di Federica Marengo venerdì 11 aprile 2025

-L’inviato USA Witkoff, ha incontrato quest’oggi, per la terza volta, a San Pietroburgo, il Presidente russo Putin, per discutere di Ucraina e , come ha dichiarato il portavoce del Cremlino Peskov, di un futuro incontro tra il capo del Cremlino e il Presidente USA Trump. Tuttavia, Peskov ha chiarito che la visita di Witkoff “non sarà epocale” e che “non bisogna aspettarsi grandi svolte”.
Prima dell’incontro, secondo quanto riportato dalle agenzie russe, il Presidente Putin ha dichiarato che: “La quota di armi ed equipaggiamenti moderni nelle forze nucleari strategiche della Marina russa è pari al 100%” e che “Questa cifra deve essere mantenuta in futuro”. Pertanto, Mosca investirà 8,4 trilioni di rubli (100,54 miliardi di dollari) nello sviluppo della Marina russa nei prossimi 10 anni.
A tal proposito, secondo il sito Axios, il Presidente USA Trump, potrebbe procedere con ulteriori sanzioni contro la Russia, se entro la fine di aprile non venisse raggiunto un accordo sul cessate il fuoco.
Lo stesso Trump, in un post sulla sua piattaforma social, ha scritto, ribadendo: “La Russia deve muoversi. Troppe persone stanno morendo, migliaia alla settimana, in una guerra terribile e insensata – una guerra che non sarebbe mai dovuta accadere, e non sarebbe accaduta, se io fossi stato presidente!!!”.
Da Mosca, il ministro degli Esteri russo Lavrov, dicendosi fiducioso nel ripristino delle relazioni con gli USA, ha proposto a Washington la revoca delle sanzioni alla compagnia aerea Aeroflot, nel contesto della discussione sulla ripresa dei voli diretti tra i due Paesi e ha commentato positivamente lo scambio di prigionieri tra Mosca e USA, avvenuto nelle scorse ore con la mediazione di Abu Dhabi, in quanto “ha contribuito a consolidare la fiducia tra i due Paesi in un momento in cui stanno cercando di ricostruire i loro legami”.
Quanto all’accordo sulle terre rare tra USA e Ucraina, secondo il New York Times, Washington e Kiev avrebbero riaperto l’accordo e una delegazione ucraina sarebbe negli Stati Uniti per un nuovo round di negoziati.
Intanto, a Bruxelles, stamane, si è riunita per la 27esima volta il gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina (o formato Ramstein), presieduto da Gran Bretagna e Germania, al quale ha partecipato in videoconferenza il Presidente ucraino Zelensky che, poco prima della riunione, in un post social, ha lanciato un appello agli alleati a potenziare la difesa aerea di Kiev, chiedendo l’invio di sistemi Patriot: “Oggi a Bruxelles, nuovo incontro di Ramstein. La nostra priorità è la difesa aerea ed è molto importante che i nostri partner ci ascoltino. Gli ucraini sanno essere precisi. Abbiamo già imparato a neutralizzare molte armi terroristiche russe. Dobbiamo solo colmare il deficit nei sistemi di difesa aerea affinché la nostra difesa aerea diventi più forte. I partner possono dare il loro contributo e intensificare l’attuazione di tutti gli accordi precedentemente raggiunti. I Patriots, che al momento giacciono semplicemente in un deposito dei partner, dovrebbero in realtà proteggere delle vite”.
Il Presidente Zelensky , inoltre, ha ribadito quanto affermato nei giorni scorsi e, smentito da Pechino, che “diverse centinaia di cittadini cinesi stanno combattendo per la Russia in Ucraina”.
La Vicepresidente della Commissione Ue e Alta rappresentante per la Politica estera, Kallas, al suo arrivo al summit, ha dichiarato: “Gli Stati membri dell’Unione Europea hanno già promesso per il 2025 23 miliardi di aiuti militari all’Ucraina, contro i 20 miliardi del 2024. “Stiamo facendo di più ma non basta, dobbiamo rafforzare i contributi ed è per questo che ci ritroviamo qui. Dobbiamo mettere pressione alla Russia, ne va anche della credibilità di chi ha detto che le morti devono finire”.
Presente alla riunione , in modalità da remoto, anche il segretario di Stato USA, Pete Hegseth e i ministri della Difesa dell’Ue e alcuni extra Ue, tra cui, il ministro della Difesa britannico, John Healey, che, fornendo dettagli sul nuovo pacchetto da 450 milioni di sterline stanziato da Londra (350 dei dal fondo da 4,5 miliardi di sterline allocato da Londra per il 2025), ha detto: “A quei Paesi che oggi non faranno nuovi annunci di aiuti militari all’Ucraina chiedo di valutare ancora cosa si può fare: per Kiev il 2025 è l’anno critico e questo è il momento critico, le nostre industrie della difesa, i nostri militari e i nostri governi devono aumentare gli sforzi”.
Sempre, il ministro britannico della Difesa Healey, in merito agli aiuti per Kiev, al termine del summit del Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina , ha fatto sapere che gli alleati della NATO hanno promesso oltre 21 miliardi di euro (23,8 miliardi di dollari) in nuovi aiuti militari all’Ucraina.
Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, ricordando che la Germania stanzierà altri 11 miliardi in aiuti militari e che per quest’anno sono in arrivo batterie di difesa aerea di vario raggio, veicoli di fanteria, obici, tank e manutenzione, come confermato via social dall’omologo ucraino Umerov, ha dichiarato: “La pace in Ucraina è fuori dalla portata per il futuro immediato, Mosca deve capire che Kiev potrà continuare a combattere e che noi la sosterremo”, spiegando che Berlino non è in grado, al momento, di fornire all’Ucraina un altro sistema Patriot, in quanto la fornitura inizierà solo nel 2027. Pertanto, “la Germania può solo raccogliere, in tutto il mondo, qualsiasi sistema di quella gamma per la difesa aerea, trovare i fondi per acquistare tutto ciò che si possa ottenere e contribuire ad aumentare le capacità dell’industria per produrne di più”.
Il ministro della Difesa olandese, Ruben Brekelmans, invece, ha fatto sapere che “I Paesi Bassi hanno deciso di stanziare 150 milioni di euro (170 milioni di dollari) per i sistemi di difesa aerea dell’Ucraina”.
Restando in tema di difesa, si è svolta ieri, sempre a Bruxelles, la riunione dei ministri degli Esteri di almeno trenta Paesi “volenterosi” guidati da Francia e Gran Bretagna, che potrebbero inviare “forze di rassicurazione” in Ucraina, in caso di cessate il fuoco con la Russia, conclusosi però lasciando delle questioni ancora irrisolte come quella del tipo di missione da intraprendere, le regole di ingaggio e il sostegno degli USA.
Il Presidente degli USA Trump, infatti, non ha fornito ancora garanzie in tal senso, così come sulla fornitura di supporto in termini di logistica e intelligence chiesta dagli Stati Ue, ribadendo che dovrà essere la Ue ha gestire la pace che sarà sancita a Washington.
Ciò, mentre l’Ucraina si è detta pronta ad accettare il cessate il fuoco, mentre Mosca ha dichiarato che ha bisogno di risposte a diverse domande prima di accettare.
Il Segretario generale della Nato Rutte , poi, ha incontrato il Ministro della Difesa ucraino Umerov al Quartier Generale della Nato e nel corso del bilaterale con quest’ultimo ha affermato che “l’impegno della NATO nei confronti dell’Ucraina è chiaro” e che “gli alleati continuano a fornire supporto, il comando a Wiesbaden, NSATU e la promessa di oltre 20 miliardi di euro di assistenza dall’inizio dell’anno”. Il Segretario generale dell’Alleanza Atlantica ha incontrato anche il ministro della Difesa estone Hanno Pevkur e quello britannico John Healey.
Tornando a Bruxelles e alla richiesta di Mosca di rimuovere le sanzioni europee, cui gli Stati membri sono contrari ad eccezione dell’Ungheria , un’alta fonte diplomatica, riguardo al via libera al 17° pacchetto di sanzioni, ha dichiarato che: “È allo studio un ‘piano B’ nel caso in cui, il prossimo luglio, l’Ungheria dovesse bloccare il rinnovo delle sanzioni alla Russia”.
Tale piano prevedrebbe l’imposizione di sanzioni bilaterali da parte dei singoli Paesi Ue anche se “non viene considerata un’opzione ottimale, poiché il quadro legale sarebbe molto meno efficace di quello attuale”.
Più fonti diplomatiche a Bruxelles, però, hanno fatto sapere che Budapest avrebbe dato timidi segnali di apertura riguardo al rinnovo delle misure, soprattutto dopo la conferma da parte degli Stati Uniti del proprio regime sanzionatorio contro Mosca, e che la Commissione Ue valuta la possibilità di chiedere ai Paesi di istituire regimi nazionali nel caso in cui entro luglio non si trovi l’accordo per il rinnovo dei pacchetti Ue.
Nel frattempo, proseguono gli attacchi russi sull’Ucraina. Nelle scorse ore, infatti, vi è stato un raid missilistico sulla regione di Dnipro, che ha causato un morto e 9 feriti, con l’offensiva di Mosca che si starebbe concentrando sul fronte nord-orientale del Paese.
Al riguardo, il ministro degli Esteri di Kiev, Andriy Sybiha, ha dichiarato che , a quasi un mese dalla tregua con Mosca, le forze russe hanno lanciato 70 missili e migliaia di droni kamikaze Shahed e oltre 6.000 bombe aeree teleguidate, sottolineando che “oggi, Mosca è l’unico ostacolo alla pace” e che, quindi, “ il mondo deve aumentare la pressione contro la Russia”.
Il ministero della Difesa russo, a sua volta, ha accusato Kiev di aver attaccato le infrastrutture energetiche russe per cinque volte nelle ultime 24 ore, nonostante la tregua relativa agli attacchi alle infrastrutture energetiche promossa dagli Stati Uniti, evidenziando che gli attacchi ucraini hanno colpito strutture elettriche nelle regioni russe di Kursk e Bryansk, nonché obiettivi energetici nelle parti controllate dai russi delle regioni ucraine di Luhansk e Zaporizhzhia.
Le notizie riguardo tali attacchi da parte delle forze ucraine, però, non sono state ancora verificate.
©Riproduzione riservata