di Federica Marengo mercoledì 14 maggio 2025

-Ieri, il Presidente USA Trump ha iniziato la sua missione in Medio Oriente, recandosi a Riad, dove ha incontrato il principe ereditario bin Salman con cui ha parlato non solo della situazione a Gaza, ma anche di investimenti in ambiti come la difesa e l’IA. Successivamente, il numero uno della Casa Bianca ha avuto un incontro informale con il Presidente siriano ad interim, Ahmad al-Sharaa, annunciando la revoca delle sanzioni economiche contro la Siria. Inoltre, il Presidente Trump avrebbe chiesto al leader siriano al-Sharaa di firmare gli accordi di Abramo e normalizzare i rapporti con Israele, e quest’ultimo avrebbe accettato, ma Damasco non ha confermato.
Presenti all’incontro in videocollegamento anche il Presidente turco Erdogan, e il principe ereditario saudita, bin Salman.
Poco dopo tale incontro, il Presidente USA Trump, intervenendo all’incontro con i Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo, ha confermato: “Ho ordinato la revoca delle sanzioni alla Siria dopo le consultazioni con il principe Mohammed bin Salman”.
Secondo l’agenzia turca Anadolu, il Presidente turco, Erdogan, ha affermato che la decisione di revocare le sanzioni contro la Siria, da parte del Presidente americano Donald Trump, ha “un’importanza storica” e che Ankara continuerà a sostenere Damasco nella lotta al terrorismo, particolarmente contro l’Isis, aggiungendo che: “La decisione di Trump di revocare le sanzioni alla Siria potrebbe rappresentare uno stimolo per gli investimenti verso Damasco e sarà d’esempio anche per gli altri Paesi che hanno imposto sanzioni” e che “la Turchia sostiene una Siria stabile, ricca e che non rappresenti minacce per i Paesi vicini”.
Infine, il Presidente turco, Erdogan, durante un discorso al gruppo parlamentare del suo partito, Akp ad Ankara, ha dichiarato: “Conto sul sostegno del mio amico Donald Trump nei nostri sforzi per porre fine alla tragedia umanitaria che ha ormai raggiunto livelli di barbarie a Gaza. Ci aspettiamo presto di avere buone notizie che scaldino il cuore su Gaza”.
Il Presidente USA Trump è poi volato a Doha, in Qatar, dove una delegazione israeliana di alto livello incontrerà l’inviato speciale degli Stati Uniti Witkoff e l’inviato statunitense per gli ostaggi, Boehler ,per discutere di cessate il fuoco e di rilascio di ostaggi, secondo la CNN , che riporta una sua fonte, con il coinvolgimento indiretto di Hamas.
In merito, l’inviato USA per il Medio Oriente, Witkoff a una domanda di Al Jazeera sui negoziati per gli aiuti umanitari e per il cessate il fuoco ha risposto: “Stiamo facendo progressi su tutti i fronti”.
Tuttavia, secondo Haaretz, un funzionario israeliano avrebbe dichiarato che l’inviato di Trump Witkoff ha parlato con il Primo Ministro israeliano Netanyahu diverse volte nelle ultime 24 ore, ma che finora queste conversazioni non hanno portato Israele a modificare la sua posizione nei negoziati per il cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani.
Dopo i raid di ieri a Khan Younis, nei quali è stato ucciso , nei pressi dell’ospedale europeo, il leader di Hamas, fratello di Sinwar, sono proseguiti, infatti, nelle ultime 24 ore i bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza che , secondo Al-Jazeera , hanno causato almeno 80 morti, di cui 22 bambini. Inoltre, l’esercito di Tel Aviv ha ordinato l’evacuazione di quattro scuole, dell’ospedale Al Shifa e dell’Università islamica, che ospita le persone sfollate a causa dell’offensiva israeliana e il portavoce arabo dell’esercito, Avichay Adraee, ha avvertito, in un post social , che l’esercito “attaccherà la zona con grande forza” , perché “Hamas sfrutta questi siti civili per attività terroristiche”. In serata è prevista la riunione del Gabinetto di sicurezza israeliano.
Le forze di Tel Aviv, poi, hanno attaccato anche il sud del Libano , dove hanno neutralizzato un comandante di Hezbollah e dove, secondo la Forza internazionale delle Nazioni Unite in Libano , il fuoco dell’esercito israeliano ha colpito il perimetro di una delle sue posizioni di mantenimento , e hanno ordinato l’evacuazione di tre porti Houthi in Ymen, in risposta agli attacchi dei ribelli yemeniti filo-Iran, per cui l’inviato Onu si è detto “preoccupato per la pericolosa escalation”.
In merito alle reazioni della comunità internazionale, vi è stato un botta e risposta tra il Presidente francese Macron, che ha definito inaccettabile quanto sta accadendo a Gaza e Tel Aviv , che ha accusato quest’ultimo di essere dalla parte dei terroristi.
Il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, in conferenza stampa con il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, a Berlino, ha detto: “Ho espresso al Segretario generale la mia preoccupazione per gli sviluppi a Gaza, come ho già fatto in precedenza con il primo ministro e il presidente israeliani. La situazione umanitaria lì è drammatica. Le persone hanno bisogno di aiuti umanitari urgenti e completi. La popolazione di Israele e dei territori palestinesi ha bisogno di una prospettiva politica che dia loro anche speranza di pace. Pertanto, la posizione del governo federale rimane la stessa: una soluzione a due Stati, anche se oggi può sembrare lontana, è la soluzione giusta per risolvere questo conflitto a lungo termine”.
Per l’Italia, il Vicepremier e ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani a Il Fatto Quotidiano, ha dichiarato: “Noi su Gaza stiamo con Papa Leone XIV che domenica nel suo primo Angelus ha chiesto il cessate il fuoco. E quando diciamo che appoggiamo il piano di pace dell’Egitto mi sembra che la nostra posizione sia piuttosto chiara. Ho parlato con il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sarr che vuole gli aiuti americani. Poi ho sentito il primo ministro palestinese Mohammad Mustafa e lui non vuole gli aiuti americani: insomma la situazione non è semplice, ma noi stiamo spingendo a livello diplomatico, bisogna far entrare a Gaza gli aiuti il prima possibile”.
La Presidente del Consiglio Meloni, rispondendo al Question time alla Camera, a una interrogazione in merito del deputato di Avs Bonelli, ha dichiarato: “In questi mesi a più riprese ho sentito il primo ministro Netanyahu, sono state conversazioni spesso difficili in cui ho sempre richiamato l’urgenza di trovare una strada per terminare le ostilità e rispettare il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario. Una richiesta che rinnovo anche oggi, a fronte di una situazione umanitaria a Gaza che non ho difficoltà a definire sempre più drammatica e ingiustificabile. Sono convinta sulla base delle numerose conversazioni che ho avuto in questi mesi con i leader della Regione, che si possa lavorare a un quadro politico e di sicurezza regionale capace di porre fine al conflitto, aprire la strada a un processo che conduca alla soluzione dei due Stati, e resto convinta che per farlo occorra partire dal piano di ricostruzione proposto dai paresi arabi. E’ verso questo obiettivo che il governo continua a impegnarsi, lavorando con i leader della Regione, con i nostri partner europei, con gli Stati Uniti. Lo faremo mantenendo con tutti un dialogo aperto, franco, se necessario anche critico. Ed è esattamente per questo che non è nell’intenzione del governo italiano richiamare l’ambasciatore italiano in Israele”.
Quanto all’Iran, il Presidente USA Trump, dal Qatar, ha dichiarato che: “Lo sforzo diplomatico funzionerà con Teheran, in un modo o nell’altro”.
Teheran, respingendo le accuse degli USA di creare insicurezza nella regione medio-orientale, ha condannato le nuove sanzioni imposte dagli Stati Uniti contro tre persone e un’azienda legate al suo programma nucleare , sottolineando come esse siano completamente incompatibili con il processo negoziale.
Secondo il media indipendente Iran Nuance, venerdì , rappresentanti dell’Iran incontreranno a Istanbul degli emissari dei Paesi E3 ( Regno Unito, Francia e Germania) , per discutere del nucleare iraniano e le consultazioni avverranno a livello di vice ministri degli Esteri.
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