di Federica Marengo lunedì 9 giugno 2025

-Stamane, nell’ambito del Giubileo della Santa Sede, Papa Leone XIV° ha partecipato presso l’aula Paolo VI° alla meditazione proposta da suor Maria Gloria Riva, dell’ordine delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento, al termine della quale, ricevuta la Croce, ha portato quest’ultima in processione fino alla Basilica di San Pietro, dove, passato attraverso l’Arco delle Campane, seguito dai cardinali, dai vescovi, dai sacerdoti e dal personale laico, ha fatto il Suo ingresso per presiedere la Messa, celebrata in concomitanza con la memoria liturgica di Maria Madre della Chiesa.
Qui, dopo la proclamazione del Vangelo, il Pontefice ha pronunciato la Sua omelia, nella quale ha evidenziato: “La Parola di Dio in questa celebrazione ci fa comprendere il mistero della Chiesa, e in essa della Santa Sede, alla luce delle due icone bibliche scritte dallo Spirito nella pagina degli Atti degli Apostoli (1,12-14) e in quella del Vangelo di Giovanni (19,25-34). Partiamo da quella fondamentale, che è il racconto della morte di Gesù. Giovanni, unico dei Dodici presente al Calvario, ha visto e ha testimoniato che sotto la croce, insieme alle altre donne, c’era la madre di Gesù. E ha sentito con le sue orecchie le ultime parole del Maestro, tra le quali queste: “Donna, ecco tuo figlio!”, e poi, rivolte a lui: “Ecco tua madre!”.
Quindi, ha proseguito il Pontefice, che ha poi citato il teologo von Balthasar: “La maternità di Maria attraverso il mistero della Croce ha fatto un salto impensabile: la madre di Gesù è diventata la nuova Eva, perché il Figlio l’ha associata alla sua morte redentrice, fonte di vita nuova ed eterna per ogni uomo che viene a questo mondo. Il tema della fecondità è ben presente in questa liturgia. L’Orazione “colletta” lo ha messo subito in luce facendoci chiedere al Padre che la Chiesa, sorretta dall’amore di Cristo, “sia sempre più feconda nello Spirito”. La fecondità della Chiesa è la stessa fecondità di Maria; e si realizza nell’esistenza dei suoi membri nella misura in cui essi rivivono, “in piccolo”, ciò che ha vissuto la Madre, cioè amano secondo l’amore di Gesù. Tutta la fecondità della Chiesa e della Santa Sede dipende dalla Croce di Cristo. Altrimenti è apparenza, se non peggio. Ha scritto un grande teologo contemporaneo: “Se la Chiesa è l’albero cresciuto dal piccolo granello di senapa della croce, quest’albero è destinato a produrre a sua volta granelli di senapa, e quindi frutti che ripetono la forma della croce, perché proprio alla croce devono la loro esistenza”.
Tuttavia, ha sottolineato il Santo Padre, “questa fecondità di Maria e della Chiesa è inseparabilmente legata alla sua santità, cioè alla sua conformazione a Cristo”, pertanto “ il modo migliore di servire la Santa Sede è cercare di essere santi, ciascuno di noi secondo il suo stato di vita e il compito che gli è stato affidato”.
Poi, soffermandosi sulla seconda icona biblica, quella scritta da San Luca all’inizio degli Atti degli Apostoli, che raffigura la madre di Gesù insieme agli Apostoli e ai discepoli nel Cenacolo, Papa Leone XIV° ha spiegato: “ Ci mostra la maternità di Maria verso la Chiesa nascente, una maternità “archetipica”, che rimane attuale in ogni tempo e luogo. E soprattutto essa è sempre frutto del Mistero pasquale, del dono del Signore crocifisso e risorto. Lo Spirito Santo, che scende con potenza sulla prima comunità è lo stesso che Gesù ha consegnato col suo ultimo respiro. Questa icona biblica è inseparabile dalla prima: la fecondità della Chiesa è sempre legata alla Grazia sgorgata dal Cuore trafitto di Gesù insieme al sangue e all’acqua, simbolo dei Sacramenti. Maria, nel Cenacolo, grazie alla missione materna ricevuta ai piedi della croce, è al servizio della comunità nascente: è la memoria vivente di Gesù, e in quanto tale è, per così dire, il polo d’attrazione che armonizza le differenze e fa sì che la preghiera dei discepoli sia con-corde”.
Ma, ha sottolineato il Pontefice: “La Madre Chiesa sostiene il ministero dei successori di Pietro con il carisma mariano. La Santa Sede vive in maniera del tutto peculiare la compresenza dei due poli, quello mariano e quello petrino. Ed è quello mariano che assicura la fecondità e la santità di quello petrino, con la sua maternità, dono di Cristo e dello Spirito”.
Infine, al termine della Sua omelia, il Santo Padre si è rivolto ai membri della Santa Sede, dicendo: “Lodiamo Dio per la sua Parola, lampada che rischiara i nostri passi, anche la nostra vita quotidiana al servizio della Santa Sede. E, illuminati da questa Parola, rinnoviamo la nostra preghiera: “Concedi, o Padre, che la tua Chiesa, sorretta dall’amore di Cristo, sia sempre più feconda nello Spirito, esulti per la santità dei suoi figli e raccolga nel suo grembo l’intera famiglia umana”.
Papa Leone XIV° tornerà in Piazza San Pietro per l’Udienza generale, mercoledì 11 giugno. Venerdì 13 giugno, invece, il Pontefice parteciperà al Concistoro Ordinario Pubblico per il voto su alcune cause di canonizzazione, mentre domenica 15 giugno, festa della Santissima Trinità, presiederà in piazza San Pietro la Messa in occasione del Giubileo dello Sport, che prenderà il via il 14 giugno.
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