Dopo la Messa celebrata nella Basilica di San Pietro domenica 6 ottobre, Papa Francesco ha dato inizio lunedì 7 , in Vaticano, ai lavori del Sinodo per l’Amazzonia, che vedrà impegnati fino al 26, 185 padri sinodali di cui 113 dalle regioni panamazzoniche. Nel suo discorso, pronunciato a braccio, in lingua spagnola ha stigmatizzato l’atteggiamento colonialista, invitando i Vescovi ad accostarsi alle popolazioni amazzoniche in punta di piedi, rispettandone la storia e la cultura e a non mettere in campo programmi per “disciplinarle o addomesticarle”. Quindi, spiegando che il Sinodo ha quattro dimensioni: pastorale, sociale culturale ed ecologica, ha esortato i prelati a vivere la realtà amazzonica con gli “occhi dei discepoli e dei missionari”e non come fosse un Parlamento dove imporre le proprie idee, non rispettando la realtà e l’identità dei popoli. Il sinodo infatti è camminare insieme, pregare, riflettere, dialogare, ascoltare con umiltà, discernere, sotto la guida dello Spirito Santo. Poi, il Pontefice, ha raccomandato i padri sinodali a fare attenzione a non divulgare, durante i lavori, informazioni date alla leggera e con imprudenza, per non creare equivoci con i giornalisti. Quindi, infine, il richiamo al rispetto delle differenze. Tra gli altri temi toccati in settimana: la celebrazione eucaristica da parte di uomini sposati, il diaconato femminile, l’infanticidio e la condizione dei lavoratori estrattori di caucciù.
di Federica Marengo sabato 12 ottobre 2019
L’Amazzonia, con le sue foreste popolate da tribù Indios, è oggetto di una nuova forma di colonialismo e sfruttamento, testimoniata dagli incendi che in queste settimane hanno colpito il “polmone verde del mondo”, perciò, non solo il popolo cattolico , ma l’intera umanità deve impegnarsi nella difesa della “Casa comune” e di quei popoli, le cui differenze devono essere rispettate. E’ questo il messaggio che Papa Francesco ha inviato ai cosiddetti “Paesi Sviluppati” nel corso della sua omelia pronunciata domenica scorsa, 7 ottobre, durante la Messa in San Pietro, celebrata in occasione dell’apertura dei lavori dedicati al tema, ai quali hanno preso parte 185 padri sinodali, di cui 113 provenienti proprio dalle regioni panamazzoniche.
Un messaggio, che è risuonato ancor più forte, lunedì 8, nell’Aula del Sinodo, in Vaticano, dalla quale il Pontefice ha inaugurato la prima Congregazione generale con un discorso a braccio, in spagnolo.
“Ogni popolo ha un’identità propria, una coscienza di sé da cui viene un sentire , un modo di vedere la verità, una storia, un’ermeneutica”,ha principiato Papa Bergoglio, chiarendo subito all’uditorio di Vescovi il metodo da utilizzare, ovvero : avvicinarsi ai popoli amazzonici e alla loro cultura in punta di piedi, bandendo la “colonizzazione ideologica, tanto comune, che distrugge la storia di un popolo”.
Via, dunque, i “programmi confezionati per disciplinare, addomesticare il popolo amazzonico”, perché “l’omogeneizzazione distrugge l’autenticità della cultura di un popolo”, così come le ideologie, che sono “riduttive”, in quanto hanno la pretesa di “comprendere intellettualmente, ma senza ammirare la realtà, riducendola in categorie e coniando “ismi” ,in nome di una presunta civilizzazione volta ad annientare i popoli”.
Secondo Papa Francesco, invece, il Sinodo per l’Amazzonia, ha quattro dimensioni : “pastorale, culturale, sociale, ecologica”, con la prima che è essenziale e abbraccia tutto , per questo i 185 padri sinodali devono “vivere la realtà amazzonica con occhi di discepoli e missionari” , perché “senza lo Spirito Santo non c’è annuncio di Gesù Cristo, che non va confuso con il proselitismo”.
Un Sinodo, infatti, ha precisato il Pontefice, “non è un Parlamento”, né tanto meno la Chiesa deve essere “sensazionalista” e “imporre qualche idea o piano. Il Sinodo ha spiegato il Santo Padre, è “camminare uniti, secondo l’ispirazione dello Spirito Santo, che è l’attore principale”, raccomandando poi ai Vescovi di : “Pregare, riflettere, dialogare, ascoltare con umiltà, discernere e custodire il processo sinodale ecclesiale, che deve essere guidato con delicatezza”.
Il Papa, infatti, ha sottolineato come vi siano due dimensioni del Sinodo : quella interna e quella esterna: il Sinodo “dentro” è il cammino della madre Chiesa, quello “fuori” implica il rapporto dei Padri sinodali con l’informazione e con i Media e , in tal senso,Papa Francesco ha raccomandato di non dare notizie alla leggera o con imprudenza, per non creare equivoci, perché ha puntualizzato: “Chi viene qua con intenti pragmatici, è un peccatore. Non siamo venuti per inventare programmi di sviluppo sociale, per tutelare una cultura come fosse un museo, con uno stile non contemplativo, come si fanno le azioni di disboscamento”.
Poi, quasi in conclusione del discorso, un ammonimento e un richiamo al rispetto : “Mi ha fatto tristezza ascoltare qui dentro un commento burlone su queste persone che girano con le piume in testa. Che differenza c’è tra le piume sulla testa con chi si mette i tricorni che usano gli officiali dei nostri dicasteri?. Serve contemplazione, capacità di ammirazione dei popoli. Deforestazione, omologazione e spogliazione: è un programma che non rispetta la realtà e l’identità dei popoli, che è sovrana. Andiamo a servire i popoli e facciamolo percorrendo un cammino sinodale, non una conferenza”.
Tra gli altri temi affrontati durante le Congregazioni generali , coordinate dal Relatore generale, Card. Claudio Hummes, e discussi dai 12 Circoli minori, dei vari gruppi linguistici : l’ordinazione sacerdotale di uomini sposati, che risiedono nelle comunità di quell’area del Sud America (dove si registra l’occorrenza di continuare ad evangelizzare nel pieno di una crisi vocazionale) i cosiddetti: “viri probati”, ipotesi avanzata da alcuni Padri sinodali “progressisti” (pur conservando il valore fondante del carisma del celibato nella Chiesa) e ricusata da altri “tradizionalisti”, in quanto potrebbe ridurre il sacerdote ad “un semplice funzionario della Messa e non un pastore delle comunità, un maestro di vita cristiana, una presenza concreta della vicinanza di Dio” e l’ordinazione diaconale per le donne, “così da valorizzarne la vocazione ecclesiale”.
Discussa, inoltre, la questione degli infanticidi praticati dalle tribù indigene in caso di malattie e disabilità , smentita come “circostanza rara e limitata ai popoli più isolati o dove le condizioni siano particolarmente difficili”, dal Cardinale peruviano Pedro Barreto, vescovo di Huancayo e Vice-direttore della Rete ecclesiale panamazzonica e da Nicole Freris, medico ed esponente del Servizio internazionale dell’associazione delle Nazioni Unite (Unais) , che ha rilevato, invece, un aumento delle morti infantili per via della denutrizione , della dissenteria e delle infezioni respiratorie.
Al centro del dibattito poi, le condizioni dei “siringueiros”, estrattori di caucciù, nello Stato di Acre, all’estremità occidentale del Brasile, (acquistato dalla Bolivia nel 1903 ,con l’obiettivo di impossessarsi dell’ “oro bianco”, ovvero gli alberi di gomma), soggetti a vere e proprie forme di schiavitù determinate dall’estrattivismo selvaggio praticato dai colonizzatori proprietari europei , in particolare inglesi , tramite i “coroneles” (vigilanti).
Infine, il tema del diritto al voto per le donne nelle assemblee sinodali dei Vescovi, finora interdetto pur non essendo necessaria l’ordinazione al sacerdozio per votare, è stato sollevato da suor Birgit Weiler della Congregazione delle suore missionarie mediche, collaboratrice nella Pastorale del Creato facente capo ala Conferenza Episcopale del Perù, in rappresentanza delle 35 religiose presenti.
I lavori del Sinodo sull’Amazzonia, che dovrebbe essere a “impatto zero”,secondo la proposta lanciata dal segretario generale dell’Assemblea ,Cardinale Lorenzo Baldisseri, di compensare con la riforestazione di 50 ettari di foresta acquistati con titoli di rimboschimento per un valore di 10mila euro, le emissioni generate dai consumi di energia, acqua, dall’allestimento, dalla mobilità dei partecipanti e dalla produzione di rifiuti e materiali promozionali, proseguiranno fino al 26 ottobre.
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