di Federica Marengo venerdì 30 giugno 2023
-La seconda giornata del Consiglio UE, si è aperta con il prosieguo della discussione dei 27 sull’immigrazione. Non è bastata , infatti, ai leader degli Stati membri la discussione di ieri sera, prolungatasi fino all’1:00 di notte, per adottare il paragrafo delle Conclusioni dedicato alla questione.
Questo per via del veto all’accordo dei Premier di Polonia e Ungheria, Morawicki e Orban. Questi ultimi si sono detti contrari all’obbligatorietà dei ricollocamenti, stabilita nell’ultimo Consiglio degli Affari Interni dell’8 giugno. Pertanto, entrambi hanno reiterato la loro posizione, ovvero quella che il Consiglio europeo, nelle sue Conclusioni, prevedesse che la redistribuzione dei migranti fosse volontaria , come da Consiglio Europeo del 2018.
A nulla sono valsi i diversi tentativi di mediazione avanzati dai 25 Paesi UE, tra cui quello della Presidente del Consiglio italiana ,Meloni , (mediazione, richiesta dallo stesso Presidente del Consiglio UE, Michel, d’accordo con i 25 leader) ,a margine dei lavori del vertice.
Da qui, dovendo le Conclusioni del Consiglio europeo essere approvate per consenso, il no dei due Paesi ha reso impossibile includervi questo paragrafo. Ciò, però ,non vuol dire che venga messo in forse l’accordo, che dovrà essere negoziato con il Parlamento UE, prima che si arrivi al testo legislativo finale.
Tuttavia, al posto delle Conclusioni del Consiglio sono state presentate le dichiarazioni della presidenza, ovvero di Michel, un espediente per superare lo stallo e andare avanti con i lavori del Consiglio . Inoltre, dal Consiglio è arrivata la precisazione che se Polonia e Ungheria dovessero restare contrarie al patto, i 25 sono determinati ad andare avanti sul dossier immigrazione e in ogni caso non vi sarà alcun impatto sull’accordo sul Patto per l’immigrazione e l’asilo, trovato a maggioranza in Lussemburgo.
Al termine del Consiglio UE, dopo le esortazioni dei 25 Paesi membri a Polonia e Ungheria a cambiare le proprie posizioni, il Premier polacco Morawiecki ha dichiarato che il referendum in Polonia sulla questione sarà la migliora soluzione.
Quindi, congedatosi il Presidente francese Macron, volato a Parigi per presiedere a una riunione interministeriale, si è passati a discutere anche di altri temi, a cominciare dal rapporto con la Cina, passando per l’allargamento della UE , le tensioni nel Kosovo e le relazioni esterne con la Tunisia.
Sul rapporto con la Cina, si legge nelle Conclusioni, “ Il Consiglio Europeo ha ribadito “l’approccio politico poliedrico nei confronti della Cina, di cui è contemporaneamente partner, concorrente e rivale sistemico. L’Unione Europea e la Cina, continuano a essere importanti partner commerciali ed economici. L‘Ue cercherà di garantire condizioni di parità in modo che le relazioni commerciali ed economiche siano equilibrate, reciproche e reciprocamente vantaggiose. In linea con l’agenda di Versailles, l’Unione Europea continuerà a “ridurre le dipendenze e le vulnerabilità critiche, anche nelle sue catene di approvvigionamento, e a ridurre i rischi e a diversificare dove necessario e appropriato. L’Unione Europea non intende disaccoppiare o ripiegarsi su se stessa”.
In merito, il Presidente del Consiglio UE, Michel ha spiegato via Twitter: “Sulla Cina abbiamo avuto una discussione strategica. L’Ue e la Cina hanno un interesse comune in una relazione stabile e costruttiva basata sulla reciprocità economica, riducendo al contempo le vulnerabilità. L’Ue promuoverà sempre i propri valori e interessi e continuerà a impegnarsi con la Cina per affrontare le sfide globali”.
Sull’allargamento della UE, tema su cui i leader dei 27 Stati membri si erano confrontati prima dell’inizio della seconda giornata di lavori del Consiglio, in una colazione di lavoro, in una lettera indirizzata ai leader, il Presidente del Consiglio europeo, Michel, ha chiesto “di iniziare a pensare a un’agenda strategica per adeguare l’Ue alle sfide future dell’allargamento, in quanto, il nuovo contesto geopolitico ha riportato l’allargamento al centro dei nostri dibattiti. Dobbiamo considerare il processo di allargamento e la nostra capacità di assorbimento. Nella nostra riunione del giugno 2022, abbiamo ribadito la necessità di tenere conto della capacità dell’Ue di assorbire nuovi membri, come stabilito a Copenaghen nel 1993, al momento di decidere su ogni futuro allargamento. Ciò ci impone di riflettere sulle implicazioni dell’allargamento per le varie politiche dell’Ue e il loro finanziamento, nonché sui nostri metodi decisionali .E’ essenziale definire i nostri orientamenti strategici per l’Unione in modo collettivo e inclusivo. Propongo di istituire un punto d’informazione al prossimo Consiglio europeo, che mi consentirà di elaborare il nostro piano di lavoro. Avremo l’opportunità di ampliare le nostre discussioni a Granada durante la presidenza spagnola del Consiglio dell’Ue, con l’obiettivo di finalizzare il nostro lavoro durante la presidenza belga. Approfitteremo dei vari Consigli europei per approfondire diversi temi”.
Infine, sulla questione relazioni con la Tunisia del Consiglio UE, si legge: “ I leader del Consiglio Europeo hanno adottato le conclusioni sulle relazioni esterne e sul Mediterraneo orientale, ovvero il capitolo che considera l’accordo in fase di negoziazione con la Tunisia , come un modello da replicare in futuro coi partner della regione. Il Consiglio, si legge, “ha avuto una discussione strategica sui rapporti con il vicinato meridionale e saluta con favore il lavoro svolto per una partnership con la Tunisia benefica per entrambe le parti”, mentre sulle tensioni in Kosovo, si sottolinea: “Il Consiglio europeo condanna i recenti episodi di violenza nel nord del Kosovo e chiede un’immediata de-escalation della situazione, sulla base degli elementi chiave già delineati dall’Unione europea il 3 giugno 2023. Le parti dovrebbero creare le condizioni per elezioni anticipate in tutte e quattro le municipalità nel nord del Kosovo. Il mancato allentamento delle tensioni avrà conseguenze negative”.
Finito il Consiglio UE, la Premier Meloni, ha tenuto un punto stampa con i cronisti nel quale ha risposto ad alcune domande.
Sull’immigrazione e sul veto di Polonia e Ungheria ha spiegato: “Ho tentato di mediare fino all’ultimo con Polonia e Ungheria. Ora continueremo a lavorare con questi due. Non sono delusa mai da chi difende i propri interessi nazionali. La loro posizione non riguarda la dimensione esterna che è la priorità italiana ed è l’unione modo per affrontare la migrazione mettendo d’accordo tutti. La questione che pongono polacchi e ungheresi non è peregrina, sono probabilmente i due paesi che si stanno occupando più di profughi ucraini, lo fanno con risorse Ue che non sono sufficienti; mercoledì sarò a Varsavia. Continuerà a lavorare per una mediazione con i 25 ,ma più difficile”.
Poi , sul tema Tunisia ha sottolineato:“Se l’Ue offre una scelta alle popolazioni che tentano di lasciare l’Africa si cambia l’approccio. L’Africa non è un continente povero, ha molte risorse,è un grandissimo produttore di energia, soprattutto pulita, noi abbiamo un problema di approvvigionamento e l’Italia può essere la porta di questi investimenti. Su questo c’è un consenso unanime”.
Ancora su Pnrr e fondi di coesione, ha detto: “Si è discusso di come affrontare il tema della competitività, chiedendo pari condizioni per i Paesi che hanno minor spazio fiscale, vale a dire la flessibilità dell’uso dei fondi esistenti. Oggi nelle proposte della Commissione questo elemento è più presente e per l’Italia tra Pnrr e fondi di Coesione vuol dire 300 miliardi di euro che possono essere meglio spesi. Sono molto soddisfatta del vertice”.
In ultimo, su terza rata del Pnrr e sul Mes, ha chiarito: “Non si aggrava la situazione sulla terza rata del Pnrr.Gli spoiler che cercano il minare il nostro lavoro non stanno centrando l’obiettivo.Sulla quarta il lavoro è in corso ed è lungo. Il Mes è un tema che non mi viene posto, forse non c’è la stessa attenzione che c’è nel dibattito italiano”.
Nel frattempo alla Camera , stamane, si è svolto il dibattito sul Mes, come stabilito dalla conferenza dei Capigruppo, dopo il via libera in Commissione Esteri al mandato ai relatori del Dl di ratifica del Meccanismo europeo di Stabilità.
Il centrodestra ha quindi presentato una sospensiva, per un rinvio del voto di quattro mesi, ovvero ai primi di novembre. La sospensiva sarà votata il 5 luglio.
Ad annunciare la sospensiva, che servirà alla Maggioranza per appianare le divergenze interne sulla ratifica, e soprattutto per negoziare sulla riforma della governance economica della UE ( Patto di stabilità, unione bancaria) e sul Pnrr , il deputato di FdI De Giuseppe.
In Aula a Montecitorio , si è svolta dunque la discussione generale sul ddl di ratifica presentato dai deputati, Piero De Luca del Pd e da Luigi Marattin di Italia Viva-Azione e calendarizzato proprio dalle Opposizioni.
Nel frattempo, con una nota congiunta il Presidente Conte (Movimento 5 stelle), il segretario di Sinistra italiana, Fratoianni (Sinistra italiana), Richetti di Azione e la segretaria del Pd, Schlein , il portavoce di Europa Verde, Bonelli e il segretario di +Europa Magi hanno annunciato la stesura di una proposta di legge unica sul salario minimo ,che verrà depositata nei prossimi giorni alla Camera.
Nella suddetta nota congiunta, si legge: “La necessità di un intervento a garanzia dell’adeguatezza delle retribuzioni dei lavoratori, in particolare di quelli in condizione di povertà anche per colpa dell’inflazione, è un elemento qualificante dei nostri programmi elettorali. Per questo abbiamo lavorato a una proposta unica che depositeremo alla Camera nei prossimi giorni. Vogliamo infatti sottolineare con forza , la comune convinzione che è giunto il momento di dare piena attuazione all’articolo 36 della Costituzione, che richiede che al lavoratore sia riconosciuta una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e sufficiente a garantire un’esistenza libera e dignitosa per sé e per la propria famiglia. Per raggiungere questa finalità , la nostra proposta prevede che:
1) al lavoratore di ogni settore economico sia riconosciuto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, salvo restando i trattamenti di miglior favore;
2) a ulteriore garanzia del riconoscimento di una giusta retribuzione, venga comunque introdotta una soglia minima inderogabile di 9 euro all’ora, per tutelare in modo particolare i settori più fragili e poveri del mondo del lavoro, nei quali è più debole il potere contrattuale delle organizzazioni sindacali;
3) la giusta retribuzione così definita non riguardi solo i lavoratori subordinati, ma anche i rapporti di lavoro che presentino analoghe necessità di tutela nell’ambito della para-subordinazione e del lavoro autonomo;
4) conformemente anche a quanto previsto nella direttiva sul salario minimo, sia istituita una Commissione composta da rappresentanti istituzionali e delle parti sociali comparativamente più rappresentative, che avrà come compito principale quello di aggiornare periodicamente il trattamento economico minimo orario;
5) sia disciplinata e quindi garantita l’effettività del diritto dei lavoratori a percepire un trattamento economico dignitoso;
6) sia riconosciuta per legge l’ultrattività dei contratti di lavoro scaduti o disdettati;
7) sia riconosciuto un periodo di tempo per adeguare i contratti alla nuova disciplina, e un beneficio economico a sostegno dei datori di lavoro per i quali questo adeguamento risulti più oneroso”.
Il leader di Italia Viva, Renzi, invece, sempre mediante nota, ha precisato: “Matteo Renzi non firmerà la proposta sul lavoro insieme a Fratoianni Conte e Schlein, come non firmerà proposte su giustizia o fisco con Meloni e Salvini. Il fatto di essere all’opposizione del governo Meloni non significa essere in una coalizione alternativa. Nel merito sul salario minimo Italia Viva aveva presentato alle elezioni un testo diverso da quello che è stato proposto dal Campo Largo e dunque, in coerenza con il mandato elettorale, Italia Viva proporrà degli emendamenti al testo, votando a favore dei punti su cui è d’accordo. Italia Viva si comporterà allo stesso modo sui prossimi disegni di legge su giustizia, su infrastrutture, su sanità. Votiamo le leggi che ci convincono, ma restiamo all’opposizione di Meloni e distanti dalle posizioni sul lavoro di Fratoianni Conte e Schlein”.
A proposito di Lavoro, l’Istat ha reso noti i dati sulla disoccupazione, secondo cui a maggio,il tasso di disoccupazione è sceso al 7,6% (-0,1 punti) anche se quello giovanile dei ragazzi tra 15 e 24 anni è peggiorato , raggiungendo il 21,7% con un aumento 0,9 punti.Si tratta del risultato più basso a partire da aprile 2020, quando era pari al 7,5% in un mese anomalo per le restrizioni del lockdown anti-Covid. Per trovare un risultato precedente più basso, bisogna risalire, invece a maggio del 2009, quando il tasso di disoccupazione si attestava al 7,5%.
Riguardo all’occupazione, sempre per Istat, a maggio 2023 è proseguita la crescita dell’occupazione, ma con ritmo rallentato: l’incremento è dello 0,1%, infatti, pari a 21 mila occupati in più rispetto ad aprile.
Rispetto al 2022 gli occupati sono 383 mila in più (+1,7%), per effetto dell’aumento dei dipendenti permanenti e degli autonomi che ha più che compensato la diminuzione dei dipendenti a termine, mentre su base mensile, vi è una crescita degli occupati tra gli uomini, gli autonomi, i 25-34enni e tra chi ha almeno 50 anni e un calo tra le donne, i dipendenti a termine, tra i più giovani (15-24 anni) e i 35-49enni.
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