dove a registrare il tragico primato è stata la Campania (+27%). Tali denunce, invece, sono risultate in calo in Abruzzo.
Altri dati resi noti in settimana, poi, sono quelli sull’Occupazione, pubblicati dall’Istat (Istituto Nazionale di Statistica).
Nel mese di dicembre del 2018, l’Istituto, ha registrato una percentuale di occupati pari al 58,8%,(circa +202 mila unità), e quindi un aumento dell’Occupazione dello 0,1% punto percentuale, in rapportato al dicembre del 2017. Una crescita, dunque, dello 0,9% , rispetto all’anno precedente, che ha determinato il raggiungimento di un livello di occupati tra i più alti da prima della crisi (58,9), iniziata nell’aprile 2008.
Ad aumentare sono stati soprattutto i lavoratori a termine (+257 mila) e gli indipendenti (+34 mila), mentre in calo sono risultati i dipendenti permanenti (-88mila).
Dati di un incremento progressivo dell’Occupazione, sono emersi anche dal confronto che l’Istat ha operato tra il mese di dicembre e quello di novembre del 2018. Il numero degli occupati, infatti, fra novembre e dicembre dello scorso anno è aumentato dello 0,1% (23 mila in più) , con maggiore incremento dei lavoratori a termine (+47 mila ) e degli indipendenti (+11 mila) e un calo di quelli dipendenti (-35 mila).
Nel mese di dicembre del 2018, quindi, il tasso di disoccupazione, è sceso al 10,3% (-0,2 punti percentuali), per il secondo mese consecutivo, tuttavia le percentuali non sono state sufficienti a scongiurare un aumento della disoccupazione nella media del quarto trimestre, che, secondo i dati ancora provvisori, elaborati dall’Istituto Nazionale di Statistica, sarebbe pari a 63 mila unità (+2,4%), con un lieve aumento anche di quella giovanile, pari a 31,9% (+0,1%).
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