di Federica Marengo 30 aprile 2025

-Quest’oggi, Israele, ha celebrato il Giorno della Memoria dei soldati caduti in guerra, per ricordare i 25.420 militari caduti durante il servizio dal 1860 a oggi. Diverse le cerimonie cui hanno preso parte esponenti del governo , durante le quali vi sono state delle contestazioni e appelli per la liberazione degli ostaggi.
In tale ambito, secondo quanto riportato dal Times of Israel, il ministro della Difesa israeliano Israel Katz, intervenendo durante la cerimonia del Memorial Day sul monte Herzl, a Gerusalemme, ha dichiarato: “Nella Striscia di Gaza ,il nostro obiettivo è una vittoria netta e senza compromessi su Hamas. È nostro dovere sconfiggere coloro che hanno massacrato i nostri cittadini in quel terribile Shabbat e garantire che nemici di questo tipo non si trovino più vicino ai nostri confini e non rappresentino una minaccia per lo Stato di Israele. Non permetteremo che lo Stato di Israele venga minacciato di distruzione”.
Sempre in mattinata, si sono verificati vasti incendi sulle colline di Gerusalemme in seguito ai quali è stata dichiarata l emergenza nazionale. Hamas ha pubblicato sui social un messaggio nel quale ha esortato i palestinesi a “bruciare tutto ciò che possono: boschi, foreste e case dei coloni”.
In merito, il Times of Israel ha fatto sapere che lo Shin Bet, il servizio segreto interno dello Stato d’Israele, sta collaborando con la polizia israeliana alle indagini aperte sugli incendi , alcuni dei quali si sospetta siano dolosi.
Intanto, sono proseguiti gli attacchi israeliani su Gaza , infatti, nelle ultime 24 ore sono state almeno 23 le persone uccise, 14 delle quali nella zona centrale della Striscia.
I raid di Tel Aviv proseguono anche sul Libano e , a tal riguardo, la Francia, mediatrice con gli USA dell’accordo di cessate il fuoco tra Tel Aviv e gli Hezbollah del 27 novembre 2024, ha esortato Israele a “mostrare la massima moderazione” dopo l’attacco israeliano a Beirut di domenica scorsa , sottolineando che “lo smantellamento dei siti militari di Hezbollah è responsabilità esclusiva delle forze armate libanesi”.
Tuttavia, il fronte dei raid israeliani si è esteso alla Siria, vicino a Damasco, dove 13 persone sono state uccise in seguito agli scontri in corso alla periferia meridionale della città tra forze filogovernative sunnite e miliziani drusi. Al riguardo, il Premier Netanyau e il ministro della Difesa israeliano Katz hanno pubblicato una dichiarazione congiunta nella quale hanno fatto sapere che “L’esercito israeliano ha effettuato un attacco di avvertimento contro estremisti che si preparavano ad attaccare membri della minoranza drusa nella città siriana di Sahnaya”.
Il leader dei drusi libanesi ,Walid Joumblatt, però, ha invitato i suoi correligionari in Siria a “rifiutare le interferenze di Israele”.
Successivamente, le forze di sicurezza sono state dispiegate vicino a Damasco per “ripristinare l’ordine dopo gli scontri”.
Come riportato dalle Nazioni Unite in un comunicato, in conseguenza dell’accaduto, l’inviato speciale delle Nazioni Unite in Siria si è detto “profondamente preoccupato per le violenze nel Paese, soprattutto nei sobborghi della capitale Damasco e a Homs; per le notizie di vittime civili e anche di vittime tra il personale di sicurezza e per il potenziale di un’ulteriore escalation di una situazione estremamente fragile”.
Inoltre, il Presidente turco Erdogan, nel corso della conferenza stampa sul volo di ritorno dalla sua visita a Roma per partecipare al IV° Vertice intergovernativo con l’Italia svoltosi ieri, ha respinto le richieste dei gruppi curdi siriani di adottare un sistema di governo decentralizzato in Siria, sostenendo che “si tratta di nient’altro che un sogno” e consigliando loro di “non sognare una struttura federale o di prendere decisioni che minaccino la regione, ma piuttosto di fare passi che servano alla stabilità della regione”.
Erdogan ha poi aggiunto che i recenti attacchi di Israele all’interno della Siria “sono provocazioni inaccettabili , volte a danneggiare l’atmosfera positiva che si respira in quel Paese dopo la cacciata dell’ex presidente Bashar al-Assad” e che incontrerà il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump “alla prima occasione”, sottolineando che “la ricerca di un compromesso su basi ragionevoli continuerà sicuramente”, anche alla luce dei loro precedenti contatti , definiti: “sinceri, fruttuosi e amichevoli”.
Sul fronte del Mar Rosso, il Pentagono ha reso noto che le forze USA hanno colpito più di mille obiettivi nelle Yemen, di concerto con le forze del Regno Unito.
Quanto all’Iran e ai negoziati sul nucleare con gli USA, il ministro degli Esteri iraniano Araghchi ha avvertito che le provocazioni degli USA potrebbero avere “ un impatto sui colloqui”, che riprenderanno a Roma venerdì, con rappresentanti di Francia, Germania e Gran Bretagna e poi, sabato, con i rappresentanti degli Stati Uniti.
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