di Federica Marengo lunedì 4 settembre 2023

-Nella 550° giornata di guerra in Ucraina, sono proseguiti i bombardamenti russi sui porti ucraini e sulle infrastrutture agricole delle regioni a sud e a sud-est del Paese, come Odessa, Dnipropetrovsk e Izmail. Bombe russe, poi, sono esplose anche a Zaporizhzhia, causando 3 feriti, mentre, nella mattinata, sono stati registrati ancora allarmi bomba nelle scuole della capitale, Kiev.
Il ministro degli Esteri ucraino, Nikolenko, ha reso noto che alcuni droni russi sarebbero esplosi in territorio rumeno, ma Bucarest ha smentito “categoricamente”, tramite un comunicato.
Tuttavia, la viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar, ha fatto sapere, via Telegram, che le forze armate di Kiev hanno liberato 47 chilometri quadrati di territorio a sud di Bakhmut.
Sul fronte russo, invece, le forze armate di Mosca hanno distrutto 2 droni ucraini sul Mar Nero e nella regione di Kursk e hanno abbattuto 4 motoscafi militari di Kiev, sempre nel Mar Nero.
Inoltre, il ministero della Difesa della Federazione Russa ha dichiarato che le forze di Mosca hanno “migliorato le loro posizioni” vicino all’abitato di Robotyne, nella regione ucraina di Zaporizhzhia, nei pressi del villaggio di Verbove, uccidendo al fronte ,nelle ultime 24 ore,115 soldati ucraini.
A proposito di Zaporizhzhia, ma anche di Donetsk, Luhansk, Kherson , dove sarebbero in corso le elezioni amministrative ,indette dai filorussi nel territorio occupato per rinnovare i consigli comunali, il presidente del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa, Leendert Verbeek ha affermato che “Le elezioni nei territori illegalmente annessi violano il diritto internazionale”.
Intanto, mentre il ministro della Difesa ucraino, Reznikov ha firmato le sue dimissioni, che presenterà in Parlamento e , che verranno votate in settimana, il Presidente Zelensky, che ha designato al posto di quest’ultimo, Umerov, tataro della Crimea, imprenditore nell’ambito delle Telecomunicazioni e, co-presidente della Piattaforma Crimea, che coordinava gli sforzi diplomatici contro l’annessione russa della penisola, ha avuto un colloquio telefonico con il Presidente francese Macron, il quale ha assicurato che i piloti ucraini saranno addestrati sugli aerei da combattimento.
Restando in tema armi, secondo il Guardian, l’Ucraina produrrebbe cannoni di artiglieria, camion radar e missili che verrebbero dispiegati sul campo di battaglia senza però essere mai utilizzati con l’ unico scopo di fungere da ‘esche‘ per attirare il fuoco nemico, costringendo così la Russia a sprecare preziose munizioni, missili e droni.
Quanto alla questione delle esportazioni di grano ucraino, stamane, si è svolto a Sochi, in Russia, l’incontro del Presidente russo Putin con l’omologo turco Erdogan, cui hanno partecipato anche i rispettivi ministri degli Esteri e della Difesa.
Al termine del colloquio, il numero uno del Cremlino, il cui portavoce Peskov ha fatto sapere che i due Presidenti non hanno firmato alcun documento, aprendo a una ripresa dei negoziati sulle esportazioni di grano ucraino, ha dichiarato: “Siamo stati costretti a prendere la decisione di uscire dall’accordo per l’export del grano ucraino attraverso il Mar Nero perché i Paesi occidentali continuano a bloccare l’accesso degli agricoltori russi ai mercati internazionali. Lo stop all’accordo non ha avuto un impatto sul mercato internazionale, i prezzi continuano a ridursi. La Russia è vicina a un accordo con sei Paesi africani ai quali forniremo derrate alimentari gratuite e anche la logistica delle forniture”.
Il Presidente turco Erdogan, invece, ha riferito di aver “discusso a lungo” dell’accordo sul grano nei suoi colloqui a Sochi con Putin e che “L’intesa per l’export di prodotti alimentari dal Mar Nero ha giocato un ruolo enorme nella prevenzione della crisi alimentare”, sottolineando poi che “Ankara ha “preparato un nuovo pacchetto di proposte in consultazione con le Nazioni Unite e che presto verrà raggiunta una soluzione”. Infine, il Presidente Erdogan, invitando l’Ucraina ad “abbassare i toni per collaborare con Mosca”, ha ribadito che “la Turchia è pronta a fare la sua parte affinché Russia e Ucraina abbiano negoziati diretti”.
Al centro del colloquio tra i due,però, non solo l’accordo sulle esportazioni di grano ucraino, ma anche le situazioni in Ucraina (il Presidente turco Erdogan avrebbe ribadito la disponibilità della Turchia a fare da mediatrice per una soluzione pacifica del conflitto) , Siria e Libia, la costruzione di una centrale nucleare in Turchia e la creazione di un hub del gas in Tracia progettato dall’azienda Gazprom.
In merito, il Vicepremier e ministro degli Esteri, Tajani, nel corso della visita alla Città Proibita di Pechino, nell’ambito della sua missione in Cina, ha dichiarato: “Credo che si debba fare di tutto per trovare accordi sulle questioni che riguardano la guerra. Quello sul transito del grano nel Mar Nero deve essere perseguito ed è bene se Erdogan promuove questa operazione che è un piccolo passo verso la pace. Io oggi chiederò a Wang Yi, che è il numero due di questo Paese, di fare pressioni su Putin affinché faccia qualche passo indietro e si possa andare verso la pace. La guerra non si concluderà in qualche settimana ma non dobbiamo mai rinunciare alle iniziative diplomatiche per una pace giusta, che siano di Erdogan oppure quella dell’inviato del Papa che verrà qui in Cina”.
Proprio riguardo alla Cina, il Financial Times, sulla base di un’analisi condotta dalla Kyiv School of Economics, ha reso noto che: “Gli istituti di credito cinesi avrebbero incrementato i loro prestiti per miliardi di euro alle banche russe in seguito all’invasione dell’Ucraina e alla decisione delle istituzioni occidentali di ritirarsi da Mosca. Le principali quattro banche cinesi hanno rafforzato la loro attività di prestito anche nello sforzo, sostenuto da Pechino, di promuovere la valuta cinese, il renminbi, come alternativa globale al dollaro. L’esposizione cinese al settore bancario russo sarebbe quadruplicata nei 14 mesi terminati a marzo, secondo i dati della Kyiv School of Economics. Le quattro principali banche, Industrial and Commercial Bank of China, Bank of China, China Construction Bank e Agricultural Bank of China, avrebbero accresciuto la loro esposizione da 2,2 miliardi a 9,7 miliardi di dollari”.
Per l’Alto Rappresentante UE per la Politica estera, Borrell, intervistato da La Stampa, “Il piano di pace Zelensky è il solo ad essere rimasto sul tavolo. Ha il nostro sostegno come Unione Europea e lavoriamo con l’Ucraina per avanzare su questa strada. Le altre iniziative, quella cinese come quella brasiliana, sono state cancellate dalla Storia. Bisogna andare avanti con la proposta ucraina. Anche io spero che a un certo punto la situazione si sblocchi. Ma perché questo succeda, ci devono essere le giuste condizioni: quali?, lo devono dire gli ucraini. In questo momento, c’è una guerra e c’è della gente che muore. Non sta a me dire su come gli ucraini si presenteranno a un tavolo di trattativa. Io credo solo che l’aggressore debba essere trattato da aggressore. Che l’aggredito recuperi la sua integrità. E che l’aggressore debba pagare per le conseguenze dei suoi atti. Noi lavoriamo per la pace. Ma deve essere una pace giusta, una pace che rispetti i diritti degli ucraini che si sono molto battuti per difendere il loro Paese. Il quale, nel frattempo, è stato in parte distrutto. Noi facciamo quello che si deve fare. Aiutiamo l’Ucraina e, allo stesso tempo, spingiamo perché tutti siano impegnati per la pace. Siamo stati dai sauditi, abbiamo dialogato coi nostri amici americani, abbiamo parlato coi cinesi. Abbiamo invitato Pechino ad usare la sua influenza su Mosca per arrivare alla pace. Abbiamo lavorato ogni giorno cercando di fare quello che si può. Ma tutto è inutile se Putin insiste nel dire ‘la guerra non finirà finché non avremo raggiunto gli obiettivi militari che ci siamo dati”.
In ultimo, Papa Francesco, nel viaggio di ritorno dalla 43° visita pastorale in Mongolia, ha ribadito: “La missione del cardinale Zuppi va avanti. E’ una missione di pace che io comandai e lui aveva il piano di visitare Mosca, Kiev, Usa e anche Pechino. E’ un uomo di grande dialogo. Ho parlato della Grande Russia perché la sua eredità è molto bella, pensate al campo delle lettere e della musica” ha detto il Papa che ha manifestato ammirazione anche per la Cina. “Per me oggi fare un viaggio è più difficile”, per poi inviare un telegramma al Presidente della Repubblica Mattarella per “cooperare per un mondo pacifico”.
©Riproduzione riservata