di Federica Marengo mercoledì 15 gennaio 2025

-All’alba di oggi, Mosca ha risposto all’attacco lanciato ieri dalle forze di Kiev su diversi obiettivi militari e industriali nelle città russe di Engels, Saratov, Kazan, Bryansk, Tula e nel Tatarstan ,attaccando con missili e droni le infrastrutture energetiche nelle aree a nord-ovest e a nord -est dell’Ucraina e a Leopoli, al confine con la Polonia.
In merito, il Presidente ucraino Zelensky, in un post sui social, ha scritto: “Un altro attacco massiccio della Russia contro le infrastrutture energetiche dell’Ucraina, con il lancio di oltre 40 missili e più di 70 droni. Kiev deve continuare a rafforzare le capacità dello scudo aereo. Siamo nel mezzo dell’inverno e l’obiettivo dei russi resta immutato: la nostra infrastruttura energetica, tra gli obiettivi ci sono strutture che consentono la vita quotidiana della popolazione. Più di 40 missili sono stati lanciati nell’attacco, anche missili balistici. Almeno 30 sono stati distrutti. Inoltre più di 70 droni d’attacco sono stati lanciati durante la notte grazie ai sistemi di difesa aerea e a tutte le unità coinvolte siamo riusciti a mantenere operativo il sistema energetico. Sullo scudo aereo, le promesse fatte dagli alleati al summit della Nato a Washington e alla riunione di Ramstein restano parzialmente non rispettate. Il governo ucraino ha anche parlato di licenze per la fabbricazione di sistemi di difesa aerea e missili, che sarebbero garanzie efficaci di sicurezza per l’Ucraina. E’ realistico e necessario. Siamo grati a tutti coloro che stanno aiutando il nostro Paese, ma non si tratta solo del nostro Paese. Con la difesa dell’Ucraina stiamo definendo se l’Europa e il mondo democratico nel suo complesso possano fermare le guerre in modo affidabile ed efficace”.
Successivamente, il Premier ucraino, Shmyhal, ha fatto sapere che, “Nonostante il massiccio attacco missilistico e di droni russi delle ultime ore, il sistema energetico ucraino funziona stabilmente”, mentre la Difesa di Mosca ha rivendicato l’attacco, affermando di avere colpito con successo tutti gli obiettivi designati e ha reso noto di aver conquistato un altro insediamento rurale, Ukrainka, nella regione di Donetsk.
Sempre il Presidente ucraino Zelensky, quest’oggi, si è recato a Varsavia, in Polonia ,per incontrare il Premier Tusk e il Presidente polacco Duda,dopo l’accordo raggiunto sulla riesumazione delle vittime polacche dei massacri compiuti nella Seconda Guerra Mondiale dai nazionalisti ucraini. La Polonia , infatti, considera quegli eventi come un genocidio e ha chiesto all’Ucraina di permettere la riesumazione delle vittime per un’adeguata sepoltura.
Zelensky, annunciando uno scambio di prigionieri di guerra con la Russia, 25 contro 25, mediato dagli Emirati Arabi Uniti, ha dichiarato che : “L’Ucraina ha aumentato drasticamente la produzione locale di armi e ora produce circa il 33-34% di tutte le armi internamente”, a fronte del 30% fornito dall’Ue e del 40% fornito dagli USA, e che , al termine della guerra, “il dispiegamento di militari stranieri in Ucraina potrebbe essere solo una parte delle garanzie di sicurezza e non sarebbe sufficiente da solo” e che “della questione discuterà con il Primo ministro britannico Starmer”.
Il Premier polacco Tusk, invece, al termine dell’incontro con il Presidente Zelensky, ha dichiarato in conferenza stampa che: “ Le ultime informazioni possono confermare la validità dei timori che la Russia stesse pianificando atti di terrorismo aereo non solo contro la Polonia”.
Il Presidente Duda, invece, riguardo alla richiesta di Zelensky ai suoi alleati occidentali di spendere 250 miliardi di dollari di beni russi congelati per acquistare armi per il suo Paese e aiutarlo a combattere l’invasione russa, ha affermato: “Il sostegno più forte per l’esercito ucraino è lo stanziamento di 250 miliardi di dollari. L’Ucraina prenderà questo denaro, ne destinerà gran parte alla produzione interna e all’importazione di questo tipo di armi che l’Ucraina non possiede”.
Poi, ribadendo l’urgenza di un invito a Kiev a entrare nella Nato, sulla possibile riapertura di negoziati di pace con la Russia, ha evidenziato: “Per quanto riguarda i potenziali negoziati di pace, ho assicurato al Presidente Zelensky che in ogni forum in cui intervengo, insisto sul fatto che l’Ucraina deve essere presente al tavolo dei negoziati. Nessun negoziato di pace dovrebbe essere condotto senza la partecipazione dell’Ucraina; l’Ucraina deve essere sempre rappresentata. Ho anche chiesto al Presidente di considerare la possibilità di richiedere la presenza della Polonia a tali negoziati, in quanto Paese che ha sostenuto e continua a sostenere l’Ucraina”.
Tornando allo scambio di prigionieri con la Russia, avvenuto in queste ore, il rappresentante della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino, Andrii Yusov, ha detto oggi, in un’intervista alla tv ucraina che “L’Ucraina è riuscita a stabilire con la Russia un canale separato per il rimpatrio di difensori e civili ucraini gravemente malati e feriti. Ci stiamo lavorando da tempo e c’è ancora molto da fare, ma speriamo che il movimento in questa direzione sia più rapido ed efficace”.
Nel frattempo, il Parlamento ucraino ha recepito il decreto presidenziale che estende fino al 9 maggio, ovvero di altri 90 giorni rispetto al termine fissato dell’8 febbraio, la legge marziale e lo stato di mobilitazione.
Quanto agli alleati di Kiev, il Segretario generale della Nato, Rutte, dopo la riunione tenutasi ad Helsinki con i leader di otto Paesi Baltici, (Finlandia, Germania, Polonia, Danimarca, Svezia, Lettonia, Lituania ed Estonia), ha annunciato il lancio di una nuova missione da parte dell’Alleanza Atlantica, denominata “Baltic Sentry” (Sentinella del Baltico) per proteggere i cavi sottomarini per l’elettricità e le telecomunicazioni, nella regione del Mar Baltico , nella quale saranno coinvolti: fregate e aerei da pattugliamento marittimo, e che rafforzerà la vigilanza nel Baltico”.
Lo stesso Segretario generale della Nato, Rutte, in apertura della due giorni di riunione del Comitato militare dell’Alleanza, ha dichiarato: “Abbiamo piani militari solidi, la prontezza delle nostre forze è aumentata, le esercitazioni militari sono più grandi e più frequenti. Tutto questo è essenziale, ma non è sufficiente per affrontare i pericoli che ci attendono nei prossimi quattro o cinque anni. Lo ripeto: per prevenire la guerra dobbiamo prepararci. È tempo di passare a una mentalità da tempo di guerra. Questo significa che dobbiamo rafforzare ulteriormente le nostre difese, investendo di più nella difesa e producendo maggiori e migliori capacità difensive. Dobbiamo sostenere di più l’Ucraina ,per cambiare la traiettoria della guerra. Vogliamo tutti che finisca. Ma soprattutto, vogliamo che la pace duri. La Russia sta lavorando duramente per cercare di indebolire le nostre democrazie e minare la nostra libertà. E non è sola: ha dalla sua parte Cina, Corea del Nord e Iran. La guerra della Russia contro l’Ucraina infuria. Le azioni ostili della Russia contro i nostri Paesi stanno accelerando, con attacchi informatici, tentativi di assassinio, atti di sabotaggio e altro ancora. Un tempo chiamavamo queste azioni “ibride”, ma si tratta di “campagne di destabilizzazione”.
Proprio sul tema della difesa comune europea, il Presidente finlandese Alexander Stubb, intervistato da Euronews, ha detto: “Prima di tutto, dobbiamo aumentare la spesa per la difesa. Le vacanze della storia sono finite. In secondo luogo, dobbiamo mettere in comune le nostre difese in modo più efficace. Dobbiamo quindi fare ordini insieme per ridurne il costo e, naturalmente, la terza cosa è lavorare a stretto contatto con il nostro più stretto alleato, gli Stati Uniti. Ci sono molte cattive intenzioni provenienti dalla Russia in questo momento, e questa è la nuova normalità con cui dobbiamo fare i conti. Restiamo calmi, composti e in controllo di noi stessi. Stiamo prendendo le misure necessarie, come dimostra la nostra adesione alla Nato nel 2023”.
A Mosca, invece, il ministro degli Esteri russo Lavrov, nella conferenza stampa annuale, in merito al possibile incontro tra il Presidente russo Putin e il Presidente USA eletto Trump, ha sottolineato: “Non appena Trump diventa Presidente, esprimerà la sua posizione definitiva sulla questione ucraina, la studieremo ovviamente. Tutto ciò che viene detto ora è in preparazione all’inaugurazione, in preparazione a cose serie. Aspettiamo iniziative concrete . Il Presidente Putin ha detto più volte di essere pronto a un incontro, ma finora non ci sono state proposte di questo tipo”.
A tal proposito, il senatore USA Marco Rubio, nuovo Segretario di Stato americano, durante l’udienza di conferma davanti alla Commissione Esteri del Senato, ha detto che “sia la Russia che l’Ucraina dovranno fare concessioni per porre fine alla guerra in Ucraina” e di sperare che “si possa raggiungere un cessate il fuoco nel conflitto, ma che entrambe le parti devono avere una leva per poterlo fare”.
Ciò, mentre tramite comunicato, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha fatto sapere che Washington sta imponendo nuove sanzioni a quasi 100 obiettivi , tra cui banche russe e società operanti nel settore energetico russo, che erano stati precedentemente sanzionati dagli Stati Uniti, in un’azione volta “a chiarire alle istituzioni finanziarie, ma anche alle aziende, che fare affari con la Russia che sostiene il suo complesso militare industrializzato espone al rischio di sanzioni”.
Le nuove sanzioni, poi, sono state emesse in base a un ordine esecutivo che prevede l’obbligo di notifica di revisione da parte del Congresso prima della revoca di qualsiasi misura emessa in base a tale ordine.
Inoltre, l’Amministrazione uscente a guida Biden ha preso provvedimenti anche nei confronti di uno schema di elusione delle sanzioni istituito tra attori russi e cinesi e di un istituto finanziario con sede in Kirghizistan che si è coordinato con funzionari russi e una banca designata dagli Stati Uniti per aggirare le sanzioni.
Riguardo alle sanzioni USA sul settore petrolifero, il portavoce del Cremlino , Peskov ha sottolineato che l’obiettivo sulle nuove sanzioni statunitensi sul settore petrolifero è quello di “minimizzarne l’impatto, ma che non è escluso nulla in relazione a una possibile risposta di Mosca”.
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