di Federica Marengo martedì 30 maggio 2023
-All’indomani della vittoria del centrodestra ai ballottaggi per le Amministrative in 5 dei 7 capoluoghi al voto: Ancona, (dove, per la prima volta in trent’anni il comune sarà amministrato dal centrodestra), Brindisi, Massa, Pisa e Siena, comuni , questi ultimi, che hanno visto la riconferma dei sindaci del centrodestra uscenti (a Vicenza, riconfermato invece il sindaco uscente di centrosinistra, e a Terni, eletto un candidato centrista) e nel comune siciliano di Catania, già al primo turno, mentre il candidato per Siracusa andrà al ballottaggio, la Presidente del Consiglio Meloni ha espresso in un video, pubblicato sui social, la sua soddisfazione per i risultati raggiunti nelle due tornate di voto, iniziate lo scorso 14 e 15 maggio con la conquista di Treviso e Latina: “Abbiamo ottenuto buoni risultati e qualche vittoria che potrebbe definirsi storica come ad Ancona a conferma del fatto che non esistono più le roccaforti. Il centrodestra vince queste elezioni amministrative e conferma il suo consenso tra gli italiani, il suo radicamento, la sua forza. Anche oggi, come nel primo turno, il centrodestra ha confermato la sua forza nelle urne. Gli elettori apprezzano il lavoro della coalizione di governo, il risultato odierno è una ulteriore spinta a proseguire nella nostra azione, a seguire con coerenza e chiarezza il programma di riforme economiche, sociali e istituzionali con il quale abbiamo ottenuto la fiducia degli italiani. Voglio ringraziare tutti i cittadini che hanno scelto di accordare la loro fiducia al centrodestra e hanno premiato il nostro buongoverno, le nostre proposte e la nostra concretezza. Voglio fare i miei auguri di buon lavoro a tutti i sindaci che sono stati eletti. Il governo lo troverete sempre al vostro fianco”.
Soddisfazione è stata espressa poi anche dal Vicepremier e ministro degli Esteri, Tajani, che, su Twitter, ha scritto: “Il centrodestra vince in tutta Italia. Un risultato straordinario che rafforza il governo. Grande risultato per i candidati sindaci di Forza Italia: Silvetti espugna Ancona e Marchionna Brindisi. Vittoria dedicata a Silvio Berlusconi”, seguito dal Presidente di FI, Berlusconi, che ha , nel suo messaggio, ha parlato di “buon governo del centrodestra ,che ha prevalso ancora una volta e, che rafforza l’azione dell’Esecutivo”,così come dal Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Salvini, che ha commentato: “Straordinari risultati per la Lega e il centrodestra in tutta Italia, con storiche vittorie ad Ancona – unico capoluogo regionale al voto, da sempre amministrato dalla sinistra e Brindisi, trionfo in Toscana con le riconquista di Massa, Pisa e Siena, in attesa dei risultati del primo turno in Sicilia nei quali siamo molto fiduciosi. Non c’è che dire: un ottimo ‘effetto Schlein'”.
Nel centrosinistra, invece, subito dopo l’esito negativo delle votazioni, malgrado il tentativo di un campo largo Pd, 5S, AVS, Terzo Polo ,in alcuni Comuni , la segretaria del Pd, Schlein, che ha rinviato la missione prevista per oggi e domani a Bruxelles, mantenendo l’incontro, in modalità online, con la delegazione degli europarlamentari Pd, ha riunito al Nazareno la segreteria del partito, rilasciando dopo qualche ora una dichiarazione alla stampa: “È una sconfitta netta. Sono elezioni amministrative ma dimostrano che il vento a favore delle destre è ancora forte. Il fatto che il Pd sia il primo partito non consola. Non si cambia in due mesi, serve tempo più lungo e da soli non si vince, ma bisogna costruire un campo alternativo alla destra che sia credibile. Nei capoluoghi è andata male, è andata meglio nei comuni medi”. Ringraziamo comunque tutti coloro che si sono spesi con generosità in queste elezioni. Sapevamo che sarebbe stato difficile, è andata male nei capoluoghi, meglio nei comuni medi. Sentiamo la responsabilità di costruzione di un campo che contenda la vittoria alla destra, ma non è una responsabilità solo del Partito Democratico”, riecheggiata dal capogruppo dem al Senato, Boccia, che, in un’intervista a Il Corriere della Sera e nella trasmissione di La7, “L’Aria che tira”, ha spiegato: “Era il risultato più probabile, anche perché molti Comuni erano già nelle mani del centrodestra. Peraltro nessuno ha mai pensato che la destra al governo potesse indebolirsi in 7 mesi. Le elezioni amministrative dipendono da un mix di proposte locali, credibilità dei candidati e, parzialmente, anche dal vento nazionale. Dico parzialmente, perché ho visto commenti trionfalistici. Ma chi pensa che il sindaco uscente di Pisa abbia vinto grazie al decreto rave o al decreto sulle Ong sbaglia analisi. Vorrei ricordare che noi a giugno del 2022 vincemmo ovunque e tre mesi dopo perdemmo male le Politiche. La nostra sconfitta nei Comuni capoluogo è netta e chiara, ma dedurne un’analisi politica che porta all’autoesaltazione della destra è fuori luogo. Intanto vorrei ricordare una cosa : Elly Schlein si è insediata il 12 marzo. Non c’è stata un’alleanza decisa dalla nuova segreteria e le liste del Pd erano di fatto già chiuse. Il Partito democratico nei consigli comunali è la prima lista anche rispetto a Fratelli d’Italia, dopodiché questo particolare non ci consola. Però è bene ricordarlo a chi non è quasi presente in nessun consiglio comunale, ma dice che il problema è il Pd. La critica al Pd non la fa Fratelli d’Italia, ma la capogruppo del Terzo polo al Senato”.
Parole, quelle del capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Boccia, cui ha replicato su Twitter la portavoce dell’ex segretario dem Enrico Letta, Monica Nardi, che ha sottolineato: “Lo scaricabarile, vi prego, no. Enrico Letta le amministrative le ha stravinte e per 2 anni di seguito: 5-0 nel 2021 e vittoria ‘a valanga’ (cit. Rep) a giugno 2022. Poco dopo ha perso (male) le politiche. Ma non ha cercato alibi e non ha mai sparato contro nessuno del Pd”.
Il Presidente del M5S Conte, invece, in conferenza stampa a Montecitorio, ha dichiarato: “Siamo disposti a dialogare col Pd, ma su temi e sui progetti, misurandoci su delle proposte concrete ai bisogni delle comunità territoriali e della comunità nazionale, senza compromettere o annacquare le nostre principali battaglie. Sono convinto che la Meloni non si batte con i campi larghi ma con una idea diversa di Paese. Bisogna costruire dei progetti politici, non basta presentarsi in occasione delle elezioni, non è decisiva la partecipazione insieme sul palco per qualche ora, serve una presenza tutti i giorni nei quartieri. Oggi è una svolta, dopo tanta laboriosa attività interna, partono 84 gruppi territoriali. L’unica reale possibilità per quel riguarda il M5s, che storicamente non ha performance apprezzabili sui territori, è costruire questo progetto dei gruppi territoriali, migliaia di amici e amiche coinvolti e invitati a lavorare sui territori. La seconda fase è costruire un confronto con le altre forze politiche, anche il Pd, ho sempre auspicato il dialogo, che non può significare un incontro di vertice. L’offerta politica va costruita con progettualità, e occorre del tempo per spiegarla”.
Poi, l’ex Premier, parlando della manifestazione del 17 giugno contro le politiche economiche del Governo, a chi gli ha chiesto della partecipazione del Pd, ha risposto: “La manifestazione del M5s a Roma del 17 giugno è una grande occasione per dare voce e volto al disagio sociale, i protagonisti veri sarà chi non riesce a pagare il mutuo, ad arrivare a fine mese, ad avere un lavoro stabile. Tutte cose rispetto a cui il governo si mostra insensibile. Sono benvenute tutte le forze politiche, sociali, civiche, noi siamo i promotori ma protagonista è chi vive il disagio sociale ed economico”.
Per il portavoce e deputato di AVS, Bonelli: “Non vi è dubbio che la destra ha vinto in questo Paese e penso che da parte dell’opposizione, che fino ad oggi non è riuscita a fare l’opposizione, deve partire una riflessione. Penso che Elly Schlein e Conte dovrebbero cominciare a riflettere sul fatto che questa parcellizzazione non fa bene al Paese e non fa bene fare l’opposizione in questa maniera”. Così Angelo Bonelli incontrando i giornalisti in piazza Montecitorio. “Ribadiamo che l’Italia ha bisogno di un’opposizione che sappia proporre delle cose e che non sappia fare l’arte del distinguo, come diceva Nanni Moretti: ‘mi si nota di più se mi metto da una parte o se me ne vado via dalla festa?’, così non funziona e non si può più andare avanti così”.
Nella sfera Terzo Polo, per il leader di Azione ,Calenda: “L’Opposizione è oggettivamente disunita e debole (noi compresi). Le proposte sono agli antipodi (Azione-5S), diverse (Azione-PD) o assenti. Ci sono due strade per cambiare questo stato di cose: 1) tutti contro la destra a prescindere senza alcuna coerenza di valori e politiche; 2) cercare di recuperare la fiducia degli elettori con proposte e presenza sul territorio. Noi cercheremo di seguire questa strada. I modelli Brescia/Vicenza possono essere ripetuti se il PD riuscirà ad uscire dal guado Riformismo/Massimalismo, smettendo di inseguire Conte e se i partiti libdem, dopo aver fallito la prova del partito unico, riusciranno a collaborare rispettandosi. Ci sono terreni sui quali si può iniziare a lavorare: 1) Retribuzione minima contrattuale; 2) Sanità; 3) PNRR. La prossima tornata sono le europee con sistema proporzionale. Campi larghi e altre formule non servono. Servono invece proposte di merito condivise e argomenti “sentiti” dalla maggioranza dei cittadini”.
Per la capogruppo al Senato di Italia Viva, Paita, il cui partito ha sostenuto la ricandidatura del sindaco di Vicenza, Possamai: “Le amministrative non sono le politiche. I cittadini votano i sindaci che considerano più credibili. Però una cosa è certa: il Pd di Elly Schlein non funziona. Non lo vedono arrivare nemmeno gli elettori. Peccato per quelle città in cui per arroganza il Pd non ha voluto fare l’accordo, come a Siena”.
Stamane, invece, la Presidente del Consiglio,Meloni, ha inviato un videomessaggio ai partecipanti al convegno “Nazione e Patria. Idee ritrovate”, svoltosi presso la Sala Capitolare del Chiostro del convento di Santa Maria Sopra Minerva, nel quale ha dichiarato in alcuni passaggi: “Non è un fatto irrilevante che definirsi patrioti non sia più oggi considerato un appellativo dispregiativo o comunque obsoleto ma un elemento condiviso e rivendicato praticamente da tutte le forze politiche, incluse quelle che in passato lo ritenevano quasi un’infamia.
È una grande vittoria e sono orgogliosa del contributo che anche noi abbiamo dato in questa direzione. Perché il mio sogno è vivere in un’Italia nella quale, pur nelle differenze, tutti possano definirsi e agire da patrioti, ovvero da persone che antepongono l’interesse della Nazione all’interesse di parte o di partito. Il mio sogno è vivere in un’Italia nella quale, pur nelle differenze, tutti possano definirsi e agire da patrioti, ovvero da persone che antepongono l’interesse della nazione all’interesse di parte o di partito. Io non ho mai creduto alla tesi della morte della patria. Certo, è senza dubbio che l’idea di patria sia stata in crisi per anni e che sia stata spinta nel cono d’ombra della storia. Ma non è vero che quell’idea era dissolta, non lo è mai stata”.
Nel pomeriggio, poi, la Premier ha incontrato, insieme con alcuni ministri e sottosegretari ( il Vicepremier, Tajani, la ministra per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa, Casellati, il ministro dell’Interno, Piantedosi, la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Calderone, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Ciriani, la ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Roccella, il ministro della Salute, Schillaci, il ministro per la Pubblica amministrazione, Zangrillo, la ministra dell’Università e della Ricerca, Bernini, la ministra del Turismo, Santanché, la Sottosegretaria al ministero delle Imprese e del Made in Italy, Fausta Bergamotto, e la ministra per le Disabilità, Locatelli), i sindacati Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Confsal, con i rispettivi segretari generali Landini, Sbarra, Bombardieri, Capone e Margiotta.a Palazzo Chigi per un confronto avviato dal governo con l’obiettivo di “impostare il lavoro” su riforme istituzionali, delega fiscale, inflazione, pensioni, sicurezza sul lavoro e produttività e di dar vita a tavoli specifici con i ministeri interessati.
Secondo indiscrezioni di stampa, la Presidente Meloni avrebbe spiegato nel corso dell’incontro: “L’appuntamento di oggi rientra nel cammino di confronto e dialogo che il governo ha deciso di instaurare con le parti sociali, un confronto necessario e opportuno per darci una organizzazione più cadenzata del lavoro e per un dialogo strutturato e spero proficuo, nel rispetto delle priorità che il Paese ha e che il governo ha deciso di darsi e delle rispettive posizioni. Sono convinta che dal dialogo e dal confronto, anche quando le posizioni sono distanti, possa venire un vantaggio quando, come oggi, le persone sono particolarmente competenti. Voglio istituire a Palazzo Chigi un osservatorio governativo sul tema del potere d’acquisto: salari, monitoraggio dei prezzi e della politica dei prezzi, controllo dell’attuazione e degli effetti dei provvedimenti che noi abbiamo introdotto e che magari non hanno dato i risultati previsti, come per esempio la riduzione dell’Iva sui prodotti per la prima infanzia. Questo è il tema più rilevante, dal quale si dipartono anche gli altri. Cercherò di essere presente in prima persona perché si possa sbrogliare insieme il bandolo di questa matassa”.
Quindi, in merito al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha evidenziato: “Il Pnrr è una delle questioni principali, una grande occasione. Le risorse devono arrivare a terra per essere spese nelle cose più strategiche. Il dibattito non deve essere ideologico, ma pragmatico. Stiamo lavorando al RepowerEu e alla verifica sul Pnrr esistente, per fare un tagliando che tenga conto del mutato scenario della realtà di oggi. Il RepowerEu diventa l’occasione per fare insieme una valutazione su cosa nel Pnrr può essere ottimizzato e perfezionato. Siamo fortemente impegnati sul fronte della sanità, ci diamo l’obiettivo di una riforma complessiva che abbia come priorità la riorganizzazione dei servizi, il miglioramento dell’accesso alle cure, la valorizzazione dei professionisti della sanità, c’è un finanziamento importante nel Pnrr, oltre 15 miliardi, che richiede un approfondimento perché è una grande occasione per migliorare il nostro sistema sanitario con strumenti che ci consentano di migliorare il sistema e non immaginare cattedrali nel deserto. Su questo è importante che ci sia un’interlocuzione molto seria”.
Infine, su Pensioni e Fisco, la Premier, ha detto: “Si lavorerà sul rafforzamento del sistema previdenziale, con particolare riguardo alle pensioni future. Dobbiamo garantire la tenuta del sistema ed evitare il manifestarsi di una bomba sociale nei prossimi decenni. L’osservatorio sulla spesa previdenziale al ministero. Sarà utile per mappare tutta la spesa e per valutare anche gli effetti di determinati provvedimenti in tema di esodi aziendali e ricambio generazionale. Il primo tavolo sarà sugli anticipi pensionistici; il confronto è particolarmente prezioso. Credo che si possa partire dal lavoro dell’osservatorio e dei tavoli tecnici, un lavoro di studio, per poi proseguire con un confronto complessivo sul sistema che possa portarci a soluzioni migliori in una materia molto complessa. Sul tema del fisco immaginiamo di inserire anche per i lavoratori dipendenti una serie di deduzioni, tra le quali quella sui trasporti. Inoltre, vogliamo rendere strutturale il tema dei fringe benefit e la detassazione del contributo del datore di lavoro per i lavoratori ai quali nasca un figlio. La denatalità è un’altra grande questione economica, che se non affrontata per tempo renderà molto meno efficaci tutti gli altri provvedimenti. È inutile pensare a come ottimizzare il sistema previdenziale, se abbiamo sempre meno persone in età lavorativa. L’obiettivo della delega fiscale è la riforma complessiva del sistema, con una riduzione progressiva delle aliquote Irpef per abbassare la pressione fiscale. Questo significa, nella nostra idea, ampliare sensibilmente lo scaglione più basso per ricomprendervi molti più lavoratori”.
Al termine dell’incontro con i sindacati, il segretario della Cgil, Landini, intervistato dai cronisti, ha dichiarato: “Da un lato consideriamo importante questa convocazione, che c’è stata grazie alla nostra mobilitazione, ma ad oggi non ci sono risultati. Per quello che ci riguarda bisogna proseguire la mobilitazione nel Paese. Abbiamo già deciso insieme a tante associazioni che il 24 giugno ci sarà una manifestazione nazionale a Roma sulla sanità e sulla sicurezza sul lavoro, che è un tema centrale decideremo tutto quello che è necessario senza escludere nessuna iniziativa”.
Proprio in materia fiscale, il Viceministro all’Economia, Leo, in un’intervista a La Stampa, riguardo a taglio delle tasse, tassa piatta, taglio del cuneo fiscale da rendere strutturale e riforma del catasto, smentendo i rilievi di Bankitalia sul rischio che la tassa piatta possa avere effetti sul Welfare, ha dichiarato: “Tagliare le tasse è fondamentale. Il primo step, risorse permettendo, è previsto il prossimo anno con la riduzione delle aliquote Irpef e la conferma del taglio del cuneo fiscale. Puntiamo sulla flat tax che in prospettiva, se ci saranno le condizioni, porterà all’aliquota unica: con l’obiettivo di semplificare, ridurre il prelievo e assicurare equità orizzontale al sistema. Non c’è alcuna intenzione di tagliare la spesa sociale, né di sopprimere prestazioni. Semmai, il tema vero è quello di evitare gli sprechi: di rendere il welfare più efficiente, di spendere meglio i soldi raccolti con le imposte. Anzi. L’obiezione della Banca d’Italia potrebbe addirittura essere ribaltata: perché è comunque impensabile che la fiscalità possa rincorrere all’infinito le inefficienze del sistema di welfare. Nessun sistema fiscale può sostenere un sistema senza fondo. Ora, esiste un progetto, condiviso da tutte le forze politiche che hanno vinto le elezioni, che mira alla riduzione della pressione fiscale. Che, non scordiamolo, continua a collocarsi su valori ben superiori al 43% del Pil. Ecco, parlare di flat tax significa ribadire che il percorso virtuoso per la riduzione delle tasse deve essere realmente avviato. Ci dobbiamo credere. Certo, senza illusioni. Senza scorciatoie. Senza fughe in avanti”.
In ultimo, poi sul tema della riforma del Catasto, sollecitata da Bruxelles, il Viceministro ha assicurato: “Le rendite catastali non si toccano. Non è affatto vero che i nostri valori catastali siano così inattuali. L’ultimo aggiornamento risale al 1988-89 ed è il più recente tra quelli realizzati nei principali paesi europei: l’Austria è ferma al 1973, il Belgio al 1975, la Francia al 1970 e la Germania addirittura al 1964: (nell’ex Germania Est si va indietro fino al 1935). Inoltre ,nel 1997 le nostre rendite catastali sono state ‘rivalutate’ del 5%; e nel 2012 col governo Monti sono state incrementate, ai fini Imu, del 60% per le abitazioni e di percentuali di poco inferiori per gli altri immobili. Oltre a questo su impulso dei Comuni è tuttora vigente una disciplina per riequilibrare le rendite delle diverse microzone comunali. E regolarizzare le situazioni non conformi. In ogni caso – aggiunge il viceministro- c’è molto altro che si può e si deve fare. C’è, per esempio, un tema di classamento delle unità che hanno beneficiato di interventi di riqualificazione. E c’è un tema di immobili fantasma e abusivi. Su cui interverremo con una serie di misure per accelerare l’individuazione degli immobili non censiti e abusivi. Lo faremo potenziando la condivisione di dati e documenti tra l’Agenzia delle Entrate e comuni”.
L’Esecutivo, poi, continua a lavorare anche alle modifiche al PNRR, con il ministro delle Politiche UE, della Coesione e del Sud, con delega al Piano, Fitto ,che ieri ha incontrato, per la seconda volta dopo le riunioni dello scorso 25 maggio, i Presidenti di Regione per , come si legge in una nota di Palazzo Chigi: “Ottimizzare le possibili sinergie tra le misure delle politiche di Coesione programmazione 2014-2020, 2021-2027 e il Pnrr, facendo il punto sullo stato dell’arte dell’attuazione dei programmi, a partire da quelli della programmazione 2014-2020. Una ricognizione che consentirà l’impiego ottimale dei fondi fino a oggi non gestiti in maniera sinergica ed efficiente, con ovvie ricadute sulla disparità tra i territori. Un percorso collaborativo necessario per correggere gli errori del passato e puntare agli interventi strategici che consentano all’Italia di allinearsi al livello che merita e che l’Europa ci richiede”.
Terminato l’incontro, se il Presidente della Regione Campania, De Luca, ha definito il confronto con il ministro Fitto “il nulla”, il Presidente dell’Emilia Romagna, Bonaccini, ha dichiarato che: “L’incontro con il ministro Fitto è andato molto bene. Da un lato – ha infatti ricordato Bonaccini – il ministro ha confermato la volontà di arrivare prima possibile a un accordo con le Regioni sui cosiddetti fondi di sviluppo e coesione. Per noi vorrebbe dire centinaia di milioni a disposizione della Regione. Appena il ministro Fitto sarà pronto a sottoscrivere l’accordo, noi saremo pronti con la destinazione dei progetti, gran parte dei quali andranno alla lotta al dissesto idrogeologico, alla ricostruzione di infrastrutture e dall’altra sulla rigenerazione urbana”.
Il ministro Fitto, invece, ha tracciato un bilancio positivo degli incontri, dichiarando: “Ottimo il lavoro di ricognizione compiuto, e proficuo lo scambio di informazioni con i Presidenti delle Regioni”.
Lo stesso ministro Fitto, nel suo intervento al Consiglio Affari Generali Europeo, che aveva tra i suoi ordini del giorno la preparazione del Consiglio Europeo di giugno, ha sottolineato: “Le proposte legislative della Commissione costituiscono una buona base di partenza nel percorso di riforma della governance economica. L’Italia punta a nuove regole di bilancio che siano realistiche e favorevoli alla crescita, con una maggiore flessibilità sugli investimenti verdi, sui piani di rilancio nazionali e sulla difesa”.
Riguardo alla questione immigrazione, il ministro ha auspicato che il Consiglio Europeo affronti una discussione approfondita: “L’Italia sottolinea l’urgenza di attuare pienamente le Conclusioni del Consiglio Europeo del 9 febbraio e si aspetta dei progressi di sostanza in merito. Per attuare le Conclusioni di febbraio, ribadite a marzo, è di cruciale importanza rinnovare i nostri sforzi nel campo della dimensione esterna, è fondamentale inviare a Tunisi un messaggio di sostegno complessivo”.
A ribadire che l’Italia avrà tutti i fondi previsti e che non perderà nulla, il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri Tajani, che , in un’intervista a Il Corriere della Sera ha dichiarato: “L’Italia non perderà nulla. Andiamo avanti, i compiti a casa li facciamo e alla fine i risultati arriveranno. I problemi che abbiamo noi li hanno tutti. Dappertutto stanno modificando i progetti, la Germania e anche altri Paesi mi pare abbiano questioni ben superiori alle nostre. Io penso che la flessibilità e lo dico da sempre sia una cosa giusta», aggiunge. Il Recovery plan della Ue, di cui il Pnrr è parte, è nato da una grande svolta alla politica europea. Il Pnrr nasce per rispondere alla crisi nata dal coronavirus. L’idea era ed è: vediamo dove cadono le macerie, vediamo dopo che la polvere si è depositata e a quel punto potremo capire meglio come aggiustare il tiro. Quanto ai richiami da parte dell’Ue, noi crediamo soltanto alle critiche obiettive, quelle non dipendenti da posizioni politiche. L’Italia entro il 31 agosto fornirà le correzioni e avremo tutti i fondi previsti. Sulle osservazioni da parte della Corte dei Conti, la Corte dei Contin fa il suo lavoro e i controlli sono giusti. Sono d’accordo con quel che ha detto il ministro Fitto: ci aspettiamo un approccio costruttivo. Dobbiamo collaborare tutti per far procedere le cose nel migliore dei modi, e noi siamo assolutamente pronti a collaborare. Ma spetta all’esecutivo prendere le decisioni e del resto non mi pare che le occasioni di confronto manchino: facciamo riunioni di continuo. Nella consapevolezza, che abbiamo ben presente, della rilevanza di questa partita: senza Pnrr la nostra crescita passerebbe dall’1,2 allo 0,4%. E questa è una cosa che nessuno dimentica: l’obiettivo che perseguiamo con grande impegno e determinazione è la crescita”.
Sul fronte dei lavori parlamentari, via libera all’unanimità da parte delle Commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera all’emendamento di Arturo Scotto (Pd) ,che prevede che nei documenti della Pubblica amministrazione la parola “razza” sia sostituita da “nazionalità”, mentre , secondo quanto stabilito dalla conferenza dei capigruppo, la proposta di legge di ratifica del Meccanismo Europeo di Stabilità approderà in Aula alla Camera per la discussione generale il 30 giugno.
Intanto, il Presidente della Repubblica Mattarella si è recato in visita nelle zone dell’Emilia Romagna colpite dall’alluvione per portare la solidarietà e la vicinanza dello Stato alla popolazione e assicurare la piena e veloce ricostruzione delle aree distrutte con le relative abitazioni e attività.
Il Capo dello Stato, è arrivato stamane alle 10:30 a Modigliana, dove è stato accolto dal Presidente della Regione Emilia-Romagna , Bonaccini, e da Giancarlo Dardi, sindaco della città. Qui , ha incontrato la cittadinanza, per poi trasferirsi a bordo dell’elicottero presidenziale per raggiungere Forlì.
A Forlì, è stato ricevuto dal sindaco Gian Luca Zattini, dal Presidente della Provincia Enzo Lattuca e ha incontrato i volontari intervenuti nelle zone colpite dall’alluvione e la cittadinanza, per poi trasferirsi a Cesena, dove ha visitato la Scuola Elementare e Media “Don Milani”, insieme con il sindaco Enzo Lattuca e con il Presidente della Provincia di Forlì-Cesena, e il centro di raccolta di beni di prima necessità, allestito nella palestra della scuola.
Quindi, si è recato a Ravenna, presso la sala pre-consiliare del Comune, dove ha incontrato una delegazione di coloro che hanno contribuito alla gestione dell’emergenza.
Nel pomeriggio, il Presidente Mattarella si è poi spostato a Lugo, dove è stato accolto dal sindaco Davide Ranalli, con cui ha visitato il Teatro Rossini, danneggiato dall’alluvione.
L’ultima tappa della visita del Capo dello Stato è stata poi Faenza e il municipio della città dove è stato ricevuto dal sindaco Massimo Isola, per poi incontrare nella Sala Consiliare i sindaci di tutte le città colpite dall’alluvione.
Un botta e risposta , vi è poi stato nel corso della giornata tra il Ministro della Protezione Civile Musumeci ,che ha rilevato la mancata presenza in Emilia Romagna di esponenti del Governo per via del mancato invito da parte del Quirinale, che, tramite, il consigliere per la stampa, Giovanni Grasso, ha replicato: “Il Presidente della Repubblica nelle visite nei territori italiani non impone la presenza di esponenti del governo. Essa, peraltro, è sempre gradita dal Presidente Mattarella. È così da sempre, dall’inizio del primo settennato. Il Quirinale in occasioni del genere, non ha mai fatto inviti. Ma se qualcuno vuol venire è benvenuto”.
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