di Federica Marengo venerdì 9 maggio 2025

-Proseguono i raid israeliani sulla Striscia di Gaza. Secondo il ministero della Salute, guidato da Hamas, nelle ultime 24 ore, sarebbero 106 le persone uccise nei raid e 2.651 dalla ripresa dei combattimenti il 18 marzo. L’esercito di Tel Aviv, invece, ha reso noto che 2 soldati israeliani sono stati uccisi e almeno 6 sono rimasti feriti in combattimenti avvenuti a Rafah, nel sud della Striscia.
L’Onu ha rilanciato l’appello a Israele allo sblocco degli aiuti umanitari, facendo sapere che la situazione si aggrava , in quanto dalla fine aprile più di ottanta cucine da campo sono state costrette a chiudere per mancanza di rifornimenti.
Intanto, secondo il sito Axios, che cita due fonti al corrente dell’incontro, il Presidente USA Trump ha incontrato ieri il ministro israeliano per gli Affari Strategici, Ron Dermer, stretto consigliere del Premier Netanyahu, per discutere dei negoziati sul nucleare in corso con l’Iran e del conflitto nella Striscia di Gaza. Ciò, in prossimità sia del quarto round di negoziati indiretti tra Stati Uniti e Iran sul nucleare che del viaggio che Trump inizierà lunedì prossimo, 13 maggio e ,terminerà il 16 maggio, in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar. Annullata, invece, sempre per Axios, la visita a Gerusalemme del segretario alla Difesa USA, Pete Hegseth, prevista per il 12 maggio.
Al tal proposito, secondo Haaretz, che riporta una fonte informata, l’amministrazione Trump starebbe esercitando forti pressioni su Tel Aviv,affinché raggiunga un accordo di cessate il fuoco prima della sua imminente visita nella regione.
Inoltre, il portavoce del Dipartimento di Stato Tammy Bruce ha spiegato che gli Stati Uniti vogliono prendere in mano la gestione degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, istituendo la Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), organismo”non governativo” e “solidale” con sede a Ginevra.
L’ambasciatore USA in Israele, Mike Huckabee, ha precisato che Israele non sarà coinvolto nella distribuzione degli aiuti, ma si occuperà di garantire la sicurezza delle operazioni.
Nel frattempo, fonti vicine ad Hamas hanno fatto sapere che , nei giorni scorsi, una delegazione di Hamas ha incontrato a Doha i mediatori egiziani e qatarioti per una tregua a Gaza, ma che i colloqui, seppur “seri”, “non hanno portato ad alcuna svolta”. Hamas , infatti, continua a chiedere la fine della guerra e il ritiro dell’esercito israeliano dalla Striscia di Gaza, in cambio della liberazione di tutti gli ostaggi.
Sul fronte del Mar Rosso, dopo la tregua siglata tra gli USA e gli Houthi filo-iraniani, questi ultimi, che continuano lo scontro con Israele, conseguente l’attacco sull’aeroporto di Ben Gurion di domenica scorsa, hanno lanciato un missile contro l’aeroporto di Tel Aviv. Il missile è stato intercettato da Tel Aviv ,che ha fatto sapere che “risponderà con la forza”.
Quanto all’Iran, il ministro degli Esteri iraniano ,Abbas Araghchi ,si recherà sabato, prima del viaggio della prossima settimana del Presidente USA Trump, a Riyadh, per “incontrare e discutere con alti funzionari sauditi” e poi a Doha, “per partecipare alla Conferenza sul dialogo arabo-iraniano”.
Proprio nelle ultime ore, il Presidente USA Trump ha dichiarato che gli USA “elimineranno il nucleare iraniano con o senza l’intesa con Teheran” , riecheggiato dal ministro della Difesa israeliana Katz, il quale ha avvertito l’Iran che “potrebbe fare la stessa fine di Hamas, Hezbollah, Assad e gli Houthi se continuerà ad appoggiare i ribelli in Yemen”.
Per l’’Italia, che ha un ruolo di Paese mediatore anche tra USA e Iran sul nucleare, essendosi svolti i primi colloqui indiretti tra le rispettive delegazioni a Roma, il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani , riguardo la situazione in Medio Oriente, ha dichiarato ai microfoni di SkyTG24: “Per la situazione a Gaza e in Israele ora si tratta di ottenere prima di tutto i risultati più importanti: il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e fa arrivare alla popolazione di Gaza gli aiuti umanitari. Ho avuto un colloquio con il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz per aprire le porte al nostro programma Food for Gaza, per far entrare i beni alimentari che l’Italia ha inviato, Israele tentenna. Ma noi lavoriamo con il Pam, e non trattiamo con Hamas o con l’Unrwa. L’Italia si riconosce nel piano egiziano. Due Popoli, due Stati. L’ho ribadito anche al presidente egiziano Sisi. Noi non riconosciamo il piano di Netanyahu, il nostro progetto è diverso. Hamas d’altronde ha grandi responsabilità perché non protegge e non fa nulla per proteggere la popolazione palestinese, e si registra molto malcontento della popolazione palestinese nei confronti di Hamas. Dobbiamo rafforzare l’Anp, aiutandoli, e stiamo lavorando in questa direzione. E oggi pomeriggio ribadirò la mia posizione al Premier Mohammad Mustafa”.
In merito, al termine del colloquio con il Premier Mustafa, il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani , ha dichiarato in un post social: “Al Primo Ministro e Ministro degli Esteri palestinese Mustafa ho confermato che l’Italia chiede a Israele di consentire l’ingresso e la consegna di cibo e aiuti umanitari alla popolazione civile di Gaza. È cruciale riattivare Food for Gaza. Oggi abbiamo approvato in Consiglio dei Ministri altri 2 milioni e mezzo per l’aiuto alla popolazione civile nella Striscia e stiamo rafforzando il nostro impegno anche con borse di studio per gli studenti palestinesi e assistenza sanitaria in Italia”.
Tale linea sul Medio Oriente è stata espressa anche nel corso del Consiglio Supremo di Difesa, convocato ieri al Quirinale dal Presidente della Repubblica Mattarella, cui hanno partecipato anche la Premier Meloni, il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi; il Ministro della Difesa, Guido Crosetto; il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti; il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso; il Capo di Stato maggiore della Difesa, Generale Luciano Portolano, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Alfredo Mantovano; il Segretario generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti; il Consigliere del Presidente della Repubblica per gli Affari del Consiglio Supremo di Difesa e Segretario del Consiglio, Francesco Saverio Garofani.
Infatti, come si legge nel comunicato emesso al termine della riunione: “In Medio Oriente, l’interruzione del cessate-il-fuoco a Gaza suscita forte preoccupazione. I feroci attacchi terroristici di Hamas contro inermi cittadini israeliani del 7 ottobre 2023 hanno innescato una spirale di inaudita violenza causando migliaia di vittime e una crisi umanitaria senza precedenti a Gaza, incendiando l’intera area, in un conflitto che si è esteso ben oltre il territorio palestinese e destabilizza l’intera area del Mediterraneo allargato. L’Italia ritiene indispensabili il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario e della legalità internazionale, la immediata e duratura cessazione dei combattimenti, la liberazione degli ostaggi ancora crudelmente nelle mani di Hamas, il ripristino urgente da parte di Israele delle condizioni che consentano l’assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza. Occorre, con determinazione, lavorare ad una soluzione negoziata tra Israele e Palestina che, con il concorso della comunità internazionale, miri alla creazione di due Stati riconosciuti sovrani e indipendenti. Il Consiglio condanna gli attacchi dei ribelli Houthi nei confronti di Israele e la minaccia portata alla sicurezza del traffico navale nel Mar Rosso e nello stretto di Bab el-Mandeb. Il dialogo tra Washington e Teheran sul programma nucleare iraniano, ospitati recentemente a Roma ed avviati con la mediazione omanita, appare significativo per contribuire alla stabilità nell’intera area mediorientale”.
Infine: “Il Consiglio, al termine dei lavori, ha espresso sentimenti di forte vicinanza e gratitudine per tutti i militari impegnati nelle varie operazioni in Italia e all’estero e, in particolare, ai militari italiani impegnati nella missione UNIFIL nel sud del Libano, area particolarmente critica, per l’esemplare professionalità dimostrata nell’assolvimento del mandato”.
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