di Federica Marengo domenica 11 giugno 2023
-Nella 466° giornata di guerra in Ucraina, la controffensiva di Kiev a est e a sud del Paese è proseguita, portando alla liberazione del villaggio di Blagodatnoye, nel Donetsk e un allarme aereo è stato lanciato su tutto il territorio ucraino. Distrutti poi tre droni russi nella regione di Dnepropetrovsk, mentre a Kharkiv, un vigile del fuoco ucraino è morto per via di un bombardamento russo. Inoltre, secondo l’Istituto di Studi sulla guerra(ISW), le forze armate ucraine avrebbero conseguito dei successi locali a Zaporizhzhia. Un raid russo con droni ha invece riguardato Odessa.
A Kherson, infine, bombe russe avrebbero provocato il ferimento di cinque persone e una barca usata per soccorrere i civili dalla riva sinistra del Dnipro, nella regione dell’alluvione, causata dalla distruzione della diga di Kakhovka, è stata colpita dalle forze russe, causando la morte di tre persone.
Proprio a proposito della diga, secondo la viceministra della Difesa ucraina , Maliar, i russi avrebbero distrutto la diga e starebbero spostando le loro unità più pronte al combattimento dalla direzione di Kherson, per restringere la possibile geografia delle azioni attive delle forze armate ucraine.
Tuttavia, secondo i funzionari di Kiev, le truppe russe avrebbero imbottito di esplosivo l’impianto chimico industriale Crimea Titan, che , “se dovesse scoppiare, causerebbero anche nei Paesi vicini una catastrofe potenzialmente peggiore di Chernobyl”.
Sul fronte russo, invece, un drone è precipitato a sud di Mosca, non causando alcun ferito, ed è stato respinto un attacco ucraino contro la nave da guerra nel Mar Nero, mentre, sul piano diplomatico, il portavoce del Cremlino, Peskov, ha affermato che non vi sono le condizioni per i colloqui di pace tra Mosca e Kiev.
Il cancelliere tedesco Scholz, poi, ha dichiarato di voler parlare con a breve con il Presidente russo Putin, precisando che “un prerequisito per una pace equa è che la Russia ritiri le sue truppe,” ma il Cremlino ha smentito che sia in programma un colloquio.
Quanto alla politica interna ed estera, all’indomani dell’omaggio reso alla Marina Militare in occasione della giornata ad essa dedicata, la Presidente del Consiglio Meloni è volata a Tunisi per incontrare, con la Presidente della Commissione UE, von der Leyen e il Primo ministro olandese Rutte, dapprima la Premier Najla Bouden Ramadan e poi, il Presidente Saied, presso il palazzo presidenziale a Cartagine, per discutere di immigrazione, della crisi finanziaria delle Tunisia e di cooperazione energetica e commerciale tra UE e la stessa Tunisia-
Al termine del vertice, nella dichiarazione congiunta con la Premier Meloni , il Premier olandese Rutte e la Presidente della Commissione UE, von der Leyen, illustrando il pacchetto di accordi UE-Tunisia, che riguarderà il rafforzamento dei legami economici e commerciali, un’alleanza nell’energia, le migrazioni e i contatti tra persone, ha evidenziato: “Con la Tunisia ci unisce molto di più della posizione geografica, ci unisce la storia .E’ nel nostro comune interesse rafforzare le relazione e investire nella stabilità e nella prosperità del Paese. L’Ue e la Tunisia hanno un ampio interesse nel bloccare la cinica attività dei trafficanti di migranti. Noi sosterremo la Tunisia con cento milioni di euro per la sorveglianza delle frontiere marittime e le attività Sar. Sosterremo la Tunisia dal punto di vista economico. L’Ue sta considerando un piano di assistenza macro-finanziaria non appena sarà trovato un accordo con l’Fmi, che è necessario. Siamo pronti a mobilitare oltre 900 milioni di euro. Come passo immediato, potremmo fornire subito un ulteriore sostegno al bilancio fino a 150 milioni di euro. E’ interesse comune rafforzare le nostre relazioni e investire nella stabilità e nella prosperità, questo è il motivo per cui siamo qui, ed è per questo che stiamo lavorando con la Tunisia su un pacchetto globale, che si basa su cinque pilastri. Il primo passaggio è legato allo sviluppo economico, ha aggiunto la presidente della Commissione: sosterremo la Tunisia, per rafforzarne l’economia. La Commissione Europea sta valutando un’assistenza macrofinanziaria, non appena sarà trovato l’accordo necessario, siamo pronti a mobilitare fino a 900 milioni di euro per questo e potremmo fornire altri 150 milioni di euro di sostegno al bilancio. Il secondo pilastro riguarda gli investimenti e il commercio. L’Ue è già il principale investitore e partner commerciale della Tunisia, ma c’e’ molto potenziale per creare posti di lavoro e stimolare la crescita qui in Tunisia. In particolare, nel settore digitale e nel progetto del cavo sottomarino Medusa, che collegherà le due sponde del Mediterraneo e che entro il 2025 collegherà 11 Paesi del Mediterraneo. Insieme alla Banca Europea per gli Investimenti, stiamo investendo 150 milioni di euro in questo progetto”.
La Presidente del Consiglio Meloni, invece, ha dichiarato: “Siamo molto contenti di questa dichiarazione congiunta firmata tra Unione europea e Tunisia. È un primo passo importante verso la creazione di un vero e proprio partenariato con l’Unione europea che possa affrontare in maniera integrata tanto la crisi migratoria, quanto il tema dello sviluppo di entrambe le sponde del Mediterraneo. Abbiamo un’importante finestra di opportunità, vogliamo arrivare al Consiglio europeo di fine giugno con un memorandum già siglato tra Ue e Tunisia. Siamo pronti a organizzare una conferenza internazionale su migrazione e sviluppo della quale abbiamo parlato con il presidente Saied che è un’ulteriore tappa di questo percorso. Vogliamo arrivare al Consiglio europeo di fine giugno con un memorandum d’intesa già firmato tra Ue e Tunisia. Siamo pronti a organizzare una conferenza internazionale su migrazione e sviluppo della quale abbiamo parlato con il presidente Saied. Questa sarò un’ulteriore tappa di questo percorso. Ringrazio la presidente von der Leyen per il suo instancabile lavoro. Su questo risultato ringrazio anche il grande lavoro diplomatico fatto dal governo italiano. La dichiarazione congiunta è un primo passo importante per un partenariato tra Tunisia e Ue, per affrontare in maniera integrata tanto la crisi migratoria quanto il tema dello sviluppo per entrambe le sponde del Mediterraneo. Siamo pronti a organizzare una conferenza internazionale su migrazione e sviluppodella quale abbiamo parlato con il presidente Saied. Questa sarò un’ulteriore tappa di questo percorso”.
Infine, il Premier olandese Rutte, ha sottolineato: “Concordo con la presidente von der Leyen, che il rafforzamento del partenariato con la Tunisia deve essere fatto in pieno accordo con i diritti umani. I Paesi Bassi invieranno al più presto una missione economica in Tunisia per discutere di energia, agricoltura, gestione delle risorse idriche e, naturalmente, turismo. E per ricostruire l’enorme corporazione bilaterale già in corso nell’area degli aiuti allo sviluppo, oltre ad altre questioni bilaterali di cui discutiamo e su cui stiamo lavorando”.
Quindi, nella dichiarazione congiunta , firmata oggi da UE e Tunisia, si legge che: “Nell’ambito del nostro lavoro congiunto sulla migrazione, la lotta contro la migrazione irregolare da e verso la Tunisia e la prevenzione delle perdite di vite umane in mare, è una priorità comune che comprende la lotta ai contrabbandieri e ai trafficanti di esseri umani, il rafforzamento della gestione delle frontiere, la registrazione e il rimpatrio nel pieno rispetto dei diritti umani. Riteniamo che vi sia un enorme potenziale per generare benefici tangibili per l’Ue e la Tunisia. Il partenariato globale coprirebbe le seguenti aree: rafforzamento dei legami economici e commerciali, un partenariato energetico sostenibile e competitivo, migrazione, contatti interpersonali. L’Ue e la Tunisia condividono priorità strategiche e in tutti questi settori trarremo vantaggio da una collaborazione più stretta. L’ipotesi di partenariato tra Ue e Tunisia prevede anche una cooperazione rafforzata nei settori della ricerca, dell’istruzione e della cultura. Lo sviluppo di partenariati nel campo delle competenze, aprirà nuove possibilità in termini di generazione di competenze e opportunità di mobilità, in particolare per i giovani. Il rafforzamento del dialogo politico e strategico in seno al Consiglio di associazione Ue/Tunisia prima di fine anno, costituirà un’importante occasione per rinvigorire i legami politico-istituzionali, con lo scopo di affrontare insieme sfide internazionali comuni e preservare un ordine mondiale basato sulle regole. L’Ue e la Tunisia hanno dato incarico, rispettivamente, al commissario europeo per l’Allargamento Oliver Varheliy e al ministro degli Esteri tunisino Nabil Ammar di stilare un memorandum d’intesa (Memorandum of Understanding, MoU) sul pacchetto di partnership allargata, che dovrebbe essere sottoscritto dalla Tunisia e dall’Ue prima di fine giugno”.
Parallelamente alla missione in Tunisia della Premier Meloni con la Presidente von der Leyen e con il Premier olandese Rutte, il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani si è recato a Washington per incontrare il segretario di Stato USA, Blinken e la Direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva, per discutere con questi ultimi della necessità di giungere al più presto a un accordo per un sostegno economico “graduale” allo Stato tunisino, in quanto, come affermato dallo stesso Vicepremier e ministro, Tajani, in un’intervista a La Repubblica : “Le foto drammatiche scattate all’obitorio di Sfax dicono una cosa chiara: la Tunisia ha bisogno di aiuti. E anche da parte del Fondo monetario serve un approccio pragmatico, non ideologico, all’emergenza economica. Quel Paese non può crollare. Solo con la stabilizzazione dei Paesi di partenza dei migranti potremo risolvere il problema. Sono foto orribili, che denunciano la gravità del problema migratorio. Il rispetto dei diritti, in questo caso quello dei morti e dei loro familiari, passa inevitabilmente dal miglioramento delle condizioni dei Paesi di partenza. Purtroppo, in uno Stato che non ha strutture ospedaliere e di accoglienza adeguate, più è forte l’esodo più aumenta il rischio di morti in mare e di assistere a queste scene disumane. Bisogna affrontare, e subito, la crisi economica della Tunisia”.
Il ministro degli Interni, Piantedosi, invece, dopo l’accordo trovato in settimana ,non senza difficoltà e ulteriori negoziazioni, a Strasburgo con gli omologhi europei sul nuovo Patto relativo alla gestione dell’immigrazione, dell’asilo e dei rimpatri, nel suo intervento alla trasmissione Tg2 Post, ha detto: “La redistribuzione dei fondi non è il nostro obiettivo principale, l’obiettivo principale rimane quello di bloccare le partenze favorendo tutti i processi di risoluzione dei problemi di carattere economico e sociale, con la creazione di un ulteriore fondo per finanziare i progetti della cosiddetta dimensione esterna del problema migratorio. Non solo progetti di rafforzamento della cooperazione operativa ma proprio indirizzando iniziative di sostegno ai paesi di partenza e di transito”.
Il Presidente della Tunisia, Saied, invece, alla vigilia della riunione con la Premier Meloni, la Presidente von der Leyen e con il Primo ministro olandese Rutte, aveva dichiarato in un video ripreso da Mosaique FM: “ La Tunisia , non accetterà mai il minimo trattamento disumano inflitto a chiunque si trovi sul suo suolo e si adopera affinché tutti gli immigrati si trovino in una situazione regolare. Queste persone sono vittime di un sistema globale che le tratta non come esseri umani, ma come semplici numeri e non è accettabile che noi facciamo da guardie di frontiera per altri Paesi.
La soluzione deve essere collettiva e nel quadro della legge , questa situazione che sta attraversando la Tunisia è anormale e dobbiamo porre fine a questa situazione disumana. Anche le statistiche sono false, ha affermato, si parla di 10.000, ma in realtà sono molto più numerosi, e vanno soprattutto a Sfax. Coloro che difendono i diritti umani accettano che le persone siano in questa miseria, dormano per terra e fuori con i bambini al sole, al freddo e alla pioggia?. Parliamo di tratta di esseri umani e loro sono vittime della povertà, delle guerre civili e si rifugiano in Tunisia, ma noi siamo uno Stato che ha le sue leggi e rispetta la legge e gli esseri umani. La situazione deve essere nell’ambito della legge, perché chiediamo di rispettare la legge al nord del Mediterraneo e non al sud? La soluzione non deve essere a scapito della Tunisia, di coloro che tuteliamo, ma (i migranti) devono rispettare la legge ed essere nella legalità”.
Intanto, è proseguita a Manduria, in Puglia, la tre giorni del Forum in Masseria, organizzato dal giornalista e conduttore di Rai1, Vespa, inaugurata dalla Presidente Meloni e che oggi ha visto la partecipazione, per il Governo, del ministro per gli Affari Europei , il Sud e la Coesione, con delega al Pnrr, Fitto, che, proprio riguardo al PNRR, ha dichiarato: “Oltre a una critica generica di ritardi sul Pnrr, mi piacerebbe che se ne aprisse una specifica sui singoli temi e sui fatti e così si potrebbe aprire un dibattito utile per il nostro Paese. Ma è credibile dire che un piano nato due anni fa negli ultimi 6 mesi ha avuto tutto quello che rappresenta un grande ritardo, come se non ci fosse un prima o una comparazione con gli altri Paesi europei. Abbiamo operato fino a oggi senza il patto di stabilità mentre ora siamo alla vigilia del ritorno del patto e non possiamo fare finta di nulla. Il governo non darà alle regioni un importo generico affinché li possano spendere come meglio ritengono, ma pensiamo a una serie di obiettivi pochi, con un elenco preciso e un cronoprogramma. I dati della Ragioneria dello Stato, ci dicono che l’utilizzo delle risorse per le politiche di coesione 2014-2020 si è fermato al 34%. E’ un sistema che non funziona. Non voglio replicare a nessuno, non l’ho fatto in questi mesi e non lo farò ; negli incontri avuti nelle scorse settimane mesi 19 presidenti di regione mi ha detto procediamo e da due sono arrivate critiche. Mi sarei preoccupato se fosse stato il contrario, ovvero 19 presidenti che avessero detto che era tutto un disastro. Vorrei critiche sui temi specifici: altrimenti, credo che lo scontro sia un modo per alzare il polverone”.
Il ministro della Cultura Sangiuliano, invece, ha annunciato che dal 16 luglio partirà un treno diretto da Roma verso gli scavi del Parco archeologico di Pompei e che dal 1° luglio l’ingresso al Pantheon sarà a pagamento , spiegando che: “Con il ricavato, riusciremo ad alimentare qualche mensa per i poveri e ad affrontare lavori di ristrutturazione e rigenerazione del monumento, allestendo anche la parte retrostante come museo. Il ministro ha poi chiarito che dietro la sua politica di aumento generale dei biglietti dei musei c’è “un motivo etico: una cosa, se vale, deve essere pagata. Non possiamo svendere i musei. Non si possono svendere i nostri musei. Li dobbiamo rendere efficienti, aumentarne la qualità e lo stiamo già facendo. Nel programma di legislatura, che è molto articolato, vi è il raddoppio di tre musei iconici: la Pinacoteca di Brera, che avrà un altro grande spazio per il ‘900 a Palazzo Citterio; il Mann di Napoli, che troverà uno spazio espositivo per le collezioni custodite nei depositi al Real Albergo dei Poveri; gli Uffizi, con altri due poli a Careggi e Montelupo. Tutti i target europei sono stati raggiunti e secondo l’Unione europea l’Italia è il Paese più avanti per la capacità di spesa del Pnrr della cultura. Per la cultura il Pnrr dispone una quota rilevante, oltre 4 miliardi. Ho sempre lavorato con senso di responsabilità: in una nazione importante e seria chi arriva segue la traccia segnata dai predecessori, facendosene carico anche quando non ne è convinto al cento per cento. Ho trovato un piano con i contenuti per il Pnrr: in parte li condivido, li trovo preformati, un’ottima scelta; altri meno, ma comunque andiamo avanti. Una fetta importante dei fondi è rappresentata da un miliardo e 50 milioni per il recupero dei borghi, per ridare vita, rigenerare, ristrutturare 250 borghi, ma contiamo di far scorrere la lista con risorse aggiuntive. È appena partito un bando partito che metterà a disposizione risorse economiche a titolo gratuito per aprire attività in questi borghi”.
Ospite per l’Opposizione , invece, il Presidente del M5S, Conte, che , in merito ai rapporti con il Pd e alla possibilità di creare un campo largo,ha detto: “Sulla guerra vedo che ci sono ancora dissonanze come anche sulla transizione ecologica. Sulla guerra in Ucraina da parte del Pd confido che possa esserci una svolta, perché fino adesso il Pd continua sulla linea bellicista, ovviamente quando si tratta di votare concretamente i vari provvedimenti. Su altri temi invece noto che con lei c’è sicuramente una maggiore determinazione del Pd verso, ad esempio, il salario minimo legale. Il Pd sta facendo progressi sulla lotta alla precarietà, si sta smarcano dal Pd renziano del Jobs act e sono ben contento. A noi interessano obiettivi e progetti politici, con il Pd posso condividere obiettivi e battaglie. Questo dialogo va affinato e spero che possa crescere e si rafforzi per creare terreni comuni di azione, ma un’alleanza organica oggi è fuori luogo. Il campo largo è una formula che non esiste. Qui si tratta di fare opposizione intransigente in modo serio, piuttosto che votare, come fanno alcune forze, che dicono di essere opposizione, con il governo e quindi da questo punto di vista a noi interessa offrire una visione diversa del Paese. Tornando sull’argomento guerra in Ucraina noi stiamo abbracciando una strategia militare, definita a Washington. Loro sono nostri alleati ma con gli alleati si parla, perché altrimenti se facciamo gli scendiletto sono, come dire, il nostro riferimento padronale. Agli alleati si spiega che questa strategia militare con questa escalation militare porta solo a più enormi rischi, anche di deflagrazione nucleare. Noi invece siamo per una svolta negoziale che va perseguita con forza, tutelando sì gli interessi vitali dell’Ucraina e coinvolgendo la Santa sede e altri player internazionali. Qui non c’è via uscita se non distruzione e rischi”.
Poi, in ultimo, parlando della guerra in Ucraina, ha sottolineato: “Siccome in guerra ormai, indirettamente, ma temo direttamente tra un po’, ci siamo anche noi, dico che abbiamo pieno titolo per sederci a un tavolo e non possiamo offrire a Zelensky una cambiale in bianco, ché ci dica lui come e quando vuole fare la pace, se la vuole fare, a quali condizioni, se vuole arrivare a Mosca o se deve vincere Putin. E lo dico nel rispetto di Zelensky e in appoggio della popolazione ucraina. Il presidente ucraino Zelensky è lì e si sta difendendo, lo vediamo in tuta mimetica e sta diventando un eroe per il suo Paese, e dico ‘eroe’. Ma è grazie alle nostre forniture militari. Zelensky non può decidere lui come e quando sedersi al tavolo e quali condizioni o meno, fermo restando che lavoriamo per lui e per difendere la sua sovranità territoriale”.
Nel frattempo , a Napoli, la segretaria del Pd, Schlein, che ieri ha preso parte a Roma con il sindaco dem Gualtieri alla manifestazione del Pride 2023 , ha partecipato nella sede dell’ex stabilimento Whilrpol in via Argine, all’assemblea che ha sancito lo scioglimento del partito Articolo1, la nascita dell’associazione Compagno e il ritorno tra i dem dell’ex ministro della Salute, Speranza e del fondatore di Articolo1, Bersani.
Nel suo intervento, seguito a quello dello stesso Bersani, la segretaria Schlein ha detto: “E’ difficile parlare dopo l’emozione di ascoltare quello che è stato il mio segretario. Oggi da sua segretaria, in qualche modo. Se io sono qui è per il suo e il vostro impegno di questi anni. Penso che il Pd non debba cullarsi in un’idea di autosufficienza, dobbiamo continuare ad allargare e ad aprire. Durante le primarie ,c’è stata e si è manifestata con forza una forte domanda di superar el’esistente e anche le sue dinamiche più respingenti e autoreferenziali. Questo è un altro impegno che mi voglio prendere. Non ci dev’essere mai nessuno che guardi dall’alto in basso chi si iscrive oggi per la prima volta, non ci dev’essere mai nessuno che si senta respinto. Lavoriamo perché sia un partito accogliente in tutti i territori, perché nessun neo iscritto trovi una porta di Circolo chiusa”.
Nel pomeriggio , sempre la segretaria dem ha incontrato il Presidente della Regione Campania De Luca, dopo le tensioni degli ultimi mesi. Un “primo confronto” tra i due, definito da fonti dem, “ franco e cordiale, a tutto campo, voluto dalla segretaria del Pd ,sulle tematiche del partito della Campania”.
Sempre a Napoli, nella giornata di ieri, si è tenuta l’assemblea nazionale di un altro partito di Opposizione, Italia Viva, fondato da Renzi, terminata con la designazione della capogruppo al Senato, Paita, come coordinatrice, contestata poi dall’ex ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Bonetti e dal responsabile economico del partito Marattin, in quanto figura non prevista dallo Statuto, per cui a ottobre bisognerà procedere a un voto. A tale contestazione è poi seguita una nota di Italia Viva nella quale si precisa: “Stupisce la protesta di Bonetti e Marattin. La nomina di Paita rientra nei poteri statutari del presidente Renzi. Chi vuol cambiare lo Statuto può farlo in qualsiasi assemblea. Meglio proposte in assemblea che fare polemiche su twitter il giorno dopo”.
Ieri, il leader del partito Renzi ha dichiarato: “Voglio far saltare il disegno di Meloni in Europa”, dice all’assemblea di Italia Viva a Napoli. Quello di consegnare la guida Ue a un’alleanza tra popolari e sovranisti. La lista Renew Europeè l’unica soluzione per evitare che l’Europa venga governata dal modello Meloni, è un atto di intelligenza politica per evitare lo slittamento a destra dell’Europa. Va fatta anche in Italia perché alle elezioni servono i voti non i veti. Faremo un congresso dal basso, da chiudere entro ottobre nella fase provinciale. Io sono per fare il congresso nazionale dopo le europee. Assumersi la responsabilità di rompere un giocattolo come la lista Renew europe sarebbe una follia, ma siamo pronti a tutto. Anche al cambio di nome e a fare un passo indietro. Io non sono affezionato al nome Italia viva, sono pronto a fare un nuovo passo indietro, quello che mi interessa in questo momento è che questa comunità non serva a Italia viva ma serva all’Italia. Ma non toccate la Leopolda. Quello che non sono disponibile a fare non è evitare il mio passo indietro, ma quando mi viene detto di rinunciare alla Leopolda come spazio politico il passo indietro lo chiedono a voi, e non l’accetterò mai”.
Poi, riferendosi alla segretaria del Pd, Schlein, ha sottolineato: “Cara Elly quando avrai preso alle prossime elezioni, mancano pochi mesi, il 41% – portando al Parlamento Ue persone come la giovane Elly Schlein che altrimenti ci andava solo in gita scolastica , quando avrai vinto 6mila comuni su 8mila, quando avrai ottenuto la possibilità di governare un paese costruendo leggi che, possono piacere o non piacere, ma hanno segnato la storia del Paese, allora io sarò disponibile a venire in Tv, darti ragione e scegliere il tuo armocromista. Fino a quel momento abbi rispetto. Amici riformisti del Pd, non solo non vi amano e non vi vogliono in tv e negli incarichi di partito, ma il gruppo dirigente pretende l’abiura delle passate stagioni riformiste per darvi cittadinanza. Dicono ‘se volete restare in questa casa dovete rimangiarvi tutto’. Io avrei problemi a guardarmi allo specchio”.
Sul Governo in carica, invece, ha detto: “Quello di Giorgia Meloni non è un Governo autoritario, ma velleitario. Non è un governo fascista ma indeciso su tutto. Ma quale deriva autoritaria? Qui c’è un Paese immobile, con una classe dirigente che si diceva pronta a cambiare tutto e invece è indecisa su tutto. Noi con la Meloni saremo di parola. Noi abbiamo nel nostro programma il sindaco d’Italia. Meglio avere uno che non la pensa come te legittimato dal popolo, che forzare le regole per non averlo”.
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