di Federica Marengo giovedì 10 agosto 2023
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-Continua a far discutere la politica, sebbene stavolta si registri una convergenza delle Opposizioni (eccetto Azione e Italia Viva) con l’Esecutivo, così come l’ambito bancario, il provvedimento contenuto nel Dl Omnibus, approvato in Consiglio dei Ministri lunedì scorso , che prevede una tassazione del 40% sugli extraprofitti delle banche in riferimento al 2023 e al 2022 per il 2021, sebbene il ministero dell’Economia e delle Finanze , tramite nota, abbia precisato che la misura avrà un tetto dello 0,1% e che sarà in vigore solo per un anno. Precisazioni che hanno fatto rientrare, determinando un rimbalzo dei titoli bancari a Piazza Affari, l’allarme delle banche , che aveva causato il crollo in Borsa per 9 miliardi di mancati guadagni, verificatosi nella giornata di martedì, nel giorno successivo all’annuncio della misura.
Sulla norma, difesa dalla Maggioranza e dalla stessa Premier Meloni, in quanto i proventi , circa 3 miliardi , di guadagno degli istituti bancari, definito dalla stessa Presidente del Consiglio “ingiusto”, saranno destinati al pagamento dei muti per le famiglie in difficoltà e al taglio delle tasse per famiglie e imprese nella prossima legge di Bilancio, è tornato il capogruppo alla Camera di FdI , Foti, che, un’intervista a La Repubblica , ha spiegato: “Dobbiamo affrontare con serenità e senza bandiere ideologiche i decreti della riforma fiscale: puntando a un rapporto tra il fisco e il cittadino all’insegna della semplicità. Nessun paese europeo ha una tassazione come la nostra». Non manca, a proposito di Europa e tassazione, la domanda sul prelievo sugli extra profitti delle banche. La Bce sta affrontando l’inflazione con l’aumento dei tassi e le banche stanno realizzando dei profitti importanti. Uno dei banchieri più attenti, come Carlo Messina, ha ribadito che anche le banche devono fare uno sforzo per andare incontro a chi non ce la fa. Lo Stato quando vi fu un problema per il sistema bancario intervenne: tanto che oggi detiene una quota in Mps e si tratta di soldi dei cittadini. C’è da ridare una mano a chi l’ha data prima: io la chiamo solidarietà di sistema”.
A rassicurare gli istituti bancari e a svolgere una posizione di mediazione tra le stesse e il Governo, però, è il Vicepremier e ministro degli Esteri , nonché segretario pro tempore di FI, Tajani, che, in un’intervista a Il Giornale, ha dichiarato in merito: “La Bce ha sbagliato, lo diciamo da mesi e questa è l’inevitabile conseguenza. Purtroppo, chi ne ha fatte le spese sono state le imprese e chi ha mutui a tasso variabile, ora c’è il rischio che i mutui non pagati si trasformino in crediti deteriorati che potrebbero creare altri problemi. Per questo bisognava intervenire e il fine ultimo è tagliare le tasse sul lavoro, anche in vista del dibattito sul salario minimo. Noi non siamo contro le banche, soprattutto pensiamo alle banche di credito cooperativo e popolari, stiamo lavorando nell’interesse dei risparmiatori. In questo momento le banche devono fare la loro parte in un piano complessivo ma sarebbe miope e dannoso per il nostro sistema economico colpirle in maniera indiscriminata. Per questo bisogna scrivere bene la norma. Il terreno è molto delicato e non ci anima nessuno spirito punitivo verso chicchessia. Gli introiti, quindi, devono servire ad aiutare i cittadini a pagare i mutui, a tutelare il risparmio e utilizzarli per aumentare i salari per averli davvero ricchi, a ridurre la pressione fiscale, a detassare le tredicesime, gli straordinari e i premi di produzione. La norma dev’essere scritta bene e sarebbe stato meglio fare tutto a mercati chiusi, in ogni caso vigileremo in Parlamento perché tutto sia fatto nel migliore dei modi”.
Tuttavia, mentre stamane si svolgeva il Comitato di presidenza dell’Associazione bancari italiani, proprio per fare il punto sulla misura, l’agenzia di rating Moody’s, si è espressa negativamente sulla misura , evidenziando in una nota: “La nuova tassa sugli extra profitti è credit negative per il settore. Secondo calcoli, su 5 banche che rappresentano oltre il 60% del margine di interesse del sistema bancario italiano a fine 2022 (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Bper, Banco Bpm e Mps) la nuova imposta ridurrà sensibilmente il loro reddito netto con un peso di circa il 15% dell’ utile netto 2022 del sistema. Inoltre, la tassa va ad aggiungersi a una serie di altri vincoli alla redditività delle banche, come prestiti o spese operative”.
Sempre a proposito del Dl Omnibus, nel pomeriggio, il Presidente della Repubblica, Mattarella , come si legge in una nota diramata dal Quirinale, “Ha firmato il decreto Asset varato il 7 agosto dal consiglio dei ministri. Contestualmente, ha autorizzato la presentazione alle Camere del ddl di conversione del provvedimento che contiene “disposizioni urgenti in materia di processo penale, processo civile, di contrasto agli incendi boschivi e di recupero dalle tossicodipendenze e dalle altre dipendenze patologiche, nonché in materia di personale della Magistratura, del Ministero della giustizia e del Ministero della cultura”.
Tutte le norme contenute nei due provvedimenti, quindi, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ormai prossima, entreranno subito in vigore, ma i decreti dovranno essere convertiti in legge entro 60 giorni, pena la decadenza. I due provvedimenti, Asset e Giustizia (quest’ultimo con norme dall’inasprimento per le pene contro i piromani, per affrontare l’emergenza degli incendi boschivi, all’estensione delle intercettazioni a diversi reati) , intanto, dovrebbero essere presentati domani mattina alla Camera.
Il Dl Asset , però, dovrebbe poi passare al Senato per l’avvio dell’esame, mentre il dl Giustizia dovrebbe restare a Montecitorio per la prima lettura.
Inoltre, secondo indiscrezioni di stampa, con l’entrata in vigore del Dl Omnibus dovrebbe essere ripristinata la regola per cui, in caso di estinzione anticipata di un prestito (anche se sottoscritto prima del 25 luglio 2021), il consumatore potrà riavere indietro tutti i costi sostenuti, in relazione al contratto di credito (comprensivi di interessi e spese, come chiarito dalle sentenze della Corte costituzionale e dalla Corte di Giustizia). Verrebbe così abrogata la restrizione prevista da un emendamento al Dl Infrazioni, che stabiliva appunto che questo diritto non valesse più per le estinzioni anticipate dei contratti di credito al consumo sottoscritti prima del 25 luglio 2021 (data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge n. 73 del 2021, che ha introdotto la norma).
Sempre nel suddetto decreto Asset, parte del Dl Omnibus, vi è il provvedimento per contrastare il caro-voli, con la stretta sulla fissazione dinamica delle tariffe , modulata in relazione al tempo della prenotazione, se la fissazione è applicata su rotte nazionali di collegamento con le isole e avviene o durante un periodo di picco di domanda legata alla stagionalità o in concomitanza di uno stato di emergenza nazionale e, se conduce a un prezzo di vendita del biglietto o dei servizi accessori, del 200% superiore alla tariffa media del volo, cui si aggiunge la stretta sulla “pratica commerciale scorretta” dell’utilizzo di procedure automatizzate di determinazione delle tariffe , da e per le isole, ossia dove sussistono esigenze di continuità territoriale , basate su attività di profilazione web dell’utente o sulla tipologia dei dispositivi elettronici utilizzati per le prenotazioni, quando esso comporti un pregiudizio economico e l’obbligo per le compagnie di informare l’utente, per gli acquisti di biglietti online, circa l’utilizzo di strumenti di profilazione.
Tali norme sono state contestate dalle compagnie aeree e , in particolare , dall’Ad di Rynair , Wilson, che , al termine di un incontro con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Urso,promotore delle suddette norme, ha definito le misure contenute nel decreto “sovietiche” , nonché “ridicole e illegali”.
Nella mattinata di oggi, il ministro Urso ha quindi replicato all’ad di Rynair, Wilson, evidenziando ai microfoni di TGCOM24: “Ryanair negli anni ha manifestato una certa insofferenza alle regole del mercato. È stata sanzionata 11 volte negli ultimi anni dall’autorità per la concorrenza e il mercato. Ryanair ha bisogno di buoni consiglieri di diritto commerciale, di qualcuno che si intenda di concorrenza, mercato e diritti dei cittadini. Siamo intervenuti con un decreto che tutela il mercato e i consumatori. Il mercato non è il far west dove speculatori approfittano, viene regolato dallo Stato, dalle leggi, dalle autorità e dall’Ue. Consiglio quindi di andare a cercare consulenti di diritto nelle università italiane, sono i migliori. Sul caro voli siamo intervenuti secondo le regole europee. Nelle isole non vi è una alternativa di mercato adeguata. Lo Stato ha il dovere di intervenire quando il cittadino viene sottoposto a una azione che non risponde alle regole di mercato, ma che è contro queste regole e anche i diritti dei cittadini stessi”.
Domani pomeriggio, invece, è previsto l’incontro a Palazzo Chigi della Presidente Meloni con le Opposizioni ,per discutere della proposta di legge di queste ultime sul salario minimo a 9 euro l’ora.
Un confronto difficile, poiché anticipato dal botta e risposta tra le parti, con la Premier che ha sottolineato come la misura “rischi di peggiorare le già basse retribuzioni”, e con M5s e Pd che hanno criticato quest’ultima ,accusandola di “usare come argomento fake news” e di “cercare l’incidente”, mentre il leader di Azione Calenda (in queste ore alle prese con la separazione da Italia Viva), ha chiesto ai leader degli altri partiti di Opposizione di limitarsi a parlare della proposta di legge sul salario minimo, in quanto il vertice “ha una sua utilità se tutte le parti in causa sapranno stare sul merito della questione”.
Presenti all’incontro di domani a Palazzo Chigi , per il Governo: la Presidente del consiglio Meloni, i Vicepremier e Ministri, Tajani e Salvini, la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Calderone e i sottosegretari Fazzolari e Mantovano. Per il Pd, la segretaria Schlein e la responsabile Lavoro del partito, Guerra; per il M5s, il leader Conte e l’ex ministra Catalfo, coordinatrice del comitato Politiche del lavoro del Movimento; per Azione , ci saranno il leader Calenda e il capogruppo alla Camera Richetti; per + Europa saranno presenti il segretario Magi e il deputato della Vedova; per Avs, Sinistra italiana, il leader Fratoianni e il capogruppo in Commissione Lavoro alla Camera, Mari, e , per i Verdi , il co-portavoce Bonelli ed Eleonora Evi e la capogruppo alla Camera Zanella.
Quanto ai dati economici, invece, l’Istat , per il mese di luglio, ha confermato il rallentamento dell’inflazione in Italia, con un’accelerazione maggiore di quanto previsto nelle stile preliminari. A luglio, infatti, l’indice dei prezzi al consumo ha registrato una crescita del 5,9% su base annuale; mentre è rimasto invariato su base mensile, a fronte di un 6% e +0,1% comunicati in via preliminare. In frenata, per il quinto mese consecutivo, anche la crescita del “carrello della spesa”, che a luglio segna +10,2% (+10,7% a giugno).
Secondo quanto si legge nel commento di Istat, tale rallentamento avverrebbe “In un quadro di stabilità dei prezzi sul piano congiunturale. L’inflazione acquisita per il 2023 rimane stabile a +5,6% per l’indice generale; mentre si attesta a +5,1% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) diminuisce dell’1,6% su base mensile e aumenta del 6,3% su base annua (in decelerazione da +6,7% di giugno); la stima preliminare era +6,4%. La decelerazione del tasso di inflazione si deve in prima battuta, al rallentamento della crescita tendenziale dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +4,7% a +2,4%); dei beni energetici non regolamentati (da +8,4% a +7,0%); degli alimentari lavorati (da +11,5% a +10,5%) e, in misura minore, di quelli degli altri beni (da +4,8% a +4,5%); e all’ampliamento della flessione su base annua degli energetici regolamentati (da -29,0% a -30,3%)”.
Per l’OCSE, invece, tra i Paesi del G7, l’Italia, insieme con gli USA, ha registrato il maggiore aumento del reddito reale delle famiglie pro capite nel 1° trimestre 2023 (3,3%), in quanto la crescita dei prezzi dell’energia si è attenuata dopo il picco del trimestre precedente. Il reddito reale delle famiglie pro capite, quindi,è cresciuto dello 0,9% nel I° trimestre del 2023, superando la crescita del Pil reale pro capite dello 0,3.
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