E’ Vito Bardi, ex generale della Guardia di Finanza, il nuovo presidente della Regione Basilicata, eletto con il 42,2% dei voti. Secondo, Carlo Trerotola, candidato del centrosinistra (33,11% dei voti), seguito dal pentastellato, Antonio Mattia (20,32% dei voti) e da Valerio Tramutoli della lista Basilicata possibile (4,37% dei voti).
M5Stelle, primo partito, con il 20,27% , seguito dalla Lega (19,15%) e da FI(9,15%).
di Federica Marengo martedì 26 marzo 2019
“Abbiamo scritto la storia : la Basilicata è pronta per il cambiamento”. Queste, le prime parole pronunciate dal neopresidente della Regione Basilicata , Vito Bardi, ex generale della Guardia di Finanza, candidato del centrodestra, dopo aver saputo della sua elezione a governatore, con 124.716 voti, pari al 42,2% delle preferenze.
“Al primo posto nell’agenda c’è il lavoro”, ha poi proseguito Bardi, sottolineando: “i giovani saranno presenti e dovranno avere opportunità in questa terra. Trasparenza, meritocrazia e legalità saranno al centro. La regione è di tutti e io sarò il presidente di tutti”.
Una vittoria, quella del centrodestra, che ha significato per la Basilicata, amministrata per 24 anni dalla sinistra, una vera e propria rivoluzione, consentendo alla coalizione Lega-ForzaItalia-Fratelli d’Italia, la conquista della decima regione italiana, a fronte delle nove governate dal centrosinistra.
Un sorpasso, dunque, quello del centrodestra, con la Lega secondo partito più votato ( 19,15% delle preferenze), seguito da FI (9,15%) e con FdI in crescita (6%), galvanizzante per il presidente di FI, Silvio Berlusconi, che ha così commentato la vittoria del suo candidato: “Evviva, la Basilicata si è data finalmente un buon governo!. Complimenti a tutti gli amici lucani che hanno saputo votare bene!”, seguito dal Vicepresidente forzista e Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, che ha invitato la Lega ad abbandonare il governo con i 5Stelle : “Mi auguro che stacchi la spina dopo le europee, se non intende perdere consensi ed essere considerata corresponsabile di questo pessimo governo”.
E la replica del leader del Carroccio, Matteo Salvini, non si è fatta attendere. Il Vicepremier e ministro dell’Interno, infatti, dopo aver ringraziato gli elettori su Twitter : “La Lega, in un anno triplica i voti, vittoria anche in Basilicata! 7 a 0, saluti alla sinistra e ora si cambia l’Europa”, nel corso dell’inaugurazione delle mostra “I Tesori della Ca’ Granda’” al Policlinico di Milano e durante la conferenza stampa, tenutasi nella sede della Lega, ha così commentato la vittoria in Basilicata: “Dopo la vittoria del centrodestra in Basilicata, a livello nazionale, non cambia niente, non è cambiato dopo l’Abruzzo, non è cambiato dopo la Sardegna, quindi non cambia dopo la Basilicata. Cambia tanto per i lucani, che, dopo una vita, mandano a casa la sinistra e il Partito democratico, finalmente . Ci occuperemo di sanità, infrastrutture, di ambiente, di petrolio, di turismo, di agricoltura, quindi, cambia tutto per i lucani. Se qualche osservatore o analista pensa che io abbia convenienza a far saltare il governo, dico di no. Non ho incassi personali o partitici. Il mio orizzonte dura 4 anni e tre mesi. Non ci sono lusinghe che possano farmi cambiare idea. Siamo al governo da nove mesi. Quello alla Lega non è un voto di rabbia o di pancia, ma di speranza e prospettiva del futuro, che rimette al centro gli uomini, la famiglia e il lavoro. I 5Stelle hanno avuto comunque un buon risultato . Se fossi Luigi Di Maio, non mi preoccuperei. Per quello che mi riguarda, si va avanti. Gli sconfitti stanno a sinistra, sono loro che governavano quella regione”.
E a proposito del fronte pentastellato, il capo politico dei 5Stelle, Luigi Di Maio, rivendicando il primato come partito, (il più votato sulla base delle liste, con il 20,27% delle preferenze), ha così risposto, a margine di un incontro con la stampa, in Basilicata, agli analisti che hanno parlato di “crollo del Movimento” a fronte dei risultati delle Politiche del 4 marzo del 2018: “In queste ore, io non ci sto a questa narrazione. Antonio Mattia” (che ha ottenuto 60.070 voti, pari al 20,32% delle preferenze),“senza le ammucchiate sarebbe il presidente della Basilicata, in una Regione in cui c’erano impresentabili, portavoti di tutti i tipi. Quasi si sta cercando di utilizzare qualsiasi risultato elettorale, anche quello del più piccolo comune d’Italia per dire che deve cadere il Governo. Ma questa è la speranza del sistema e non accadrà. Mattia ha fatto un risultato importante perché è uno che non ha mai mollato, lo voglio dire a tutto il Movimento. Sono le persone che non hanno mai mollato, che determinano il risultato. Il dato della Basilicata ci incoraggia a sapere che i nostri risultati delle Regionali sono sempre sotto di dieci o venti punti quelli delle Politiche. Quindi siamo perfettamente in linea”.
Poi, in merito alle divisioni interne, all’origine delle tensioni tra le forze di Maggioranza, ha evidenziato: “Il tema è che questa convivenza nel governo tra due forze che hanno delle differenze potrebbe andare meglio se, in questo momento, si evitasse di mettere sempre quella “parolina in più”che “sporca”, ogni provvedimento. E’ capitato con la Via della Seta e lo sblocca cantieri. Se c’è una cosa che può migliorare molto di più il clima è il fatto che quando facciamo qualcosa come M5Stelle ci dovrebbe essere del rispetto senza che tutto venisse sempre opinato. Questa cosa non è nulla di grave e la chiariremo di persona”.
Dichiarazioni, queste, del Vicepremier e Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, condivise in pieno dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che, ribadendo come gli esiti delle competizioni locali non condizionino il Governo nazionale, ha assicurato: “Il Governo sta marciando a passo veloce. I risultati stanno arrivando. E questa è la cosa più importante”.
In area centrosinistra, invece, il cui candidato Carlo Trerotola, è giunto secondo nella competizione elettorale con 97.866 voti, pari al 33, 11 delle preferenze, il segretario Pd, Nicola Zingaretti, ha interpretato il voto delle Regionali in Basilicata come una conferma del ruolo di forza alternativa dato alla sinistra dall’elettorato.
“Il Pd e il nuovo centrosinistra devono diventare più forti”, ha detto, Zingaretti ai giornalisti , al termine della cerimonia di commemorazione per le vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, cui era presente, “Può sembrare strano, ma purtroppo anche questo non era scontato, visto che dal voto politico il tema era la marginalità del centrosinistra. Purtroppo in Basilicata avevamo presentato addirittura 4 simboli diversi. Anzi, per la verità, il simbolo del Pd non era stato neanche presentato. C’era un’unica dicitura: “Comunità democratiche”. Insieme, questi 4 simboli, raccolgono circa il 23 per cento, rispetto al 16 per cento delle Politiche. Lo ripeto, è ovvio che bisogna cambiare, rafforzandoci e aprendo a nuove alleanze”.
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