di Federica Marengo venerdì 2 giugno 2023
-Anche quest’anno, si sono svolte nella Capitale le celebrazioni del 2 giugno, Festa della Repubblica, per ricordare l’esito del referendum svoltosi nel 1946 , quando gli italiani scelsero la Repubblica alla monarchia.
Tuttavia, le celebrazioni per il 77° anniversario della Repubblica e per i settantacinque anni dall’entrata in vigore della Costituzione, erano già iniziate ieri pomeriggio, con il cambio solenne della Guardia d’Onore da parte del Reggimento Corazzieri, in piazza del Quirinale, con il concerto in onore del Corpo Diplomatico, eseguito dall’Orchestra sinfonica della Rai, diretta da Speranza Scappucci e, aperto al saluto del Presidente della Repubblica, Mattarella, e con il ricevimento nei Giardini del Quirinale.
Sempre ieri, poi, il Capo dello Stato aveva inviato un messaggio ai Prefetti, in occasione della Festa del 2 giugno, nel quale ha espresso loro riconoscenza per il prezioso contributo nell’attuazione dei valori di libertà, uguaglianza e solidarietà, sottolineando: “Ancora nelle scorse settimane, con instancabile impegno, in occasione dell’emergenza alluvionale che ha colpito così duramente l’Emilia-Romagna e territori della Toscana e delle Marche, i Prefetti, insieme agli enti regionali e provinciali, ai Sindaci, alle Forze di polizia, ai Vigili del Fuoco, agli enti di soccorso, al mondo del volontariato, al fianco dei territori feriti dagli eventi, hanno dato testimonianza della vicinanza solidale e operosa delle istituzioni ai bisogni e al dolore delle persone e delle comunità. È il fare rete tra Stato, autonomie locali, istituzioni e componenti della società civile che consente di affrontare e superare le sfide e le crisi. Con uno sguardo che sappia, sempre, guardare oltre l’emergenza per dare risposte efficaci e durevoli ai cittadini. Il dotarsi di una visione condivisa, essere capaci di un lavoro ben coordinato, sono ingredienti indispensabili a questo fine, così come la disponibilità a operare concordemente per un efficace utilizzo delle risorse disponibili, a partire da quelle messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in una logica di orizzonte ampio. La vicinanza alle fasce più fragili della popolazione, alle situazioni di marginalità – per migliorare, a partire dai contesti più difficili, la qualità della vita nei territori – con un’attenzione particolare ai fenomeni di degrado e alle situazioni di disagio sociale, soprattutto dei giovani e degli anziani, è tema che interpella le Prefetture, con effetti positivi sulla coesione sociale e la sicurezza delle comunità. La mediazione sociale, l’ascolto e il dialogo con tutti gli attori sono preziosi per affrontare la questione del lavoro oggi, per l’affermazione della legalità, nel contrasto a ogni forma di sfruttamento, assicurando ogni sforzo per elevare la sicurezza delle condizioni lavorative. Promuovere la realizzazione in concreto dei principi di buon andamento e di imparzialità, favorendo la cooperazione burocratica e il funzionamento degli apparati pubblici, è compito di impulso che appartiene di buon diritto alle Prefetture, Uffici Territoriali del Governo”.
Stamane, invece, all’Altare della Patria, il Capo dello Stato , insieme con il Capo di Stato Maggiore della Difesa, e il ministro della Difesa Crosetto, che ha ringraziato, come pure i corpi militari, in un messaggio, ha passato in rassegna il reparto d’onore schierato con Bandiera e Banda, per poi deporre una corona d’alloro al Sacello del Milite Ignoto, alla presenza dei Presidenti di Senato e Camera, La Russa e Fontana, del Presidente del Consiglio, Meloni e della Presidente della Corte Costituzionale, Sciarra. Al termine della commemorazione, le Frecce Tricolori hanno sorvolato su Piazza Venezia.
Poi, il Presidente della Repubblica ha assistito alla Parata Militare ai Fori Imperiali, aperta dai Sindaci e dalla soprano Eleonora Buratto, che ha intonato l’Inno d’Italia, accompagnata dalla Banda Interforze, conclusasi con il sorvolo delle Frecce Tricolori.
A sfilare, ai Fori Imperiali, tutte le componenti dello Stato, ripartite in dieci settori: personale militare e civile, Corpi armati non armati, Bandiere e Stendardi, Bande e Fanfare militari.
Proprio al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, il Presidente della Repubblica, Mattarella, ha inviato un messaggio, nel quale si legge in un passaggio: “Celebriamo oggi il 77° anniversario della nascita della Repubblica. I valori della scelta del 2 giugno 1946, trasfusi nella Carta costituzionale di cui ricordiamo i 75 anni di vita, continuano a guidarci nel cammino di un’Italia autorevole protagonista in quell’Unione Europea che abbiamo contribuito a edificare. Libertà, uguaglianza, solidarietà, rispetto dei diritti dei singoli e delle comunità sono pilastri fondamentali della nostra Carta costituzionale. Ai valori della Repubblica e della Costituzione si ispira l’azione delle Forze Armate, che contribuiscono in maniera significativa alla cornice di sicurezza della nostra comunità nazionale e alla causa della pace nel mondo. La comunanza di intenti e la sinergia che esprimono con i contingenti di altri Paesi, nell’ambito delle missioni determinate dalla comunità internazionale sono elementi cruciali per la costruzione di una architettura di sicurezza condivisa, fondamento di stabilità sociale e benessere collettivo. L’orizzonte di una difesa europea realmente integrata è la nuova sfida che attende le Forze Armate. I riconoscimenti degli alleati e dei Paesi amici, la stima e l’affetto delle popolazioni che i nostri militari assistono, sono prova eloquente della qualità del loro impegno e della credibilità conquistate nelle missioni di pace e di sicurezza al servizio del bene comune”.
Nel videomessaggio inviato agli italiani all’estero, invece, il Capo dello Stato ha evidenziato: “Oggi, lavorare all’estero non dovrebbe più rappresentare, per nessuno, una scelta obbligata bensì una opportunità, specialmente per i giovani. È responsabilità, della Repubblica, far sì che si tratti di una libera scelta. Si tratta di passare dalla ‘fuga’ dei cervelli, alla circolazione dei talenti; alimentando un circuito, virtuoso, di capacità e di competenze”.
La Presidente del Consiglio Meloni, invece, a margine delle celebrazioni, ha dichiarato: “La comunità nazionale, la patria, alla fine è questo: una dimensione di sacrifici che si compiono insieme per chi l’ha fatta prima di noi e per noi che lo facciamo verso gli altri. Non é una semplice celebrazione museale. È la dimensione del fatto che o noi capiamo che, se ci sia difficoltà o che le cose vadano bene, ne usciamo solo insieme, serve che ciascuno faccia la sua parte. Non c’è nessuno che da solo può risolvere i problemi. Capire che siamo tutti legati è l’elemento culturale che serve per capire che dobbiamo remare tutti verso la stessa direzione”.
Quindi, sui suoi profili social, la Premier ha così commentato le celebrazioni: “Sempre una forte emozione partecipare alle celebrazioni del 2 giugno. Commemoriamo oggi il 77° Anniversario della nascita della nostra Repubblica, simbolo di unità nazionale e identità del popolo italiano. Con orgoglio onoriamo la nostra storia e i valori fondanti della Costituzione italiana. Rendiamo omaggio ai Caduti che hanno sacrificato la loro vita per la difesa della Patria e per i sacri principi di libertà, uguaglianza e democrazia e ringraziamo i militari delle Forze Armate che ogni giorno, con spirito di servizio e dedizione incrollabile, lavorano per la pace e la stabilità dell’Italia e del mondo. Grazie a tutti coloro che contribuiscono a rendere l’Italia la grandiosa Nazione che è. Buona Festa della Repubblica a tutti!”.
Quanto all’azione di Governo, continua il dibattito tra le forze politiche di Maggioranza e Opposizione e tra giuristi sul via libera della Commissione Affari Costituzionali e Lavoro della Camera all’emendamento al Dl Pubblica Amministrazione, presentato dall’Esecutivo, che prevede lo stop per la Corte dei Conti al controllo concomitante sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e che proroga lo scudo erariale per i dirigenti pubblici e che, licenziato, approderà in Aula il 5 giugno.
Nella mattinata di ieri, il Presidente della Corte dei Conti, Carlino, era stato audito in Commissione, dove aveva ribadito la contrarietà ad entrambe le misure, precisando però, in merito alla stretta sul controllo concomitante al PNRR, che “”La Corte ha anche altri strumenti di controllo sul Pnrr” e che “La magistratura contabile si rimette comunque alla scelta del legislatore”.
Poi, proprio mentre il Decreto riguardante la Pubblica amministrazione veniva approvato in Commissione, la delegazione dei magistrati contabili ,guidata dallo stesso Presidente Carlino, incontrava a Palazzo Chigi il ministro per le Politiche UE, la Coesione e il Sud, con delega al PNRR, Fitto, il sottosegretario Mantovano, e il segretario generale di Palazzo Chigi, Deodato.
Di tale incontro, ha poi dato nota Palazzo Chigi, spiegando che: “Nell’incontro sono stati affrontati i temi legati all’attuazione del Pnrr, all’utilizzo del Fondo complementare, all’attività di controllo della Corte dei conti. È stata condivisa la necessità di una piena e leale collaborazione tra le istituzioni e ribadita la volontà di rafforzare il confronto e il dialogo, con l’adozione, nel rispetto delle competenze, di un modello di relazione e scambio di informazioni più intenso e puntuale. Il Governo e la Corte dei conti colgono l’occasione del Pnrr per innovare la collaborazione attraverso l’istituzione di un comune tavolo di lavoro, nella prospettiva di una revisione dei seguenti istituti: Disciplina della responsabilità erariale; Meccanismo del controllo concomitante; Adozione di un codice dei controlli. A tal fine, prendendo atto della contrarietà della Corte, già manifestata con gli esecutivi precedenti nel 2020 e nel 2021, sul cosiddetto ‘scudo erariale’, il Governo ribadisce la necessità della proroga fino al 30 giugno 2024, ma auspica e si impegna a un confronto con la Corte per l’elaborazione di una disciplina più aggiornata e stabile.
Il tavolo comune tra Governo e Corte dei conti sarà avviato già dalla settimana prossima”.
Critica nei confronti del Governo e dell’emendamento che introduce una stretta sul controllo concomitante da parte della Corte dei Conti, le Opposizioni, con il capogruppo al Senato del Pd, Boccia, che ha dichiarato: “L’emendamento per limitare i poteri di controllo della Corte dei Conti presentato alla Camera dal Governo al Dl PA è vergognoso e inaccettabile. Vergognoso perché intende sottrarre alla Corte il controllo e la verifica sull’utilizzo delle risorse del PNRR. Inaccettabile perché toglie a Camera e Senato, cioè al Parlamento, la possibilità di chiedere alla Corte la verifica, tramite una relazione, dell’iter dei progetti. Siamo di fronte ad alterazione dell’equilibrio dei poteri e ad una riduzione delle prerogative parlamentari che non è sopportabile”.
Sulla stessa linea dei dem , il capogruppo alla Camera del M5S, Silvestri , che ha dichiarato: “Nelle attività del governo c’è un tentativo di depotenziare l’azione della Corte dei conti: è uno scontro in atto. Noi abbiamo presentato una lettera per rendere inammissibile l’emendamento. Siamo dinanzi ad un utilizzo improprio dell’esercizio dei poteri parlamentari tant’è che è dovuto intervenire il Presidente Mattarella”, così come il portavoce di ASV, Bonelli, che ha sottolineato: “Sono d’accordo con le preoccupazioni del presidente Prodi (Romano Prodi) quando afferma che è un segno dell’aumento di autoritarismo la decisione del Governo di limitare le funzioni di controllo concomitante sul Pnrr”.
Tutt’altra, invece, rispetto a P5,5S e AVS, la posizione del leader di Azione, Calenda, che ha affermato: “Noi non faremo mai una opposizione preconcetta. Per esempio, sulla Corte dei conti a me sembra che quello che ha fatto il governo è del tutto logico, non c’è nessun pericolo autoritarismo. Però dico che sul Pnrr l’1% speso per la Sanità è una cosa inaccettabile. Cerchiamo di essere sempre molto oggettivi, perché questo è l’unico modo per fare politica”.
Di “una inutile e ingiustificata rappresaglia contro i rilievi fatti nei giorni scorsi dalla Corte la maggior parte del tutto legittimi, alcuni meno” , ha parlato invece il deputato, responsabile economico di Italia Viva, Marattin , secondo cui “Il controllo concomitante non è un intralcio burocratico, ma ha anzi lo scopo di accelerare la spesa e il raggiungimento degli obiettivi”.
Intanto, da Bruxelles, la portavoce della Commissione UE, in merito alle misure del governo sulla Corte dei Conti ha dichiarato: “Noi abbiamo un accordo con l’Italia sulla necessità di avere un sistema di controlli efficace per quanto riguarda la spesa dei fondi del Pnrr ed è responsabilità delle autorità italiane che questi enti siano in grado di lavorare. Le autorità italiane hanno istituito un ente ad hoc responsabile del controllo dei fondi del Pnrr, monitoreremo con grande attenzione cosa prevede la bozza di legge al riguardo della Corte dei Conti”.
Una dichiarazione, alla quale è seguita una nota di Palazzo Chigi nella quale si legge: “In riferimento alle dichiarazioni di un portavoce della Commissione Europea sulle norme riguardanti la Corte dei conti e i controlli sul Pnrr, il Governo italiano ha delle osservazioni di merito e di metodo.
- Sulla necessità dei controlli
Il Governo condivide il fatto che “il Recovery necessita di un quadro di controlli che siano adatti e proporzionati alla sua natura unica e in modo che i programmi di spesa si basino sull’efficienza.” L’azione del governo si basa su questo principio.
- Sul pre-giudizio non informato
Il portavoce afferma che la “Commissione europea non commenta i progetti di legge”, ma subito dopo – senza alcun approfondimento di merito – lo stesso portavoce della Commissione fa seguire delle considerazioni che alimentano polemiche politiche strumentali che non corrispondono alla realtà.
- Sulle modifiche inesistenti
Le norme proposte dal Governo – approvate ieri dalla Commissione parlamentare nel D.L. Pubblica Amministrazione – non modificano quanto già concordato tra Commissione europea e Governo italiano, le norme in discussione non intervengono su quanto previsto dal D.L. 77 del maggio del 2021.
- Sulla disciplina dei controlli della Corte
Il primo decreto sull’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, tra i diversi aspetti, disciplina i controlli sui fondi del Pnrr da parte della Corte dei Conti. Tale decreto, che rappresentava una specifica milestone del Pnrr, è stato rendicontato positivamente dalla Commissione. Tale norma non solo non viene in alcun modo modificata, ma è proprio la sua corretta attuazione che il governo vuol realizzare. Infatti all’art .7 comma 7, il decreto prevede: “La Corte dei conti esercita il controllo sulla gestione di cui all’articolo 3, comma 4, della legge 14 gennaio 1994 n. 20, svolgendo in particolare valutazioni di economicità, efficienza ed efficacia circa l’acquisizione e l’impiego delle risorse finanziarie provenienti dai fondi di cui al Pnrr. Tale controllo risponde ai criteri di cooperazione e di coordinamento con la Corte dei conti europea, secondo quanto previsto dall’articolo 287, paragrafo 3 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea”. La legge in questione (governo Draghi), quindi, affida alla Corte dei conti il controllo sui fondi Pnrr nella modalità del controllo successivo sulla gestione e non del controllo concomitante, con criteri di cooperazione e coordinamento con la Corte dei conti europea. Tale disciplina dei controlli della Corte dei conti sui fondi del Pnrr non solo resta in vigore, ma viene pienamente attuata.
- Sullo scudo erariale e la Commissione
Quanto alla proroga dello scudo erariale per funzionari e dirigenti pubblici, la norma è in vigore già da tempo e non ci sono mai state osservazioni da parte della Commissione. L’emendamento governativo approvato ieri ne proroga l’efficacia di ulteriori 12 mesi. Questa disciplina è rimasta in vigore per tre anni con due diversi governi, senza aver provocato alcun rilievo, siamo certi che la linea della Commissione non cambierà di fronte alla proroga di un altro anno decisa da un governo di diverso segno politico.
- Sulla cronologia degli atti parlamentari
La limitazione della responsabilità amministrativa dinanzi alla Corte dei conti fu prevista dall’art. 21, comma 2, del DL 16 luglio 2020 n. 76 (Governo Conte II). Tale limitazione, che aveva inizialmente un’applicazione limitata al 31 luglio 2021, è stata estesa, dapprima, dalla legge di conversione (sempre Governo Conte II) del medesimo decreto – legge n. 76 del 2020 (con il differimento di detto termine al 31 dicembre 2021) e successivamente dall’articolo 51, comma 1, lett. h), del decreto – legge 31 maggio 2021, n. 77, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2021, n. 108 (Governo Draghi), che ha ulteriormente differito detto termine al 30 giugno 2023.
- Sui rapporti tra Governo e Corte dei conti
Ieri a Palazzo Chigi si è svolto un lungo, cordiale e proficuo incontro tra il Governo e la Corte dei conti. Nell’incontro è stata decisa all’unanimità l’apertura di un tavolo di lavoro per revisionare e definire meglio alcuni istituti relativi ai controlli sul Pnrr.
- Sulla Costituzione, il diritto e la politica
Utili spunti sulla materia si possono trarre dalla lettura delle interviste di illustri costituzionalisti come Sabino Cassese, Cesare Mirabelli e Giancarlo Coraggio, che nelle ultime 24 ore hanno illustrato come l’intervento del Parlamento sia rispettoso della Costituzione, delle prerogative della Corte dei conti, improntato alla leale collaborazione tra le istituzioni”.
Altro dossier sul tavolo del Governo, poi, quello della ratifica del Meccanismo Europeo di Stabilità , che arriverà in Aula il 30 giugno e che, in intervista a La Stampa, il Commissario UE agli Affari Economici, Gentiloni, ha esortato a ratificare al più presto, pena la reputazione del Paese, in quanto “non ratificare il salva-Stati significa rinunciare ad aver voce in capitolo su come saranno destinati i soldi”.
Dunque prosegue il pressing di Bruxelles per la ratifica del Mes da parte del Parlamento italiano, dopo le dichiarazioni di alcune settimane fa del Presidente dell’Eurogruppo Donohoe, il quale aveva affermato che “Senza ratifica da parte dell’Italia nessun Paese potrà usarlo per fronteggiare le crisi bancarie”.
Il Governo , però, nonostante le resistenze della UE e le sollecitazioni di una parte delle Opposizioni (Pd e Azione/Italia Viva) al via libera alla ratifica, insiste sulla necessità di apportare modifiche al Mes in maniera preventiva , prima cioè di un via libera da parte dell’Italia, con il ministro dell’Economia Giorgetti, che, qualche settimana fa, dal palco del Festival dell’Economia di Trento aveva chiarito al riguardo: “In Parlamento il Mes arriverà. E’ stata avviata una discussione in parlamento e il parlamento ha dato mandato al governo di non portarlo avanti. Il Parlamento ,che ha preso questa posizione potrebbe cambiarla ,se cambieranno alcune cose, pensando che il Mes potrebbe avere anche altre finalità rispetto alle motivazioni con cui era nato. Noi non ricattiamo nessuno ,mettendo sul piano una cosa con l’altra. Sono fiducioso che una soluzione si troverà”.
Nel frattempo, dopo i dati positivi sulla crescita, buone notizie arrivano dall’Istat anche sull’occupazione, che , nel mese di aprile è risultata in crescita di 48mila unità rispetto a marzo (+0,2%) e di 390mila unità rispetto ad aprile 2022 (+1,7%).
Il tasso di occupazione , dunque, è salito al 61% ed è cresciuto soprattutto tra i dipendenti permanenti e gli autonomi , mentre è calato per i dipendenti a termine. Gli occupati quindi ammontano a 23milioni 446mila unità su base mensile, il tasso di occupazione è salito al 61,0%, mentre quelli di disoccupazione e di inattività è calato , rispettivamente al 7,8% e al 33,6% .
Secondo quanto spiega in una nota dall’Istituto Nazionale di Statistica: “A fronte di un aumento di 48mila unità nel complesso su marzo si registra un calo di 4mila unità tra gli uomini e un aumento di 52mila unità per le donne. Anche su base annua le donne registrano il risultato migliore con 217mila occupate in più a fronte di un aumento di 173mila unità tra gli uomini. Il tasso di occupazione femminile arriva ad aprile al 52,3% con un aumento di 0,3 punti su marzo e una crescita di 1,4 punti su aprile 2022 (+0,6 punti sull’anno per gli uomini)”.
Riguardo al tasso di disoccupazione, quest’ultimo è calato al 7,8% ,con una riduzione di 0,1 punti rispetto a marzo e di 0,4 punti su aprile 2022. Le persone in cerca di lavoro sono sono 1 milione 986mila, in calo di 14mila unità su marzo e di 72mila unità su aprile 2022.
Buone notizie, se confermate, anche sul fronte del costo delle bollette del gas. Infatti, secondo il presidente di Nomisma energia Tabarelli: “L’andamento del prezzo del gas in maggio, dai 37,5 euro dell’inizio del mese a poco più di 24 degli ultimi giorni ad Amsterdam, dovrebbe portare a un taglio della bolletta per il mercato tutelato dell’11%, dai 92 centesimi di euro al metro cubo di aprile a 82 cent, “una riduzione importante, al minimo dall’estate di due anni fa. Il calcolo della variazione di spesa annua per una famiglia tipo indica un risparmio di 140 euro”.
La tariffa del mese di maggio per gli utenti del mercato tutelato, quindi, sarà resa nota dall’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), il 5 giugno.
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