-Causa l’aumento dei contagi e dei primi mini-lockdown locali , il Governo non esclude di introdurre nel nuovo Dpcm ulteriori misure restrittive, ma rassicura : no a una chiusura nazionale. Il Presidente della Conferenza delle Regioni e della Regione Emilia Romagna, Bonaccini a Il Corriere della Sera: “Autonomia, ma ripristinare la cabina di regia per coordinarsi con lo Stato centrale e avere un’unica linea”.
-Recovery Fund, stallo nelle trattative tra Parlamento Europeo e Consiglio Europeo sul Bilancio UE 2021-2027, che rischia di ritardare l’attuazione del pacchetto di misure con l’erogazione dei fondi per i Paesi in crisi. Prossimo appuntamento, il vertice del 15 e del 16 ottobre.
-Londra cede Borsa italiana alla francese Euronext per 4,325 miliardi, in cordata con Cassa Depositi e Prestiti Equity e Intesa Sanpaolo, dando vita a un infrastruttura di mercato paneuropea. Istat, ad agosto, confermata la ripresa della produzione industriale dopo il crollo dovuto al Covid19, mentre Confcommercio lancia l’allarme usura per quarantamila imprese.
di Federica Marengo venerdì 9 ottobre 2020
L’incremento dei contagi da Covid19 non si arresta e le Regioni attuano i primi lockdown locali , con limitazioni degli orari per bar e ristoranti e il contingentamento dei partecipanti a feste ed eventi: è quanto accaduto a Latina, dopo la rilevazione di un focolaio. Da ciò, il Governo non esclude l’introduzione, alla scadenza dell’attuale Dpcm (15 ottobre) ,di misure più restrittive come la limitazione della mobilità tra le Regioni, anche sulla base dell’andamento della curva epidemiologica. Esclusa invece, l’ipotesi di una chiusura generalizzata, a livello nazionale come quella dello scorso marzo.
A tal proposito, proprio per approntare le nuove norme anti-contagio, era stata fissata per questa sera alle 19:00 a Palazzo Chigi, una riunione del Premier Conte con i capidelegazione dei partiti di Maggioranza , con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Fraccaro e con i ministri Boccia (Affari Regionali) e Speranza (Salute), poi disdetta per impegna di agenda dei Ministri coinvolti, quindi rinviata alle prossime ore e a cui, comunque, seguirà, nei prossimi giorni, la convocazione di una cabina di regia con le Regioni e gli enti locali, come sollecitato dal Presidente della Conferenza delle Regioni e della Regione Emilia Romagna Bonaccini, che , in alcune interviste a Radio24 e a Il Corriere della Sera, ha evidenziato la necessità per le amministrazioni locali di conservare la propria autonomia, ma al tempo stesso, di istituire un coordinamento con lo Stato centrale , in modo da seguire protocolli unici.
“La prevenzione, i controlli, i tracciamenti, i tamponi e gli screening estesi continuano a essere la strada giusta, assieme al rispetto delle regole da parte di tutti. Per questo abbiamo chiesto al Governo di rafforzare anche i controlli attraverso le forze dell’ordine”, ha dichiarato il Presidente Bonaccini, spigando: “non dobbiamo tornare al lockdown e questo dipende da tutti noi. Per questo, ci vuole una maggiore sintonia tra il Governo e le amministrazioni regionali e locali. Bisogna ripristinare la cabina di regia permanente tra Governo, Regioni, Province e Comuni, la stessa che nei mesi più duri dell’emergenza sanitaria ha garantito il pieno coinvolgimento e la condivisione dei provvedimenti, perché si tratta di un lavoro di confronto e raccordo coi territori indispensabile per assicurare tempestività, coordinamento, scambio di informazioni. Un lavoro che ha pagato, se è vero che a febbraio eravamo il Paese più colpito e oggi siamo comunque uno tra i più sicuri al mondo. Ora che la curva è tornata a salire è necessario riattivare quella cabina di regia, come ha riconosciuto il Governo, dato che ,proprio oggi, sia il presidente Conte, che i ministri Speranza e Boccia, hanno parlato del dialogo Governo-Regioni come di un punto di forza, ringraziando i Governi regionali per la collaborazione proficua. Perché, il Paese ha bisogno di continuare a essere unito, l’emergenza non è finita”.
Riguardo l’emergenza pandemia, poi il ministro per gli Affari Regionali, Boccia, ha fatto il punto ai microfoni di Radio Capital: “Le limitazioni di spostamento tra le Regioni non possono essere escluse, non si può escludere nulla in questo momento. Dobbiamo difendere il lavoro e la salute a tutti i costi. La mobilità tra le regioni deve essere salvaguardata, ma la situazione dovrà essere monitorata giorno per giorno. Appena c’è una spia che si accende bisogna intervenire. Non escludere interventi in caso di aumenti dei contagi non significa chiudere, ma essere pronti a ogni intervento. Evitiamo di generare preoccupazioni. La priorità assoluta per il Governo e per le Regioni è difendere lavoro e scuola. Oggi, le reti sanitarie regionali funzionano bene per il lavoro congiunto di rafforzamento quotidiano fatto tra Stato e Regioni. In questi giorni convocheremo con il Presidente Bonaccini la cabina di regia per fare il punto sulle proposte delle Regioni. La risalita dei contagi era prevedibile. Le terapie intensive sono state rafforzate. Questi sono numeri diversi rispetto a quelli di aprile, anche se il virus c’è e bisogna conviverci. Come Governo non fissiamo nessuna asticella. Non è accettabile aspettare ore e ore per fare un tampone. Bisogna potenziare i servizi sanitari, stiamo lavorando sui test rapidi perché si possano fare ovunque”.
Sull’aggravarsi della situazione sanitaria è intervenuto anche il Presidente della Repubblica Mattarella, che, a margine dell’incontro al Quirinale con la Presidente della Repubblica Ellenica, Katerina Sakellaropoulou, ha esortato la UE ad accelerare sugli accordi relativi al Recovey Fund e lanciato un monito agli italiani: “La necessità di mantenere aperte le scuole, le fabbriche, gli uffici, implica una maggiore responsabilità dei singoli nel prevenire e limitare i contagi”.
Critico, nei confronti dell’Esecutivo, sia in merito alla gestione dell’emergenza sanitaria sia delle politiche economiche, il Centrodestra, con la Lega che ha esortato il Governo a coinvolgere le Opposizioni e a non avocare a sé tutti i poteri, riecheggiata da Fratelli d’Italia, che si è detto disposto alla collaborazione purché non sia “l’ennesima iniziativa sterile e propagandistica”, mentre Forza Italia, ha esortato l’Esecutivo, visto il concreto e reale rischio di una seconda ondata di contagi, a ricorrere ai fondi del Meccanismo Europeo di Stabilità per le spese sanitarie dirette e indirette.
Non solo emergenza pandemia, però. Il Governo, infatti, in questi giorni, è al lavoro anche sui principali dossier economici, a cominciare dalla Nota di aggiornamento al Documento Economico e Finanziario, ovvero la cornice di finanza pubblica che anticipa la legge di Bilancio da varare entro la fine di dicembre, approvata in Consiglio dei Ministri, e che dovrebbe approdare nella prossima settimana alle Camere per il voto e da qui, a Bruxelles entro il 15 ottobre, insieme con il Recovery Plan, il piano di riforme presentato da tutti i Paesi UE che intendano raggiungere gli obiettivi del Nex Generetion EU e accedere alle risorse del Recovery Fund.
Proprio, il piano Next Generation Eu e le risorse del Recovery Fund ad esso collegate, rischiano uno slittamento a causa dello scontro tra il Parlamento Europeo e il Consiglio Europeo sul negoziato per arrivare a un’intesa sul Bilancio UE 2021-2027. Motivo del contendere : la richiesta da parte dell’Europarlamento di aumentare gli stanziamenti previsti nella proposta di Bilancio relativi a quindici capitoli di spesa , tra i quali la digitalizzazione, il lavoro e il Welfare, ma anche l’obiettivo di condizionare l’erogazione dei fondi europei al rispetto dello stato di diritto, tema che riguarda Paesi come la Polonia e l’Ungheria, posti sotto osservazione dalla Commissione UE per aver messo in discussione i principi democratici fondamentali.
Il Parlamento Europeo, infatti, in una nota, ha definito “deludente” la proposta di mediazione avanzata dalla presidenza di turno tedesca, interrompendo, tramite una delegazione, le trattative, decisione valutata come “deplorevole” dal Consiglio Europeo,che ha accusato gli europarlamentari di scarsa disponibilità al compromesso. Quindi, la replica del portavoce del Parlamento UE, Jaume Duch : “Impossibile andare avanti in mancanza di una valida proposta da parte della Presidenza tedesca. Rifiutarsi di muoversi rispetto alle posizioni iniziali, non è negoziare. Si potrà tornare a sedersi intorno al tavolo solo quando ci sarà, da parte del Consiglio, la reale volontà di trovare un accordo. Poco dopo l’avvio del settimo round di trattative con Consiglio e Commissione ci si è resi conto di non avere altra scelta se non quella di interrompere la riunione. Progressi sono stati fatti con concessioni da entrambe le parti ,ma sulle questioni principali abbiamo già perso molto tempo senza fare progressi. Nessun compromesso sarà possibile finché il Consiglio continuerà a non prendere in considerazione l’aumento del tetto delle spese previste dal bilancio pluriennale e senza collocare i costi per Next generation al di fuori dei massimali del bilancio”.
Nonostante ciò, buone notizie , sono giunte sul fonte economico, con l’annuncio del London Stock Exchange Group , nel quale quest’ultimo ha confermato di aver accettato di vendere l’intera partecipazione in Borsa Italiana a Euronext per 4,325 miliardi di euro. Euronext, rileverà quindi Borsa italiana in cordata con Cassa Depositi e Prestiti Equity, controllata dal Ministero dell’Economia, e con Intesa Sanpaolo , dando vita a una infrastruttura di mercato paneuropea.
L’Ad e Presidente di Euronext, Stephane Boujnah, ha poi spiegato in una nota i termini dell’acquisizione: “Euronext ha acquistato da London Stock Exchange Group il 100% di Borsa Italiana per un valore di 4,325 miliardi di euro. E’ previsto il forte supporto di Cassa Depositi e Prestiti (tramite Cdp Equity) e di Intesa Sanpaolo come investitori strategici, con l’impegno di lungo termine di sostenere la crescita di Borsa Italiana, attirare Pmi ai mercati di capitali e sostenere le ambizioni di crescita di Euronext. L’operazione che porterà Borsa Italiana nell’orbita di Euronext creerà la spina dorsale dell’Unione dei mercati dei capitali. L’operazione farà crescere significativamente le dimensioni del gruppo. L’accordo, permetterà alla società di diversificare il suo mix di ricavi e la sua presenza geografica e, grazie al supporto strategico di un investitore di lungo termine come Cdp rafforzerà l’ambizione di costruire una infrastruttura di mercato leader in tutta Europa. L’aggregazione, creerà un’infrastruttura di mercato leader nell’Unione Europea, il cui ruolo chiave nel connettere le economie locali ai mercati globali è rafforzato dalla creazione della principale piazza per la quotazione e per i mercati secondari, nonché per l’emissione di titoli azionari e obbligazionari in Europa. L’operazione aumenta in modo significativo le dimensioni di Euronext, diversifica il suo business mix con nuove asset class e rafforza le sue attività post-trade. Con questa transazione, Euronext realizza l’ambizione di creare la principale infrastruttura di mercato pan-Europea. La transazione soggetta ad alcune condizioni sospensive, tra le quali il fatto che la cessione del Gruppo Borsa Italiana o di una sua parte rilevante costituisca una condizione imposta della Commissione Europea al fine di autorizzare la proposta acquisizione di Refinitiv da parte di Lseg. L’acquisizione segna un traguardo importante nel piano strategico di Euronext Let’s Grow Together 2022 e un punto di svolta nella storia del Gruppo. Grazie a questa operazione, Euronext diversificherà notevolmente il proprio mix di ricavi e la propria impronta geografica accogliendo le infrastrutture di mercato dell’Italia, Paese del G7 e la terza economia in Europa. La combinazione di Euronext e del Gruppo Borsa Italiana, con il supporto strategico di investitori di lungo termine come Cdp, realizza l’ambizione di creare la principale infrastruttura di mercato pan-Europea, collegando le economie locali ai mercati dei capitali globali”.
Soddisfazione è stata espressa dal ministro dell’Economia Gualtieri, che, in una nota, ha affermato: “E’ un passaggio fondamentale nella strategia perseguita dal Governo di rafforzamento del nostro mercato di capitali in un contesto europeo e avviene grazie a un’operazione che vedrà l’Italia in posizione centrale all’interno di un gruppo leader a livello internazionale. Investitori e imprese italiani avranno la possibilità di accedere a un pool più ampio di liquidità e a nuove opportunità di investimento e di crescita. L’ adeguata rappresentatività dell’Italia nella governance di Euronext e una posizione di primo piano a livello industriale delle nostre infrastrutture di trading e post-trading”, così come dal Premier Conte, che, su Twitter, ha scritto: “Nasce oggi un leader europeo dei mercati dei capitali. Si tratta di un passo fondamentale che restituisce centralità all’Italia in una infrastruttura strategica e crea benefici per le nostre imprese”.
Sulla stessa linea, anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Fraccaro, che ha dichiarato: “L’operazione che ha portato all’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti in Euronext con la contestuale acquisizione di Borsa Italiana è di enorme rilevanza per il sistema-Paese. Si tratta di un asset fondamentale per l’industria finanziaria ed economica che, dopo tredici anni, torna a essere a trazione italiana. Siamo fieri del raggiungimento di questo obiettivo che come Governo abbiamo fortemente sostenuto. L’Italia rappresenterà il mercato più rilevante della nuova Euronext e il nostro Paese avrà un ruolo di primo piano sia a livello operativo che di governance. Saranno infatti concentrate in Italia le attività delle industrie che ruotano attorno a Borsa e avremo rappresentanti nei ruoli chiave del nuovo gruppo, a partire dal presidente che sarà italiano. Ringrazio gli istituti, da Cdp a Intesa San Paolo, per aver lavorato con una strategia di lungo periodo e investimenti mirati a questa operazione, che testimonia la grande affidabilità degli investitori italiani e rafforza il ruolo dell’Italia a livello internazionale. Il nostro Paese entra con un ruolo da protagonista nella prima piazza azionaria d’Europa e un’infrastruttura strategica per le nostre industrie torna sotto il controllo di player nazionali”.
Dati positivi, poi, sono stati resi noti anche dall’Istituto Nazionale di Statistica, che ha rilevato ad agosto un’ulteriore ripresa della produzione industriale, aumentata di 7,7%, rispetto a luglio e diminuita dello 0,3% rispetto ad agosto dell’anno scorso. Infatti, ha precisato Istat: “Ad agosto, la produzione industriale ha continuato a crescere dopo il crollo dovuto all’emergenza Covid-19. Su base mensile, l’indice destagionalizzato ha mostrato aumenti diffusi in tutti i comparti: cresciuti dunque, in misura marcata, i beni di consumo (+6,6%), i beni strumentali (+4,3%), i beni intermedi (+4,0%) e l’energia +3,5%).Su base annua, si è registrata poi una crescita contenuta per i beni strumentali (+1,0%) e una lieve per i beni di consumo (+0,8%); diminuiti : l’energia (-0,8%) e in misura più marcata i beni intermedi (-2,5%). L’aumento mensile, più marcato per i beni di consumo, si è esteso a tutti i settori di attività economica. Peraltro, il mese di agosto è caratterizzato da volumi produttivi limitati a causa delle chiusure legate alle ferie estive, e ciò ha determinato una maggiore volatilità delle variazioni relative a tale mese. In termini tendenziali, è proseguita, seppure molto attenuata, la lunga fase di contrazione dell’indice corretto per gli effetti di calendario”.
Notizie negative, invece, da Confcommercio, il cui Ufficio Studi ha realizzato un’analisi sulla percezione dell’usura tra le imprese del commercio e dei servizi, alla luce della crisi scaturita dalla pandemia. Secondo il Report: “ Sono ormai circa 40mila le aziende in Italia a rischio usura, un fenomeno che risulta in crescita e che è ancora più grave, in particolare, nel Mezzogiorno e nel comparto turistico-ricettivo con la crisi provocata dalla pandemia che ha aumentato nettamente l’esposizione delle imprese ai fenomeni criminali. Da aprile ad oggi le imprese del commercio al dettaglio, dell’abbigliamento, della ristorazione e quelle del comparto turistico (strutture ricettive e balneari) hanno dovuto fare i conti con la riduzione del volume d’affari (37,5%), la mancanza di liquidità e le difficoltà di accesso al credito (36,9%), la gestione delle procedure per adeguarsi alle norme sanitarie (13,5%) e le problematiche connesse agli adempimenti burocratici (12,1%). Per quanto riguarda il credito nonostante l’intervento del Fondo di garanzia per le Pmi abbia garantito circa 924mila operazioni fino a 30mila euro per un finanziamento complessivo di oltre 18 miliardi di euro, è ancora elevata la quota di imprese (quasi 290.000 nel 2020) che non hanno ottenuto il credito richiesto. La quota di imprese fortemente a rischio usura, o soggette a tentativi di acquisizione anomala dell’attività, secondo le esperienze dirette degli imprenditori, è pari al 13-14%: da qui quindi si arriva a 30-40mila imprese in pericolo. Un fenomeno che presenta accentuazioni particolarmente significative nel Mezzogiorno e presso le strutture ricettive dove le percentuali risultano doppie. In questa situazione, il 30% degli imprenditori, pur riconoscendo di avere un sostegno dall’azione delle Forze dell’ordine (oltre che dalle associazioni imprenditoriali), dichiara tuttavia di sentirsi solo di fronte al pericolo di infiltrazioni della criminalità”.
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