di Federica Marengo giovedì 1°giugno 2023
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-Nella 457° giornata di guerra in Ucraina, Kiev piange due bambini, una bambina di nove anni, sua madre e un’altra donna , uccisi nell’attacco russo con missili Iskander sulla città , e in particolare su un edificio residenziale e su un ospedale pediatrico, avvenuto nella notte scorsa, che ha causato anche il ferimento di 14 persone.
Il ministro dell’Interno ucraino, Klymenko,ha fatto sapere che la polizia ucraina ha aperto un’inchiesta per “negligenza, che ha provocato gravi conseguenze”, in quanto la bambina e la madre avrebbero tentato di ripararsi in un rifugio antiaereo dopo che è scattato l’allarme, ma lo avrebbero trovato chiuso.
Colpita poi anche Kharkiv, dove una donna è stata estratta viva dalle macerie e dove l’esercito russo starebbe avanzando verso Kupyank. La Marina ucraina, invece, ha informato circa la presenza nel Mar Nero di 9 navi russe , di cui tre portatrici di missili Kalibr.
A Bakhmut, iniziata la sostituzione dei gruppi paramilitari della Wagner, guidata da Prigozhin, con le forze guidate dal comandante ceceno Kadyrov. Prigozhin, rispondendo su Telegram a domande inviate dal canale russo 11EKYU, ha spiegato: “Per molto tempo ancora non andremo a stringere mani nei summit in giro per il mondo, perché, come ho detto più volte, dal punto di vista del rapportarsi agli altri, saremo come la Corea del Nord. In termini di livello di vita saremo piuttosto sopra, perché sul nostro territorio abbiamo in pratica tutto quello che ci serve. Penso che saremo presto vicini al punto massimo di escalation concepito dall’Occidente e si tratterà di un conflitto di dimensioni davvero serie, per il quale dovremo metterci in assetto difensivo, perlomeno se analizziamo come stanno andando le cose. Credo che il conflitto non terminerà con la presa di Kiev, di nuovo considerando come stanno oggi le cose”.
A Mosca, invece, la Difesa russa ha affermato di aver respinto un tentativo di invasione ucraina del suo territorio con carri armati e soldati , dopo il bombardamento sulle strutture civili di Belgorod, mentre Leontyev, il capo dell’amministrazione distrettuale della regione di Kherson, sulla riva orientale del fiume Dnipro, occupata dai russi, ha reso noto che un bombardamento ucraino ha causato la morte di una persona e il ferimento di altre due. Un bombardamento russo sulla stessa regione e su Beryslav, invece, ha distrutto una scuola di musica e causato 15 feriti.
L’Fsb russa invece avrebbe scoperto un’operazione condotta dall’agenzia di sicurezza nazionale americana Nsa, durante la quale alcune migliaia di cellulari in Russia sarebbero stati infettati con un malware.
In merito alla situazione a Belgorod, dove , secondo il governatore Gladkov sarebbe esploso un drone, il portavoce del Cremlino, Peskov, ha fatto sapere che il ministero della Difesa russo, il servizio di frontiera , il servizio di sicurezza federale, il ministero delle situazioni di emergenza , le autorità della città riferiscono costantemente al Presidente Putin su ciò che accade nell’area e ha sottolineato che tali bombardamenti non avranno effetti sulla continuazione dell’operazione militare in Ucraina.
Inoltre, sempre Peskov, ha accusato l’Occidente e la comunità internazionale di non aver condannato il “regime di Kiev” per gli attacchi nella regione russa di Belgorod.
Secondo il sito di notizie Meduza, che si basa su una comunicazione sul sito ,che pubblica gli estremi delle commesse statali, l’amministrazione del Cremlino potrebbe far costruire a Mosca un rifugio antiaereo per alti funzionari.
Il Presidente Putin, nel frattempo, durante l’incontro online con le famiglie numerose, insignite di uno speciale riconoscimento, ha dichiarato che: “Non vi è dubbio alcuno sul fatto che la Federazione russa vincerà e diventerà garante della pace e della sicurezza per tutti i popoli. E’ un enorme onore e piacere vivere in Russia e, tanto più, risolvere i problemi del Paese”.
Il ministro degli Esteri russo ,Lavrov, infine, nell’ambito del suo tour in Africa (il Sudafrica ha annunciato che concederà l’immunità diplomatica al Presidente Putin, su cui pende il mandato di arresto dell’Aia), ha discusso stamane con l’omologa sudafricana Pandor, sul piano di pace dei leader africani per porre fine alla guerra in Ucraina, prima del vertice dei ministri degli Esteri dei Paesi dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica).
Come riportato nella nota diffusa da quest’ultimo : “La conversazione ha toccato gli aspetti pertinenti del continuo rafforzamento delle relazioni di partenariato strategico tra Russia e Sudafrica, tra cui il rafforzamento dei legami commerciali ed economici, umanitari e interparlamentari nel corso della discussione sulla situazione in Ucraina è stata prestata particolare attenzione all’attuazione dell’iniziativa lanciata dal Presidente sudafricano (Cyril Ramaphosa) per un gruppo di leader africani in visita in Russia. Nelle scorse settimane Ramaphosa ha annunciato una visita il prima possibile in Russia e in Ucraina di una delegazione di leader africani per favorire una risoluzione del conflitto. Oltre al Sudafrica l’iniziativa vede coinvolti :Zambia, Senegal, Repubblica del Congo, Uganda ed Egitto”.
Il Presidente ucraino, Zelensky, invece, ha preso parte in Moldavia, a Chisinau, al Summit della Comunità Politica Europea, assieme ai 27 Paesi UE, ma anche alla Gran Bretagna , alla Turchia, ai Paesi dei Balcani occidentali e ai Paesi del Caucaso.
Accolto al suo arrivo al castello di Mimi, a Bulboaca, nella campagna moldava, dalla Presidente Sandu, che ha ribadito il sostegno a Kiev contro l’aggressione russa, il Presidente Zelensky ha dichiarato che l’Ucraina , partener affidabile della Moldavia, “si fermerà solo quando vincerà o quando la Russia smetterà di occupare i territori ucraini”. Poi, sul proprio profilo Telegram, ha scritto in un post : “Stiamo sviluppando una coalizione di jet da combattimento e offrendo una coalizione di Patriot. Ue, Nato, formula di pace. Tutto per proteggere il nostro futuro”.
Quindi, parlando alla plenaria del vertice . ha affermato che “nessun conflitto sarà congelato o caldo in Europa”, ma che si raggiungerà la pace e ha lanciato la proposta che ogni Paese confinante con la Russia aderisca alla Nato, alla luce del rischio di un’occupazione russa.
A seguire, il Presidente Zelensky ha incontrato la Presidente della Commissione UE, von der Leyen, con la quale , in occasione della Giornata internazionale dell’infanzia, ha esortato la Russia a fermare la deportazione dei bambini ucraini. Al centro dell’incontro, anche la formula di pace ucraina , il sostegno globale all’iniziativa di pace dell’Ucraina, le garanzie di sicurezza che l’Ucraina cerca di ricevere prima di diventare membro della Nato e la revoca incondizionata delle restrizioni alle esportazioni di prodotti agricoli.
Ancora nel summit a Chisinau,il Presidente Zelensky, ha esortato le cancellerie europee ad abbandonare gli indugi e a procedere con l’iter per l’adesione dell’Ucraina alla Nato già nel prossimo vertice dell’Alleanza Atlantica ,che si svolgerà a luglio, a Vilnius, in Lituania.
Infine , il Presidente Zelensky ha incontrato anche la Presidente del Parlamento UE, Metsola, che ha anch’ella ribadito il pieno sostegno all’Ucraina, dichiarando , a margine del summit: “Io penso che il tema della tempistica per l’apertura dei negoziati per l’ingresso in Ue di Ucraina e Moldavia sia legato alla volontà politica. È un fatto di coraggio, di mostrare una leadership che oggi abbiamo mostrato. Il Parlamento europeo è stato la prima istituzione ha valutare che la Moldavia doveva essere un candidato; certo, ogni Paese ha il suo percorso, ma iniziamo con i negoziati l’anno prossimo. Ma non bisogna sottovalutare gli effetti di trasformazione che può avere un Paese diventando un candidato”.
Successivamente, Zelensky, che ha avuto un bilaterale anche con il Premier britannico Sunak, al quale ha parlato ,oltre che della necessità di velocizzare l’ingresso nella Nato, della necessità di creare uno scudo aereo sull’Ucraina, nella conferenza stampa finale del vertice, ha sottolineato che: “La Nato ha una struttura ben strutturata e dà garanzie. Fuori dalla Nato cosa c’è? Noi abbiamo bisogno di garanzie di sicurezza, se fossimo stati membri della Nato la Russia non avrebbe attaccato. Dobbiamo pensare quale altra garanzia di sicurezza ci possa essere al di fuori dalla Nato. Noi vorremmo la garanzia di sicurezza offerta dall’Alleanza”, mentre in un’intervista al portale latino-americano, Infobae, riguardo all’iniziativa diplomatica del Vaticano, ha dichiarato: “Il Papa sostiene gli ucraini e sostiene l’Ucraina. Vuole davvero che questa sanguinosa guerra finisca. L’ho incontrato due volte e ho richiamato la sua attenzione su alcune cose critiche, con le quali ha cercato di aiutarmi. La prima volta che abbiamo parlato gli ho raccontato dei prigionieri. Volevo che mi aiutasse con il ritorno della nostra gente. È una questione molto complicata perché restituire persone significa trovare angolazioni da cui spingere. È più facile tra i militari, tra gli ufficiali dell’intelligence che possono essere scambiati, ma lo scambio di civili, che non sono militari, che sono stati rubati dal nostro territorio dai russi, è più difficile da fare. La prima volta che ci siamo incontrati con lui, l’invasione su vasta scala non era ancora avvenuta, e gli ho chiesto di aiutarmi con i tatari di Crimea, con i prigionieri politici, gli ucraini, i giornalisti, i militari, ecc. Mi ha aiutato con qualcosa, francamente ci ha provato e gli sono stato grato. Oltre alle preghiere. Ho detto al Papa: ‘La ringrazio per tutte le sue preghiere, ma sono qui non solo per unire il mondo intero nelle sue suppliche a Dio, ma anche per influenzare con la sua personalità quegli atei che non credono in niente, ma che tengono prigioniera la nostra gente’. E ha cercato di aiutare. In realtà. E gli ero molto grato. La seconda volta che l’ho incontrato è stato di recente. Volevo che il Vaticano fosse rappresentato a un vertice di pace e volevo che il Papa sostenesse la mia formula per la pace. E che nessuno approfitti della sua personalità politica o di comunicatore, perché a volte il Papa parla di qualcosa e i media, alcuni media, soprattutto quelli russi, cominciano a travisarlo a proprio favore. Ecco perché era molto importante che parlassimo. Ha una posizione molto chiara sul sostegno all’Ucraina e sulla pace. Gli ho chiesto della formula della pace e della deportazione dei bambini. Sa che migliaia dei nostri bambini sono stati portati in Russia e gli ho chiesto di usare i suoi contatti per influenzare il processo di ritorno di alcuni dei nostri bambini. Cerchiamo quegli strumenti, non è facile”.
Presente al vertice della Comunità Politica Europea, anche la Presidente del Consiglio Meloni, che nel corso del summit ha avuto un trilaterale con il Premier olandese Rutte e con la Presidente della Commissione UE, von der Leyen, sul tema dell’immigrazione e sulla crisi della Tunisia, e che nel suo intervento, ha dichiarato: “Il summit affronterà sfide chiave per la stabilità dell’Europa, come energia, sicurezza e connettività. L’Italia e la famiglia europea sono al fianco della Moldavia. La Moldavia non è sola. Questo vertice è molto importante per ribadire che l’Europa è soprattutto una civiltà, fondata su valori come la libertà e l’uguaglianza tra gli uomini. Che non c’è un’Europa di serie A e una di serie B, ma un’Europa che, come diceva Giovanni Paolo II, ha bisogno di respirare con due polmoni: uno occidentale e uno orientale. Tutto questo assume un significato nel momento in cui ci troviamo qui, nel contesto attuale. Ci troviamo qui con il presidente Zelensky, e quindi con l’Ucraina, in un momento in cui Kiev difende quel valore di libertà. Lo facciamo qui in Moldavia, un’altra nazione minacciata. E che sarebbe stata a sua volta coinvolta in una sorta di domino se gli ucraini non si fossero difesi come stanno facendo. E lo facciamo anche in un momento nel quale, bene o male quelle crisi hanno messo a nudo le criticità anche europee in tema di approvvigionamento in tema di approvvigionamento energetico e di interconnettività. Io credo che il messaggio di oggi sia soprattutto di apertura vera a quelle nazioni che europee sono ed europee vogliono essere a 360 gradi: Ucraina, Moldova, Georgia, Balcani occidentali. Tutte sfide non di ingresso nell’Unione europea ma di ‘ricongiungimento’ che l’Italia sostiene e quindi penso che insomma sia molto di più di un valore simbolico quello della riunione di oggi” Aiuteremo l’Ucraina finché sarà necessario. In questo momento l’Ucraina difende anche la nostra sicurezza e la legge internazionale senza la quale il domani di nessuno sarebbe sicuro. Celebriamo questo evento in Moldavia, che è un’altra nazione che rischia l’aggressione se gli ucraini non la difendono come stanno facendo e se noi non la aiutiamo. L’ Europa non è solo regole e non è solo interessi. E’ soprattutto civiltà. Noi siamo qui per ricordare che non permetteremo che i principi europei siano messi in discussione. Dobbiamo ricordare anche le relazioni con i nostri partner globali come l’Africa, che ha bisogno di noi per non essere vittime della narrativa del ‘West and the rest. Questo significa risolvere problemi come l’immigrazione clandestina che va risolto solo aiutando queste nazioni. Significa c’è molto lavoro da fare ma va fatto aiutando queste nazioni, se vogliamo che l’Europa, dopo essere protagonista del passato lo sia anche del futuro”.
Sull’adesione alla Nato dell’Ucraina, il segretario dell’Alleanza Atlantica Stoltenberg, che ha annunciato che presto si recherà ad Ankara per procedere con l’adesione della Svezia, nel vertice informale dei ministri degli Esteri a Oslo, ha detto: “Mi aspetto che all’incontro di oggi discuteremo del sostegno a lungo termine all’Ucraina e poi mi aspetto che quando ci incontreremo al vertice di luglio mi aspetto che i leader concorderanno un piano a lungo termine e un impegno pluriennale per sostenere l’Ucraina, perché è ciò di cui abbiamo bisogno per garantire che quando la guerra finirà l’Ucraina abbia le capacità e la forza per difendersi. Ovviamente si tratta di fornire diversi tipi di supporto militare ma ora la Nato sta anche esaminando come possiamo contribuire ad attuare questa importante transizione dagli standard sulle munizioni e sull’equipaggiamento dell’era sovietica ai moderni equipaggiamenti e standard della Nato. Sull’adesione dell’Ucraina alla Nato “sono fiducioso che troveremo un consenso e la via da seguire e abbiamo già buone discussioni informali. Siamo d’accordo su alcuni messaggi fondamentali. Solo l’anno scorso, tutti noi abbiamo convenuto che l’Ucraina diventerà un membro di questa alleanza e stiamo compiendo passi concreti comuni, perché l’Ucraina si sta muovendo verso la Nato, si stanno avvicinando sempre di più agli standard della Nato. Li abbiamo aiutati a farlo mentre parliamo e lo facciamo dal 2014. Quindi l’Ucraina è molto più vicina ora rispetto a pochi anni fa. Tutti gli alleati Nato concordano sul fatto che l’Ucraina diventerà membro dell’Alleanza. Questo incontro, servirà anche a discutere l’aiuto a Kiev “a lungo termine, perché bisogna fare in modo che quando la guerra finisce, la storia non si ripeta, e quindi bisogna creare un quadro che garantisca la sicurezza dell ‘Ucraina”.
Il segretario di Stato Usa Antony Blinken , invece,sempre alla ministeriale di Oslo, ha dichiarato che: “La straordinaria unità e solidarietà dimostrata dall’Alleanza nell’ultimo anno e mezzo è una dei principali ragioni per cui l’Ucraina è riuscita a rispondere all’aggressione della Russia: la ministeriale di Oslo è una tappa importante per arrivare al summit dei leader di Vilnius e affronteremo la questione di come aiutare ulteriormente Kiev con grande attenzione. Questo incontro rappresenta una tappa importante nella strada verso il Summit di Vilnius, che si terrà tra poco più di un mese. Posso solo reiterare e ripetere quanto già affermato dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, e cioè che il fulcro centrale è nel sostegno continuo da parte nostra all’Ucraina, per fare in modo che possa prevalere contro l’aggressione russa, che sta andando avanti da oltre un anno”.
In UE, nel frattempo, via libera dell’Europarlamento con 446 voti a favore, 67 contrari e 112 astenuti, al piano per accelerare la produzione e la fornitura di munizioni a Kiev, stanziando anche i fondi del Pnrr. Tuttavia, nel corso della seduta si è evidenziata una spaccatura nella delegazione degli eurodeputati del Pd , che, prima ha provato a far passare col gruppo socialista degli emendamenti per svincolare i fondi del Pnrr dagli investimenti bellici (tutti respinti) e ,poi, al momento della votazione, si è divisa.
Gli eurodeputati dem,infatti, hanno votato in 8 per il sì, uno solo per il no (Massimiliano Smeriglio)e 6 gli astenuti (Bartolo, Laureti, Moretti, Roberti, Toia, Variati), contravvenendo alla linea dettata ieri, nel corso di un confronto da remoto, dalla segretaria dem Schlein, espressasi per il no all’utilizzo delle risorse Pnrr e coesione per produrre munizioni e armamenti.
In merito, il ministro delle Politiche UE, del Sud e della Coesione , con delega al PNRR, Fitto, rispondendo a un’interrogazione del Pd in Senato, ha precisato: “Ampio sostegno all’Ucraina, ma l’uso dei fondi del Pnrr per l’acquisto di armi da inviare a Kiev “non è in nessun modo all’ordine del giorno”, risposta che però non ha soddisfatto l’Opposizione che ha chiesto di “votare” su questa materia.
Nel frattempo, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del ministero della Difesa “che autorizza la cessione alle autorità governative dell’Ucraina dei mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari di cui al documento classificato elaborato dallo Stato Maggiore della difesa. I mezzi, i materiali e gli equipaggiamenti sono ceduti a titolo non oneroso per la parte ricevente”.
Secretato, il documento classificato, allegato al decreto, con l’elenco delle armi da inviare a Kiev.
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