di Federica Marengo venerdì 2025

-Dopo le tensioni con il Presidente ucraino Zelensky, il Presidente USA Trump, rispondendo alle domande di un cronista della Bbc, a bordo dell’aereo presidenziale, è tornato sulla guerra in Ucraina e sulla volontà della Russia di giungere a un accordo di pace, dichiarando: “Penso che i russi vogliano vedere la fine della guerra, lo penso davvero. Penso che abbiano un po’ le carte in regola, perché hanno preso un sacco di territorio. Hanno le carte in regola”.
Poi, ai microfoni di Fox News, ribadendo la sua convinzione che l’ex Presidente USA Biden e il Presidente ucraino Zelensky avrebbero potuto evitare la guerra, ha sottolineato: “ Non penso che sia molto importante che Zelensky partecipi agli incontri, ad essere onesti con voi. Quando Zelensky ha detto che non è stato invitato a un incontro, voglio dire, non era una priorità, perché ha fatto un pessimo lavoro nei negoziati finora. Ogni volta che dico che non è colpa della Russia, vengo sempre attaccato dalle fake news, ma vi dico che Biden ha detto le cose sbagliate, Zelensky ha detto le cose sbagliate, sono stati attaccati da qualcuno che è molto più grande e molto più forte, ma la Russia avrebbe potuto essere convinta a non farlo. Ho avuto ottime discussioni con il Presidente russo Putin, e non ho avuto discussioni altrettanto buone con l’Ucraina. Non hanno carte in mano, ma stanno giocando duro. Non permetteremo che questa situazione persista”.
A ciò, si aggiunge quanto scritto dal New York Post, secondo cui “Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha pochi, se non nessuno, sostenitori nella cerchia ristretta del Presidente Trump e il peggioramento dei rapporti tra i due rischia di indebolire la posizione di Kiev nei colloqui di pace con la Russia”, aggiungendo che “una fonte vicina a Trump suggerisce che la soluzione migliore per Zelensky e per il mondo è che vada immediatamente in Francia”.
Nelle stesse ore, secondo quanto reso noto dall’agenzia Reuters e dal Financial Times, gli Stati Uniti si sono rifiutati di co-sostenere una bozza di risoluzione dell’Onu e dei Paesi del G7 sui tre anni dall’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca e che sostiene l’integrità territoriale di Kiev e condanna l’aggressione russa, in quanto si oppongono all’idea di definire la Russia “aggressore”.
Inoltre, un senatore repubblicano ha presentato una proposta di legge (leggibile sul sito di quest’ultimo), per ritirare completamente gli Stati uniti dalle Nazioni unite ,che prevede il “divieto di tutte le forme di sostegno finanziario degli Stati Uniti all’Onu, comprese le quote obbligatorie e i contributi volontari, qualsiasi coinvolgimento statunitense nelle missioni di pace dell’Onu e proibisce al Presidente di rientrare nel sistema Onu senza il parere e il consenso del Senato”.
Tale proposta di legge, però, non sembra convincere del tutto Mosca, con il portavoce del Cremlino Peskov, che ha affermato: “Nonostante l’inefficienza evidente di questa organizzazione nel contesto delle sfide moderne non c’è un sostituto. Oggettivamente, non esiste alcun modo per crearne un’alternativa. Ci atteniamo a questo punto di vista”.
Tuttavia, l’inviato speciale degli USA per l’Ucraina, Kellogg, ieri a Kiev per incontrare il Presidente ucraino Zelensky, nonostante l’annullamento della conferenza stampa prevista, ha assicurato di aver avuto colloqui “ampi e positivi” con quest’ultimo, aggiungendo di aver avuto colloqui anche con la “talentuosa squadra di sicurezza nazionale di Zelensky” durante la sua visita nella capitale ucraina.
In merito all’incontro con Kellogg, il Presidente Zelensky, in un post social , ha dichiarato: “Una giornata di intenso lavoro internazionale. Il mio incontro con il generale Kellogg è stato uno che ha ridato speranza, e abbiamo bisogno di accordi solidi con gli USA, accordi che funzionino davvero. Ho dato istruzioni al mio team di lavorare rapidamente e con molto buonsenso. Economia e sicurezza devono sempre andare di pari passo e i dettagli di questi accordi sono importanti: meglio sono strutturati, migliori saranno i risultati. Con il generale Kellogg abbiamo discusso della situazione in prima linea, della necessità di liberare tutti i prigionieri di guerra detenuti in Russia e della necessità di un sistema chiaro e affidabile di garanzie di sicurezza, che assicuri che questa guerra non torni mai più e che la Russia non distrugga mai più vite. Abbiamo tutti bisogno della pace: l’Ucraina, l’Europa, l’America e il mondo intero”.
Secondo il sito Axios, che riporta fonti statunitensi e ucraine, dopo il no del Presidente Zelensky all’accordo sulle terre rare ucraine , l’amministrazione Trump ha consegnato all’Ucraina una bozza di quel documento con delle migliorie, che accoglierebbero in parte le obiezioni di Zelensky e in cui sono stati eliminati alcuni articoli , come quello che poneva l’intesa sotto la giurisdizione di New York.
Pertanto, come confermato da un alto funzionario ucraino all’agenzia France-Presse, “l’Ucraina e gli Stati Uniti stanno continuando i negoziati su tale accordo con un costante scambio di bozze di documenti”.
A tal riguardo, il consigliere per la sicurezza nazionale americana, Mike Waltz, nel corso della convention dei conservatori a Washington, ha detto: “Zelensky firmerà l’accordo con gli Stati Uniti sulle terre rare come parte dello sforzo per porre fine alla guerra in Ucraina. Lo vedrete nei prossimi giorni. Non saremmo mia riusciti ad arrivare a questo punto nei negoziati sull’Ucraina se non fosse stato per Donald Trump. Ll’ho sentito dire anche da Vladimir Putin e Volodmyr Zelensky mentre erano al telefono con il Presidente”.
Quanto a Bruxelles, la portavoce della Commissione Ue Anitta Hipper , durante il consueto punto stampa, replicando alle dichiarazioni USA, secondo cui sarebbe stata l’Ucraina ad aggredire la Russia, ha evidenziato: “È molto chiaro chi è l’aggressore qui. La Russia è l’aggressore. La Russia ha iniziato la guerra. È un programma di aggressione che abbiamo visto. È stato usato in Georgia, in Siria e in Ucraina. Quindi la Russia è il perpetratore criminale per conto di Putin”.
Mentre l’intelligence di Kiev, citata da Bild, assicura che proprio il 24 febbraio il Presidente russo Putin annuncerà la vittoria, notizia smentita dal portavoce del Cremlino Peskov secondo cui: “E’ troppo presto per parlare dei risultati dell’”operazione militare speciale” e, quindi, per lunedì non è in programma alcun evento speciale, i vertici UE, la Presidente della Commissione von der Leyen e il Presidente del Consiglio Europeo Costa, saranno a Kiev, lunedì 24 febbraio, giorno del terzo anniversario dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia per confermare il sostegno dell’Unione al Presidente Zelensky e al popolo ucraino.
Al riguardo, il commissario Ue alla difesa Andrius Kubilius ha dichiarato: “Stiamo discutendo tra i diversi commissari e i nostri servizi su tutte le possibilità per lanciare con urgenza un messaggio molto forte agli ucraini e al mondo che stiamo insieme all’Ucraina. Spero che una buona occasione sarà l’anniversario della guerra lunedì. Ci sono differenti voci sull’entità dei possibili aiuti militari Ue all’Ucraina. Aspettiamo fino a lunedì. Serve un passo razionale senza creare false aspettative; serve non solo supporto militare, ma all’integrazione, alla ricostruzione. Un messaggio molto forte, prima di tutto agli ucraini”.
Secondo fonti Ue, il Servizio europeo per l’azione esterna, intende discutere alla riunione del Consiglio Esteri di lunedì la bozza di un documento informale che prevederebbe l’erogazione all’Ucraina nel 2025 di un ulteriore sostegno militare da almeno 6 miliardi “per coprire il finanziamento di munizioni di artiglieria di grosso calibro , con un obiettivo minimo di 1,5 milioni di colpi , sistemi di difesa aerea, missili e droni e sostegno alla rigenerazione delle brigate (addestramento ed equipaggiamento)”
A ciascun Stato membro verrebbe assegnata “una quota finanziaria calcolata in base al dato del reddito nazionale lordo attuale”. Gli Stati membri potrebbero “scegliere di soddisfare con consegne bilaterali o consegne tramite una terza parte di una qualsiasi delle attrezzature o servizi sopra menzionati, o in contanti”. Potranno contribuire anche i partner non appartenenti all’Ue.
Sempre secondo la fonte Ue, se non vi fosse accordo tra tutti e 27 i Paesi membri, il piano, che l’esecutivo europeo vorrebbe presentare nel mese di marzo, potrebbe andare comunque avanti “sulla base di una coalizione di volontari”.
Altro piano, poi, è quello elaborato dal Premier britannico Starmer, con il sostegno del Presidente francese Macron, che prevederebbe l’invio di 30mila soldati in Ucraina come forze di peacekeeping, subito respinto come “inaccettabile minaccia” dal portavoce del Cremlino Peskov, che ha detto: “Stiamo seguendo molto da vicino tutti questi rapporti, tutte le dichiarazioni ufficiali, a volte contraddittorie, degli europei su questo tema. Questo ci preoccupa perché stiamo parlando del possibile dispiegamento di contingenti militari dei Paesi della Nato in Ucraina, che assume un significato completamente diverso dal punto di vista della nostra sicurezza, quindi questo argomento è importante per noi”.
In merito, come reso noto dal portavoce del Cancelliere tedesco Scholz in un comunicato, il cancelliere Scholz, e il Presidente ucraino Zelensky hanno avuto quest’oggi un colloquio telefonico per discutere della situazione militare e dei “mezzi per raggiungere una pace giusta in Ucraina”, concordando sul fatto che “l’Ucraina dovrebbe essere al tavolo delle discussioni e che le questioni di sicurezza in Europa dovrebbero essere discusse congiuntamente con gli europei”.
Per l’Italia, invece, la Presidente del Consiglio Meloni, nella conversazione telefonica avuta ieri con il Primo Ministro canadese e Presidente di turno del G7, Justin Trudeau, di cui ha riferito Palazzo Chigi in una nota, a proposito del dossier ucraino ,”ha ribadito che la priorità per l’Italia è la stessa del resto d’Europa, dell’Alleanza Atlantica e di Kiev: fare tutto il possibile per fermare il conflitto e raggiungere la pace. Il Presidente Meloni ha anche ricordato come siano stati il sostegno occidentale insieme al coraggio e alla fermezza ucraina a precostituire le condizioni che rendono possibile parlare oggi di un’ipotesi di accordo. L’Italia, insieme agli Stati Uniti e ai suoi partner europei e occidentali, lavora per una pace duratura in Europa, che necessita di garanzie di sicurezza reali ed efficaci per l’Ucraina”.
Nel giorno del terzo anniversario dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, lunedì 24 febbraio, le facciate di Palazzo Chigi , Montecitorio e Palazzo Madama saranno illuminate con i colori della bandiera ucraina dalle 18 fino alle 7 del giorno successivo.
A ribadire il proprio sostegno al Presidente ucraino Zelensky , nel corso di colloqui telefonici avuti nelle scorse ore con quest’ultimo, anche i leader di Croazia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovenia e Svezia.
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