di Federica Marengo martedì 12 settembre 2023
-Nello stesso giorno in cui è stato pubblicato il libro-intervista alla Presidente del Consiglio (il primo ad una Premier ancora in carica), realizzato dal giornalista Alessandro Sallusti, e, di cui sono stati anticipati alcuni stralci alla stampa, la stessa Presidente Meloni ha presieduto a Roma l’Assemblea Nazionale del suo partito, FdI.
Nel suo intervento, la Presidente del Consiglio, a quasi un anno dalle elezioni Politiche e dall’insediamento del Governo, ha toccato diversi temi, a partire dalla Legge di Bilancio “con risorse limitate, che è la vera sfida”, evidenziando come l’Esecutivo intenda aiutare le famiglie, i redditi bassi e garantire risorse stabili alla Sanità.
Tuttavia, ha sottolineato la Premier: “Sarà anche l’anno delle grandi riforme e del piano Mattei”. Quindi, l’affondo nei riguardi delle Opposizioni: “Mi fa abbastanza arrabbiare vederli esultare a ogni minima difficoltà dell’Italia. Nell’ultimo trimestre il nostro Pil ha avuto una leggera contrazione e loro hanno esultato come per un gol alla finale dei Mondiali. Gente che tifa contro l’Italia, che stappa le bottiglie esultando dai balconi se c’è una flessione del Pil. Eppure, i dati macroeconomici ci danno ragione. Siamo in una congiuntura economica difficile, ma abbiamo raggiunto alcuni record, di occupati e di contratti stabili. E le stime del Pil italiano, con tutta la revisione, sono al di sopra della media europea”.
Poi, sull’introduzione, mediante il Dl Asset/Omnibus della tassa sugli extraprofitti delle banche, ha ribadito: “Hanno avuto da ridire perfino sulla tassazione agli extraprofitti delle banche. Sapete perché? Perché loro non hanno avuto il nostro stesso coraggio. Ma io difendo e difenderò quel provvedimento, che non ha un intento punitivo, e che racconta la fine di uno Stato forte con i deboli e debole con i forti. È una norma giusta e vi invito a difenderne le finalità nel corso della conversione del decreto-legge”.
Nel dettaglio, la misura , che è contenuta in un decreto in esame presso le Commissioni riunite Ambiente e Industria del Senato e ,a cui le forze politiche potranno presentare modifiche (emendamenti) fino a domani alle 13:00, per poi approdare in Aula nella settimana dal 26 al 28 settembre, prevede una imposta straordinaria una tantum a carico delle banche. Si tratta di un’aliquota del 40% sull’incremento del margine di interesse di cui alla voce 30 del conto economico rispetto al margine di interesse nell’esercizio antecedente a quello in corso al 1 gennaio 2022. L’una tantum non potrà andare oltre la soglia dello 0,1% del totale dell’attivo relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1 gennaio 2023 e il tributo andrà versato nel 2024. La suddetta tassa porterebbe nelle casse dello Stato 3,8 miliardi che verrebbero utilizzati dall’Esecutivo per rifinanziare il fondo mutui prima casa per gli under 36, norma, probabilmente in manovra.
Il ministro dell’Economia Giorgetti, nel suo intervento al Forum di Cernobbio ha aperto alla possibilità di modificare la norma. Sul tavolo, infatti, l’ipotesi di modificare la base imponibile, escludendo gli interessi relativi ai titoli di Stato e usando gli RWA delle banche, ossia le attività ponderate per il rischio, al posto degli asset totali.
Tuttavia, se Forza Italia ha chiesto di specificare con esattezza che la norma è solo una tantum, non replicabile negli anni successivi, di escludere dalla tassazione i titoli di Stato in pancia alle banche, di introdurre la deducibilità della tassa , se non totale al 50% e di calibrare attentamente il prelievo in modo da rispettare le specificità delle banche più piccole, troppo penalizzate rispetto ai grandi istituti, la Presidente Meloni, con le dichiarazioni di stamane nel corso dell’Assemblea di FdI ,sembrerebbe non voler modificare in tal senso la norma, così come evidenziato anche dal capogruppo di FdI, Foti, che ha detto: “E’ una tassa di equità. È doveroso chiedere agli istituti di credito di fare la loro parte”. Sulla stessa linea, anche la Lega.
Il dg dell’Abi, Sabatini, stamane, in audizione al Senato proprio sul dl asset e la tassa sugli extraprofitti ha affermato: “La comunicazione della decisione, senza alcun confronto preventivo anche con l’Abi, di introdurre l’imposta straordinaria una tantum» sulle banche «ha provocato sui mercati un impatto solo parzialmente poi attenuato. L’introduzione di tale imposta straordinaria ha prodotto un vulnus alla fiducia riposta sul mercato finanziario italiano. Ingiustificate penalizzazioni del settore bancario determinerebbero una minore capacità di accantonamenti prudenziali, di finanziamento alle imprese e alle famiglie e limiterebbero l’interesse degli investitori verso il settore bancario italiano che, da ultimo, si rifletterebbe sull’intero mondo economico italiano. L’extra-profitto si riferisce a una situazione specifica, quella in cui un’impresa godendo di una posizione di monopolio od oligopolio può fissare il prezzo dei suoi prodotti ricavando un profitto superiore a quello determinabile in un mercato concorrenziale. Questa situazione è assente nelle banche, in forte concorrenza nell’intera area dell’euro e per quella di fintech e big tech”.
Poi, riguardo alla retroattività della misura, Sabatini ne ha ventilato l’incostituzionalità, come già rilevato dai tecnici di Palazzo Madama ,che hanno evidenziato un possibile rischio legato all’eventuale “incompatibilità costituzionale della disposizione”: “La nuova norma» di tassazione straordinaria sulle banche «produce effetti retroattivi, in quanto si riferisce a periodi conclusi (2021 e 2022) o in corso (2023). La retroattività incide sulla certezza del diritto, in contrasto con i principi e i criteri di certezza, irretroattività, programmabilità cui si ispira la delega fiscale pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 14 agosto. L’imposta straordinaria» sulle banche «solleva dubbi di compatibilità con i precetti costituzionali. La Corte costituzionale ha stabilito, come irragionevole e pertanto incostituzionale, l’addizionale Ires sul settore energetico. Possibili profili di incompatibilità con la disciplina comunitaria sono relativi all’articolo 42 della Costituzione, per lesione del diritto di proprietà, stante il carattere espropriativo della misura sulla ricchezza dell’impresa. Si riscontra anche una possibile violazione del principio di libera concorrenza riconosciuto dal Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea nella prospettiva di una discriminazione. Gli operatori nazionali del settore bancario sarebbero penalizzati rispetto ad enti bancari residenti in altri Stati membri”.
Tornando all’intervento della Premier Meloni all’Assemblea Nazionale di FdI, quest’ultima, sul tema immigrazione, ha spiegato: “Non sono in campo soluzioni effimere ma strutturali e ci riusciremo. Ci vorrà più tempo ma saranno poi durature”, soffermandosi quindi su quanto fatto dal Governo finora: “Sono orgogliosa per l’Italia, che oggi ha qualcosa di più di quando ne abbiamo assunto la guida. L’Italia ha un’economia più solida, ha maggiore credibilità e centralità a livello internazionale, ha una stabilità e una visione da realizzare, riconoscibile e riconosciuta da tutti. Un’Italia che sembra tornare a sperare dopo anni di rassegnazione. Abbiamo alle spalle mesi incredibili, penso che rimarranno per sempre scolpiti nella nostra memoria, e speriamo non solo nella nostra. Personalmente, sono mesi dei quali vado molto orgogliosa. Per noi e per la nostra storia e per aver realizzato un sogno che era di tanti. Per me stessa, per potermi guardare dopo quasi un anno alla guida del governo della nazione e vedere ancora la stessa persona di prima, più vecchia, ma la stessa. Per aver camminato a testa alta ovunque, per essere stata schietta e per tutte le volte che sono stata in grado di dire no, banalmente perché era giusto farlo, anche quando bisognava pagare un prezzo”.
A seguire, le esortazioni ad andare avanti , superando le difficili sfide che attendono nel 2024 (tra cui le Elezioni Europee) : “Il dibattito politico sarà ancora più feroce, gli attacchi si moltiplicheranno, le trappole e i tentativi di disarcionarci anche. Per due ragioni: la prima è che questa stagione si chiuderà con le elezioni europee; la seconda è che, legandolo ai prossimi traguardi, noi non ci accontentiamo di aver vinto le elezioni. Non stiamo qui a goderci gli effimeri soddisfazioni del potere, ma per governare e cambiare le cose che non vanno. Abbiamo raggiunto obiettivi impensabili in Italia, potremmo farlo anche in Europa. Nulla di quello che è stato fatto lo ha fatto una persona sola. Il nostro non è mai stato uno sport individuale, ma di squadra. È questo il messaggio principale che voglio dare all’assemblea nazionale di FdI. Come in ogni campionato che si rispetti, la partita che si apre è più dura di quella che si ha alle spalle. Ho bisogno di tutta la concentrazione, la lucidità, la responsabilità e l’ambizione , nel senso buono del termine, delle quali siete capaci. Perché se qualcuno dovesse pensare che l’anno passato sia stato difficile, signori, temo che non abbiate visto niente”.
Infine, parlando degli attacchi ricevuti dalle Opposizioni e da alcuni Media, ha annunciato che il Congresso del partito, come previsto, si terrà dopo le elezioni Europee (“prima sarebbe un errore”), in vista delle quali ha esortato il partito stesso e gli alleati della Maggioranza a “non essere egoisti”: “In questi mesi si è visto di tutto. Le continue campagne finto scandalistiche, i dossieraggi, le continue richieste di dimissioni di questo o quell’altro, fango gratuito perfino sui familiari. Alla fine, è stato un boomerang, perché sono riusciti a dimostrare solo che ero esattamente la persona che dicevo di essere. Allora si sono attaccati agli organigrammi di partito, anche qui con racconti surreali, per raccontare il partito chiuso, familistico, asserragliato. Si è parlato di Arianna Meloni, militante da quando aveva 17 anni, sempre penalizzata dal fatto di essere mia sorella. Hanno volutamente e strumentalmente confuso un ruolo organizzativo come quello di segreteria politica con quello di segretario di Fratelli d’Italia. Continueremo a non rispondere a queste provocazioni. Non abbiamo tempo per giocare con loro alla lotta nel fango, perché siamo impegnati a volare alto e a guardare lontano, ai progetti a lungo termine, da costruire mattone dopo mattone. E a dare all’Italia una strategia che non aveva da anni, un orgoglio che aveva dimenticato, una stabilità che è alla base di ogni, vero, cambiamento possibile”.
Intanto, mentre dal Presidente della Repubblica Mattarella, in visita alla stazione ferroviaria di Brandizzo, in Piemonte ,luogo della strage di alcuni lavoratori, è arrivato il monito a fare di più in materia di sicurezza sul lavoro, è infuriata la polemica tra l’Ad della compagnia aerea Rayanair e , Michael O’Leary, e il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Urso.
Il Ceo di Rayanair, infatti,riguardo al Dl che prevede lo stop agli algoritmi che alzano i prezzi per le rotte nazionali da e per le isole durante un periodo di picco di domanda, e se il prezzo di vendita del biglietto è del 200 per cento superiore alla tariffa media del volo, durante una conferenza stampa a Milano, ha dichiarato: “Il decreto prezzi è basato su dati spazzatura e consigli falsi e inaccurati di Enac. Sono convinto che Bruxelles sia in ogni caso in procinto di rigettarlo. È completamente inapplicabile e avrà l’effetto opposto: ridurrà la capacità dei voli domestici e farà salire i prezzi. Giovedì parteciperemo al tavolo convocato dal ministro Urso. Abbiamo avuto un incontro ieri con il suo funzionario, ma nessuno ha idea di come questo decreto funzionerà: è il più stupido decreto che sia mai stato inventato”, per poi ribadire che “come prima conseguenza del decreto caro voli, Ryanair ridurrà il suo operativo invernale anche in Sicilia ; taglieremo un 10% di voli domestici dalla Sicilia questo inverno e sposteremo questi voli su rotte internazionali”.
Immediata, la replica del ministro Urso, che ha detto: “L’Italia è un Paese sovrano, non si fa a ricattare da alcuno. Ci siamo confrontati con il presidente dell’Antitrust su alcune tematiche di competenza del nostro dicastero, quindi le norme che riguardano il rispetto degli utenti, per quanto attiene i voli da aree come le isole Sicilia e Sardegna, in cui non vi è un’alternativa di mercato, e ovviamente anche della parte riguardante l’incremento delle licenze di taxi. Abbiamo trattato degli argomenti di nostra stretta pertinenza all’interno del decreto che è in corso di esame in Parlamento”.
Immediata ,anche la replica del presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma , che, in un’intervista a La Repubblica, ha sottolineato come ,a suo dire, Rayanair starebbe “esercitando pressioni indebite sul governo italiano. L’Unione Europea, garantisce alle compagnie aeree la libertà di stabilire i prezzi che considerano giusti. E io mi batto da sempre perché questo diritto sia garantito a tutti i vettori. C’è un però: sopra il Regolamento, ci sono i Trattati dell’Ue, che sono la Carta costituzionale dell’Europa. E questi Trattati stabiliscono il diritto alla mobilità delle persone. Un diritto che l’attuale situazione del mercato sta comprimendo, ingiustamente. Insomma, con questi prezzi che abbiamo visto quest’estate, solo una parte della popolazione si può permettere di volare. E non è una condizione accettabile. Il volo sta diventando un privilegio riservato solo ai ricchi. Il problema vero è che i voli sono ancora troppo pochi, mentre la domanda è esplosa, e questo spinge ancor di più i prezzi verso l’alto. O’Leary ha peraltro minacciato di tagliare un 10% di voli domestici dalla Sicilia questo inverno e sposteremo questi voli su rotte internazionali, se il decreto caro voli andrà in porto. Ma è soprattutto nelle tratte verso la Sardegna e la Sicilia che i prezzi sono aumentati a dismisura. Sono solo dispetti. Anzi, tagliano laddove avrebbero tagliato comunque, a prescindere dal decreto sul caro voli. Perché non riducono le destinazioni anche a Milano o Bergamo? Lì volano e voleranno ancora perché hanno troppa convenienza a farlo. Come si può risolvere allora la questione? Vengano da noi dell’Enac: capiranno che siamo bravi, flessibili e disponibili a firmare un accordo anche in dieci minuti. Altrimenti ,un’intesa può essere sottoscritta davanti all’Autorità Antitrust”.
“Approfondimenti urgenti circa le decisioni assunte da Ryanair contro il decreto sulle tariffe, arrivando a valutare, qualora ne sussistano i presupposti, la sospensione di tutte le autorizzazioni ad operare presso gli scali italiani concesse a Ryanair”, è stata la richiesta avanzata dal Codacons.
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