-Celebrata stamane da Papa Francesco, nella Basilica di San Pietro, priva di fedeli per via dell’emergenza sanitaria del Covid19, la messa della domenica delle Palme, seguita dall’Angelus. “Il dramma che stiamo attraversando ci spinge a prendere sul serio quel che è serio, a non perderci in cose di poco conto; a riscoprire che la vita non serve se non si serve”,ha detto Bergoglio. Poi, rivolgendosi ai giovani nella 35esmia Giornata Mondiale della Gioventù a livello diocesano : “I veri eroi sono quelli che danno se stessi per servire gli altri”.
di Federica Marengo domenica 5 aprile 2020
Stamane,in una Basilica di San Pietro priva di fedeli, assenti in obbedienza alle disposizioni fornite dalla Congregazione del Culto Divino e dalla Disciplina dei Sacramenti, con Decreto del 25 marzo 2020, volto a fronteggiare l’emergenza sanitaria mondiale del virus SarsCov2, Papa Francesco ha celebrato la messa della domenica delle Palme, dando inizio ai riti della Settimana Santa, che, quest’anno, data la particolare circostanza, si svolgeranno all’Altare della Cattedra e senza il concorso di popolo.
In tale contesto, quindi, alla presenza di pochi collaboratori liturgici e di alcuni religiosi, seduti , come prescritto dalle norme di distanziamento, ad almeno un metro di distanza l’uno dall’altro, il Pontefice , in collegamento con i Media di tutto il mondo e con i siti Internet, ha dapprima asperso con l’acqua benedetta le piante di palme e di ulivi, per poi ascoltare la proclamazione del Vangelo di Matteo che rammenta l’ingresso di Gesù a Gerusalemme.
Al termine, ha preso posto sull’altare , dietro il quale erano disposti il Crocifisso miracoloso di San Marcello al Corso, che fermò l’avvento della peste a Roma nel 1522 e l’icona della Salus Popoli Romani, già collocati sul sagrato della Basilica pietrina in occasione della speciale benedizione Urbi et Orbi con indulgenza plenaria impartita il 13 marzo scorso.
Quindi, durante la celebrazione liturgica ha pronunciato l’omelia, ricordando che l’umanità, anche e soprattutto in un momento come quello che il mondo sta attraversando , non è mai sola, perché c’è Cristo al suo fianco, “un Cristo fattosi servo per amore, fino alla più infamante delle morti, la Croce. E perciò vittorioso sul male e sulla stessa morte. Un Cristo che mostra a ogni uomo la via della salvezza”.
“Oggi, di fronte a tante certezze che si sgretolano, di fronte a tante aspettative tradite, nel senso di abbandono che ci stringe il cuore, Gesù dice a ciascuno: “Coraggio: apri il cuore al mio amore. Sentirai la consolazione di Dio, che ti sostiene”, ha detto Papa Francesco, chiedendo: ” Che cosa possiamo fare dinanzi a Dio che ci ha serviti fino a provare il tradimento e l’abbandono?. Possiamo non tradire quello per cui siamo stati creati, non abbandonare ciò che conta. Siamo al mondo per amare Lui e gli altri. Il resto passa, questo rimane. Il dramma che stiamo attraversando ci spinge a prendere sul serio quel che è serio, a non perderci in cose di poco conto; a riscoprire che la vita non serve se non si serve.Perché la vita si misura sull’amore. Allora, in questi giorni santi, a casa, stiamo davanti al Crocifisso, misura dell’amore di Dio per noi. Davanti a Dio che ci serve fino a dare la vita, chiediamo la grazia di vivere per servire”.
Poi, rivolgendosi ai giovani , in occasione della 35esima Giornata Mondiale della Gioventù, istituita nel 1986 da San Giovanni Paolo II e ,che quest’anno si celebra su base diocesana, li ha esortati a guardare i “veri eroi che in questi giorni vengono alla luce: non sono quelli che hanno fama, soldi e successo, ma quelli che danno se stessi per servire gli altri. Sentitevi chiamati a mettere in gioco la vita. Non abbiate paura di spenderla per Dio e per gli altri, ci guadagnerete! Perché la vita è un dono che si riceve donandosi. E perché la gioia più grande è dire sì all’amore, senza se e senza ma. Come Gesù per noi”.
Infine , prendendo spunto dal racconto evangelico della Passione, ha parlato del tradimento e dell’abbandono sofferti dal Signore: “ Gesù ha subito il tradimento del discepolo che l’ha venduto e del discepolo che l’ha rinnegato. È stato tradito dalla gente che lo osannava e poi ha gridato: “Sia crocifisso!”. È stato tradito dall’istituzione religiosa che l’ha condannato ingiustamente e dall’istituzione politica che si è lavata le mani. Quindi guardiamoci dentro. Se siamo sinceri con noi stessi, vedremo le nostre infedeltà. Quante falsità, ipocrisie e doppiezze! Quante buone intenzioni tradite! Quante promesse non mantenute! Quanti propositi lasciati svanire!. Il Signore conosce il nostro cuore meglio di noi, sa quanto siamo deboli e incostanti, quante volte cadiamo, quanta fatica facciamo a rialzarci e quant’è difficile guarire certe ferite. Cristo ci ha guariti prendendo su di sé le nostre infedeltà, togliendoci i nostri tradimenti. Così che noi, anziché scoraggiarci per la paura di non farcela, possiamo alzare lo sguardo verso il Crocifisso, ricevere il suo abbraccio e dire: “Ecco, la mia infedeltà è lì, l’hai presa Tu, Gesù. Mi apri le braccia, mi servi col tuo amore, continui a sostenermi… Allora vado avanti!”. Gli siamo cari e gli siamo costati cari. Santa Angela da Foligno testimoniò di aver sentito da Gesù queste parole: “Non ti ho amata per scherzo”. E per quanto riguarda l’abbandono, Egli lo ha provato al massimo grado possibile, gridando sulla Croce: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Quando ci sentiamo con le spalle al muro, quando ci troviamo in un vicolo cieco, senza luce e via di uscita, quando sembra che perfino Dio non risponda, ci ricordiamo di non essere soli. Gesù ha provato l’abbandono totale, la situazione a Lui più estranea, per essere in tutto solidale con noi. Perciò il Padre, che ha sostenuto Gesù nella Passione, incoraggia anche noi nel servizio. Certo, amare, pregare, perdonare, prendersi cura degli altri, in famiglia come nella società, può costare. Può sembrare una Via Crucis. Ma la via del servizio è la via vincente, che ci ha salvati e che ci salva la vita”.
Quindi, conclusa la celebrazione, ha recitato l’Angelus nel quale, salutato ancora una volta quanti hanno seguito la funzione attraverso i vari mezzi di comunicazione, ha rivolto un pensiero ai giovani, (rinviando il rituale passaggio della Croce, stavolta dalla diocesi di Panama a quella di Lisbona, al 22 novembre prossimo, ovvero alla domenica di Cristo Re), agli sportivi, alla vigilia della Giornata Mondiale dello Sport per la Pace e lo Sviluppo, indetta dalle Nazioni Unite, e ai sofferenti, dicendo loro: “Carissimi, incamminiamoci con fede nella Settimana Santa, nella quale Gesù soffre, muore e risorge. Le persone e le famiglie che non potranno partecipare alle celebrazioni liturgiche sono invitate a raccogliersi in preghiera a casa, aiutate anche dai mezzi tecnologici. Stringiamoci spiritualmente ai malati, ai loro familiari e a quanti li curano con abnegazione; preghiamo per i defunti, nella luce della fede pasquale. Ciascuno è presente al nostro cuore, al nostro ricordo, alla nostra preghiera. Da Maria, impariamo il silenzio interiore, lo sguardo del cuore, la fede amorosa per seguire Gesù sulla via della Croce, che conduce alla gloria della Risurrezione. Lei cammina con noi e sostiene la nostra speranza”.
Prossimi appuntamenti: 9 aprile 2020, ore 18
Giovedì Santo
Santa Messa nella Cena del Signore
10 aprile 2020
Venerdì Santo
ore 18: Celebrazione della Passione del Signore
ore 21: Via Crucis (sul Sagrato della Basilica di San Pietro)
11 aprile 2020, ore 21
Domenica di Pasqua – Risurrezione del Signore
Veglia pasquale.
12 aprile 2020, ore 11
Domenica di Pasqua – Risurrezione del Signore
Santa Messa del giorno e Benedizione “Urbi et Orbi”.
©Riproduzione riservata