Un anno funesto, quello che stiamo per lasciarci alle spalle, per via della pandemia da Covid19 e per le sue conseguenze in ambito socio-economico. Per questo, consapevoli che la strada per tornar a “riveder le stelle” sarà ancora lunga, vi auguriamo di avere come bussola per i giorni che verranno la Speranza, anche se, come scriveva il filosofo Seneca, il Timore dovesse avere dalla sua più argomenti.
di Federica Marengo giovedì 31 dicembre 2020
![Propositi di Speranza per il 2021](https://dissidenzaquotidiana.it/wp-content/uploads/2020/12/SPERANZAimages.jpeg)
L’uomo ha bisogno di credere. Ha bisogno di credere in un Dio . L’uomo , si è accorto di avere questa necessità sin dall’età delle caverne , quando ha individuato nei fenomeni naturali una forza soprannaturale e ha attribuito il fulmine e le saette , il fuoco e i terremoti, la siccità e le carestie , ad una volontà divina, avvertendo così, il presagio di segnali ultraterreni.
L’uomo ha descritto il Sole e la Luna , il vento e la pioggia come divinità, ora malvagie e capricciose, ora generose e feconde; ha costruito dei miti per raccontare alle generazioni successive di un Olimpo di dei , indifferenti alla sorte degli umani. Ha denominato il suo istinto di volgere gli occhi al cielo con la parola : “religione” ; poco importa si chiami Cristianesimo , Giudaismo, Islamismo.
Il suo bisogno di trascendenza , lo ha spinto e lo spinge ancora oggi a sperare nell’esistenza di una o più divinità e poco importa, si chiamino : Dio, Allah o Budda. Gli antichi romani, confidavano nei Lari , nei Penati, nei defunti come divinità pagane protettrici della casa. I cristiani e i cattolici, invece, si sono rimessi alla misericordia di Cristo, il figlio di Dio, e alla benevolenza dei Santi: peccatori trasformatisi in intercessori,capaci di abnegazione e detentori di virtù teologali ( Fede , Speranza , Carità ).
A niente sono serviti i trattati, le dissertazioni , le dispute accese tra filosofi e teologi , tra studiosi di ieri e di oggi : le tesi materialistiche , l’ateismo e l’agnosticismo risultano costantemente messi a dura prova dal bisogno di trascendenza.
Nulla può il razionalismo cinico e disfattista , il materialismo storico e il suo motto-sentenza : “ la religione è l’oppio dei popoli” ,né può la secolarizzazione con la sua concezione secondo cui l’umanità vacillante avrebbe creato un Dio su misura a cui demandare ogni responsabilità.
Il fatto è che dalla notte dei tempi , l’essere umano , di qualunque nazionalità ed etnia, pone a se stesso, senza trovare risposte, sempre gli stessi interrogativi : “chi sono ?”, “da dove vengo?” , “qual è lo scopo della mia vita ? “. Ciò, quindi, ha determinato il perdurare delle religioni, sebbene
gli scienziati abbiano provato e provino a contrapporvi il rigore inconfutabile delle discipline scientifiche.
Tuttavia, le chiese, le moschee , le sinagoghe , i templi continuano a riempirsi. Nessun protone, nessun Big Bang potranno sostituire nell’uomo la consolazione della Fede , la fiducia che incoraggia, innalza ,eleva.
Nessuno veramente disperato, arrabbiato, amareggiato, potrà sottrarsi al richiamo della Speranza. Nessuno ,atterrito dall’angoscia di una dipartita improvvisa , potrà, anche solo per un secondo, non lasciarsi convincere della veridicità del Paradiso ,dell’esistenza di un regno di giusti in cui, la felicità e la vita siano eterne, in cui poter rivedere i nostri cari.
Nessuno , impaurito dinanzi ad una prova ardua o ad una delusione da affrontare e da superare , potrà esimersi dall’affidarsi a un tramite superiore.
Del resto, come scriveva il filosofo e scrittore latino Seneca nelle “Epistulae morales ad Lucilium” (“Le lettere morali a Lucilio”): “Soppesa, quindi, speranza e paura, e quando tutto sarà incerto, favorisci te stesso: credi a ciò che preferisci. Anche se il timore avrà più argomenti, scegli la speranza e metti fine alla tua angoscia; considera che la maggior parte degli uomini si arrovella e si agita, sebbene non vi siano mali presenti né certezza di mali futuri. Nessuno, infatti, resiste a se stesso quando ha cominciato ad essere inquieto e non riconduce i suoi timori alla realtà; nessuno dice: «Mente chi sostiene questo: o se l’è inventato o crede a dicerie.» Ci lasciamo trasportare dal vento; paventiamo l’incerto come se fosse certo; non abbiamo il senso della misura, subito un dubbio si trasforma in timore”.
Questo, dunque, l’augurio per il nuovo anno che vi rivolgiamo: di credere in qualsiasi cosa vogliate e di scegliere sempre la Speranza, anche quando il Timore sembrerà avere più argomenti.
© Riproduzione riservata