di Federica Marengo venerdì 2 maggio 2025

-Mentre l’incendio boschivo sviluppatosi qualche giorno fa vicino a Gerusalemme è ora sotto controllo, proseguono i raid dell’esercito israeliano sul Gaza. Nelle ultime 24 ore, secondo Al Jazeera, sarebbero 43 le persone uccise in un attacco avvenuto all’alba sulla Striscia.
Le Forze di Difesa israeliane, poi, hanno reso noto che uno dei leader di una rete terroristica è stato ucciso questa mattina, nell’area di Nablus, nella parte nord della Cisgiordania.
L’esercito israeliano, inoltre, ha intercettato due missili , provenienti dallo Yemen e lanciati su Israele dagli Houthi ,che hanno rivendicano entrambi gli attacchi. Gli stessi ribelli Houthi filo-iraniani, successivamente, hanno dichiarato di aver lanciato un attacco verso un obiettivo “vitale” ad Haifa.
Una nave ong filo-palestinese ,diretta verso Gaza per portare aiuti umanitari, è stata colpita da un drone israeliano al largo di Malta. Il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth ha fatto sapere che si sarebbe trattato di una nave legata ad Hamas, seguito dal network saudita al-Arabiya, che, citando una fonte della sicurezza occidentale, ha scritto che :“ La nave di aiuti per Gaza faceva parte di un convoglio guidato da Hamas. Aveva pianificato di affrontare le forze israeliane”.
Il portavoce del ministero degli Esteri di Ankara, come riferisce l’agenzia Anadolu, ha dichiarato: “Condanniamo nel modo più fermo l’attacco alla nave civile, che pone una minaccia alla sicurezza marittima e di navigazione in acque internazionali”.
Sia l’Onu che la Croce Rossa hanno rilanciato l’allarme per la situazione umanitaria a Gaza, dove il blocco degli aiuti costringe la popolazione dell’enclave “a lottare per il cibo e l’acqua”, visto l’esaurimento delle scorte.
Intanto, mentre il Presidente USA Trump ,durante un evento della giornata nazionale di preghiera alla Casa Bianca, ha confermato che gli ostaggi ancora in vita sarebbero meno di 24, il consigliere del Premier del Qatar e portavoce del ministero degli Esteri di Doha, Majed al Ansari, ha detto all’Ansa che :“I negoziati tra Hamas e Israele su Gaza sono a un punto morto” , assicurando però che “il Qatar, assieme a Egitto e Stati Uniti, lavora incessantemente per riportare le parti al tavolo negoziale”.
A tal riguardo, l’emittente saudita al Arabiya, che cita fonti egiziane, secondo cui Tel Aviv si è ritirato dagli accordi già raggiunti nei negoziati e intende mantenere le forze dell’Idf a Gaza fino alla fine dell’anno, ampliando le operazioni militari, Israele avrebbe respinto una proposta egiziana per un cessate il fuoco temporaneo nella Striscia di Gaza in cambio del rilascio di ostaggi.
Tuttavia, l’ufficio del Premier israeliano Netanyahu ha smentito la notizia, scrivendo in una nota: “Le notizie diffuse dai media arabi secondo cui Israele avrebbe respinto la proposta egiziana che è stata presentata sono prive di fondamento. Hamas è stato e rimane l’ostacolo all’accordo. Israele ha respinto una proposta egiziana per un cessate il fuoco temporaneo nella Striscia di Gaza in cambio del rilascio di ostaggi”.
Proprio Tel Aviv, ha celebrato in queste ore, il 77° anniversario dell’indipendenza dello Stato d’Israele, e per l’occasione il Presidente della Repubblica Mattarella ha inviato un messaggio al Presidente israeliano Herzog, nel quale ha scritto: “È di essenziale importanza assicurare l’accesso umanitario alla Striscia di Gaza e porre quanto prima fine alle inaccettabili sofferenze della popolazione civile. Nel contesto della drammatica crisi che ancora lacera la regione, torniamo a manifestare condanna per gli attacchi terroristici del 2023, cordoglio per le vittime e vicinanza alle famiglie degli ostaggi tuttora lontani, ribadendo al contempo la nostra ferma opposizione ad ogni forma di antisemitismo. Ci auguriamo che si superi la logica del conflitto per abbracciare una prospettiva di pace, ricostruzione e benessere, nel pieno rispetto dei diritti umani. Al riguardo, è di essenziale importanza assicurare l’accesso umanitario alla Striscia di Gaza e porre quanto prima fine alle inaccettabili sofferenze della popolazione civile. Solo una soluzione in linea con il diritto internazionale, fondata sulla coesistenza di due popoli e due Stati, potrà creare le basi necessarie per la costruzione di un futuro di pace e stabilità”.
In Siria, nel frattempo, negli ultimi due giorni, nell’ambito degli scontri tra le forze filogovernative e i combattenti drusi, almeno 100 persone sono state uccise.
Nelle prime ore di quest’oggi, L’aviazione israeliana ha bombardato la zona nei pressi del palazzo presidenziale di Damasco, capitale della Siria, dopo aver intimato alle autorità siriane di non marciare verso villaggi abitati da appartenenti alla minoranza drusa nel Sud del Paese.
Secondo quanto riportato dal Times of Israel , il Premier israeliano Netanyahu e il ministro della Difesa Katz hanno rilasciato una dichiarazione congiunta nella quale hanno avvertito: “Questo è un chiaro segnale al regime siriano. Non permetteremo l’invio di truppe a Sud di Damasco né alcuna minaccia alla comunità drusa”.
Il ministro della Difesa israeliana Katz ha poi dichiarato, riferendosi al leader siriano Ahmed al-Sharaa : “È suo dovere proteggere i drusi nella periferia di Damasco dagli attacchi dei rivoltosi jihadisti e consentire alle centinaia di migliaia di drusi di Sweida e Jabal al-Druze di difendersi da sole, senza inviare forze jihadiste nei villaggi”, ribadendo: “ È nostro dovere proteggere i drusi in Siria da qualsiasi danno, per il bene dei nostri fratelli drusi in Israele, per la loro lealtà allo Stato e per il loro immenso contributo alla sicurezza di Israele”.
L’Ufficio del Premier Netanyahu ha poi riferito in una nota che: “Il Primo ministro ha parlato con il leader spirituale della comunità drusa in Israele, lo sceicco Muwafaq Tarif, in seguito agli attacchi alla comunità drusa in Siria che hanno provocato più di cento morti” e che “Lo sceicco Tarif ha ringraziato il Premier per la sua direttiva di agire con determinazione per proteggere i drusi in Siria negli ultimi giorni, incluso l’attacco della scorsa notte al complesso del palazzo presidenziale a Damasco, affermando che le misure decise dal primo ministro hanno trasmesso un chiaro messaggio di deterrenza al regime siriano riguardo all’impegno di Israele verso la comunità drusa in Siria. Netanyahu ha detto allo sceicco di aspettarsi che la comunità drusa rispetti la legge in Israele, come fa normalmente, e che non agisca in alcun modo contro altri cittadini o contro le forze di sicurezza. Il premier ha ribadito che Israele è uno Stato di diritto e che tutti devono rispettarlo, poiché si tratta di una condizione fondamentale e non negoziabile”, facendo riferimento alla protesta di ieri sera della comunità drusa israeliana che ha bloccato numerose strade nel nord del paese e chiesto con forza l’intervento dell’Idf in Siria per proteggere la comunità sotto attacco dei jihadisti. Lo sceicco ha concordato con il primo ministro, aggiungendo che tutti i leader della comunità hanno condannato gli episodi di violenza e le violazioni della legge provenienti da alcuni suoi membri, e ha confermato che la comunità drusa continuerà a rispettare la legge nel Paese”.
L’Ue, in una nota, nella quale ha invitato Israele a rimuovere il blocco degli aiuti a Gaza, ha sottolineato in merito alla situazione in Siria: “Per quanto riguarda le recenti attività israeliane in Siria, l’Unione europea chiede a tutti gli attori di rispettare l’indipendenza, la sovranità, l’unità e l’integrità territoriale della Siria all’interno delle sue frontiere. L’Ue invita con forza Israele a rispettare i termini dell’accordo di disimpegno delle forze del 1974, che prevede il monitoraggio del Golan siriano, e richiama alla risoluzione 497 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La zona cuscinetto smilitarizzata deve essere rispettata e chiediamo a tutti gli attori di esercitare grande moderazione, di evitare nuove violenze, di garantire la protezione dei civili e di rispettare il diritto internazionale, incluso il diritto internazionale umanitario”.
Una condanna all’attacco aereo da parte di Israele in Siria è arrivato poi dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, come riportato dal portavoce del Palazzo di Vetro, Stephane Dujarric, sottolineando come sia “essenziale che questi attacchi cessino e che Israele rispetti la sovranità, l’unità, l’integrità territoriale e l’indipendenza della Siria”.
©Riproduzione riservata