Nominato ieri a Strasburgo il nuovo Presidente del Parlamento UE, si tratta di David Sassoli, eurodeputato del Pd, candidato dei socialdemocratici. Votato al secondo turno, ha ottenuto 345 voti a fronte di una maggioranza di 334, ma il nuovo euro-presidente non ha ottenuto il sostegno della Lega e di Fratelli d’Italia, mentre Forza Italia si è astenuta e il M5S ha lasciato libertà di coscienza ed è già polemica con Salvini sulle ONG. Scongiurata poi la procedura di infrazione. Il Collegio dei Commissari UE ha infatti approvato la correzione sui conti per il 2019 apportata dal Governo italiano, ma le finanze italiane, soprattutto in vista della Manovra 2020, restano sotto controllo. A Roma, intanto, bagarre in Aula, sulla Libia. Salvini si scontra con la Magistratura sul caso Sea Watch 3 e l’arresto non convalidato dal Gip di Carola Rackete. Il Vicepremier e Ministro Di Maio incontra i sindacati per Alitalia: “Il 4 player è Avinca, nessun pregiudizio su Atlantia”, ma non convince i rappresentanti dei lavoratori. Consiglio dei Ministri in serata sull’ Autonomia: fumata nera, ancora un rinvio a lunedì. Oggi, Putin a Roma, incontri con il Papa, il capo dello Stato Mattarella, il Premier Conte, i Vicepremier Salvini e Di Maio e Berlusconi.
di Federica Marengo giovedì 4 luglio 2019
Ieri, a Strasburgo, gli eurodeputati hanno eletto con 345 voti su 667 (la maggioranza da raggiungere era di 334 preferenze) il nuovo Presidente dell’Eurocamera. Si tratta di Dadiv Sassoli, esponente del Pd, giornalista Rai, a Bruxelles dal 2009 e già vicepresidente del Parlamento UE, candidato dei socialdemocratici, che ha battuto gli altri competitor: Ska Keller dei Verdi (119 voti), Sira Rego di Gue/Ngl (43 voti) e Jan Zahradil di Erc (160 voti). L’annuncio, è stato dato dal Presidente uscente, Antonio Tajani, ora capodelegazione dei deputati europei di Forza Italia, che ha poi lasciato la parola al neo-eletto.
“All’Europa serve recuperare lo spirito dei padri fondatori, coniugare crescita, protezione sociale e rispetto dell’ambiente e rilanciare gli investimenti sostenibili”, ha detto Sassoli, esprimendo la volontà e l’impegno per “incrementare la parità di genere e favorire un maggior ruolo delle donne ai vertici dell’economia, della politica e del sociale”.
Poi, riguardo il tema dell’immigrazione, ha affermato: “Il Consiglio europeo ha il dovere morale di discutere la proposta del Parlamento di riforma del regolamento di Dublino perché sapete quanta tensione si crei attorno alla non gestione della questione migratoria: i cittadini si chiedono l’UE dov’è?. L’Europa si deve attrezzare e i governi devono trasferire un po’ di potere all’Europa, devono collaborare di più”.
“Vittoria! David Sassoli presidente del Parlamento Europeo. Un italiano del Pd tra le massime figure delle istituzioni europee. Il Governo italiano ha fatto danni e ci ha isolato. Il Pd c’è e conta, al servizio delle istituzioni e del nostro Paese”, ha scritto in un Tweet, esultando, il segretario nazionale dem, Nicola Zingaretti.
Congratulazioni, poi, arrivate anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel suo messaggio, ha scritto: “A nome degli italiani tutti e mio personale desidero porgerle le più vive congratulazioni per la sua elezione alla Presidenza del Parlamento UE e sentiti auguri di pieno successo nello svolgimento del suo importantissimo incarico. L’alta responsabilità che le è stata affidata dai parlamentari dei Paesi dell’Unione rappresenta una testimonianza dell’ampia fiducia riposta nella sua persona e un riconoscimento al suo costante e proficuo impegno nelle istituzioni europee. In questo spirito, le rinnovo i più sinceri e calorosi auguri di buon lavoro”.
Una elezione, quella di Sassoli, sostenuta dal Pd, ma non dalle altre forze politiche. Sia gli eurodeputati della Lega sia quelli di Fratelli d’Italia, infatti, hanno votato Jan Zahradil, il candidato dei conservatori Ecr , mentre Forza Italia si è astenuta e il M5S ha lasciato libertà di coscienza.
Un chiaro segnale di dissenso, che ha poi trovato espressione, più tardi, dopo le dichiarazioni sulle Ong rilasciate da Sassoli in una conferenza stampa post nomina : “Il dialogo tra il Parlamento e le Ong penso sia costante e normale. Sono qui da dieci anni e le Ong sanno che la porta del Parlamento europeo è sempre aperta: la apriremo ancora di più. Il dialogo con le Ong sarà garantito e assicurato”.
Immediata, la replica del Vicepremier leghista Salvini, che, in una diretta Social , ha detto: “In Europa continuano ad attaccare e menare. Un piddino, presidente del Parlamento europeo?. Un ex giornalista della Rai, che magari ha ancora un contratto con la televisione pubblica, che fa il Presidente del Parlamento europeo per la sinistra, per il Pd. Bello, rispettoso del voto degli italiani e degli europei. Eletto, magari, con i voti di qualcuno del centrodestra, visti i numeri. Col voto della Lega, no sicuramente”. E sulle porte aperte in UE alle Ong , ha commentato: “Siamo su scherzi a parte”.
Una Lega, dunque, irritata, non solo per l’elezione di Sassoli, ma anche per quanto accaduto in serata a Strasburgo, durante le fasi conclusive delle votazioni per i 14 vicepresidenti, iniziate nel pomeriggio e presiedute dal neo eletto Presidente, che, vista l’ora tarda delle ultime votazioni, che vedevano in lizza la leghista Mara Bizzotto, ha optato per la votazione elettronica, invece che per la votazione a scrutinio segreto come da regolamento.
L’eurodeputato del M5S, Fabio Massimo Castaldo, infatti, è stato confermato anche nella IX legislatura come uno dei 14 vicepresidenti (5 del PPE, 3 dei SD, 2 a testa per Renew Europe e Verdi, 1 a Gue e Non iscritti). La sua elezione è avvenuta al terzo scrutinio con 248 voti, battendo la candidata, capo delegazione, leghista Bizzotto del gruppo Identità e democrazia, che insieme ai conservatori di Ecr (il gruppo di Fratelli d’Italia), non è riuscito quindi a eleggere uno dei vicepresidenti. Le due formazioni, infatti, potevano contare su 135 eurodeputati, un numero troppo esiguo , se non supportato da voti trasversali, per raggiungere la maggioranza necessaria per l’elezione. Voti trasversali, che infatti, non sono arrivati, secondo la Bizzotto a causa del “cordone sanitario” messo in atto dalle forze di Maggioranza (in presunto accordo sotterraneo con il M5S) per impedire ai sovranisti euroscettici di accedere alle cariche apicali del Parlamento.
Secondo il metodo d’Hont con cui vengono suddivise le poltrone principali a Strasburgo, il gruppo Identità e Democrazia avrebbe avuto diritto a 2 presidenze di commissione o, in alternativa, a una vicepresidenza e ora rischia di restare fuori anche dai vertici delle 20 commissioni permanenti, che verranno eletti in giornata.
“E’ uno schiaffo alla democrazia e un vergognoso affronto contro 9 milioni di italiani che hanno votato la Lega facendola diventare il primo partito in Italia e in tutta Europa. Oggi, ha perso la democrazia, non la Lega di Salvini. Oggi, hanno vinto le élite e i burocrati di Bruxelles che hanno voluto cancellare la volontà popolare”, ha commentato a caldo la capodelegazione della Lega.
Come pure, poco entusiasta del nuovo Presidente di Commissione UE , Von der Lyene, e della neo-governatrice della Bce, Lagarde, si è mostrato il Vicepremier pentastellato, Luigi Di Maio, che, su Facebook, ha scritto: “Quanto alla nomina ai vertici europei di due fedelissime di Merkel e Macron, non mi fa impazzire che Germania e Francia l’abbiano vinta ancora una volta e spero che non diventino due regine dell’austerity. Se qualcuno pensa di farci chinare la testa nominando la Lagarde alla Bce, prende un abbaglio. Noi andiamo avanti per la nostra strada. Abbiamo rispetto di tutti. Chi investe in Italia deve sapere che è il benvenuto, che supportiamo il business, ma nel massimo rispetto degli interessi nazionali”, annunciando poi che, nell’ambito della partita per le nomine dei commissari UE, all’Italia andrà la Concorrenza, fondamentale per vigilare sulla corretta competizione commerciale tra i Paesi dell’Unione, a tutela delle imprese e del tessuto produttivo italiano.
Sul fronte procedura di infrazione, invece, scampato pericolo per il Governo giallo-verde. Dopo, l’approvazione nel Consiglio dei Ministri di lunedì 1 luglio del Ddl assestamento di Bilancio, che ha introdotto per il 2019 un taglio al debito per 7,6 miliardi, assicurando risparmi (1,5 miliardo da Reddito di Cittadinanza e Quota100) e coperture da misure una tantum e strutturali, per un totale di 6,2 miliardi, infatti, il Collegio dei Commissari UE, riunitisi ieri a Bruxelles, ha deciso di non proporre al Consiglio europeo l’avvio del pesante commissariamento dell’Italia per debito eccessivo.
“Grazie all’insieme delle misure adottate dal Governo , l’Italia rispetterebbe complessivamente le regole del Patto nel 2019 sullo sforzo strutturale”, ha dichiarato in conferenza stampa il Commissario agli Affari Economici, Pierre Moscovoci, spiegando: “Avevamo posto tre condizioni: dovevamo compensare lo scarto per il 2018, quello del 2019 da 0,3 e ottenere garanzie sul bilancio 2020. Il Governo ha approvato un pacchetto che risponde alle nostre tre condizioni e quindi la procedura per debito non è più giustificata. Faremo un monitoraggio attento, stretto sull’attuazione del Bilancio nel 2019, nella seconda parte dell’anno e procederemo a un’attenta, rigorosa, estremamente precisa, valutazione del progetto di legge di Bilancio 2020, per il quale c’è l’impegno italiano a conformarsi al Patto di Stabilità”.
Infine , rispondendo a un cronista che gli ha chiesto se vi fosse un legame tra l’approvazione da parte del Governo italiano al pacchetto di nomine UE e lo stop alla procedura da parte della Commissione, ha precisato: “Non c’è nessun collegamento con le nomine, il nostro lavoro si basa sull’applicazione delle regole e noi siamo qui per applicare le regole dei trattati. Se sono rispettati bene, sennò dobbiamo procedere”.
“Abbiamo difeso anche questa volta gli interessi dei cittadini e delle imprese italiane, senza arretrare rispetto alle misure qualificanti della nostra Manovra, tutelando Welfare e diritti sociali”, ha scritto su Facebook, commentando la notizia, il Premier Conte, proseguendo: “Questo significa che nell’ultima Legge di Bilancio, come ribadito più volte, avevamo impostato una strategia di politica economica oculata e consapevole. Il nostro è un modello economico che coniuga stabilità dei conti pubblici con la crescita e lo sviluppo sociale. Anche la prossima Legge di Bilancio, sulla quale siamo già a lavoro, proseguirà in questa direzione”.
Parole, alle quali hanno fatto seguito le dichiarazioni del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che, in una nota, ha scritto: “Non è stato facile trovare l’intesa con Bruxelles. Ma ci siamo riusciti grazie a un grosso sforzo che , come ho più volte ripetuto nelle ultime settimane, non ha richiesto una Manovra correttiva, ma ci ha comunque evitato la procedura di infrazione per debito eccessivo. Si tratta decisamente di una bella giornata per l’Italia, che è stata premiata due volte: dall’accordo con la commissione e , ancora più importante, dalla reazione estremamente positiva dei mercati. A rendere possibile questo risultato, non è stato un miracolo,ma la conduzione di una prudente politica della finanza pubblica sia sul lato delle entrate, in aumento anche sotto il profilo strutturale, sia su quello delle spese, diminuite grazie a una serie di risparmi e senza ricorrere a tagli”.
Una linea , quella della prudenza, che Presidente del Consiglio e titolare di via XX Settembre, intendono seguire anche nella stesura della prossima Manovra, come si legge nella lettera sui conti 2020 indirizzata a Bruxelles : “Il risanamento di Bilancio procederà di pari passo con le riforme strutturali volte a migliorare il potenziale di crescita dell’economia. Il Governo si concentrerà sul miglioramento dell’efficienza del settore pubblico e del sistema giuridico. Inoltre, sarà sviluppata un’ampia strategia per migliorare il capitale umano e la produttività. Il Parlamento ha approvato gli obiettivi fiscali stabiliti nel programma di stabilità, chiedendo nel contempo l’abrogazione dell’aumento dell’Iva nel 2020 e l’eliminazione dell’aumento della pressione fiscale attraverso la compensazione di misure fiscali alternative. Per dare seguito a queste raccomandazioni il Governo ha formulato una strategia integrata che si basa su una nuova Spending Review e su una revisione della spesa fiscale. Le stime per il 2020 a legislazione vigente saranno riviste alla luce dei trend favorevoli osservati 2019 e delle spese per le nuove misure di Welfare (Reddito di Cittadinanza e pensione anticipa), che ci aspettiamo essere più basse di quanto previsto anche nel 2020”.
A Roma, intanto, la giornata di ieri è stata animata dal dibattito acceso sull’immigrazione e caso Sea Watch3, dopo la decisione da parte del Gip di Agrigento, Alessandra Vella, di non convalidare l’arresto della comandante tedesca Carola Rackete, per resistenza a pubblico ufficiale e resistenza contro nave da guerra, cui è seguito un duro botta e risposta tra il Vicepremier e ministro dell’Interno Salvini e l’Anm e il CSM, che ha disposto l’apertura di un fascicolo a tutela della Gip.
Che la tensione fosse alta, lo si era capito già in mattinata, quando in Aula, a Montecitorio bisognava esprimersi sul rifinanziamento per il 2019 delle missioni all’estero, compresi gli accordi Italia-Libia, per il sostegno alla guardia costiera e alle motovedette libiche, deliberato dal Consiglio dei Ministri.
Il voto, in particolare quello sul rifinanziamento dei fondi per le motovedette libiche, infatti, non ha diviso solo Maggioranza e Opposizione, con il Presidente di turno della Camera, Ettore Rosato che ha dovuto placare gli animi e rimettere alla valutazione dell’Ufficio di Presidenza l’intervento del deputato leghista Giancarlo Iezzi ,che ha accusato i deputati saliti a bordo della Sea Watch3 di aver “dato copertura politica a un tentativo di uccidere agenti della Guardia di Finanza”, ma anche lo stesso Pd, spaccato al suo interno tra chi, come Matteo Orfini, ha sostenuto , in appoggio a una mozione di LeU e +Europa, lo stralcio degli accordi siglati in era Minniti (“come si fa ad essere solidali con la Sea Watch e poi rifinanziare il sostegno alla Guardia costiera libica?”) e chi, come i deputati fedeli alla linea renziana, ne ha caldeggiato il rinnovo, trovando alla fine un compromesso nell’astensione, annunciata dal capogruppo Graziano Delrio.
Montecitorio, ha invece dato il via libera all’unanimità (505 voti a favore) alla partecipazione dell’Italia a missioni internazionali per il 2019.
Altro dossier scottante discusso in giornata, quello su Alitalia, vista la scadenza del termine, il 15 luglio prossimo, per presentare le manifestazioni di interesse e l’esaurimento del budget derivante dal prestito ponte, attenzionato dalla Commissione UE come aiuto di Stato.
Nella riunione di ieri al Ministero dello Sviluppo Economico con i sindacati, il Ministro Di Maio ha ufficializzato il quarto player che ha mostrato interesse per la cordata: si tratta di Avianca, società colombiana del patròn Germàn Efromovich, ultima, in ordine di tempo, dopo il Presidente della Lazio, Claudio Lotito e il gruppo Toto, che andrebbe ad affiancare Ferrovie dello Stato (con il 35%), l’americana Delta(10-15%) e il Tesoro (15%).
Quindi, già manifestata l’avversione nei riguardi della famiglia Benetton, per la vicenda Ponte Morandi e revoca delle concessioni ad Autostrade e alla sua concessionaria Atlantia, il Ministro pentastellato, che pure si è detto scevro da pregiudizi nel caso di una partecipazione di Alitalia, opterebbe per l’aumento da parte degli americani di Delta della propria quota dal 15 al 25%, ipotesi poco concretizzabile, visto che a spingere per l’intervento di un altro partner è stata proprio la stessa società USA.
Tuttavia, Di Maio si è detto fiducioso di trovare nuovi azionisti che garantiscano 300 milioni aggiuntivi rispetto a quelli già accumulati dalla cordata e ha prospettato ai sindacati un piano industriale che ridarà slancio alla compagnia, garantendo la tutela dei livelli occupazionali.
I rappresentanti dei lavoratori, però, si sono detti delusi per le rassicurazioni “troppo veghe” e hanno confermato lo sciopero di 24 ore indetto per il 26 luglio, chiedendo maggiori garanzie.
In serata, poi, dopo l’incontro tra il Premier e i sindacati, si è svolto a Palazzo Chigi, alla presenza dei Vicepremier , del Ministro dell’Economia Tria, dei ministri :Erika Stefani, Barbara Lezzi, Gian Marco Centinaio, Riccardo Fraccaro, Alfonso Bonafede, Alberto Bonisoli, dei sottosegretari : Stefano Buffagni e Salvatore Giuliano e dei Viceministri del MEF Laura Castelli e Massimo Garavaglia, il Consiglio dei Ministri, nel quale si è discusso dell’Autonomia differenziata.
Nel corso del vertice , conclusosi dopo tre ore con un ennesimo nullo di fatto e un rinvio a una nuova riunione fissata per lunedì 8 luglio, secondo quanto riportato dall’Agi, si sarebbe raggiunto un primo accordo sullo schema finanziario da applicare alle intese che prevederebbe trasferimenti di risorse statali alle Regioni calcolati in base alla spesa storica di ogni competenza di una determinata Regione . Solo dopo tre anni quindi si passerebbe ai trasferimenti calcolati in base ai fabbisogni standard, applicati progressivamente, considerando i livelli essenziali delle prestazioni.
Rimasta in sospeso, invece, la questione della negoziazione delle competenze con i singoli ministeri.
A margine della riunione, poi, Salvini avrebbe affrontato il tema della nomina del ministro per le Politiche europee, carica rimasta vacante dopo che il titolare ,Paolo Savona, ha rivestito la presidenza della Consob, proponendo per la carica, Alberto Bagnai, economista , senatore leghista e presidente della Commissione Finanze del Senato, mentre nelle ore precedenti era circolato il nome del ministro per la Famiglie, Lorenzo Fontana.
All’attacco dell’Esecutivo, le Opposizioni, secondo cui la procedura di infrazione è stata evitata attuando una vera e propria Manovra correttiva, determinando un notevole ridimensionamento delle promesse in campo fiscale (Flat Tax) fatte dal Governo e soprattutto dal Vicepremier Silvini.
Per il senatore Pd, Antonio Misiani, gli impegni presi dal Conte e Tria con la UE per una Manovra 2020 da 45-50 miliardi merita una discussione in Parlamento su dove trovare tali risorse dato lo stallo dell’economia italiana e le molteplici crisi aziendali.
Concorde , la forzista Annagrazia Calabria, che ha sottolineato come la Flat Tax e la riforma fiscale annunciate non potranno essere realizzate, alla luce della prossima Manovra con la quale si dovrà far fronte agli impegni presi con Bruxelles e disinnescare le clausole per evitare l’aumento dell’Iva.
Evento della giornata di oggi, infine, la visita di Vladimir Putin a Roma. Il presidente russo, incontrerà Papa Francesco in Vaticano, il presidente della Repubblica Mattarella, il Premier Conte , i Vicepremier ,Salvini e Di Maio e il Ministro degli Esteri ,Moavero Milanesi, con i quali parteciperà a una cena di lavoro a Villa Madama. Previsto inoltre un incontro privato con il presidente di Forza Italia ed eurodeputato del PPE ,Silvio Berlusconi.
Al centro del breve soggiorno italiano, la questione delle sanzioni comminate dalla UE e dagli USA alla Russia per l’annessione alla Crimea nel 2014 e a tutto’oggi in atto, i rapporti bilaterali Italia-Russia, l’interscambio commerciale, ma anche la ripresa del dialogo con gli USA e il nodo Libia, per la vicinanza del Presidente russo ad Haftar.
©Riproduzione riservata