di Federica Marengo lunedì 2 ottobre 2023
“Siamo di fronte a una pressione migratoria senza precedenti, dovuta all’instabilità di vaste aree dell’Africa e del Medio Oriente. Il Governo italiano lavora ogni giorno per fronteggiare questa situazione e contrastare l’immigrazione illegale di massa.
Lo facciamo con serietà ad ogni livello: coinvolgendo gli altri Stati europei e stringendo accordi con i Paesi africani per fermare le partenze dei barconi e distruggere la rete dei trafficanti di esseri umani. E con norme di buon senso per facilitare le espulsioni di chi non ha diritto ad essere accolto.
Un lavoro difficile, certo, ma che può portare a risultati concreti, con pazienza e determinazione. Certo, tutto diventa molto più difficile se nel frattempo altri Stati lavorano nella direzione diametralmente opposta, e se perfino un pezzo di Italia fa tutto il possibile per favorire l’immigrazione illegale. E non parlo solo della sinistra ideologizzata e del circuito che ha i propri ricchi interessi nell’accoglienza.
Sono rimasta basita di fronte alla sentenza del giudice di Catania, che con motivazioni incredibili (“le caratteristiche fisiche del migrante, che i cercatori d’oro in Tunisia considerano favorevoli allo svolgimento della loro attività”) rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione, dichiarando unilateralmente la Tunisia Paese non sicuro (compito che non spetta alla magistratura) e scagliandosi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto.
Non è la prima volta che accade e purtroppo non sarà l’ultima. Ma continueremo a fare quello che va fatto per difendere la legalità e i confini dello Stato italiano. Senza paura”. Così, la Presidente del Consiglio Meloni, stamane, in un post su Facebook, riguardo le polemiche degli ultimi giorni relative alle dichiarazioni del Cancelliere tedesco Scholz, che ha annunciato maggiori controlli ai confini della Germania,per fermare l’arrivo di rifugiati e in merito alla giudice del Tribunale di Catania che non ha convalidato il trattenimento dei tre migranti , ritenendo il decreto del Governo “illegittimo in più parti”, specie , come evidenziato da fonti legali, nella nuova procedura , introdotta dal Dl contenente la norma sui Centri per il rimpatrio, approvato in Consiglio dei Ministri, che prevede il trattenimento e la cauzione di 5.000 euro da pagare per non andare nel centro”.
A decidere il trattenimento nel centro per i 3 migranti era stato il Questore di Ragusa, ma la giudice del Tribunale di Catania, non ha convalidato tale fermo, disponendone l’immediata liberazione, poiché, come espresso nella motivazione, ha ritenuto illegittimo sia il trattenimento sia la richiesta di cauzione in cambio della libertà.
Per la giudice,infatti, il decreto del Governo “determinando in 4938,00 euro l’importo per la prestazione della garanzia finanziaria per l’anno 2023, da versare in un’unica soluzione mediante fideiussione bancaria o polizza fideiussoria assicurativa, e precludendo la possibilità che esso sia versato da terzi, non è compatibile con gli articoli 8 e 9 della direttiva 2013/33, come interpretati dalla Corte di Giustizia”, in quanto “Deve infatti escludersi che la mera provenienza del richiedente asilo da Paese di origine sicuro possa automaticamente privare il suddetto richiedente del diritto a fare ingresso nel territorio italiano per richiedere protezione internazionale”.
In sintesi, per la magistrata, la normativa italiana non può essere applicata, essendo non coerente con quella europea, in quanto non si può privare una persona del diritto di fare ingresso nel territorio italiano per chiedere protezione internazionale solo perché proveniente da un paese di origine ritenuto sicuro.
Al post della Premier ha poi replicato il Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati di Catania, Alessandro Rizzo, che ha dichiarato: “L’Anm di Catania esprime una posizione ferma e rigorosa a tutela della collega , persona per bene che ha lavorato nel rispetto delle leggi, e respinge con sdegno le accuse a lei rivolte. Il rapporto tra potere esecutivo e giudiziario andrebbe improntato a ben altre modalità. Quelle che abbiamo letto sono parole sbagliate per toni e contenuti e non sono consone ai rapporti tra magistratura ed esecutivo. La magistratura esamina i ricorsi anche contro provvedimenti dell’autorità amministrativa e li decide sulla base delle leggi. Il fatto che una questione abbia significato politico è vicenda di tutti i giorni. La magistratura si occupa spesso di cose che hanno ricadute politiche, ma ciò non può legittimare la convinzione che dietro le decisioni dei giudici ci siano motivazioni politiche e che la magistratura faccia politica. Se la legge prevede che certi provvedimenti, come quelli relativi alla restrizione della libertà degli individui, sono contestabili significa che il magistrato è libero nella sua determinazione di convalidarli o meno. Oppure pensiamo che le decisioni debbano essere tutte a senso unico?. Spingere su toni così aggressivi è fuori luogo e ci allontana dai reali problemi della giustizia”.
Sulla stessa linea, il Presidente dell’ANM Santalucia, che , all’agenzia Adnkronos, riguardo al post social della Presidente del Consiglio, ha dichiarato: “Esprimersi in questi termini crea confusione nella pubblica opinione, una confusione pericolosa: si rappresenta la giurisdizione come se non facesse il bene del Paese; e remasse contro gli sforzi che il governo sta facendo per contrastare l’immigrazione illegale. E’ una rappresentazione fuorviante, falsa che fa male alle istituzioni prima ancora che ai magistrati. Non entro nel merito, ma di là del merito, che non discuto, perché è possibile che il provvedimento veda una revisione nei successivi gradi di giudizio. Ne faccio una questione di metodo: bisogna muoversi all’interno di un reciproco rispetto. La giurisdizione non è un pezzo del governo, per fortuna, siamo un organo di garanzia autonomo e indipendente. Facciamo un altro mestiere, tuteliamo i diritti fondamentali delle persone, che in materia di immigrazione sono il nucleo centrale. E lo facciamo inserendo le normative nazionali in un quadro più complesso, della normativa sovranazionale ed europea, e guardando i principi e i valori costituzionali. E’ un lavoro complicato, dove si può anche sbagliare; ma che va guardato con rispetto. Non si può pensare che venga fatto guardando gli interessi del programma di azione del governo; che non deve essere ostacolato, ma che non deve fare velo se un magistrato, nell’interpretazione libera delle norme, individua un problema e la necessità di dare la priorità alle fonti sovranazionali”.
Quanto alla giudice del Tribunale di Catania, che non ha convalidato il trattenimento dei tre tunisini per l’incompatibilità del Dl del Governo con il diritto UE, ha dichiarato all’Ansa: “Non voglio entrare nella polemica, né nel merito della vicenda. Il mio provvedimento è impugnabile con ricorso per Cassazione, non devo stare a difenderlo. Non rientra nei miei compiti. E poi non si deve trasformare una questione giuridica in una vicenda personale”.
Una decisione, quella della giudice del Tribunale di Catania che ha suscitato le proteste della Maggioranza, con la responsabile del dipartimento immigrazione di FdI, Kelany, che ha evidenziato: A Catania è evidente che si sia consumato un ulteriore caso di decisione politica e ideologizzata. È gravissimo il fatto che chi abbia giudicato il caso sia persona che abbia manifestato sui social, poi chiusi ad orologeria, convinzioni politiche contro Salvini e a favore delle politiche immigrazioniste delle ong. Lo stesso giudice che afferma che il decreto immigrazione violerebbe la Costituzione; sconfessando così lo stesso Presidente della Repubblica che lo ha controfirmato, giudica in evidente violazione dell’art. 111 Cost., che impone che ogni processo si svolga di fronte ad un giudice terzo ed imparziale. Chiederemo lumi per comprendere se si siano travalicati i limiti fissati dalla Carta Costituzionale”.
D’accordo anche il Vicepremier , ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché segretario della Lega, Salvini, che ha sottolineato: “Le notizie sull’orientamento politico del giudice di Catania che non ha convalidato il fermo degli immigrati sono gravi, ma purtroppo non sorprendenti. Già nel 2019, quando ero al Viminale, ci scontrammo con giudici del Tar che cercavano di boicottare i decreti Sicurezza e che sposavano pubblicamente le tesi della sinistra. Il tutto senza dimenticare le rivelazioni di Luca Palamara e le intercettazioni contro il sottoscritto che ‘va fermato anche se ha ragione’. La Lega chiederà conto del comportamento del giudice siciliano in Parlamento, perché i tribunali sono sacri e non possono essere trasformati in sedi della sinistra. Io, venerdì, andrò all’udienza di Palermo dove rischio fino a 15 anni di carcere per aver difeso i confini e ridotto drasticamente sbarchi e tragedie in mare. Chi ha la coscienza pulita non si fa intimidire. Ed è con questo spirito che faremo la riforma della giustizia, con separazione delle carriere e responsabilità civile dei magistrati che sbagliano”, riecheggiato dal senatore di FI , Gasparri: “I magistrati che si oppongono alle norme del governo in materia di immigrazione sono nemici della sicurezza della nostra nazione. Sono un ostacolo alla difesa dell’ordine pubblico. Confermano l’uso politico della giustizia. La Magistratura è da tempo il primo problema del Paese. Altro che riforma, servirebbe una rifondazione di una Istituzione che appare nemica delle esigenze primarie degli italiani”.
Critiche invece nei confronti del Governo, le Opposizioni ,con la segretaria del Pd, Schlein, che, in una nota, ha affermato: “Giorgia Meloni la smetta di alimentare lo scontro istituzionale che danneggia il Paese. La smettano di cercare un nemico al giorno per nascondere le proprie responsabilità. Se cercano responsabili del disastro sull’accoglienza, si guardino allo specchio: è la destra che scrive leggi palesemente incostituzionali e poi se la prende con i giudici che fanno il loro lavoro. È la destra che ha messo la firma su tutte le leggi che hanno prodotto questo caos, come la Bossi-Fini che alimenta l’irregolarità, è sempre la destra che non ha mai contrastato il regolamento Dublino lasciando l`Italia più sola, per allearsi con Polonia e Ungheria che di solidarietà , non ne vogliono sapere”, seguita dal capogruppo dem al Senato, Boccia, che , in merito al post social della Premier e alle dichiarazioni di esponenti della Maggioranza, sentito da Meptropolis ha evidenziato: ” Pensavo che fossero un fake. Dimostrano un’insofferenza alla terzietà del potere giudiziario e la conferma di quanto questa destra non abbia rispetto della Costituzione che infatti vogliono cambiare. Non pensavo che lei facesse una cosa alla Salvini. Da Salvini la Costituzione presa a calci e calpestata ce la si aspetta. Anche se una persona con questo profilo non fa il vicepremier. Le parole di Meloni fanno il paio con quelle di Salvini di ieri che dice interverremo sulla magistratura. Questo è l’anticamera dell’eversione”.
Infine, per il Presidente del M5S, Conte: “Giorgia Meloni dice di lavorare seriamente per affrontare il tema dell’immigrazione. E’ stato serio prendere voti promettendo un blocco navale subito? E’ serio vendere ai cittadini come un successo un accordo con la Tunisia che poi si è rivelato un flop?. Proprio ieri il ministro tunisino ha chiarito che il suo Paese non agirà come gendarme a difesa dei confini altrui. E’ serio annunciare in maniera propagandistica una irrealistica lotta agli scafisti per tutto ‘il globo terracqueo’ e poi abbracciare i propri amici politici in Ungheria e Polonia che vogliono lasciare sola l’Italia sui migranti?. Nella scelte di Giorgia Meloni non c’è nulla di serio. I suoi slogan e i suoi bluff ci consegnano un’Italia sola, chiamata a gestire sbarchi che sono raddoppiati in un anno. Basta nemici immaginari, vittimismi su complotti e fantomatici governi tecnici in arrivo. Dai migranti al carovita Meloni si rimbocchi le maniche e trovi soluzioni, se ne è capace. Finora ha fallito”.
Intanto, mentre a Palazzo Chigi, secondo indiscrezioni di stampa , starebbero proseguendo i contatti fra Italia e Germania sulla vicenda dei finanziamenti tedeschi alle Ong che operano nel Mediterraneo e sarebbe al vaglio l’ipotesi di un colloquio bilaterale tra la Premier Meloni e il cancelliere tedesco Scholz,il ministro dell’Interno Piantedosi si è recato questa mattina a Ventimiglia per incontrare Fulvio Di Muro,il sindaco in quota Lega della città al confine con la Francia, i cui abitanti hanno espresso contrarietà alla presenza di un Centro per il rimpatrio. Presenti all’incontro anche il Questore di Imperia, Giuseppe Felice Peritore e il Prefetto Valerio Massimo Romeo.
Poi, sempre il titolare del Viminale ha raggiunto Imperia dove ha incontrato, in privato, l’ex ministro dell’Intero Claudio Scajola ,oggi sindaco e Presidente della Provincia e, successivamente, ha partecipato al Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza sull’emergenza migranti, al quale hanno preso parte anche il prefetto, il questore e il sindaco oltre ai vertici delle forze dell’ordine e dei carabinieri.
Al termine, il ministro Piantedosi ha tenuto una conferenza stampa nella quale ha annunciato: “Realizzeremo un Cpr in Liguria, ma non sarà a Ventimiglia“, spiegando che “sono previste misure compensative per i luoghi particolarmente gravati dalla presenza di migranti irregolari, come ad esempio raccolte speciali di rifiuti”.
Quindi, sul provvedimento della giudice di Catania che non ha convalidato i trattenimenti di tre migranti e sul post della Presidente del Consiglio Meloni, ha detto: “Ci sono le condizioni per impugnare la sentenza di Catania. Dalla lettura dell’atto siamo convinti che abbiamo ragioni da sostenere”.
Infine, sui rapporti con la Francia , il ministro dell’Interno Piantedosi, ha detto: “Sono ottimi. E non penso che tutelando i suoi confini voglia ledere gli interessi dell’Italia. Negli ultimi tempi ci troviamo sulla stessa posizione. Penso che prevenendo le partenze l’Europa possa tutelare meglio i suoi confini. E se ci fosse un’adeguata prevenzione delle partenze avremmo meno problemi a Ventimiglia”.
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