di Federica Marengo venerdì 9 giugno 2023

-Nella 464° giornata di guerra in Ucraina, Kiev, che ha annunciato l’inizio della controffensiva, ha fatto sapere di aver di aver recuperato in 24h oltre un chilometro di territorio in direzione di Bakhmut e nel Donetsk, mentre combattimenti sono in corso anche a Zaporizhzhia, dove la locale centrale nucleare, per l’Aiea, al momento non correrebbe rischi, continuando a ricevere acqua dal bacino idrico .
Tuttavia, le forze di Mosca hanno condotto raid sia su Uma, città nella regione meridionale di Kherson, dove hanno colpito un deposito di armi (ma Kiev sostiene sia stato colpito un supermercato), che sulla stessa Zaporizhzhia, dove è stato colpito un ospedale, causando la morte di due persone.
Infatti, secondo quanto riportato via social dalla Viceministra della Difesa ucraina Malyar, sia a est che a sud del Paese: “La situazione è tesa in tutte le zone del fronte, i russi non riescono a raggiungere i loro obiettivi. L’est è l’epicentro degli scontri. Il nemico continua a concentrare i suoi sforzi principali nelle direzioni di Lyman, Bakhmut, Avdiivka e Maryinka, e continuano i pesanti combattimenti. In tutte le direzioni, il nemico conduce attacchi aerei, di artiglieria e di mortaio. Tuttavia, il nemico non riesce a raggiungere i suoi obiettivi. I nostri difensori respingono gli attacchi”.
A Mosca, il Presidente Putin, ha confermato l’inizio della controffensiva di Kiev, sostenendo, però ,che le forze ucraine non stiano avanzando in alcun punto del fronte “grazie al coraggio dei soldati russi e all’adeguata organizzazione delle forze armate di Mosca” ed ha annunciato che il dispiegamento di armi nucleari russe in Bielorussia inizierà dopo il 7-8 luglio . Inoltre, la Difesa russa sostiene di aver respinto l’offensiva a Zaporizhzhia, distruggendo trenta carri armati ed eliminando trecentocinquanta soldati e di aver subito l’attacco ucraino, mediante drone, sulla città di Volonezh.
In merito alla distruzione della diga di Kakhovka, secondo quanto riportato dal Guardian, l’intelligence ucraina avrebbe intercettato e reso noto l’audio di una conversazione telefonica tra ufficiali russi in cui dicono di essere stati loro a far saltare la diga di Kakhovka e non gli ucraini, sebbene prosegua ilrimpallo di accuse su chi sia stato ad attuarne la distruzione. Per gli ucraini il bilancio è di 5 morti e di 13 dispersi, per i russi di 8 vittime.
L’istituto di sismologia norvegese (Norsar), poi, ha rilevato “un’esplosione”, proveniente dalla regione della diga ucraina di Kakhovka, prima del momento del crollo, precisando che : “Questo dato non attribuisce un’origine all’esplosione, supporta l’idea che la diga idroelettrica, situata in un’area sotto il controllo russo, non abbia ceduto a causa dei danni subiti durante i bombardamenti dei mesi precedenti”.
Infine, secondo una nota diffusa dal Dipartimento delle Difesa americano , quest’ultimo avrebbe stanziato 2,1 miliardi di dollari per un nuovo pacchetto di aiuti a Kiev, che includerebbero anche i sistemi di difesa Hawk e droni Puma.
Quanto alla politica italiana, la Presidente del Consiglio Meloni, stamane, ha inaugurato con la sua partecipazione il Forum in Masseria, una rassegna annuale in tre giornate di dialoghi dal 9 all’11 giugno, che si svolge a Manduria , in Puglia , moderati dal giornalista e conduttore Bruno Vespa.
Nel suo intervento-intervista, la Premier ha toccato diversi temi, come quelli economici e il PNRR, riguardo alla cui attuazione e, all’erogazione della terza rata, ha assicurato: “Riusciremo ad avere la terza rata del Pnrr: stiamo facendo un lavoro molto lungo e preciso con la Commissione europea. Sono stati già verificati gli obiettivi, ora siamo ai target, ma sono assolutamente ottimista. Poi ci siamo occupando entro il 31 agosto di lavorare per rivedere alcuni obiettivi per inserire il Repower Eu. Sono ottimista del percorso fatto tra Roma e Unione europea nell’ambito del Piano, anche se è consapevole che la strada è lunga”.
Poi, riguardo alle politiche migratorie, all’indomani del raggiungimento dell’accordo in Lussemburgo tra i ministri degli Affari Interni degli Stati UE sul nuovo Patto riguardante l’asilo e ,alla vigilia della sua missione in Tunisia di domenica, insieme con la Presidente della Commissione UE , von der Leyen, e con il Premier olandese Rutte, la Premier ha spiegato: “Stiamo facendo moltissimi passi avanti sulla politica dei fenomeni migratori. L’Italia fa un lavoro straordinario per salvare le vite, ma deve essere un lavoro comune, europeo. Il problema è di tutti e l’unico modo per risolverlo è alla partenza. Sulla Tunisia sto lavorando quotidianamente, domenica ci recheremo io, Von der Leyen e il primo ministro olandese Rutte. Ci sono già stata martedì, ed è grazie al lavoro molto prezioso che l’Italia ha fatto, insieme a quella missione, che si dovrebbe concretizzare il primo pacchetto di aiuti della commissione che è anche propedeutico a favorire l’accordo con il Fmi. A Tunisia e Fmi chiedo un approccio il più possibile pragmatico e non ideologico e mi pare che su questo si stiano facendo passi in avanti”.
A seguire, anche il rapporto con le Opposizioni e con la segretaria del Pd, Schlein, che più volte ha espresso timori per la “deriva autoritaria del Governo”, riguardo cui, la Presidente Meloni, ha chiarito: “So che la preoccupazione della segretaria del Pd è reale, non strumentale, lei è davvero preoccupata. La voglio tranquillizzare: il centrodestra da sempre difende le libertà di cittadini, famiglie e imprese, questo noi stiamo dimostrando e gli italiani lo capiscono. Se il nuovo corso del Pd è andare dritti sulla strada che li ha portati alla sconfitta elettorale , non sono nessuno per dirgli di cambiare strategia. Sono stupita che la segretaria del Pd dica che siamo allergici al dissenso. Escudo che gli italiani credano che siamo in un regime di autoritarismo”.
Quindi, sui dossier Lavoro, Pil e MES, la Premier ha spiegato: “Il lavoro va favorito, bisogna favorire le aziende che hanno un’alta densità di manodopera, quando assumi qualcuno fai un favore anche allo Stato, questo è il senso. Cerchiamo di liberare risorse per metterle dove serve: in Italia c’è un problema di salari, l’obiettivo è rendere il taglio del cuneo strutturale, dipende dalle entrate dello Stato, che dipendono dalla crescita. Il dato più importante è il Pil italiano che cresce oltre la media europea. Il governo deve dare i suoi segnali, l’economia risponde e lo sta facendo. L’Italia ha appena raggiunto il record storico di numero di occupati e di contratti stabili, e tutto è trainato dall’occupazione femminile. Il Mes è una parte di una serie di strumenti che vanno discussi nel loro complesso. Non ha senso ratificare la sua riforma se non sai cose prevede il nuovo patto di stabilità e crescita. Non sono convinta sulla proposta della commissione. Il Mes rischia di tenere bloccare delle risorse in un momento in cui invece stiamo tutti cercando risorse. Spero che si affronti questo tema in modo pragmatico e non in modo ideologico, capire come si potrebbero utilizzare queste risorse”.
Ancora a seguire, il tema delle riforme costituzionali, come la Riforma dell’Autonomia differenziata e del Premierato: “Si tratta di una sfida di modernizzazione per l’Italia e un’opportunità anche economica per il Paese. La premier ha anticipato che, se le opposizioni diranno di no, il governo chiamerà gli italiani a votare al referendum. Le priorità sono due: chi governa lo decidono gli italiani, non il palazzo, quindi dando attenzione e riconoscere il voto delle urne, ci deve essere l’elezione diretta. Poi serve la stabilità del governo. Quanto alla riforma dell’Autonomia differenziata, non peggiorerà il il divario già esistente tra Nord e Sud Italia. Non succederà, perché l’Autonomia non è togliere a una regione per dare a un’altra, ma un principio secondo cui se una Regione governa bene le sue risorse, lo Stato prende in considerazione la possibilità di darle altre materie da governare. Il principio alla base della riforma, ha precisato, non è quindi discriminare le Regioni, ma piuttosto responsabilizzare governatori e classi politiche, modello che può essere malvisto da chi ha mal governato o non è riuscito a spendere i soldi europei”.
Infine, riguardo alla guerra in Ucraina, la Presidente del Consiglio Meloni ha ribadito: “E’ nell’interesse dell’Italia difendere gli ucraini. A chi parla di pace senza entrare nel merito: io dico che sostenere l’Ucraina è il modo più serio di costruire la pace. Appoggiando Kiev, non difendiamo solo il diritto di quel popolo, ma difendiamo anche noi stessi: non è vero che se gli ucraini si arrendessero noi avremmo la pace. Anzi, se si arrendessero o la Russia vincesse, noi avremmo la guerra più vicina a casa nostra, la guerra si sposterebbe probabilmente in Moldova, poi vediamo in Polonia. L’Italia continuerà quindi a stare al fianco dell’Ucraina fino alla fine della guerra. Noi siamo fra le nazioni più serie e sono fiera di questo. Non è più l’Italia spaghetti e mandolino che qualcuno ha dipinto. Io voglio governare un’Italia che cammina a testa alta nella storia, credibile, affidabile, seria e che per questo è in grado di difendere i suoi interessi nazionali”.
Intanto, ieri, in Lussemburgo, alla riunione dei Ministeri degli Interni dei 27 Stati UE è stato raggiunto un accordo sul nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo.
Al termine di una giornata non facile, scandita da una trattativa a oltranza per il no dell’Italia, condiviso da Grecia , Malta, Lituania, Polonia,Ungheria, (contrarie alle sanzioni per i Paesi che non ricollocheranno i migranti, Slovacchia,Austria e Danimarca), e del ministro degli Interni Piantedosi, al pacchetto di misure così come formulato, è stata poi trovato un accordo con ampio sostegno, votato anche dall’Italia , seppur con il voto contrario di Polonia e Ungheria e le astensioni di Malta, Lituania , Slovacchia e Bulgaria.
La UE, inoltre , riguardo alle procedure di frontiera, ha messo in campo un piano straordinario di sostegno finanziario a quegli Stati che dovranno attuarle sul loro territorio. Le multe a chi non accetta i ricollocamenti finiranno in un fondo per la gestione dei flussi, ottenendo così un sistema di controllo europeo delle frontiere esterne.
Il ministro dell’Interno, Piantedosi, ha sostenuto la necessità che fosse riconosciuta una connessione sufficiente a permettere il trasferimento, in contrasto con la Germania ,che puntava a concedere il rimpatrio nelle aree di transito solo in caso di una connessione significativa tra il migrante e il Paese terzo. Così, alla fine, il titolare del Viminale è riuscito a ottenere l’assenza di limitazioni , che avrebbero escluso alcuni Stati dalle intese per i rimpatri e la riduzione dei termini di responsabilità del Paese di primo approdo (tra questi proprio l’Italia) per i migranti in arrivo dopo le operazioni di ricerca e soccorso. Dunque, per la prima volta , i casi Sar saranno considerati sotto la responsabilità della UE.
Prevista una somma di ventimila euro per ogni migrante non ricollocato: somme che confluiranno in un fondo comune per sviluppare accordi con Paesi terzi.
Inserita poi una clausola di revisione del sistema dopo un test di sostenibilità che varia da uno a due anni in base ai provvedimenti.
Non soddisfatte dell’accordo trovato in Lussemburgo, le Opposizioni , secondo cui si tratta di “un’intesa fragile” e di “un nulla di fatto”.
Sul fonte dei lavori parlamentari, intanto, via libera definitivo della Camera con 153 sì, 73 no e 10 astenuti al Dl Siccità, ora legge, mentre la Commissione Affari Sociali del Senato ha dato l’ok a due emendamenti al Dl Lavoro che prevedono, uno, un bonus estate per i lavoratori del Turismo e , l’altro, la proroga fino al 31 dicembre dello smart working per i fragili e i genitori di figli under 14, ma solo nel privato.
Per quanto riguarda l’economia, cattive notizie da parte dell’Istat sulla produzione industriale che , ad aprile, ha registrato una contrazione tendenziale del 7,2% , la più ampia da quasi tre anni. Per trovare un calo superiore, infatti, bisogna tornare a luglio 2020, nella fase 2 dell’emergenza pandemica, quando la flessione era stata dell’8,3%.
“Per il quarto mese consecutivo”, scrive Istat nella sua nota di commento al bollettino: “si registra una flessione dell’indice destagionalizzato, che cala dell’1,9% rispetto a marzo, “con diminuzioni estese a tutti i principali comparti”. Il quadro è negativo anche su base trimestrale e su base annua, al netto degli effetti di calendario, si osserva una “caduta marcata” del 7,2%. A livello settoriale è molto ampia la flessione per l’energia (-12,6% annuo) e i beni intermedi (-11%), i beni di consumo vedono una riduzione del 7,3% mentre risulta contenuto il calo per i beni strumentali (-0,2%)”.
Per il Codacons: “A preoccupare sono i beni di consumo ,che registrano una discesa senza freni, con una contrazione del -7,3% su base annua con punte del -8,3% per i beni durevoli, un dato su cui incide in modo evidente l’emergenza prezzi che attanaglia da mesi il nostro paese”. “A pesare come un macigno sull’industria italiana è proprio l’inflazione ancora alle stelle”, prosegue Rienzi ribadendo “la necessità di intervenire sui prezzi al dettaglio, perché solo calmierando i listini sarà possibile tutelare la capacità di acquisto delle famiglie, sostenere i consumi e aiutare industria, commercio ed economia”, mentre per l’Unione Nazionale dei Consumatori , si tratta di “Una Caporetto, sia per le nostre imprese che per il Paese. Altro che ripresa record. Non solo prosegue l’andamento negativo della produzione industriale per il quarto mese consecutivo, nei dati destagionalizzati congiunturali, ma la caduta è un burrone. Il crollo dei beni di consumo, -7,3% su aprile 2022, dimostra che manca una politica dei redditi e che urge ridare capacità di spesa alle famiglie, salvaguardando il loro potere d’acquisto, altrimenti gli italiani non consumano le imprese non producono”.
Al riguardo, il ministro dell’Agricoltura , della Sovranità Alimentare e delle Foreste Lollobrigida, a margine del “Forum in Masseria”, ha dichiarato: “Il Governo è al lavoro su emergenza carovita e rincari dei generi di prima necessità. È una norma prevista nella legge di stabilità che prevedeva 500 milioni. Abbiamo aperto una ‘trattativa’ con le organizzazioni datoriali e la grande distribuzione per ottenere la possibilità di aggiungere all’investimento dello Stato anche un investimento da parte della grande distribuzione in termini di scontistica che potrà portare a sconti ulteriori fino al 15%. I redditi previsti erano quelli con massimale di 15 mila euro. Questo, dai calcoli che sta facendo l’Inps in collaborazione con l’Associazione nazionale comuni italiani, potrebbe condurre a una valutazione che dovrebbe portare alla distribuzione di circa 1 milione e 400 mila card. Che conterranno ciascuna 382 euro. E che verranno messe a disposizione delle famiglie che hanno difficoltà all’acquisto. Con una serie di esclusioni, tra quelle che già beneficiano evidentemente di altri sostegni. Ci sono poi altri 110 milioni che attraverso l’Agea permettono l’acquisto di beni primari da mettere a disposizione dei più poveri. Specie quelli che non emergono dalle statistiche o dai calcoli Isee. Questa somma complessivamente potrà alleviare le criticità indotte dall’inflazione che quest’anno è superiore alle annualità precedenti”. dettagli sono previsti nella normativa. In queste ore l’Inps sta facendo i calcoli per verificare al meglio tutta la capienza economica. E per intervenire nella maniera più efficace possibile. C’è un meccanismo regolatore importante. Perché la carta si potrà attivare entro il 30 settembre. Tutti i residui delle card non attivate, perché questo statisticamente è possibile e incide, verranno redistribuiti nelle carte di coloro che le hanno attivate”.
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