di Federica Marengo sabato 20 agosto 2022
-Nella centosettantasettesima giornata di guerra in Ucraina, le forze russe hanno continuato a bombardare sia la regione nord-orientale che quella meridionale del Paese. Sotto attacco delle truppe di Mosca, infatti, Kharkiv, dove è salito a venti il bilancio dei morti del bombardamento del 17 e 18 agosto scorsi. Colpito poi, anche Donetsk, nel Donbass, dove sono stati registrati cinque morti e dieci feriti e dove, per l’intelligence britannica, i russi , nelle ultime settimane, starebbero rallentando la loro avanzata.
Nel Sud, invece, sotto attacco russo Mykolaiv,dove è stata colpita una un’area residenziale e l’Università, causando il ferimento di nove persone, tra cui quattro bambini, mentre Kiev, dove, a pochi giorni dal 24 agosto, festa dell’Indipendenza , è stata allestita una parata di carri armati russi distrutti come “monito a tutti i dittatori”, ha reso noto che sono 363 i bambini rimasti uccisi dall’inizio della guerra.
In merito alla questione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, dopo il via libera di ieri del Presidente russo Putin, nel corso di una telefonata con il Presidente francese Macron, alla missione in loco dell’Aiea(l’Associazione internazionale per l’energia atomica), che dovrebbe tenersi all’inizio di settembre, secondo la Bbc, sono stati segnalati in Crimea e in altri territori occupati dell’Ucraina altri attacchi di droni contro la flotta di Mosca nel Mar Nero, mentre il Ministero della Difesa russo ha denunciato che l’esercito ucraino ha usato agenti chimici contro le truppe di Mosca e ha aggiunto che sta preparando il dossier con i risultati dei test effettuati sui soldati ricoverati con segni di grave avvelenamento dopo aver completato la loro missione nella regione di Zaporizhzhia e che le prove saranno presentate all’Opac, l’Organizzazione internazionale per la proibizione delle armi chimiche con sede all’Aia. Infine, Mosca ha denunciato che l’utilizzo di agenti tossici “è stato autorizzato dal regime di Zelensky e un’indagine supplementare è in corso, per l’avvelenamento del governatore ad interim di Kherson, la regione nel sud dell’Ucraina sotto controllo russo”.
Sempre il ministro della Difesa russo Shoigu, poi, tornando sul divieto di rilascio dei visti UE ai russi, ha dichiarato: “L’idea di vietare a tutti i cittadini russi di entrare nei Paesi dell’Ue è una manifestazione di politica nazista. Oggi, stiamo assistendo a un’altra vivida manifestazione di politica nazista, con l’idea russofoba attivamente promossa dalle alte cariche europee di vietare a tutti i cittadini russi di entrare nei paesi Ue. Secondo il ministro, i principi fondamentali dell’ordine mondiale, le valutazioni giuridiche e politiche del Tribunale di Norimberga vengono sempre più ignorate e riviste dai singoli Paesi, in particolare quelli baltici. Le marce dei legionari delle SS sono diventate tradizionali in Estonia e Lettonia, vengono eretti monumenti e obelischi ai criminali di guerra. Gli slogan e gli appelli nazisti risuonano apertamente per le strade delle città lituane”.
Shoigu , ha poi affermato che: “La decisione di iniziare la guerra, o quella che viene definita dalla Russia come ‘operazione militare speciale’, contro l’Ucraina, è stata presa a causa delle minacce inaccettabili alla sicurezza della Federazione Russa create dalle autorità ucraine. Per otto anni Kiev ha commesso crimini eclatanti contro i cittadini della Repubblica Popolare di Lugansk e della Repubblica Popolare di Donetsk. Migliaia di persone innocenti, compresi bambini, sono morte. Kiev ha intrapreso un percorso verso l’adesione alla Nato. Tutto ciò ha creato minacce inaccettabili alla sicurezza della Federazione Russa”.
Quanto all’esportazione del grano ucraino, nell’ambito dell’accordo mediato da Turchia e Onu con Kiev e Mosca , il segretario generale delle Nazioni Unite Guterres è si è recato oggi a Istanbul per visitare il Centro di Coordinamento e ispezione delle navi provenienti dai porti ucraini, e, a margine di una conferenza stampa, ha lanciato un appello per sbloccare le esportazioni di alimenti e fertilizzanti russi che non sono soggetti a sanzioni: “Non dimentichiamoci che quello che vediamo qui a Istanbul e a Odessa è solo la parte più visibile della soluzione. L’altra parte di questo accordo è l’accesso senza impedimenti ai mercati globali di alimenti e fertilizzanti russi che non sono soggetti a sanzioni. È importante che tutti i governi e il settore privato cooperino per portarli sul mercato. Senza fertilizzanti nel 2022, potrebbe non esserci abbastanza cibo nel 2023. Oltre 650mila tonnellate di grano e di altri prodotti alimentari sono già in viaggio verso i mercati del mondo”.
A tal proposito, il ministero della Difesa turco ha reso noto che altre due navi cariche di prodotti agricoli, come olio di girasole, hanno lasciato questa mattina il porto ucraino di Chornomorsk dirette, rispettivamente, a Venezia e al porto di Marmara (Istanbul).
Sul fronte riduzione dei flussi di gas dalla Russia, il colosso russo Gazprom ha annunciato un nuovo stop dal 31 agosto al 2 settembre dell’esportazione che ha causato un impennata dei costi dello stesso fino a 262, 8 euro per Mwh, spingendo le imprese a lanciare l’allarme sui costi insostenibili della produzione.
La guerra in Ucraina, poi, è stata al centro della prima giornata della 43°edizione del Meeting di Rimini, salutata con un messaggio dal Presidente della Repubblica Mattarella, nella quale, sono intervenuti tra gli altri, il Commissario UE agli Affari Economici Gentiloni, che ha affermato: “Viviamo il tempo dell’incertezza e anche della riscoperta della nostra fragilità. L’Europa nasce dal rifiuto della guerra. Ma quel rifiuto non è mai definitivo. Diceva il cancelliere” tedesco “Helmut Kohl che gli spiriti del male non sono stati banditi per sempre dall’Europa. A noi tocca il compito di evitare il ritorno degli spiriti del male. L’Europa sociale fa dei passi avanti, pensate al programma Sure sulla cassa integrazione, o alla proposta sul salario minimo. E dobbiamo difendere la transizione ecologica ma al tempo stesso proteggere le fasce più deboli colpite dai rincari”. Per quanto riguarda l’attuale difficile contesto globale in cui siamo inseriti, secondo Gentiloni “serve un’Europa che non sia spettatrice ma protagonista. Non c’è nessun altro come l’Unione Europea che possa farsi paladino dei valori di pace, libertà ed economia sociale. A questo scopo, segnala il commissario europeo, serve una presenza internazionale, “questo ruolo dobbiamo esercitarlo anche fuori dai nostri confini. Serve una politica estera comune europea, superando il principio dell’unanimità. La Ue ha bisogno di una politica estera comune non per far concorrenza alla Russia ma per rivolgersi al Mediterraneo ed all’Africa. per non lasciare al capitalismo di stato come quello cinese spazio libero in Africa. Averla significa contare”.
Quindi, sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza,Gentiloni, ha detto: “Il successo del Recovery Fund dipende in gran parte dal successo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano. I piani nazionali vanno attuati, e bisogna farlo adesso, accelerando. Non vanno ripensati questi i piani. Se c’è qualcosa di mirato e limitato da correggere le porte a Bruxelles sono aperte, ma non lo sono per ricominciare da capo. Il mare agitato va affrontato adesso, e va fatto anche nei paesi ad alto debito come il nostro, attraverso i piani di Recovery. Come economia europea stiamo attraversando acque piuttosto agitate, con un’inflazione a livelli senza precedenti, costi di energia senza precedenti. Ma abbiamo ancora la possibilità di scommettere sul fatto che un certo livello di crescita possa essere difeso e un certo livello di occupazione che attualmente è piuttosto alta possa essere conservata. Da cosa dipende questa scommessa, questo ottimismo che credo dobbiamo a tutti i costi conservare?. Dal fatto che, oltre all’iniziativa dei diversi Paesi, c’è questo grande programma comune di investimento e di riforme europeo. I Paesi ad alto debito devono proseguire nelle politiche di investimento. Ci serve stabilità economica. Oggi si conclude il lungo periodo di controllo sulla economia greca. All’inizio la risposta ha avuto costi sociali insopportabili e inconcepibili ma oggi si archivia il periodo della crisi finanziaria. Non si deve tornare in quella situazione: abbiamo bisogno di un sistema equilibrato e stabile in cui non ci sia da una parte record mondiali di surplus di alcune economie e dall’altra parte Paesi condannati. Certo, ci vuole prudenza nelle politiche di bilancio, ma abbiamo un piano che prevede 40 miliardi l’anno di investimenti e di sviluppo, legati a riforme, altro che austerità. È una corsa contro il tempo e non possiamo permetterci battute d’arresto”.
In ultimo, sul pericolo di un ritorno al nazionalismo e sulla crisi energetica, il Commissario UE agli Affari Economici, ha spiegato: “Non possiamo essere degli europei riluttanti, perché questa strada porta al ritorno dei nazionalismi. Siamo stati abituati dai nostri Presidenti della Repubblica, da Ciampi a Mattarella, ad un amor di Patria sano. Elementi di patriottismo che dobbiamo rivendicare. Ma se questo patrottismo non è una visione europea condivisa e diventa un pretesto per tornare all’illusione di un piccolo mondo antico saremmo in una strada sbagliatissima. Riguardo la crisi energetica dobbiamo prendere misure temporanee e mirate. Non possiamo contraddire la transizione climatica prendendo misure permanenti che facilitino la sopravvivenza dei combustibili fossili” che dobbiamo cercare rendendoli poco convenienti ,ma contemporaneamente dobbiamo aiutare chi ha più bisogno. Bisogna difendere la transizione climatica ma anche le fasce più deboli e vulnerabili che oggi sono colpite da questo terribile aumento dei prezzi dell’energia. Sulla questione energetica, credo sia molto importante che tutte le autorità politiche in tutti i paesi europei facciano appello per quanto possibile alla parsimonia nei consumi energetici. Fin qui tutto bene, nel senso che abbiamo buoni livelli di stoccaggio, possiamo guardare all’inverno senza eccessivo pessimismo. Però ,ricordando l’accordo europeo per il taglio del 15% dei consumi, non c’è dubbio che Putin possa usare l’arma energetica più di quanto non abbia fatto finora e quindi la parsimonia, il risparmio energetico, oltre le politiche di sostegno alle famiglie più vulnerabili da parte dei governi, sono fondamentali”.
Nello stesso consesso è poi intervenuta anche la Presidente del Parlamento UE, Metsola, che ha evidenziato: “E’ il momento di restare ancora più uniti per superare le sfide, come quelle della crisi legata alla guerra in Ucraina. E su Putin le parole di Metsola sono chiare: è uno spietato autocrate che influenza stati vassalli. Viviamo in tempi di incertezze e sfide incredibili e dopo due anni di pandemia Putin ha scatenato una guerra illegale contro l’Ucraina indipendente e sovrana. Le bombe russe hanno ucciso indiscriminatamente, l’esercito russo ha violentato le donne ucraine, milioni di ucraini sono stati costretti a fuggire dal loro paese cercando rifugio in Europa da una spietato autocrate. Il mondo dopo il 24 febbraio è molto diverso, senza dubbio più pericoloso. Anche il ruolo della Ue è cambiato con conseguenze significative per i cittadini. La carenza di energia e l’aumento dei prezzi ci mettono a dura prova. Ma in questo momento dobbiamo rimanere ancora più uniti. Abbiamo bisogno gli uni degli altri: è il modo migliore per superare le sfide che ci attendono. Il nostro futuro è solo insieme. Dobbiamo rispondere con unità e un forte senso di speranza che la cooperazione è unica via, la democrazia deve trionfare sull’autoritarismo. La Ue deve restare un luogo di speranza e solidarietà che non lasci indietro nessuno. Dopo l’aggressione russa all’Ucraina, l’Unione Europea ha messo in atto una risposta immediata fornendo aiuti finanziari, militari e umanitari senza precedenti. Abbiamo mostrato solidarietà all’Ucraina e alla sua gente imponendo pesanti sanzioni contro Putin e ai suoi alleati e adottando una decisione storica nell’assegnare all’Ucraina lo status ufficiale di paese candidato a entrare nell’Unione Europea. Siamo rimasti uniti, perché sappiamo che i cittadini ucraini non stanno solo combattendo solo per la loro patria ma stanno lottando per preservare i valori alla base del nostro modo di vivere”.
Quanto alla politica interna italiana, mentre i partiti sono alle prese con le ultime limature alle liste dei candidati, che dovranno essere depositate entro lunedì 22 agosto presso le Corti d’Appello, tra i leader è scontro sui programmi e le varie proposte.
Nel centrosinistra, il segretario del Pd Letta, in un’intervista a Il Messaggero, in contrapposizione polemica con la Presidente di Fratelli d’Italia Meloni, ha criticato la proposta di quest’ultima di rinegoziare a Bruxelles il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza alla luce del mutato contesto economico e geopolitico, in quanto ciò metterebbe a rischio i principi del progetto europeo e costituirebbe un danno per il Paese. Semmai, possibile introdurre alcune correzioni mirate. Inoltre, il numero uno del Nazareno,ha rilanciato la proposta di una mensilità in più a fine anno per i lavoratori, con le risorse derivate dal taglio del costo del lavoro, come già deciso un mese fa dal Governo Draghi, in seguito al confronto con i sindacati, prima della crisi innescata da M5S, Lega e Forza Italia e della sua caduta.
Tale proposta, però, è stata contestata dal Presidente del M5S, Conte, in quanto ritenuta insufficiente (circa sei euro in più) per supportare i lavoratori. L’ex Premier inoltre ha sottolineato come tutte le forze politiche del centrosinistra abbiano in programma il salario minimo a 9 euro l’ora, sostenuto da sempre dal Movimento e ha auspicato che sia realmente attuato e non sia solo una promessa elettorale.
Tornando al Pd, passo indietro del candidato capolista alla Camera per il collegio della Basilicata, La Regina, a causa della polemica legata alla messa in discussione dello Stato d’Israele emersa in alcuni post pubblicati sui suoi profili social, evidenziati in un articolo de Il Giornale. Tuttavia, al posto di La Regina, il Pd ha candidato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli Affari Esteri, Amendola.
A proposito del confronto televisivo Letta-Meloni di un’ora , previsto per il 22 settembre su Rai Uno nella trasmissione Porta a Porta e moderato dal giornalista e scrittore Bruno Vespa, i leader della coalizione Azione-Italia Viva, Calenda e Renzi, ma anche l’intero centrosinistra, hanno sollevato delle rimostranze riguardo al rispetto della par condicio, invocando l’intervento dell’Agcom e , chiedendo poi un confronto a quattro nella stessa trasmissione anche con il pentastellato Conte.
Al riguardo, in una nota diramata dalla trasmissione Porta a Porta, si legge: “Alla prima serata di Porta a porta di giovedì 22 settembre che ospiterà il confronto di un’ora tra Enrico Letta e Giorgia Meloni moderato da Bruno Vespa sono stati invitati a partecipare anche Matteo Salvini, Giuseppe Conte, Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio e Carlo Calenda. Ciascuno sarà intervistato per mezz’ora con modalità da stabilire. Porta a Porta è pronta a ospitare altri confronti nella stessa serata se ne maturassero le condizioni”.
Rimostranze, però, sono state espresse anche da +Europa: “Porta a Porta, servizio pubblico Rai, ha deciso di proporre nella serata del 22 settembre l’evento clou della campagna elettorale televisiva, con il confronto Letta-Meloni e interviste di mezz’ora a Salvini, Conte, Berlusconi, Di Maio e Calenda. C’è un evidente refuso: l’assenza di Emma Bonino e di +Europa. Così come è evidente che nella carrellata dei leader nello spot che pubblicizza la programmazione elettorale di Porta a Porta, si ripeta il ‘refuso’ dell’assenza di Emma Bonino. Certi che la redazione provvederà, auguriamo buon lavoro”, e da Sinistra italiana ed Europa Verde: “Una nota della trasmissione Porta a Porta ha annunciato che a pochi giorni dal voto, il 22 settembre, ospiterà il confronto di un’ora tra Enrico Letta e Giorgia Meloni moderato da Bruno Vespa e che sono stati invitati a partecipare anche Matteo Salvini, Giuseppe Conte, Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio e Carlo Calenda. Non si capisce perché, avendo invitando leader di coalizione, si siano aggiunti alcuni altri leader di lista, senza che ci siano tutti e si scelgano solo Salvini, Berlusconi e Di Maio. È evidente una palese violazione della par condicio se rimanesse questo schema, che i vertici della Rai dovrebbero spiegare alle autorità di garanzia e alla magistratura”.
In casa centrodestra, invece, ultime ore prima della presentazione, domani , delle liste dei candidati alla Camera e al Senato, per Fratelli d’Italia, la cui Presidente , Meloni ha illustrato la sua proposta sull’Agricoltura e la tutela del Made in Italy da sistemi di classificazione come il “Nutri score” e dall’Italia sounding, mentre Forza Italia, che pure presenterà a breve le liste (si registra uno scontro interno per la candidatura in Basilicata della Presidente del Senato Casellati e anche sulle candidature nel Veneto), tramite la consueta “pillola video” del Presidente Berlusconi, ha lanciato la proposta ambientalista di piantare 1 milione di alberi in città e attorno alle città.
Al fotofinish sulle liste (le candidate donne sono il 56%) , anche la Lega, con il segretario del Carroccio,Salvini, che insiste sui temi della sicurezza e della gestione dell’immigrazione e sull’ estensione della Tassa Piatta a lavoratori dipendenti, famiglie e pensionati, rimbeccato dal fondatore di Impegno civico, e ministro degli Esteri Di Maio, che , in un video pubblicato su You Tube, proponendo il tetto massimo al prezzo del gas, il salario equo e un fondo di garanzia tra gli under 40 che permetta di non pagare nemmeno un euro di anticipo, ha evidenziato: “In quei giorni, mentre il trio sfascia-conti Salvini, Berlusconi e Meloni lavoravano per far cadere il Governo, noi dicevamo ‘non fate cadere il Governo ,perché sta arrivando la parte peggiore di questa crisi. Il trio sfasciaconti, come lo chiamo io, in 15 giorni ha già fatto promesse per 100 miliardi di euro .E’ un problema enorme, un problema di sicurezza economica del Paese, perché delle due l’una: o vi stanno prendendo in giro e questa non è una buona notizia, ma c’è una notizia ancora peggiore, perché se fanno sul serio noi rischiamo il default. Rischiano di prosciugare i risparmi degli italiani”.
In ambito pandemia da Covid19, dal 1° settembre i docenti e il personale Ata e Amministrativo non vaccinato potranno tornare nelle scuole senza l’obbligo di vaccinarsi. Lo ha reso noto il Ministero dell’Istruzione tramite una nota, in cui si legge: “Ora, tutti possono tornare tra le mura scolastiche perché non sono rinvenibili i presupposti normativi per una rinnovata pianificazione all’introduzione di misure di contrasto al Covid-19 e, pertanto, il Piano per la prosecuzione delle attività scolastiche, educative e formative nelle istituzioni del sistema nazionale di istruzione non verrà rinnovato per l’anno scolastico 2022/2023. Tuttavia, si prevede “la possibilità di adottare e aggiornare linee guida e protocolli volti a regolare lo svolgimento in sicurezza dei servizi e delle attività economiche, produttive e sociali, di concerto con le altre autorità”.
©Riproduzione riservata