di Federica Marengo martedì 6 maggio 2025

-Nelle scorse ore, il portavoce del Cremlino Peskov, nel consueto punto stampa, ha confermato la tregua di tre giorni, dall’8 al 10 maggio, in occasione della Festa della Vittoria contro il nazifascismo nella Seconda guerra mondiale, respinta invece da Kiev, in quanto considerata “propaganda” e ha dichiarato: “Sfortunatamente, non abbiamo ancora sentito una sola dichiarazione da Kiev da parte di rappresentanti del regime, dal capo del regime, che parli della disponibilità a partecipare a questa tregua festiva. Intendiamo comunque rispettare il cessate il fuoco, ma nel caso in cui non ci sia reciprocità da parte del regime di Kiev e continuino i tentativi di colpire le nostre posizioni o le nostre strutture, verrà data immediatamente una risposta adeguata”.
Quindi, Peskov ha sottolineato: “Il regime di Kiev continua a dimostrare il suo approccio, la sua posizione. Questa posizione è orientata alla continuazione della guerra. Il regime di Kiev continua i suoi tentativi di colpire le infrastrutture civili pacifiche. I nostri militari stanno facendo un lavoro splendido” nelle misure di difesa anti-drone”.
Poi, riguardo il nuovo tentativo di sfondamento ucraino nella regione di Kursk, il portavoce del Cremlino ha detto: “Questo argomento è direttamente collegato al corso dell’operazione militare speciale. Qui consiglio di contattare il Ministero della Difesa”.
Quanto alla disponibilità del Presidente brasiliano Lula a fare da mediatore tra Mosca e Kiev, di cui quest’ultimo ha parlato nell’intervista rilasciata al quotidiano O Globo, Peskov ha affermato: “Mosca accoglie con favore tutti i Paesi che sono pronti a compiere sforzi per contribuire a portare il processo verso una soluzione pacifica ma , al momento, continua il lavoro con gli Stati Uniti”.
Infine, sul calo del prezzo del petrolio , Peskov ha sottolineato: “Gli interessi nazionali della Russia sono al di sopra di tutto, soprattutto del prezzo del petrolio e Mosca continuerà a lavorare nel formato OPEC+ per mantenere i prezzi a un livello ottimale”.
Proprio riguardo alla Festa e alla parata del 9 maggio, il consigliere del Cremlino per la politica estera, Ushanov, rendendo noto che “Vladimir Putin ha discusso con l’inviato Usa Stev Witkoff i termini della pace con l’Ucraina”, ha dichiarato che ,nei prossimi giorni ,sono attesi a Mosca 29 leader mondiali, tra cui il Presidente cinese Xi Jinping (la cui visita sarà ricambiata dal Presidente Putin, che si recherà in Cina a fine agosto o inizio settembre), il Premier slovacco Robert Fico e il Presidente serbo Alekandar Vucic, con cui il Presidente russo Putin terrà dei bilaterali, e che alla parata parteciperanno unità militari di 13 Paesi, tra cui quella di Pechino, insieme con le truppe russe, veicoli militari e sistemi d’arma, così come diversi veterani statunitensi della Seconda Guerra Mondiale, ma che per il momento non è chiaro se ci saranno funzionari USA, anche se il Cremlino ha inviato un invito all’ambasciatore statunitense in Russia.
Non parteciperanno , invece, le truppe nordcoreane, che hanno combattuto per la Russia contro le truppe ucraine, mentre sarà presente l’ambasciatore della Corea del Nord in rappresentanza di Pyongyang.
In proposito,riguardo la possibilità che Paesi stranieri mandino militari a Mosca per la parata, il ministro degli Esteri ucraino Sybiha, in una nota pubblicata sul suo sito, ha scritto: “Oggi è in corso una guerra di aggressione brutale e immotivata contro il popolo ucraino, che è una delle nazioni che hanno sconfitto il nazismo e pagato un prezzo terribile per la pace e la libertà in Europa. Nel corso di questa aggressione, i soldati russi hanno commesso centinaia di migliaia di crimini di guerra, hanno ucciso 620 persone e ne hanno ferite quasi 2.000, e hanno deportato almeno 20.000 bambini ucraini. Esecuzioni di civili, fosse comuni, stupri, saccheggi, detenzione di ostaggi civili, torture ed esecuzioni di prigionieri di guerra, uso di armi indiscriminate, attacchi a zone residenziali densamente popolate, infrastrutture energetiche e civili. L’esercito russo ha commesso e continua a commettere atrocità in Ucraina su una scala che l’Europa non ha più visto dalla Seconda guerra mondiale. È questo esercito che marcerà sulla Piazza Rossa di Mosca il 9 maggio. Queste persone non sono liberatori dell’Europa, sono occupanti e criminali di guerra. Marciare al loro fianco significa condividere la responsabilità del sangue dei bambini ucraini uccisi, civili e militari, non celebrare la vittoria sul nazismo. La Russia sta invitando personale militare straniero a partecipare alla parata del 9 maggio per sbiancare i suoi crimini di guerra e giustificare la sua aggressione. La partecipazione di personale militare straniero a questo evento è inaccettabile e sarà considerata dall’Ucraina come un oltraggio alla memoria della vittoria sul nazismo, alla memoria di milioni di soldati ucraini in prima linea che otto decenni fa hanno liberato il nostro paese e l’intera Europa dal nazismo. Chiediamo a tutti i paesi stranieri di astenersi dall’inviare il proprio personale militare alla parata del 9 maggio a Mosca. Questo vale soprattutto per i Paesi che dichiarano la propria neutralità rispetto all’aggressione russa contro l’Ucraina o che assumono costantemente una posizione neutrale nelle relazioni internazionali. La partecipazione dei militari di questi paesi a una parata congiunta violerebbe direttamente la neutralità dichiarata e sarò considerata come un sostegno allo Stato aggressore”.
Intanto, il consigliere del Presidente ucraino Zelensky, Podolyak, in intervista a La Repubblica, ha ribadito che: “La pace è possibile solo con la coercizione: sanzioni economiche tali da portare quasi al collasso la sua capacità di guadagnare sui mercati esteri, come l’embargo petrolifero. E colpi militari, l’ampliamento degli attacchi sul territorio russo contro le infrastrutture belliche avrà un forte impatto sociale”.
Ancora, definendo “propaganda” la proposta di una tregua di tre giorni avanzata da Mosca, alla domanda se Kiev intenda colpire Mosca durante la parata del 9 maggio, ha risposto: “L’Ucraina colpisce le infrastrutture militari russe con droni e missili. La sicurezza sul proprio territorio devono garantirla i russi stessi. Se ne sono in grado è altra questione. Ma i discorsi su possibili attacchi o attentati sono parte di uno scenario che Putin usa per creare tensione interna. Non abbiamo dubbi che per l’8, 9 e 10 maggio siano previsti atti terroristici: esplosioni, attacchi organizzati dalla stessa Russia”.
Tuttavia, il Presidente USA Trump, che ieri ha avuto un colloquio telefonico definito “produttivo” su Ucraina, Medio Oriente e Siria, con il Presidente turco Erdogan, parlando con la stampa alla Casa Bianca, in merito alla proposta di tregua di tre giorni avanzata da Mosca ha detto: “La Russia vuole fare un accordo, l’Ucraina vuole fare un accordo. Il presidente Putin ha appena annunciato una tregua di 3 giorni, non sembra granché ma è molto se si considera da dove siamo partiti. In questa guerra muoiono 5000 persone a settimana, soldati russi e ucraini. Una situazione terribile, abbiamo avuto un presidente che per 3 anni non ha parlato con Putin. E’ una guerra orribile, i numeri reali sono molto più alti di quelli che sentite”.
Se nei negoziati per la pace non vi è stata ancora una svolta. un accordo tra Kiev e Mosca, con la mediazione degli Emirati Arabi Uniti, è stato siglato quest’oggi per lo scambio di 205 prigionieri di guerra ucraini con altrettanti russi. A darne l’annuncio , il ministero della Difesa di Mosca, seguito dal Presidente ucraino Zelensky che ha confermato via social: “I nostri sono liberi. I nostri sono a casa. Oggi l’Ucraina ha restituito 205 soldati, ragazzi e uomini di quasi tutti i tipi e rami delle forze armate. Difensori di Mariupol e dell’intero fronte. Erano sparsi in molte regioni russe, imprigionati dal sistema carcerario con un unico compito: abusare e distruggere l’umanità. Li abbiamo riportati indietro. E ringrazio tutti coloro che hanno lavorato a questo scambio. Ringrazio i nostri partner, in particolare gli Emirati Arabi Uniti, per la loro mediazione e assistenza. Ringrazio coloro che non sono indifferenti e continuano a parlare degli ucraini in cattività. Ogni giorno lottiamo per il nostro popolo. Faremo sicuramente di tutto per riportare indietro ognuno di loro”.
A Bruxelles, invece, la Commissione Ue ha presentato una roadmap per svincolare la Ue dalla dipendenza dall’energia russa, assicurando nelle stesso tempo forniture energetiche e prezzi stabili in tutta l’Unione.
L’Ue ha quindi ridotto la sua quota di importazioni di gas russo dal 45% al 19%, grazie al piano REPowerEU, lanciato nel maggio 2022.
Come spiegato dall’Esecutivo Ue, il piano prevede l’eliminazione graduale del petrolio, del gas e dell’energia nucleare russi dai mercati dell’Ue in modo coordinato e sicuro e il passaggio dell’Ue all’energia pulita.
Infatti, entro la fine del 2025, i Paesi dell’Ue prepareranno piani nazionali che stabiliranno come contribuire all’eliminazione graduale delle importazioni di gas, energia nucleare e petrolio russi. Allo stesso tempo, continueranno gli sforzi per accelerare la transizione energetica dell’Ue e diversificare le forniture energetiche per eliminare i rischi per la sicurezza dell’approvvigionamento e la stabilità del mercato.
Per il gas, stabilito lo stop a tutte le importazioni di gas russo entro la fine del 2027, migliorando la trasparenza, il monitoraggio e la tracciabilità del gas russo nei mercati dell’Ue e ai nuovi contratti con i fornitori di gas russo e ai contratti spot (a pagamento immediato) , che dovranno essere interrotti entro la fine del 2025.
Per il petrolio verranno intraprese nuove azioni per contrastare la ‘flotta ombra’ russa, ovvero le navi impiegate dalla Russia per eludere le sanzioni, che trasportano petrolio.
Infine, per il nucleare, limitati i nuovi contratti di fornitura co-firmati dall’Agenzia di approvvigionamento dell’Euratom per l’uranio, l’uranio arricchito e altri materiali nucleari provenienti dalla Russia.
Il Commissario europeo all’Energia, Dan Jorgensen, nella conferenza stampa di presentazione della roadmap Ue, ha evidenziato che vi saranno delle procedure di infrazione per i Paesi che non rispetteranno lo stop al gas russo: “Se uno o più Paesi ipoteticamente parlando, non applicano la legge, allora ovviamente abbiamo le procedure ordinarie per affrontare la situazione. Ma naturalmente ci aspettiamo che i Paesi, anche se non sono d’accordo con la decisione, rispettino comunque la legge. I divieti che fanno parte del piano saranno adottati con maggioranza qualificata. Quindi, a differenza delle sanzioni, per le quali è necessaria l’unanimità, possono essere approvati a maggioranza qualificata. Inoltre, a differenza delle sanzioni, non devono essere rinnovati periodicamente. Se fanno parte della legislazione, allora sono in vigore”.
La Presidente della Commissione Ue, von der Leyen, in una nota, ha così commentato il piano: “La guerra in Ucraina ha brutalmente messo in luce i rischi del ricatto, della coercizione economica e degli shock dei prezzi. Con RePowerEu abbiamo diversificato il nostro approvvigionamento energetico e ridotto drasticamente la precedente dipendenza dell’Europa dai combustibili fossili russi. È ora che l’Europa tagli completamente i legami energetici con un fornitore inaffidabile. L’energia che ci arriva non deve pagare per una guerra di aggressione contro l’Ucraina. Lo dobbiamo ai nostri cittadini, alle nostre imprese e ai nostri coraggiosi amici ucraini”.
La Vicepresidente della Commissione Ue e Alta rappresentante Ue per la Politica estera, Kaja Kallas, in un post social, ha scritto: “L’Europa ha già ridotto drasticamente la sua dipendenza dall’energia russa. Oggi abbiamo presentato il nostro piano per porre fine a tutte le importazioni di energia dalla Russia entro il 2027. Questo segnerà una rottura definitiva. La Russia non potrà più usare l’energia come arma contro di noi”.
Contraria allo stop, l’Ungheria, con il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó, che, in un video diffuso sui social, ha dichiarato: “La roadmap dell’Ue per azzerare l’import di combustibili fossili russi entro il 2027 “mette seriamente a repentaglio la sicurezza dell’approvvigionamento energetico dell’Ungheria, provoca un aumento dei prezzi e viola gravemente la sovranità del nostro Paese. L’esclusione forzata, artificiale e ideologica delle fonti energetiche russe dall’Europa sta causando gravi difficoltà alle economie di molti Paesi europei. Questa decisione è un altro errore della Commissione europea dopo il fallimento delle sanzioni contro la Russia”.
La decisione è dettata da motivi politici. La Commissione vuole far pagare a Paesi come l’Ungheria, che attuano una politica ragionevole e razionale, il suo insensato e incommensurabile sostegno all’Ucraina. Noi rifiutiamo tutto questo. Budapest non è disposta a pagare il prezzo di un’adesione rapidissima dell’Ucraina all’Ue. La decisione della Commissione è in contrasto anche con il diritto dell’Ue, poiché afferma chiaramente che ogni Stato membro può decidere autonomamente quali fonti energetiche utilizzare”.
Sul fronte dei combattimenti, proseguono gli attacchi russi sull’Ucraina. Nella notte, infatti, le forze russe hanno attaccato con droni: la regione di Kharkiv, causando incendi di alcune abitazioni ;la regione di Odessa, dove sono state colpite infrastrutture ed è stata uccisa una persona e la regione di Sumy, dove 3 persone, tra cui un bambino, sono state uccise e 5 ferite.
La Difesa russa, invece, ha fatto sapere di aver abbattuto 19 droni ucraini sui cieli di Mosca e che ciò ha determinato la chiusura temporanea di tutti gli aeroporti della città, e di aver conquistato i centri di Pokrovsk e Lysovka, continuando ad avanzare nella regione di Donetsk.
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