-Governo ancora al lavoro sul Dl Rilancio, dopo l’ulteriore slittamento del Consiglio dei Ministri che avrebbe dovuto varare nelle scorse ore il provvedimento con le nuove misure economiche a sostegno di imprese, lavoratori e famiglie. Tra i nodi ancora da sciogliere: la regolarizzazione di braccianti, colf e badanti immigrati e la mancanza di coperture sufficienti per finanziare la Cassa integrazione (già introdotta dal Dl Cura Italia), e gli incentivi al personale sanitario. Lettera dei sindaci al Premier : più fondi per i Comuni o rischio crisi dei rifiuti.
-Il Guardasigilli Bonafede, alla Camera, sul caso della mancata nomina a capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Pm antimafia Di Matteo e sulle scarcerazioni di boss mafiosi per via dell’emergenza Covid19.
-Parla il Direttore generale del Fondo Salva Stati, Klaus Regling: “Usare il Meccanismo Europeo di Stabilità sarà molto vantaggioso per l’Italia: risparmierà 7 miliardi in dieci anni”.
di Federica Marengo martedì 12 maggio 2020
La riunione di ieri sera a Palazzo Chigi tra il Premier Conte e alcuni Ministri e rappresentanti dei partiti della Maggioranza non è bastata a sciogliere alcuni nodi che impediscono al Governo di varare in Consiglio dei Ministri il Dl Rilancio, quali: la regolarizzazione dei braccianti, colf e badanti immigrati e il relativo annullamento dei reati penali e amministrativi compiuti dai datori di lavoro che intendano denunciare un rapporto di lavoro irregolare (cui il M5S , per il tramite del capo reggente Crimi si è detto contrario, in quanto tale norma si tradurrebbe in una “sanatoria indiscriminata” ,che finirebbe per favorire il lavoro nero, mentre a favore si sono detti Pd e Italia Viva, partito, quest’ultimo, promotore della norma con la ministra delle Politiche Agricole, Bellanova) e la mancanza di coperture, segnalata dalla Ragioneria di Stato, per la cassa integrazione (già introdotta dal Dl Cura Italia e da estendere fino ad agosto o dicembre) e per gli incentivi destinati al personale sanitario.
Così, questa mattina si è tornati al tavolo del pre-Consiglio per ulteriori aggiustamenti tecnici al maxi provvedimento, mentre il Presidente del Consiglio con un comunicato ufficiale ha reso note alcune precisazioni sullo slittamento dell’approvazione del testo di 258 articoli e di oltre 400 pagine, del valore di 55 miliardi, prevista per lunedì scorso e che potrebbe arrivare fra stanotte e domani: “Il Presidente Conte, i ministri e le forze di Maggioranza stanno lavorando senza sosta, confrontandosi costruttivamente e nel segno dello spirito di squadra, con un solo obiettivo: dare nelle prossime ore il via libera a una solida rete di sostegni, aiuti e investimenti a protezione di cittadini, famiglie e imprese alle prese con una crisi senza precedenti.
Nella notte di domenica”, ha spiegato il Premier nella nota, “ le delegazioni delle forze di Governo hanno raggiunto, alla presenza del Presidente Conte, un accordo politico su vari temi e misure del Decreto Rilancio: tra questi è stato ampiamente discusso anche quello della cosiddetta “regolarizzazione dei migranti”, su cui è stata raggiunta una sintesi politica rimettendo alla Ministra Lamorgese il compito di tradurla sul piano tecnico-giuridico. Su questa sintesi politica e sulla sua traduzione normativa in queste ore il Movimento 5stelle si sta legittimamente interrogando, senza che questo stia provocando irritazione o malumore del Presidente Conte. Questo vale ovviamente anche per le altre forze politiche. Quanto alla posizione del Presidente Conte essa resta identica a quella già espressa nei giorni scorsi, nel corso di una intervista a un autorevole quotidiano: regolarizzare per un periodo determinato immigrati che già lavorano sul nostro territorio significa spuntare le armi al caporalato, contrastare il lavoro nero, effettuare controlli sanitari e proteggere la loro e la nostra salute tanto più in questa fase di emergenza sanitaria. Va precisato che questo tema, che spazia dalla dignità delle persone alla trasparenza dell’economia alla sicurezza nei rapporti di lavoro, è così complesso che non si lascia filtrare dalle tradizionali distinzioni ideologiche destra/sinistra, visto che, in passato,provvedimenti di regolarizzazione di cittadini immigrati molto consistenti sono stati approvati da Governi di Centrodestra”.
Duro, il commento alla nota da parte del M5S che , negando di aver mai dato assenso alla regolarizzazione di braccianti , colf e badanti irregolari e allo “scudo penale” per i loro datori di lavoro , tramite il capo reggente Crimi, hanno precisato: “La verità è che, nella riunione tenutasi domenica sera per affrontare l’argomento dei lavoratori stagionali, avevo dato a nome del M5S la disponibilità a modificare i testi al fine di trovare una soluzione condivisa da tutte le parti. Purtroppo l’ultima bozza visionata ieri sera riporta ancora la sanatoria dei reati penali e amministrativi per chi denuncia un rapporto di lavoro irregolare. L’auspicio di trovare una soluzione positiva rimane, continuiamo a lavorare con spirito collaborativo per questo obiettivo. Ma resta fermo che sul punto non arretreremo di un millimetro. Chi ha sfruttato le persone e ha drogato i mercati usando manodopera in nero a basso costo eludendo contributi e tasse, non può farla franca”.
Divisa , dunque , almeno su questa norma, la Maggioranza , con il Vicesegretario del Pd Orlando, che , riferendosi ai pentastellati, ha parlato di “posizione ingiustificabile”, che blocca l’approvazione del Decreto Rilancio e dunque le misure economiche a sostegno del Paese, riecheggiato dal deputato dem Orfini, che , su Twitter, ha scritto : “Il M5S dice che bisogna essere inflessibili con chi sfrutta gli esseri umani. E con questo argomento blocca da giorni la regolarizzazione dei migranti che spezzerebbe proprio quel meccanismo di sfruttamento. Una posizione per me assurda e irricevibile. E spero non solo per me”.
Per LeU, tale spaccatura, compromettendo la tenuta della Maggioranza, costituisce “un problema”, mentre Italia Viva ha ribadito la necessità delle regolarizzazioni.
Critica, sull’operato del Governo (“in ritardo sull’approvazione del Dl Rilancio”, ex Dl aprile), e sula regolarizzazioni di braccianti, colf e badanti immigrati, l’ Opposizione di Centrodestra, con il segretario della Lega, Salvini che ha aperto invece allo sblocco dei “corridoi verdi”, ovvero dei flussi migratori di lavoratori agricoli dai Paesi dell’Est , ora interrotti ,causa emergenza Covid19. Netto, invece, il no a “sanatorie indiscriminate” da parte di Forza Italia (ma sì all’impiego nei lavori agricoli o domestici dei percettori del reddito di cittadinanza o degli immigrati regolari) e di Fratelli d’Italia (sì, alla reintroduzione dei vaucher) .Favorevole alle regolarizzazioni, solo +Europa (“Il M5S vuole una regolarizzazione fallimentare”).
Intanto, per il tramite del ministro dell’Economia,Gualtieri, sono trapelate nuove indiscrezioni sul maxi provvedimento che conterrebbe misure come : il taglio dell’Irap, la tassa sull’attività produttiva , per il mese di giugno destinato alle imprese con ricavi fino a 250 milioni di euro. Mille e ottocento , infatti, sarebbero le attività produttive, artigianali e commerciali interessate dalla norma , essendo solo novecentosettanta le imprese con ricavi superiori.
Sospesa, anche l’Imu su strutture alberghiere e stabilimenti balneari e introdotti sconti sugli affitti.
Ancora al vaglio, poi, le misure a sostegno delle ricapitalizzazioni: per le piccole e medie imprese, si penserebbe a un mix tra sconti fiscali e intervento dello Stato attraverso Invitalia, mentre per le grandi imprese, al ricorso a un fondo apposito di Cassa Depositi e Presiti.
Tuttavia, per le imprese sarebbero in arrivo altri fondi per la sicurezza sul lavoro e l’adeguamento ai protocolli sanitari anti Covid19, dopo i primi 50 milioni messi a disposizione di Invitalia con il programma imprese sicure per l’acquisto di mascherine e dispositivi di protezione . In ballo, altri 600 milioni tra credito d’imposta per le sanificazioni e i dispositivi e aiuti a fondo perduto: le imprese fino a 9 dipendenti potrebbero avere massimo 15 mila euro, fino a 50 dipendenti, 50 mila euro e quelle più grandi , fino a un massimo di 100 mila euro.
Previsti poi: un ampliamento dei contribuenti che potranno utilizzare il 730 per la dichiarazione dei redditi ,l’estensione del bonus vacanze in Italia da 500 euro alle famiglie con reddito fino a 50 mila euro e 16 mila assunzioni di insegnanti, per un totale di ingressi nella scuola pari a 32 mila unità.
Un allarme, mediante lettera, però, è stato lanciato dal presidente dell’Anci, dal delegato alla finanza locale, dai sindaci delle città metropolitane e da tutti i presidenti delle Anci regionali,in rappresentanza dell’intera categoria dei sindaci italiani.
Nella missiva , indirizzata al Premier Conte, in cui si evidenzia che l’insufficienza dei 3 miliardi stanziati per i Comuni nel Dl Rilancio potrebbe determinare una crisi nella gestione dei rifiuti, si legge: “Il Governo ci ascolti, potrebbe saltare l’erogazione di servizi essenziali. Non vorremmo ritrovarci a gestire pericolosi assembramenti di rifiuti lungo le strade delle nostre città. Caro presidente. Purtroppo, il Decreto Rilancio non sembra cogliere in pieno la complessità delle problematiche che investono i Comuni. La continuità dei servizi sul territorio può essere garantita solo con impegni concreti, senza i quali non solo potrebbero incrinarsi il dialogo e la collaborazione tra le Istituzioni, ma verrebbe a crearsi un grave pregiudizio per i sindaci nell’esercizio delle loro funzioni sui territori e nei confronti delle proprie comunità. Nessuno oggi può valutare con precisione la dimensione della sofferenza finanziaria che rischia di mettere fuori gioco un intero comparto, in particolare i Comuni già in crisi o in situazione di più severa tensione finanziaria. Prima del varo del Dl Rilancio, che non contiene quello che serve ai Comuni e cioè ai cittadini, lei deve ascoltarci, a cominciare dal tema più urgente di tutti: il ristoro della tassa sui rifiuti che non intendiamo chiedere ai gestori delle attività commerciali per i mesi in cui sono stati costretti a chiudere per Decreto. La perdita di entrate per i Comuni è ben più pesante dei 3 miliardi di euro previsti nel dl Rilancio. Anche per la gestione dei rifiuti, le cifre sono tutt’altro che certe e le competenze appaiono confuse con l’entrata in campo dell’Arera che sarebbe stato meglio ripensare alla luce dell’impatto effettivo dell’emergenza . Arera ha calcolato le riduzioni tecniche del prelievo sui rifiuti,basate sulla valutazione della minor produzione dovuta al lockdown delle attività economiche più colpite, in 400 milioni di euro, rimandando a ulteriori provvedimenti l’individuazione di mezzi di copertura delle relative minori entrate. L’impegno dei Comuni è fondamentale, tanto più in relazione ai servizi che erogano, in particolare quello della raccolta dei rifiuti che in nessun modo può essere interrotto, ma che anzi va sostenuto, giorno per giorno, con adeguati flussi finanziari, se non vogliamo correre il rischio che a un’emergenza sanitaria se ne aggiunga un’altra. Non vorremmo alzare i toni dell’interlocuzione con il Governo, per evitare polemiche e strumentalizzazioni. Siamo certi che comprenderai che non possiamo lasciare nulla di intentato di fronte a possibili sottovalutazioni nella considerazione delle richieste dei Comuni italiani”.
In mattinata ,poi, il Guardasigilli Bonafede ha riferito alla Camera riguardo al caso della mancata nomina del Pm Antimafia Di Matteo a capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria nel giugno de 2018, emerso dalle dichiarazioni dello stesso magistrato, rilasciate qualche domenica fa alla trasmissione di La7 “Non è l’Arena” e sulle scarcerazioni di boss mafiosi, avvenute nel pieno dell’emergenza sanitaria Covid19 e che saranno soggette alla revisione e alla rivalutazione dei giudici di sorveglianza e della Procura Antimafia a fronte dei due Decreti Bonafede, licenziati di recente dal Consiglio dei Ministri.
“E’ stata fatta una nomina, con la più ampia discrezionalità e senza alcun tipo di condizionamento”, ha detto il ministro della Giustizia, spiegando : “La trasparenza e la verità rappresentano sempre i migliori antidoti per dibattiti contaminati dalla menzogna e dalla malafede, dibattiti come quello degli ultimi 8 giorni aventi ad oggetto, per l’appunto, la nomina del capo DAP del 2018. Non mi riferisco alle parole del dottor Di Matteo: mi riferisco invece al fatto che su quelle parole pronunciate domenica 3 maggio 2020, il dibattito politico e mediatico ha generato una congerie di caotiche e vergognose illazioni e suggestioni istituzionalmente e personalmente inaccettabili. Avevo pensato di riservare a Di Matteo il posto che fu di Falcone, ammetto che non ragionai sull’organigramma dei ruoli. Il dottor Di Matteo avrebbe avuto la possibilità di lavorare in via Arenula, al mio fianco. La mafia che vive di segnali, avrebbe visto solo che Di Matteo era dentro le istituzioni, al fianco del ministro della Giustizia. Appresi con sorpresa la decisione del dottor Di Matteo e lo informai che avevo già avviato le pratiche per il dottor Basentini. Non vi fu alcuna ‘interferenza’, diretta o indiretta, nella nomina del capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Punto!. Non sono disposto a tollerare più alcuna allusione: lo devo a me stesso ma lo devo prima di tutto alla carica istituzionale che mi onoro di ricoprire. E’ necessario rassicurare tutti i cittadini che credono nella lotta alla mafia perché sappiano che il fronte antimafia rimane compatto. Con illazioni nessun rispetto per vittime. Una congerie di caotiche e vergognose illazioni e suggestioni istituzionalmente e personalmente inaccettabili: c’è un confine e un limite a tutto e per me, quel confine, in politica e fuori dalla politica è rappresentato dalla mia onorabilità, nonché dal rispetto degli altri e della memoria di chi è morto per servire questo Paese. Ebbene, questo confine è stato ampiamente superato. Le immagini delle stragi di mafia buttate a caso tra un chiacchiericcio e un altro di improvvisati esperti antimafia, l’alone di mistero intorno al nulla per evocare inesistenti retroscena, sono tutte operazioni che mancano di rispetto proprio alle vittime di quelle stragi e ai loro familiari”.
Poi, in merito alle scarcerazioni di boss mafiosi: “I due Decreti legge approvati nel giro di una settimana rappresentano la migliore risposta dello Stato per garantire una stretta sulle richieste di scarcerazione e, contemporaneamente, riportare i detenuti davanti al giudice affinché, visto che il quadro sanitario è cambiato, vengano rivalutate tutte le questioni di salute. Riguardo alle strumentalizzazioni che qualcuno vorrà ancora una volta fare, ricordo che le scarcerazioni sono state determinate da decisioni prese, in piena autonomia e indipendenza, dai magistrati competenti (nella maggior parte dei casi per motivi di salute), sui quali, ovviamente, non c’è stato alcun condizionamento da parte del ministero o del Governo”.
Sostegno pieno al Guardasigilli,poi, è stato espresso dagli alleati di Governo, eccetto da Italia Viva che ha parlato di “ricostruzione parziale della vicenda”,così come , dall’Opposizione di Centrodestra, Forza Italia, ha escluso una collusione di Bonafede con la mafia ,chiedendo però una speciale sessione del Parlamento sulla Giustizia, mentre Lega e Fratelli d’Italia hanno invocato le dimissioni del Ministro “per non aver mandato un chiaro messaggio di intransigenza alla mafia”.
Sul fronte Europeo invece, intervista a numerose agenzie , tra cui l’Ansa, del Direttore generale del Meccanismo Europeo di Stabilità o Fondo Salva Stati, Klaus Regling, che ha invitato l’Italia a ricorrere al Mes senza condizioni per le spese sanitarie dirette e indirette in quanto “vantaggioso”.
“Usare il Mes è vantaggioso, l’Italia può risparmiare fino a 7 miliardi di euro in dieci anni, cosa che non riuscirebbe a fare se andasse da sola sui mercati a finanziarsi per coprire i costi dell’emergenza coronavirus. Inoltre, è privo di condizionalità, sia ora che in futuro” , ha detto il Direttore, evidenziando: “Tutti i Paesi possono ricevere il 2% del proprio Pil e ognuno può calcolare i vantaggi. Per la Spagna, che ha un tasso appena sotto l’1%, il risparmio sarebbe di 200 milioni di euro all’anno, che per l’orizzonte di dieci anni (di durata del prestito, ndr), sarebbero 2 miliardi. Se si fa il calcolo per l’Italia, sarebbero 7 miliardi, perché i tassi d’interesse sono più alti. I fondi Mes sono in un certo senso anche “soldi sicuri”, perché non scapperemo nella prossima crisi”, a differenza di quanto potrebbero fare altri investitori. Quindi il nuovo strumento è affidabile ed economico. Questi sono i vantaggi. Ma ogni Governo deve decidere da solo se vuole fare richiesta oppure no. Non c’è niente di più, e nemmeno ci sarà dopo. Il Mes attiverà l’Early warning system, un sistema di controllo che guarda solo ai rischi per la restituzione, come una qualsiasi banca fa con chi chiede un mutuo. Ma non c’è la giustificazione per ripetere la condizionalità ora, con questo tipo di crisi. Per quanto riguarda il monitoraggio, la Commissione ha detto molto chiaramente in una lettera firmata dal Commissario Gentiloni che non ci sarà un monitoraggio speciale, ma farà quello che fa sempre con tutti, si chiama sorveglianza ed è nel Trattato. Non ha niente a che fare con la crisi di oggi. Guarderà alla situazione di bilancio di tutti gli Stati, ma il fatto che un Paese chieda il sostegno della linea Mes non porterà a monitoraggio o missioni aggiuntivi. Sul tipo di spese, non sono solo quelle per costruire un nuovo ospedale, ma anche per gli ospedali esistenti e per medici, infermieri che già ci sono. Inoltre, come costi indiretti valgono anche alcuni costi di contenimento, necessari per tenere i costi sanitari bassi. La nuova linea dedicata alla pandemia vale 240 miliardi di euro, ma l’aspettativa è che ne venga utilizzato un terzo, cioè circa 80 miliardi”.
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