Conosciuto come “Mr Moonlight” o il “cronista della Luna”, in quanto il 20 luglio del 1969 realizzò la prima diretta Tv della storia, raccontando dell’allunaggio, lo sbarco degli astronauti dell’Apollo 11 sulla Luna, il giornalista, telecronista sportivo e conduttore ,Tito Stagno, si è spento nella notte del 1° febbraio scorso, all’età di novantadue anni. Elegante, garbato ha fatto della preparazione e della dedizione al lavoro le sue caratteristiche distintive, mostrando la capacità di passare dalle telecronache sportive, a quelle religiose ed eventi dello Spettacolo. Maestro e riferimento per almeno due generazioni di giornalisti, ha lavorato fino all’ultimo, non trascurando la sua passione per lo Spazio e per lo Sport.
di Federica Marengo sabato 5 febbraio 2022
La storia di Tito Stagno, giornalista, telecronista sportivo (e non solo) e conduttore televisivo, ha inizio a Cagliari, città sarda in cui nasce, il 4 gennaio del 1930 e ,che abbandona ben presto con i genitori e i sette fratelli per trasferirsi a Parma e da lì a Pola, in Croazia.
Negli anni della Seconda Guerra Mondiale e della Ricostruzione, ancora adolescente e poi ragazzo, ha esperienze di attore , partecipando con piccoli ruoli e comparsate a pellicole come : “Marinai senza stelle” di Francesco De Robertis e “Il vedovo” di Dino Risi, con Alberto Sordi, dove, in maniera profetica, interpreta un giornalista televisivo.
Non trascura gli studi, quindi, conseguito il diploma di Liceo Classico, si iscrive alla facoltà di Medicina, senza però terminare gli studi, poiché nel 1949 comincia a lavorare in radio all’EIAR come radiocronista , intervistatore e documentarista.
Grazie all’esperienza acquisita, nel 1954 vince il primo concorso nazionale per telecronisti della Rai e partecipa a un corso di specializzazione tenuto nella Capitale da accademici, scrittori , giornalisti e intellettuali, tra cui: Furio Colombo, Gianni Vattimo e Umberto Eco.
Così, dal 1955 è stabilmente a Roma, in qualità di redattore del primo telegiornale diretto da Vittorio Veltroni, effettuando le sue prime telecronache nel 1956, in occasione dei Giochi Olimpici invernali ,tenutisi a Cortina d’Ampezzo, cui seguono nel 1960 le telecronache delle gare di pallacanestro, svoltesi nel Palazzo dello Sport dell’EUR e i Giochi Olimpici estivi di Roma del 1960.
Non solo sport, però. Nel decennio Sessanta, infatti, si occupa anche di religione, seguendo due pontefici : Papa Giovanni XXIII e Papa Paolo VI, e di politica, è inviato al seguito di due Presidenti della Repubblica, Antonio Segni e Giuseppe Saragat e commenta la firma dei Trattati del Mercato Comune Europeo, firmati nel 1957 in Campidoglio.
Nello stesso anno, reduce dalla telecronaca della visita dei reali d’Inghilterra e di John Fitzgerald Kennedy , si occupa del lancio del satellite russo Sputnik1 e nel 1961 del primo volo di Jurij Gagarin intorno alla Terra, senza disdegnare la cronaca del Festival di Sanremo.
Tra i volti più amati del Telegiornale, al termine di un viaggio studio negli Stati Uniti per approfondire il Programma spaziale Apollo 11, il 20 luglio 1969 segue, in coordinamento con il corrispondente da Houston, Ruggero Orlando, la diretta televisiva , la prima della storia della televisione, dell’allunaggio, ovvero dello sbarco sulla Luna, realizzato, anch’esso per la prima volta, dagli astronauti della missione USA Apollo 11, Armstrong e Buz Aldrin.
La telecronaca, oltre che per la rilevanza dell’evento, che gli valse il soprannome di “Mr. Moonlight” o “Cronista della Luna”, viene ricordata per le divergenze tra Stagno e Orlando sul momento preciso dell’allunaggio degli astronauti e su chi tra i due lo avesse annunciato per primo, risolte con la verifica delle registrazioni , le quali comprovano come Tito Stagno avesse annunciato, con la celebre frase: “Ha toccato, ha toccato il suolo lunare!”, lo sbarco sulla Luna dei due astronauti statunitensi con 56 secondi di anticipo e Ruggero Orlando con 10 secondi di ritardo.
Chiamato l’ “Astronauta ad honorem” dal politico e Presidente del Consiglio democristiano Mariano Rumor, per diciassette anni , dal 1976 e 1991 , è stato responsabile dello Sport di Rai Uno, curando la trasmissione “La Domenica Sportiva”.
Poi, abbandonati gli studi televisivi, ha continuato la sua attività giornalistica come firma de L’Eco Bergamo e de La Gazzetta di Parma. Ospite di programmi televisivi Rai e Mediaset, tra i quali Porta a Porta, Unomattina, La Storia siamo noi, Quelli che il calcio, Il senso della vita, è stato docente di Comunicazione in varie Università.
Commentatore d’onore nel 2010 per Sky Tg24 del lancio della missione spaziale Sojuz TMA-20 ,dal cosmodromo di Bajkonur, in Russia ,con a bordo l’astronauta italiano Paolo Nespoli insieme con Dmitrij Jur’evič Kondrat’ev e Catherine Coleman, è autore dei libri: “L’Arcipelago di Garibaldi. La Maddalena” e “Mister Moonlight. Confessioni di un telecronista lunatico”, scritto con Sergio Benoni.
Grande Ufficiale all’Ordine al Merito della Repubblica italiana e Stella d’Oro al merito sportivo, dedicatario di un asteroide, si è spento nella notte del 1°febbraio scorso, dopo una malattia, all’età di novantadue anni, nella sua casa romana, circondato dall’affetto della moglie Edda Lavezzini, anch’essa giornalista, e delle figlie Brigida e Caterina.
Di sé e della sua professione di giornalista, svolta con competenza, amore per il sapere, dedizione, eleganza e garbo, diceva: “Parlare di un avvenimento che si sta svolgendo, mentre sono al microfono, dire alla gente ciò che le immagini da sole non possono spiegare, e dirlo con chiarezza, trasmettere agli spettatori anche un po’ delle mie emozioni, è una cosa che mi esalta”, e a chi gli chiedeva se avesse qualche rimpianto per non aver fatto il medico, rispondeva: “Non ho nessun rimpianto, se avessi fatto il medico, l’avrei fatto come il giornalista: con lo stesso impegno. Ho scelto un mestiere più divertente, che mette ansia, ma che offre molte soddisfazioni”.
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