di Federica Marengo martedì 15 luglio 2025

-Proseguono i raid dell’esercito israeliano sulla Striscia di Gaza. Nelle ultime ore, infatti, 6 persone sono state uccise in un attacco su un’area per gli sfollati nel quartiere di Remal, a ovest di Gaza City.
Proprio da Gaza City e da Jabalya, le forze di Tel Aviv hanno ordinato alla popolazione l’evacuazione.
A Khan Younis, invece, nel sud di Gaza, l’esercito israeliano ha demolito un tunnel in uso ad Hamas, collegato ad altri cunicoli sotterranei , in cui vi erano anche delle stanze usate come alloggi e ne ha pubblicato il video della distruzione. L’Idf , ha anche individuato armi e distrutto un deposito utilizzato per immagazzinare ordigni esplosivi.
Inoltre, sette agenzie dell’Onu hanno fatto sapere che nella Striscia è di nuovo emergenza carburante, in quanto il quantitativo entrato la settimana scorsa è del tutto insufficiente, alla luce dei suoi molteplici usi.
I Patriarchi di Gerusalemme, il Patriarca latino e quello greco-ortodosso, riunitisi in preghiera con una delegazione di diplomatici, hanno poi posto in evidenza le violenze in Cisgiordania ad opera dei coloni.
Intanto, in merito ai negoziati indiretti a Doha tra Israele e Hamas , secondo fonti israeliane, il Premier Netanyahu sarebbe pronto a compromessi per trovare un accordo, ma dopo il cessate il fuoco di 60 giorni ha assicurato che la guerra riprenderà, data la contrarietà dei ministri Smotrich e Ben Gvir, che hanno ventilato l’uscita dal Governo , se fosse raggiunto un accordo che ponesse fine al conflitto.
A tal proposito, il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed Al-Ansari, ha dichiarato alla stampa: “ Le discussioni sull’accordo quadro sono ancora in corso. Entrambe le delegazioni sono presenti qui a Doha e i mediatori stanno intensificando gli sforzi per raggiungere un’intesa. I negoziati sono ancora nella prima fase, che consiste specificamente nel raggiungere un accordo di principio prima dei negoziati che inizieranno, se Dio vuole, nella fase successiva. Non possiamo dire se domani si raggiungerà un accordo o se le trattative falliranno, ma riteniamo che non ci sia alcuna situazione di stallo”.
Tra i nodi da sciogliere, il ritiro completo delle truppe israeliane dalla Striscia, chiesto da Hamas, dopo che quest’ultima ha respinto una prima mappa di redistribuzione delle forze israeliane presentata da Tel Aviv, che ora sarebbe disposta a proporre nuove mappe e a diminuire di alcuni chilometri la sua presenza a sud.
Tuttavia, il Presidente degli USA Trump , ieri, nel corso della visita alla Casa Bianca del segretario generale della Nato, Rutte, ha detto ai giornalisti che sono in corso colloqui sul conflitto israeliano a Gaza e che spera in progressi sull’accordo nella prossima settimana.
Per il sostegno ai mediatori e per un cessate il fuoco a Gaza, anche l’Italia, con la Presidente del Consiglio Meloni, che nelle dichiarazioni congiunte alla stampa con il cancelliere austriaco Christian Stocker, ha dichiarato: “Sul Medio Oriente abbiamo condiviso ancora una volta l’assoluta urgenza di un cessate il fuoco a Gaza che possa condurre al rilascio degli ostaggi e permettere di fornire alla popolazione civile l’assistenza umanitaria a livello necessario. L’impegno dell’Ue è positivo. Io continuo quotidianamente a lavorare per sostenere i mediatori”.
La Premier ha poi parlato anche della situazione in Siria e dell’Iran: “Bisogna sostenere il processo di transizione in Siriae garantire la protezione di tutte le comunità etnico-religiose. Abbiamo lavorato a Bruxelles per sospendere le sanzioni per permettere la ripresa economica. Abbiamo avuto uno scambio anche sull’Iran. Condividiamo la preoccupazione per la decisione di Teheran di sospendere la collaborazione con l’Aiea e la necessità di lavorare a un accordo diplomatico efficace sul nucleare”.
Sempre quest’oggi, la Presidente del Consiglio, Meloni ha incontrato a Palazzo Chigi il Re del Bahrein, Hamad bin Isa Al Khalifa, in Italia in visita privata. Secondo quanto riportato da Palazzo Chigi in una nota: ”I due leader si sono confrontati sulla situazione in Medio Oriente e in particolare sugli sforzi comuni per giungere a un cessate il fuoco a Gaza. Il confronto ha anche fornito l’occasione al premier Meloni di congratularsi per l’elezione del Bahrein quale membro non permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il mandato 2026-28. Il colloquio ha infine permesso di affrontare il tema delle relazioni bilaterali, a partire dalla collaborazione economica, anche in vista della visita a Roma che il Principe Ereditario e Primo Ministro del Bahrein effettuerà il prossimo mese di settembre e delle intese che verranno concluse in quell’occasione”.
Per il segretario generale dell’Onu, Guterres, invece, un cessate il fuoco a Gaza non è sufficiente , in quanto deve essere parte di una soluzione politica più ampia che includa la creazione di uno Stato palestinese.
Intanto, a Bruxelles, si è svolto il Consiglio Affari Esteri, nel quale si è discusso delle misure contro Israele per punire le violazioni dei diritti umani a Gaza.
I 27 Paesi membri, infatti, hanno presentato a fine giugno una relazione nella quale è stato evidenziato che Tel Aviv ha violato l’articolo 2 dell’accordo di associazione con l’UE, relativo al rispetto dei diritti umani.
Alla luce di ciò, l’Alta rappresentante per la politica estera dell’UE, Kaja Kallas, che ha anche detto che l’Ue è interessata a una soluzione diplomatica sul programma nucleare iraniano e a riprendere i negoziati, ha preparato un elenco di possibili misure, quali: la sospensione dell’intero accordo, il divieto di esportazione dai territori palestinesi occupati, una revisione della politica dei visti o la sospensione della parte commerciale dell’accordo di associazione.
La commissaria Ue alla gestione delle emergenze Hadja Lahbiba, presente al Consiglio Affari Esteri, ha dichiarato: “L’accordo raggiunto tra Ue e Israele sulla distribuzione degli aiuti umanitari è ben lungi dall’essere pienamente attuato. Abbiamo fatto dei progressi, ci sono camion che possono entrare nella Striscia di Gaza, ma non sappiamo esattamente quanti e ciò che è chiaro è che l’accordo non è pienamente attuato. Quindi la mia richiesta, il mio messaggio alle autorità israeliane è molto chiaro: mettete in pratica l’accordo, smettete di uccidere la gente. E’ importante mantenere una certa leva e mantenere la pressione su Israele, raggiungere il cessate il fuoco, fermare la violenza, rilasciare tutti gli ostaggi e alleviare le sofferenze della popolazione a Gaza ,che sta morendo di fame. Credo sia importante che la situazione vada nella giusta direzione prima della prossima riunione del Consiglio Esteri, perché sarà in ottobre e ogni minuto perso è una vita persa”.
Per la sospensione dell’accordo di associazione di Israele con l’Ue, la Spagna, il cui ministro degli Esteri José Manuel Albares Bueno ha detto: “Se l’Unione europea ha concluso che c’è una violazione dei diritti umani e che Israele viola l’articolo 2 dell’accordo di associazione con l’Ue, “la cosa logica per la Spagna è procedere con la sospensione di quell’accordo di associazione finché questa situazione persiste. E’ positiva qualsiasi cosa rompa il disumano blocco imposto da Israele a Gaza ma vogliamo conoscere maggiori dettagli dell’intesa raggiunta tra Bruxelles e Tel Aviv sugli aiuti umanitari e, soprattutto, vogliamo essere sicuri che la distribuzione degli aiuti sia regolata dai principi di neutralità e indipendenza, affinché gli aiuti umanitari raggiungano realmente tutti e che ci sia un meccanismo di monitoraggio e attuazione allo stesso tempo”.
La ministra degli Esteri svedese Maria Malmer Stenergard, in un post social, pubblicato a margine del vertice, ha scritto: “Il continuo deterioramento della situazione umanitaria a Gaza è indifendibile. L’accordo sugli aiuti di emergenza a Gaza raggiunto da Ue e Israele è un passo positivo. Questo accordo deve ora tradursi in miglioramenti sostanziali, immediati e a lungo termine. La Svezia non esclude ulteriori misure di pressione sul governo israeliano e vogliamo che la Commissione europea presenti proposte concrete che possiamo adottare”.
Nel frattempo, ne sud della Siria, si sono registrati violenti scontri tra tribù di beduini combattenti, sostenuti dalle forze governative, e miliziani drusi della regione di Suwayda, nei quali sono state uccise oltre 90 persone, ma potrebbero essere di più.
Le forze di difesa israeliane hanno condotto raid aerei su Sweida, nel sud della Siria, dopo che le forze del governo di Damasco sono entrate in città per cercare di domare gli scontri.
Secondo il media Ynet, il Premier israeliano Netanyahu ha tenuto un colloquio telefonico con il ministro della Difesa Katz e il Capo di Stato Maggiore Eyal Zamir a seguito dell’escalation in Siria per il timore di danni per la comunità drusa nel Paese e che il regime voglia privare quest’ultima delle armi.
Il ministero della Difesa siriano ha annunciato che le forze dell’esercito siriano hanno iniziato a entrare nella città di Sweida e, secondo l’emittente SyriaTv sarebbero scoppiati scontri dalla periferia fino al centro della città tra l’esercito e gruppi ‘fuorilegge’ che si opponevano all’ingresso delle istituzioni statali.
Il ministero degli Esteri di Ankara, in un comunicato su tali scontri in Siria, ha sottolineato: “Auspichiamo che il governo siriano ponga fine agli episodi di violenza il prima possibile attraverso il dialogo a livello locale e ristabilisca la sicurezza nel sud della Siria. La Turchia continuerà a sostenere gli sforzi per rafforzare la stabilità e la riconciliazione in Siria, in collaborazione con le parti interessate responsabili della comunità internazionale. La priorità dovrebbe essere data alla sovranità e all’unità della Siria”.
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