di Federica Marengo sabato 3 maggio 2025

-Domenica 27 aprile, II° domenica di Pasqua o della Divina Misericordia, secondo giorno dei Novendiali, i 9 giorni successivi alla scomparsa del Pontefice in cui si tengono messe in suffragio, il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, ha presieduto sul sagrato della Basilica di San Pietro, la Celebrazione Eucaristica in suffragio di Papa Francesco, alla presenza ,oltre che dei 200mila fedeli, tra cui i giovani che hanno preso parte al Giubileo degli Adolescenti, dei dipendenti e i fedeli della Città del Vaticano.
Durante la Messa, il Cardinale Parolin ha pronunciato l’Omelia, ispirandosi al passo del Vangelo odierno in cui l’evangelista Giovanni racconta dello smarrimento dei discepoli nel Cenacolo dopo la morte di Gesù, che, risorto, si mostra loro, rincuorandoli.
Da qui, il cardinale Parolin ha paragonato il senso di tristezza, il turbamento provato dai discepoli a quello provato “dai fedeli, dalla Chiesa e dal mondo intero per la scomparsa del Pastore che il Signore ha donato al suo popolo, Papa Francesco”.
“Eppure”, ha sottolineato il Cardinale Parolin, “Il Vangelo ci dice che proprio in questi momenti di oscurità il Signore viene a noi con la luce della risurrezione, per rischiarare i nostri cuori. Papa Francesco ce lo ha ricordato fin dalla sua elezione e ce lo ha ripetuto spesso, mettendo al centro del pontificato quella gioia del Vangelo che , come scriveva in “Evangelii gaudium”, “Riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia”.
Quindi, parlando della gioia pasquale, il Cardinale Parolin, ha rivolto un saluto speciale ai ragazzi e alle ragazze venuti da tutto il mondo per celebrare il Giubileo degli Adolescenti , evidenziando le tante sfide che essi sono chiamati ad affrontare, a cominciare dalla tecnologia e dall’intelligenza artificiale, invitandoli a “non dimenticare mai di alimentare la vita con la vera speranza che ha il volto di Gesù Cristo”, con cui non saranno mai soli, perché “il Signore viene ad incontrarli per far loro comprendere ciò che più vale nella vita: l’amore che tutto comprende e tutto spera”.
Poi, il Cardinale Parolin ha ricordato la II° domenica di Pasqua, domenica in Albis e la Festa della Misericordia, facendo riferimento al Magistero di Papa Francesco , che ha avuto tra i suoi cardini proprio la Misericordia, ovvero “l’Amore misericordioso di Dio con cui Egli vuole rialzarci e renderci persone nuove”, e l’evangelizzazione.
Da qui, il Cardinale Parolin ha esortato ad “accogliere l’eredità di Papa Francesco” e a “ farla diventare vita vissuta, aprendoci alla misericordia di Dio e diventando anche noi misericordiosi gli uni verso gli altri”, per poi soffermarsi ancora sulla Misericordia: “La misericordia ci riporta al cuore della fede. Ci ricorda che non dobbiamo interpretare il nostro rapporto con Dio e il nostro essere Chiesa secondo categorie umane o mondane, perché la buona notizia del Vangelo è anzitutto la scoperta di essere amati da un Dio che ha viscere di compassione e di tenerezza per ciascuno di noi a prescindere dai nostri meriti; ci ricorda, inoltre, che la nostra vita è intessuta di misericordia: noi possiamo rialzarci dopo le nostre cadute e guardare al futuro solo se abbiamo qualcuno che ci ama senza limiti e ci perdona. E, perciò, siamo chiamati all’impegno di vivere le nostre relazioni non più secondo i criteri del calcolo o accecati dall’egoismo, ma aprendoci al dialogo con l’altro, accogliendo chi incontriamo lungo il cammino e perdonando le sue debolezze e i suoi errori. Solo la misericordia guarisce e crea un mondo nuovo, spegnendo i fuochi della diffidenza, dell’odio e della violenza: questo è il grande insegnamento di Papa Francesco. Gesù ci mostra questo volto misericordioso di Dio nella sua predicazione e nei gesti che compie; e, come abbiamo ascoltato, presentandosi nel Cenacolo dopo la Risurrezione, offre il dono della pace e dice: “A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati”. Così, il Signore Risorto stabilisce che i suoi discepoli, la sua Chiesa, siano strumenti della misericordia per l’umanità per coloro che desiderano accogliere l’amore e il perdono di Dio. Papa Francesco è stato testimone luminoso di una Chiesa che si china con tenerezza verso chi è ferito e guarisce con il balsamo della misericordia; e ci ha ricordato che non può esserci pace senza il riconoscimento dell’altro, senza l’attenzione a chi è più debole e, soprattutto, non può esserci mai la pace se non impariamo a perdonarci reciprocamente, usando tra di noi la stessa misericordia che Dio ha verso la nostra vita”.
Infine, il Cardinale Parolin ha rivolto ancora una volta un pensiero a Papa Francesco, ricordato anche dai dipendenti e dai fedeli della Città del Vaticano presenti, cui ha rivolto un ringraziamento “per il servizio svolto quotidianamente”, e ha affidato i fedeli e le fedeli e l’umanità all’intercessione della Beata Vergine Maria, cui il Santo Padre Francesco “era così devotamente legato tanto da scegliere di riposare nella Basilica di Santa Maria Maggiore”, affinché “ci protegga, interceda per noi, vegli sulla Chiesa, sostenga il cammino dell’umanità nella pace e nella fraternità”.
Nei giorni successivi, preso la Basilica di San Pietro, si sono svolte e , proseguiranno fino al 4 maggio, le quotidiane Messe in suffragio di Papa Francesco , mentre procedono i lavori delle Congregazioni dei Cardinali per il Conclave , che avrà inizio in Cappella Sistina nel pomeriggio del 7 maggio, dopo la celebrazione della Messa “Pro eligendo Pontefice” nella Basilica di San Pietro.
Parallelamente, proseguono anche gli appuntamenti giubilari: il 28 e 29 aprile, si è svolto, infatti, il Giubileo delle persone con disabilità e il 1° maggio è iniziato il Giubileo dei Lavoratori e delle lavoratrici e degli imprenditori, che di concluderà il 5 maggio.
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