Allestita presso le sale Pompeiane della Biblioteca Nazionale e visitabile a ingresso gratuito dal 5 aprile al 4 maggio, l’esposizione di oltre 100 , tra documenti, copioni , libri e scatti dedicati al teatro e agli attori, risalenti a svariate epoche ( si va dalla Commedia dell’arte seicentesca alla rivista della bella èpoque) , attinti dal fondo Lucchesi Palli, donato dal conte omonimo nel 1888 alla Biblioteca di piazza del Plebiscito. La mostra, a cura di Gennaro Alifuoco e di Maria Gabriella Mansi, rientra nell’ambito del seminario di studi:“Professione attore. Archivi, metodi, strumenti”, organizzato da Francesco Cotticelli e Anna Masecchia dell’Università partenopea Federico II°.
di Federica Marengo sabato 27 aprile 2019
Lo si capisce dall’immagine utilizzata per la locandina, una foto anni Quaranta che ritrae Salvatore De Muto, l’ultimo attore ad avere impersonato Pulcinella, intento a congedarsi dal pubblico tra gli applausi scroscianti di platea e palchetti, che l’esposizione “Teatro e Teatranti. Fondi attoriali in mostra”, allestita nelle sale Pompeiane della Biblioteca Nazionale, offre allo sguardo di coloro i quali scelgono di visitarla un materiale inedito, costituito da più di 100 tra immagini, copioni, documenti e libri inerenti l’argomento, attinti dal fondo della Biblioteca Lucchesi Palli, donata dall’omonimo conte proprietario alla struttura di piazza del Plebiscito nel 1888 e aperta al pubblico nel 1905.
Curata da Gennaro Alifuoco, responsabile del fondo e da Maria Gabriella Mansi, che sovraintende la sezione dei manoscritti rari, la mostra, inaugurata il 5 aprile scorso e , visitabile fino al 4 maggio, rientra nell’ambito del seminario di studi “Professione attore. Archivi, metodi, strumenti”, organizzato da Francesco Cotticelli e Anna Masecchia dell’Università Federico II° ed è articolata in sei filoni tematici, con testimonianze a corredo, disposte all’interno di relative teche.
Nella prima, sono visibili canovacci della Commedia dell’arte risalenti al Seicento ed edizioni settecentesche delle commedie del veneziano Carlo Goldoni ; nella seconda bacheca, troviamo, invece, documenti attraverso i quali è possibile ricostruire la storia del conte-attore Eduardo Lucchesi Palli (proprietario-donatore del ricco archivio teatrale, nonché attore e impresario di una compagnia con sede nel Palazzo Giroux, in via Chiaia) e dei primi direttori della biblioteca, quali : Achille Torelli, cui l’attrice musa e amante di D’Annunzio, Eleonora Duse, verso la fine dell’Ottocento, scriveva una lettera sulla solitudine dell’attore e Salvatore Di Giacomo, poeta, letterato, ritratto in uno scatto di inizio Novecento.
Proseguendo poi nell’itinerario ideale , scorgiamo nella terza teca, dedicata alla maschera partenopea di Pulcinella, alcune testimonianze fotografiche riguardanti gli ultimi tre attori che, a cavallo fra Ottocento e Novecento, interpretarono il personaggio del servo scaltro: Antonio Petito, Giuseppe De Martino e Salvatore De Muto, immortalato, quest’ultimo, in uno scatto del 1951, nell’atto di donare , simbolicamente, all’attore e drammaturgo partenopeo, Eduardo De Filippo, la sua maschera.
A fare da corollario alla preziosa fotografia , posta al centro della bacheca: una lettera scritta da Peppino De Filippo (attore, commediografo della celebre famiglia), indirizzata a Salvatore De Muto, in cui l’attore , allora agli esordi, chiede al “maestro” di portare in scena il copione della farsa “O pignatiello ‘e Vavella”, diverse locandine, copioni originali, immagini e costumi della Compagnia del San Carlino, storico teatro,( in cui si esibì anche il commediografo e attore Eduardo Scarpetta, padre dei fratelli De Filippo), che, prima della demolizione in epoca del Risanamento, delimitava la piazza intorno a Castel Nuovo, meglio noto come Maschio Angioino.
Un fondo, che documenta l’intera carriera del drammaturgo-attore stabiese Raffaele Viviani, è, poi, al centro della quarta teca, in cui spiccano il frac, indossato nel giorno del suo debutto in palcoscenico, all’età di quattro anni, accanto alla sorella Luisella e i manoscritti autografi delle sue commedie “I pescatori” e “I dieci comandamenti”.
Al teatro di rivista e alle prime sale cinematografiche aperte in città agli inizi del Novecento, è dedicata la quinta bacheca, nella quale ben visibili sono una foto inedita di Titina De Filippo, protagonista del varietà “Eva” e alcuni documenti relativi al Teatro Mercadante, tra i primi edifici ad ospitare in città proiezioni di pellicole.
La sesta teca, infine, ci offre un tripudio di incisioni della metà dell’Ottocento e scatti in bianco e nero d’antan del Novecento, che ritraggono attori partenopei o di fama internazionale , tra i più talentuosi, venuti a Napoli per recitare in teatro o per girare film: da Sara Bernhardt, a Totò, passando per Sophia Loren e Vittorio De Sica.
Tuttavia, tra tante celebrità, uno spazio, quasi a voler congedare il visitatore stupendolo con un ultimo effetto speciale, è riservato al sensitivo, esoterista e astrologo Achille D’Angelo, detto: “il mago di Napoli”, che, negli anni Cinquanta, si guadagnò in città la fama di guaritore, dote di cui, secondo una leggenda metropolitana, si sarebbe avvalsa financo l’attrice hollywoodiana Marilyn Monroe.
©Riproduzione riservata